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Avevo deciso di saltare l’episodio, ma dopo averlo visto, anche se con un po’ di ritardo, non ho resistito. Mi è piaciuto molto e, personalmente, lo ritengo importante per le “grosse novità” che ci vengono offerte, senza clamori, “en passant”, quasi per caso, mentre, prestando la debita attenzione, incidono profondamente e sono sicuramente foriere di sviluppi futuri. Nessuno di loro, anche se con diversi livelli e sfumature, alla fine dell’episodio può affermare d’essere uguale a come era all’inizio del medesimo. Viene offerto un approfondimento e una conseguente crescita: tutti hanno un’anima e fanno i conti con essa. L’interagire dell’aspetto professionale con le dinamiche personali è stato giocato in maniera veramente eccellente. La “crisi” di Brennan, il suo non trovare la risposta nelle ossa (l’incubo iniziale, per me, va letto più che sul versante di Pelant, sulla scena finale delle ossa che le cadono addosso, il suo urlare angosciato come sintomo della sua paura d’essere tradita da loro, di non poter contare su di loro per arrivare alla verità), la sua ostinazione, il suo voler continuare rivelano ciò che è veramente in ballo: l’asse portante della sua intera vita traballa e, anche se inconsapevolmente, percepisce che le risposte abituali non sono più sufficienti. Tutto deve essere rimodulato e ricomposto su traiettorie diverse. Il dogma della verità della scienza, quello che Brennan ha elevato a suo dio, quello che l’ha difesa e le ha consentito di costruirsi un’identità autosufficiente, estranea alle dinamiche esistenziali deve venire a patti con una verità incontrovertibile: non è più sola, e non essendo più sola, non può illudersi di vivere separatamente il mondo della scienza (la sua professione) e la sfera dei sentimenti e delle emozioni. Ha bisogno, ha bisogno d’aiuto anche in campo professionale, perché, lo ripeto, tutto è diverso e si deve confrontare con questo dato di fatto, non può ignorarlo. Ecco intervenire Booth, che, da una parte, le comunica la sua preoccupazione, la vede avviarsi verso una china pericolosa, ma, dall’altra, in maniera molto discreta cerca d’assicurarle l’aiuto e il sostegno necessario, la difende, la protegge. Ecco Cam, che alla fine si fa convincere, ecco Jack che inizia a fare ricerche sulla serial killer. Ecco Clark, il quale si confida proprio con Brennan, nonostante la competizione e la rivalità che ha caratterizzato il loro rapporto da un certo momento in poi. E Brennan, la nuova Brennan capisce la situazione che sta vivendo e offrendogli la sua comprensione, lo invita a chiamarla “Temperance”, lo invita alla confidenza, alla condivisione. O tempora o mores! Altrettanto bella e importante è la storyline di Jack, il suo doversi confrontare con il suo passato, con le amicizie di un tempo, riprendere contatto con un mondo che fuggiva come la peste. Ho molto apprezzato la sua conversazione con Sweets. È un Jack sideralmente lontano dall’uomo ossessionato dalla paranoia complottistica, sospettoso e diffidente degli inizi. È un uomo sereno, forte, consapevole che nella vita ci sono “beni” e conseguenti valori ben più grandi e importanti di quelli materiali: la sua famiglia con Angela e Michael, il suo lavoro. Di questi tempi si può ben dire che il gatto e la volpe hanno lanciato un bel sasso in piccionaia rispetto a tanta mentalità corrente. Onore al merito! Voglio concludere con una breve riflessione sulla scena finale, la scena in cui Booth prepara un bel sandwich e lo fa mangiare a una Brennan restia e riottosa. Il suo addentarlo è un’altra metafora bellissima, perché sta a significare che Brennan accetta la vita, la nuova vita che le viene offerta. Gustando il boccone, Brennan scopre d’avere fame, fame in tutti i sensi e nel suo riconoscere che Booth la conosce meglio di se stessa, restituisce il gesto d’amore. Il Salmo 138/39 ha come versetto iniziale: “Tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando mi siedo e quando mi alzo …”, è uno dei Salmi dell’amore confidente, dell’abbandono all’amore donato e gratuito, che colma e riempie. Fatte tutte le debite differenze e con tutte le cautele del caso, è ciò che in quei momenti questa moglie e questo marito stanno vivendo e si stanno scambiando.
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