The Bickering In The Morning

La luce del mattino filtrava appena attraverso la finestra.
Booth e Brennan giacevano sul letto di casa di Booth, addormentati.

Continuavano a dormire in entrambi gli appartamenti , perché non avevano ancora trovato una casa tutta loro.
Infatti, la ricerca della così tanto agognata casa dei sogni procedeva più lentamente del previsto. Era davvero difficile.

Brennan era ormai entrata nell’ottavo mese di gravidanza e dovevano sbrigarsi.
“I bambini arrivano quando vogliono”, continuava a ripetere lei, ma Booth non poteva accontentarsi di una dimora qualsiasi. Ne esigeva una perfetta per tutti e tre.
Voleva dimostrare di tenerci davvero, voleva essere un buon padre. Non poteva permettere che Bones si sobbarcasse tutta la spesa. Era sempre stato il maschio alfa, gli piaceva prendersi le sue responsabilità. Ora più che mai.

Temperance aprì gli occhi, guardò Booth e dopo lanciò un’occhiata all’orologio appeso al muro.
Erano le 7 e 30. Era stata fortunata quel giorno. Di solito la bambina cominciava a scalciare presto al mattino e lei era sempre costretta ad alzarsi per cercare di calmarla. Sì, la bambina.

I futuri genitori avevano saputo il sesso solo poche settimane prima e ora erano sempre più impazienti per l’attivo della loro figlia. Per Bones non importava molto che si trattasse di un maschietto o di una femminuccia: era certa che avrebbe amato suo figlio o figlia in ogni caso. Ma Booth non vedeva l’ora di stringere la sua fatina. Esatto, non aveva perso tempo per trovarle un nomignolo.

Brennan portò una mano sulla pancia e sussurrò: “Ok, lo capisco. Vuoi fare colazione. Mi alzo.”

Booth non potè fare a meno di svegliarsi, sentendola parlare.

“Che succede, Bones? Stai bene?”

“Scusa, Booth. Non volevo svegliarti. Comunque sì, sto bene.”

“E la bambina?”

“Sì, benissimo. Ha solo fame e ha cominciato a scalciare come fa sempre.”
Rispose un po’ infastidita.

“Andiamo, Bones.. Lo so che è difficile, ma è quasi finita. Manca solo un altro mese.”
Esclamò Booth, avvicinandosi a lei e baciandola sulle labbra.

“Un altro mese. Non sei d’aiuto! Sono enorme, la schiena mi fa male e ho bisogno di andare in bagno ogni 5 minuti. Non ce la faccio più.”

“Mi dispiace. Non so quanto possa aiutare, ma se vuoi posso preparare la colazione, portartela a letto e poi possiamo, sai..”

“Fare sesso?”

“Ecco, stavo cercando qualcosa di più romantico, ma era più o meno ciò che intendevo.”

“Mhm, niente male. Penso che a nostra figlia piaccia quando facciamo sesso. Si calma. Funziona. Dovremmo avere rapporti sessuali più spesso.”

“Ci sto.”
La guardò, sorrise e poi riprese a baciarla, scendendo fino al collo. Adorava baciarla proprio lì.

“Booth..La colazione. Sto morendo di fame.”

“Ok, aspetterò.”

“Ehi, non prendertela con me. Incolpa tua figlia!”

“Ok, fatina, dovresti smetterla, lo sai? Ti voglio bene, ma lo sai che non posso resistere facilmente quando si tratta di baciare la tua mamma.”

“Mhm ok, penso che lei debba smetterla con i calci, ma tu non chiamarla fatina. E’ stupido.”

“Perché?”

“Perché le fate non esistono.”

“Ma intendevo..” Tentò di spiegare, ma ci rinunciò poco dopo. “E va bene. Ma sai che le racconterò le favole, prima che si addormenti?”

“Non è necessario. E’ una bambina e i bambini si stancano molto facilmente. Pensò che si addormenterà addirittura prima che tu inizi a parlare. E poi non voglio che creda in cose come la magia.”

“Ti piace la storia di Cappuccetto Rosso?”

“Lo sai che simboleggia la maturità sessuale?”

“Cosa?”

“Sì, Booth..Il cappuccio rosso è simbolo del sangue mestruale e della pubertà che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della femminilità. Oppure può anche rappresentare l’imene e in questo caso, il lupo minaccia la verginità della ragazzina. Il lupo dalle sembianze antropomorfiche simboleggia un uomo, che può essere a sua volta un amante, un seduttore o un predatore sessuale.”

“Ok grazie, Bones. Ora odio questa storia. Non la racconterò a mia figlia.”

“Così ora improvvisamente è tua figlia?”

“Che mi dici di Biancaneve?”

“A dire il vero..”

“Ok, non c’è bisogno che continui. Non voglio saperlo o la mia infanzia sarà compromessa per sempre. Ad ogni modo, penso che faresti piangere persino Babbo Natale.”

“Babbo Natale non esiste, ergo i tuoi esempi non sono rilevanti.”

“Oddio.. Dove eravamo rimasti prima di iniziare questa conversazione?”

“Ho fame.”

“Oh, bene. Non sono stato mai così emozionato per una colazione in vita mia.”
Disse, mentre usciva dal letto.

“Che ne dici una canzone?”

“Certo, se solo sapessi cantare!”

“Ma perché continuo a parlarti.. Un toast va bene, Bones?”

“A dire il vero ho voglia di un hamburger.”

“Ma sono le 7 e 30 del mattino.”

“Non è colpa mia, Booth. Non è colpa mia.”

“Avevo ragione. Non sopravvivrò mai a questa gravidanza. Non penso nemmeno di sopravvivere ad una vita intera insieme a te. Non avremo un altro bambino, questo è sicuro.”

“Mhm, mhm..Ora vai. Ho bisogno di mangiare. “

“Sto andando.”

“Ti amo.”

“Ti amo anche io, Bones. Ecco perché faccio tutto questo.”