L'ASSASSINIO DI TERENCE BANCROFT

(seguito di "L'assassinio di Ian Wexler"- au, dramedy, romance, mistery, NC17)

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  1. Dreamhunter
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    PerCaterforum3

    L'ASSASSINIO DI TERENCE BANCROFT

    di Dreamhunter



    FILE COMPLETO IN PDF: www.mediafire.com/?8a4h55ke9zrf39e

    Seguito di "L'assassinio di Ian Wexler"
    Non credo servano ulteriori spiegazioni o presentazioni. ;)
    Al solito niente mi appartiene e i diritti sono di Hanson & C. e di quanti altri li possiedono.

    Buona lettura, con il primo capitolo!



    1.


    “Dunque acconsentirete alla mia richiesta?”, chiese il giovane uomo elegante seduto nell'ufficio del sovrintendente della Polizia Metropolitana di Bow Street.
    Il vicecapo Andrew Hacker e il sovrintendente Samwell Cullen si scambiarono un'occhiata. Potevano forse rifiutare?
    Quello era Jack Hodgins, dopotutto. Da poche settimane, dopo che il suo unico parente in vita, residente in Portogallo, era morto, aveva ottenuto il titolo di conte e ancora più ricchezze e potere.
    Annuirono entrambi, compunti.
    “Ovviamente, conte. Non abbiamo alcuna obiezione. D'altronde l'ispettore Booth ha dato ampia prova del proprio valore catturando soltanto un mese fa il Carnefice che terrorizzava Hyde Park e allo stesso tempo l'assassino che l'aveva emulato per coprire un omicidio di natura passionale. Tutti i giornali parlano di lui e del suo successo. Ha restituito alla Polizia Metropolitana il rispetto dell'opinione pubblica. Non possiamo certo negargli un periodo di libertà”.
    “Molto bene”, replicò il conte, alzandosi per congedarsi. “Ve ne sono grato”.
    “Questo ci lusinga, vostra grazia”, rispose mellifluo Hacker e Jack scorse una luce sinistra ed inequivocabile nel suo sguardo. Certo. L'Inner Circle. Prima o poi sarebbero venuti a bussare alla sua porta, lo sapeva.
    Ma ci avrebbe pensato quando il problema si fosse presentato. Ora ne aveva ben altri.
    Uscì dalla sede di Bow Street e salì sulla carrozza che l'attendeva, allentandosi la cravatta. Non aveva ancora completamente metabolizzato la novità di essere conte: avrebbe dovuto viaggiare, visitare i nuovi terreni di cui era entrato in possesso con il titolo, probabilmente anche prendere moglie. Il tempo di andare contro corrente stava terminando...
    Non era questo a tormentarlo, però. In quei giorni la sua mente e le sue forze erano concentrate sulla lettera giunta dall'Irlanda meno di una settimana prima.
    La lettera di Clarissa, la donna che un tempo aveva amato più di se stesso.

    Era scesa la sera e lui sedeva in silenzio nello studio, fissando le ombre che si accumulavano sulla parete di fronte, un gomito sul bracciolo della poltrona, le dita che giocherellavano con la barba bionda sul mento. Si riscosse al suono di un battito di nocche alla porta.
    “Avanti...”.
    La testa del suo segretario, il signor Addy, si affacciò nella stanza. “Vostra grazia, sono arrivati i vostri ospiti”.
    Jack raddrizzò le spalle. “Fateli accomodare qui. Non vogliamo essere disturbati sino a che la cena non sarà in tavola”.
    “Perfetto, signore”, replicò Addy.
    Poco dopo, Vaziri, il maggiordomo, aprì la porta e lasciò entrare i tre invitati del conte. Mentre si sollevava per accoglierli, Jack li osservò. L'ispettore Seeley Booth, più o meno della sua stessa età, alto e bruno, era particolarmente ben vestito, quella sera, e chiaramente di buon umore: a Bow Street dovevano avergli comunicato la notizia del permesso premio e a lui un poco doleva di dovergli rovinare qualsiasi progetto su cui stesse fantasticando, magari legato al figlio che viveva fuori città e non vedeva quasi mai.
    La bella Temperance Brennan, poi, direttrice dell'istituto Victorian per bambini abbandonati e di recente anche scrittrice di successo, indossava un abito azzurro pallido che le enfatizzava i grandi occhi blu pieni di intelligenza e determinazione. Lei e l'ispettore si mantenevano a una debita distanza, ma Jack sapevano che erano usciti a cena insieme almeno un paio di volte da che il caso del Carnefice era stato risolto e che lui si recava spesso a trovarla all'istituto. Angela Montenegro, insegnante del Victorian e amica di Temperance, non mancava mai di aggiornarlo sui progressi di quel loro complicato corteggiamento per ora ancora platonico. Oh, sì, eccola... La cara signorina Angela, vestita di giallo, con i riccioli neri raccolti sulla nuca, a scoprirle il lungo collo bianco.
    Il cuore di Jack accelerò un poco i battiti e il giovane si sentì meglio all'idea che lei fosse presente. L'atmosfera gli appariva sempre più calda e serena quando c'era Angela...
    “Amici miei, benvenuti”, sorrise. “Ebbene, cosa avete da raccontarmi?”.
    Booth stava per parlare, quando Temperance lo precedette.
    “Quest'oggi Angela ed io siamo state al manicomio”, annunciò.
    Nell'atto di sedersi, l'ispettore si bloccò attonito e anche il conte allargò gli occhi azzurri, colto di sorpresa.
    “Brennan!”, protestò Angela. “Non dirlo in questo modo”.
    “E come dovrei dirlo? Ci siamo state, è un dato di fatto”.
    “Il quesito più affascinante, a questo punto”, intervenne Booth, “è... perché?”.
    “Vi ricordate del nostro progetto delle Donne Spaiate?”, chiese Temperance.
    “Impossibile dimenticarlo...”.
    Lei ignorò l'ironia dell'ispettore e proseguì. “Nell'ambito delle nostre lezioni per insegnare una professione alle donne nubili, abbiamo istituito anche un corso tenuto da alcune giornaliste della City, e, con una di esse, abbiamo convenuto che potrebbe essere molto interessante condurre ricerche sulla condizione delle donne ricoverate nei manicomi. Si conosce ben poco dei metodi e delle cure utilizzati in quei luoghi e le diagnosi spesso sono scandalose”. Si sporse in avanti, l'espressione battagliera. “Vi rendete conto che ci sono donne internate e giudicate malate solo perché non manifestano interesse per la vita domestica oppure perché dimostrano un normale interesse sessuale nei confronti degli uomini?”.
    Booth tossicchiò e subito lo sguardo chiaro e tagliente di lei lo intercettò. “Non penserete anche voi che una donna che non teme di nascondere il suo appetito per il sesso debba essere ricoverata, mi auguro!”.
    “Certo che no”, ribatté lui, con gli zigomi arrossati. “Tuttavia non mi sembra che questo sia l'argomento più consono da trattare a cena”.
    “Non stiamo ancora cenando”, puntualizzò Temperance.
    “E ditemi”, si intromise Jack, divertito, “avete ottenuto risultati, durante la vostra visita?”.
    La direttrice s'imbronciò. “No. I medici non sono stati collaborativi”.
    “E' comprensibile”, commentò Angela, “considerando l'aggressività con cui hai posto loro le domande”.
    “Sono stata diretta, non aggressiva”.
    A Booth sfuggì un sorrisetto. Oh, sì. Riuscì ben ad immaginarsi quanto potesse essere stata diretta. Era già una fortuna che non le avessero messo all'istante una camicia di forza...
    “Ho un buon amico che lavorava a Bedlam. Mi hai aiutato per il caso del Carnefice. Potrei presentarvelo, se lo gradite, direttrice. Sono sicuro che sarà lieto di fornirvi informazioni”, le propose accomodante. Ricevette immediatamente un ampio sorriso da lei e un vago piacevole calore gli invase il petto.
    Assistendo a quel loro attimo d'intesa, Jack sospirò e pensò che era giunto il momento di parlare.
    “Anche voi, ispettore, avete qualcosa da riferirci, vero?”, domandò.
    Con stupore, Booth si girò a guardarlo. “Io... beh, in effetti sì... A Bow Street mi hanno concesso un periodo di permesso, una sorta di vacanza...”. Aggrottò la fronte. “Voi come lo sapete?”.
    “Debbo confessarvi che dietro questo permesso ci sono io”, ammise piano Jack. “E temo di dovervi dire che, se accetterete di aiutarmi, la vostra non sarà propriamente una vacanza”.
    “Accettare di aiutarvi? Cosa intendete?”.
    “Vi spiegherò la storia dall'inizio, se me lo permettete”.
    I suoi tre ospiti si tesero nell'ascolto.

    Si erano trasferiti in sala da pranzo e Jack stava narrando loro di Clarissa. E di Terence Bancroft.
    La fanciulla che aveva molto amato e desiderato sposare e il suo migliore amico, sin dall'infanzia.
    Alla fine Clarissa aveva scelto Terence e lui aveva dovuto farsi da parte, per l'affetto che provava per entrambi.
    “Fu molto difficile. Partirono per l'Irlanda. Terence laggiù aveva dei possedimenti di famiglia e tutti e due preferirono allontanarsi da Londra e dai pettegolezzi: a Clarissa non venne perdonato l'affronto sociale di aver rotto il nostro fidanzamento per sposare un figlio cadetto. Perdetti in un sol colpo il mio amore e un amico che trattavo come un fratello. Non sono più tornati in Inghilterra e non siamo rimasti in contatto. Non ho più saputo nulla di loro sino a qualche giorno fa”.
    “Cosa è accaduto?”.
    Era stata Angela a mormorare quella domanda. Jack la guardò: i suoi begli occhi scuri rilucevano di commozione. Anche Booth lo fissava, coinvolto: in fondo poteva ben comprendere cosa significasse dover rinunciare ad un'illusione romantica. La direttrice dal canto suo seguiva il racconto con un cipiglio perplesso. Il conte si riscosse e continuò.
    “Ho ricevuto una lettera di Clarissa. Terence è morto un mese fa”.
    “Oh...”, sussurrò Angela.
    “Per una dose eccessiva di laudano”, aggiunse Jack.
    “Era malato?”, volle sapere Booth.
    “Pare che lo scorso inverno fosse stato colpito da una brutta tosse che non guariva. Ufficialmente si è concluso che abbia sbagliato con la dose che doveva prendere. Lo hanno trovato nella sua camera da letto, dove si era ritirato nel pomeriggio per un riposino”.
    Temperance si accigliò ancora di più. “Ufficialmente?”.
    “Clarissa non ci crede. Mi ha scritto che Terence si serviva solo raramente del laudano ed era molto attento e puntiglioso. Lei non riesce a capacitarsi che sia stato tanto distratto da causare la propria morte”.
    “Non è possibile che si sia suicidato?”, chiese Booth.
    “No, assolutamente. Clarissa aspetta un bambino e lui era felicissimo. Dovete capire quale soddisfazione fosse per Terence: avevano sperato per anni di avere un figlio senza successo ed ora finalmente sarebbe arrivato. E' impensabile che Terence potesse quindi avere motivi per togliersi coscientemente la vita”.
    “Per cui Clarissa teme che suo marito sia stato ucciso”, constatò Angela.
    “Esatto. E' molto impaurita. Quando Terence è morto, lui era il solo, insieme al loro medico, ad essere a conoscenza della sua gravidanza, ma ora comincia ad essere visibile ed è stata costretta a rivelarlo pubblicamente. E' preoccupata per la sua sorte e quella del bambino e vorrebbe giustizia per Terence”.
    Booth annuiva, pensieroso. “Ha dei sospetti?”.
    “Non proprio. Mi ha parlato di varie persone che ruotavano intorno a loro, ma non ha idea di quali pesci pigliare... Il candidato più probabile è il cugino di Terence, che erediterebbe tutta la proprietà, se la gravidanza di Clarissa non andasse a buon fine, oppure se la sposasse in seconde nozze, ma lei mi assicura che è una persona buona e gentile... In breve bisogna andare in Irlanda ed indagare”.
    Jack tacque, gli occhi in quelli dell'ispettore.
    “Volete che vada io”, replicò Booth.
    “Sì... Io ve ne sarei debitore”.
    “Non avrò alcuna autorità laggiù...”.
    “Non dovrete andarci come poliziotto”.
    Confuso, Booth sbatté le palpebre. “Prego?”.
    “Voi... sarete me ”.
    Nella sala da pranzo calò il silenzio.
    “Non sono certo di capire...”, disse l'ispettore.
    “Nessuno laggiù ha mai veduto la mia faccia. Il cugino di Terence e gli altri famigliari non hanno mai partecipato alle stagioni londinesi. Se vi presenterete come il conte Jack Hodgins, nessuno metterà in dubbio la vostra identità e tutte le porte vi verranno aperte. L'Irlanda è un paese povero e ostile: per il parentado di Terence sarà un onore accogliere un conte di Londra e avrete ogni opportunità di indagare a vostro piacimento”.
    “E'...”. Booth esitò, in cerca della parola giusta. “... azzardato, ma astuto”.
    “C'è un'altra cosa”, precisò Jack. “Dovrete essere sposato”.
    Gli occhi di Booth si sbarrarono. “Sposato?”.
    “Come scapolo non potreste essere ospitato in casa di Clarissa. Con una moglie al vostro fianco, al contrario, sarete libero di soggiornare sul luogo del delitto”.
    “E... chi dovrebbe essere mia moglie?”.
    Lo sguardo di Jack si spostò su Temperance, che sussultò.
    “Io?”.
    Booth guardò prima la direttrice e poi il conte. “Lei?”.
    Angela si portò le mani alle guance, con un sorriso. “Oh, sì!!!”, esclamò deliziata.

    (CONTINUA DOMENICA!) :ibones:

    Edited by Dreamhunter - 8/2/2012, 16:52
     
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  2. laura67
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    Uh uh...........inizio moooolto molto interessante! Son quasi contenta che questo Terence è schiattato....Appuntamento a domenica vero??? :)

    ps:I like under cover!!!!!!!!!!

    Edited by laura67 - 23/9/2011, 13:16
     
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  3. Ciccia-B
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    Evvivaaa si parte e stavolta sono sotto copertura!!! Grandissima Franca! davvero sei unica! ^_^
     
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  4. donata69
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    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    A Booth sfuggì un sorrisetto. Oh, sì. Riuscì ben ad immaginarsi quanto potesse essere stata diretta. Era già una fortuna che non le avessero messo all'istante una camicia di forza...

    è sorprendente come tu riesca a farmi ridere ed emozionare contemporaneamente nelle tue storie :lol:
    questo inizio è davvero intrigante, chissà che combineranno da sposati, perchè andranno in quella veste vero? ah, domenica, dove sei?
     
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  5. boothie
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    Già non vedo l'ora che si parta per l'Irlanda!!!! Ci godremo anche il viaggio, oppure ritroveremo i nostri eroi direttamente sul luogo del delitto??? :rolleyes:
     
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  6. dany1971
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    Under cover in Irlanda, è un sogno che si avvera, faranno scintille ed io non vedo l'ora di leggere quello che la tua genialissima mente escogiterà! L'intento principale di Hodgins è quello di scoprire cosa è successo al suo amico Terence ma è singolare che come prima opzione abbia cercato Booth e soprattutto abbia confezionato una storia molto credibile per poterlo far indagare con tutta serenità e senza destare sospetti, che lui ed Angela in un certo senso si siano coalizzati per far muovere nella giusta direzione i loro amici? non sarebbe certo una novità. Non vedo l'ora che sia domenica per vederli interagire in questa nuova storia che sarà sicuramente divertentissima ed avvincente as usual.
     
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  7. -Saretta-
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    Oh mio Dio! L'ispettore e la direttrice che devono fingersi una coppia sposata?! Ci sarà sicuramente da ridere! :lol:
    Non vedo già l'ora di leggere il nuovo capitolo! Bravissima!
     
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  8. omelette73
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    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    Angela si portò le mani alle guance, con un sorriso. “Oh, sì!!!”, esclamò deliziata.

    Senza mani sulle guance, ma direi che ricalca la mia reazione.
    E vai di undercover!
     
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  9. Sara6
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    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    “E... chi dovrebbe essere mia moglie?”.
    Lo sguardo di Jack si spostò su Temperance, che sussultò.
    “Io?”.
    Booth guardò prima la direttrice e poi il conte. “Lei?”.
    Angela si portò le mani alle guance, con un sorriso. “Oh, sì!!!”, esclamò deliziata.

    (CONTINUA DOMENICA!) :ibones:

    Oh si!!!!!
    Mi piace....Franca sei un mito! :P
     
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  10. Dreamhunter
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    CITAZIONE (laura67 @ 22/9/2011, 22:02)
    Uh uh...........inizio moooolto molto interessante! Son quasi contenta che questo Terence è schiattato....Appuntamento a domenica vero??? :)
    ps:I like under cover!!!!!!!!!!

    Grazie!!! ^_^ E sì, l'appuntamento è per domenica (l'ho scritto vicino al "continua" ;) )

    CITAZIONE (Ciccia-B @ 22/9/2011, 23:20)
    Evvivaaa si parte e stavolta sono sotto copertura!!! Grandissima Franca! davvero sei unica! ^_^

    Grazie, carissima! ;)

    CITAZIONE (donata69 @ 23/9/2011, 08:09)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    A Booth sfuggì un sorrisetto. Oh, sì. Riuscì ben ad immaginarsi quanto potesse essere stata diretta. Era già una fortuna che non le avessero messo all'istante una camicia di forza...

    è sorprendente come tu riesca a farmi ridere ed emozionare contemporaneamente nelle tue storie :lol:
    questo inizio è davvero intrigante, chissà che combineranno da sposati, perchè andranno in quella veste vero? ah, domenica, dove sei?

    Grazie, cara!!! ;) E sì, sì, andranno da sposati, ovviamente. ^_^

    CITAZIONE (boothie @ 23/9/2011, 08:56)
    Già non vedo l'ora che si parta per l'Irlanda!!!! Ci godremo anche il viaggio, oppure ritroveremo i nostri eroi direttamente sul luogo del delitto??? :rolleyes:

    Non rispondo, leggerai tu stessa. ;) E grazie!

    CITAZIONE (dany1971 @ 23/9/2011, 09:15)
    Under cover in Irlanda, è un sogno che si avvera, faranno scintille ed io non vedo l'ora di leggere quello che la tua genialissima mente escogiterà! L'intento principale di Hodgins è quello di scoprire cosa è successo al suo amico Terence ma è singolare che come prima opzione abbia cercato Booth e soprattutto abbia confezionato una storia molto credibile per poterlo far indagare con tutta serenità e senza destare sospetti, che lui ed Angela in un certo senso si siano coalizzati per far muovere nella giusta direzione i loro amici? non sarebbe certo una novità. Non vedo l'ora che sia domenica per vederli interagire in questa nuova storia che sarà sicuramente divertentissima ed avvincente as usual.

    Grazie anche a te! ^_^
    Comunque no, nessuna coalizione Jack/Angela. In realtà la scelta di Jack non è poi tanto singolare: lui e Booth sono diventati amici e, dovendo indagare sulla morte del suo migliore amico, a chi avrebbe potuto pensare se non a Booth?
    Sa che è bravo e si fida di lui. E ha ragione sul fatto che debba andare sotto falsa identità. Come Seeley Booth laggiù non solo non avrebbe autorità ma neanche accesso al luogo del delitto. Quindi diciamo che le sue sono state tutte riflessioni molto naturali. ;)

    CITAZIONE (-Saretta- @ 23/9/2011, 10:29)
    Oh mio Dio! L'ispettore e la direttrice che devono fingersi una coppia sposata?! Ci sarà sicuramente da ridere! :lol:
    Non vedo già l'ora di leggere il nuovo capitolo! Bravissima!

    Grazie!!! ^_^

    CITAZIONE (omelette73 @ 23/9/2011, 12:41)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    Angela si portò le mani alle guance, con un sorriso. “Oh, sì!!!”, esclamò deliziata.

    Senza mani sulle guance, ma direi che ricalca la mia reazione.
    E vai di undercover!

    Grazie anche a te. Un undercover era d'obbligo, non poteva mancare. ;)

    CITAZIONE (Sara6 @ 23/9/2011, 14:21)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 22/9/2011, 21:28) 
    “E... chi dovrebbe essere mia moglie?”.
    Lo sguardo di Jack si spostò su Temperance, che sussultò.
    “Io?”.
    Booth guardò prima la direttrice e poi il conte. “Lei?”.
    Angela si portò le mani alle guance, con un sorriso. “Oh, sì!!!”, esclamò deliziata.

    (CONTINUA DOMENICA!) :ibones:

    Oh si!!!!!
    Mi piace....Franca sei un mito! :P

    Grazie, troppo buona. ;)
     
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  11. Romi10
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    Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    Undercover, irlanda e B&B, penso proprio che mi piacerà parecchio.
    Terence è morto per una giusta causa!!!
     
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  12. vale2875
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    Ok momento di silenzio per il povero Terence...
    ok e adesso loro due soli soletti in Irlanda
    ma vieni Francaaaa
     
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  13. screepie
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    hurrà l'Undercover! non poteva esserci di meglio! prevedo un sacco di risate! :)
    ma se vanno in irlanda significa niente più ange per questa storia? :huh:
    ps: ma per caso ti piace l'irlanda? No perchè ho iniziato a leggere la forza e la temperanza e anche quella e ambientata lì,
    ; e tra l'altro ho apprezzato molto il tuo modo di descriverla, molto molto realistica e vista da una prospettiva più che positiva, quindi ho pensato che visto che l'hai anche riproposto potesse avere qualche significato per te, poi magari è solo una mia impressione :doh:
     
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  14. Dreamhunter
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    CITAZIONE (Romi10 @ 23/9/2011, 18:57)
    Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    Undercover, irlanda e B&B, penso proprio che mi piacerà parecchio.
    Terence è morto per una giusta causa!!!

    Okay, faremo costruire un cippo commemorativo per Terence. ;)

    CITAZIONE (vale2875 @ 23/9/2011, 21:53)
    Ok momento di silenzio per il povero Terence...
    ok e adesso loro due soli soletti in Irlanda (IMG:http://i56.tinypic.com/2crauqq.jpg)
    ma vieni Francaaaa

    Eh, eh, lo sapevo che l'idea vi sarebbe piaciuta. ;)

    CITAZIONE (screepie @ 25/9/2011, 22:54)
    hurrà l'Undercover! non poteva esserci di meglio! prevedo un sacco di risate! :)
    ma se vanno in irlanda significa niente più ange per questa storia? :huh:
    ps: ma per caso ti piace l'irlanda? No perchè ho iniziato a leggere la forza e la temperanza e anche quella e ambientata lì,
    ; e tra l'altro ho apprezzato molto il tuo modo di descriverla, molto molto realistica e vista da una prospettiva più che positiva, quindi ho pensato che visto che l'hai anche riproposto potesse avere qualche significato per te, poi magari è solo una mia impressione :doh:

    Risposta numero uno: perché niente più Angela?
    Anche nelle puntate undercover di Bones c'è comunque spazio anche per gli altri personaggi, no? ;) Del resto, se Brennan sarà da sola con Booth in Irlanda, Angela sarà da sola con il conte Jack a Londra... Non so se mi spiego. ;)
    Risposta numero due: varie mie ff sono ambientate tutte o in parte in Irlanda; ci ho già mandato Booth e Brennan anche nella ff "Inside you", ma anche varie mie ff su Angel (Angel era irlandese) sono ambientate laggiù.
    E' un luogo che adoro letteralmente e ci sono stata (e spero di tornarci), per cui ho la possibilità di descrivere i luoghi nel modo più realistico possibile. ^_^

    Ed ora il nuovo capitolo!

    2.


    “Lei?”, ripeté Booth.
    “Io?”, gli fece eco Temperance.
    “Questo l'avete già detto”, intervenne Angela, spazientita.
    L'ispettore sbatté le palpebre, attonito. “Beh, ma...”.
    “Signori...”. Jack si schiarì la gola. “Mi rendo conto che si tratta di una richiesta alquanto audace, però... mia cara direttrice, noi due ci conosciamo da diverso tempo e...”. Il conte la fissò intensamente. “Sarò sincero: la risoluzione di questa triste vicenda è molto importante per me e non vi è nessuno di cui mi fidi più di Booth, in questo frangente. Tutti noi abbiamo avuto prova della sua abilità e voi siete l'unica in grado di aiutarlo a compiere questa missione. Non mi sarei arrischiato a proporlo a nessun'altra donna, ma voi siete così coraggiosa e anticonformista. Le sfide non vi hanno mai spaventata... E chi meglio di una militante delle Donne Spaiate potrebbe giocare ad interpretare il ruolo di moglie senza troppi falsi moralismi?”.
    Temperance sostenne il suo sguardo fermo, cupamente accigliata, poi annuì a labbra strette. “Concedetemi un istante per parlare in privato con l'ispettore, per favore”.
    Jack le sorrise, speranzoso. “Certo”.
    La direttrice si alzò, prima che Booth avesse il tempo di scostarle la sedia. Uscirono spediti, quasi stessero cercando di seminare un inseguitore, e Angela e il conte rimasero soli, al grande tavolo.
    Lei lo sbirciò. “Accetteranno”.
    “Me lo auguro”, sospirò lui.
    “Oh, con Brennan avete trovato le parole magiche: non si ritirerà davanti ad una sfida, specie se coinvolge l'ispettore. E in quanto a Booth... Ha l'animo di un cavaliere con l'armatura scintillante: vi aiuterà perché è la cosa giusta”.
    “Voi sapete leggere dentro le persone, signorina Angela”, replicò Jack, colpito. “Leggete nello stesso mirabile modo anche in me? Perché se così fosse temo che potrei esserne turbato...”.
    Un lieve rossore salì alle gote di Angela. Forse per il tono che il conte aveva usato, forse per il blu dei suoi occhi, che si era fatto più scuro mentre la guardava.
    “Avete paura che qualcuno vi possa capire, vostra grazia?”.
    “Prima che diventassi conte, eravate giunta a chiamarmi Jack, di tanto in tanto?”.
    “Ed era sbagliato”.
    “Per chi? Non per me, certamente. E neppure per voi”.
    “E gli altri?”.
    Con la schiena rilassata contro la propria poltrona, lui la contemplava. “Se voi pronunciate il mio nome, chiunque altro non conta”.
    Angela serrò il tovagliolo tra le dita affusolate. “Siete un soave seduttore, conte. E state anche soffrendo molto...”. Lo aggiunse con prudenza, ma non abbassò lo sguardo. “Sarà estremamente difficile per voi affidare l'intera questione a Booth e dover restare ad attendere, inerme...”.
    “Mi state chiedendo se amo ancora Clarissa?”, mormorò Jack.
    “Sarebbe una domanda troppo personale e non intendo offendervi”.
    “No, voi non potreste mai offendermi, e comunque...”. Il conte distolse gli occhi da lei, per versarsi un poco di vino nel bicchiere. “Il cuore guarisce, sapete. Ci sono momenti in cui sembra impossibile, eppure le ferite ci rimarginano. Riemerge solo un lieve dolore al mutare delle stagioni, però nulla che non si possa sopportare”. Bevve un sorso. “Aiuterò Clarissa perché Terence era mio amico e lei ora aspetta un figlio suo”.
    “Forse il vostro cuore reca cicatrici, ma è un cuore buono”, replicò Angela dolcemente.
    I loro occhi si incatenarono nel silenzio.

    Lei lo aveva preceduto nello studio. Booth richiuse la porta, con un grosso sospiro. “Io...”, cominciò a dire.
    “Non voglio sposarmi”, lo zittì Temperance, girandosi, con le braccia incrociate.
    Lui sobbalzò. E si scoprì irritato: c'era proprio bisogno di specificarlo?
    “Potevate risparmiarvi questa ovvietà”, ribatté piccato. “E ad essere onesto neppure io”.
    Temperance lo fissò sorpresa. “Mentite. Voi volete sposarvi, eccome”.
    “Bene, però non con voi”.
    “Mi lusingate”.
    “Dal momento che voi non volete sposarvi, perché dovrebbe contrariarvi che io voglia farlo, ma non con voi?”.
    “Infatti non sono contrariata. Ho detto che mi lusingate”.
    “Intendevate il contrario”.
    “Io non intendo mai il contrario di quello che dico”.
    “Ne siete sicura? Sono abbastanza certo che sia proprio quel che avete fatto in almeno un paio di distinte occasioni ben radicate nei miei ricordi”.
    “E allora ricordate male”.
    “Ho un'ottima memoria, direttrice. Ed in ogni caso perché stiamo discutendo di un nostro improbabile matrimonio?”.
    “Dite pure impossibile”.
    “Appunto. In Irlanda non dovremo essere veramente sposati. Dovremo solo fingere”.
    Si scambiarono un'occhiata torva, riprendendo fiato dopo quella schermaglia ininterrotta.
    “Ho un talento innato per la recitazione”, affermò a mezza voce Temperance.
    “Sono curioso di ammirarvi all'opera”, ribatté Booth, serio.
    “Dunque accettate?”.
    “Accetto”.
    “Bene”.
    “Bene”.
    “D'accordo”.
    “D'accordo”.
    Tornarono in sala da pranzo ad un passo di marcia persino più energico.

    “Mi dispiace”.
    Booth si volse a guardare il conte. Ora erano soli, le donne era rientrate al Victorian.
    “Per cosa?”.
    “Ho l'impressione di avervi tratto in inganno”, sussurrò Jack, rammaricato. “Per qualche ora avete creduto di avere davvero un poco di tempo in libertà ed immagino che abbiate subito pensato a vostro figlio, all'opportunità di stare con lui...”.
    “Sì, è così...”.
    “Quindi ho ragione di essere dispiaciuto. E voi siete veramente generoso ad aiutarmi. Non sareste obbligato”.
    “Non crucciatevi, vi prego”. L'ispettore sorseggiò piano il proprio brandy, l'aria tranquilla. “Ho veduto Parker la scorsa domenica e avremo altre giornate in futuro da trascorrere insieme. La vedova del vostro amico invece è abbandonata a se stessa, con un figlio in grembo, e forse alla mercé di un assassino. Non dormirei sereno, se ignorassi la vostra richiesta”.
    Jack ridacchiò. “La signorina Angela non si sbagliava. Siete un cavaliere con l'armatura scintillante”.
    Anche Booth rise. “Ha detto questo? Ah, cielo... La mia armatura non è poi così scintillante, credetemi. Anzi, giurerei che sia ammaccata in parecchi punti e con un principio di ruggine”.
    “Ma è ancora in grado di parare i colpi, amico mio”.
    “Dipende da chi li sferra”, bisbigliò pensieroso l'ispettore, la mente occupata dalle onde del mare in tempesta in fondo agli occhi di Temperance Brennan. Dio... Un brivido di aspettativa gli correva lungo le membra al pensiero dell'avventura che li attendeva in Irlanda.
    Da che l'indagine sui casi del Carnefice era stata risolta, l'aveva invitata fuori a cena un paio di volte ed era stato estremamente piacevole, affascinante. Era come ballare una danza misteriosa e lui non aveva ancora stabilito chi dei due la conducesse. Sapeva soltanto che amava dialogare con lei, discutere, ridere... Anche solo guardarla, quando non era conscia di essere osservata e il suo viso diveniva una mappa su cui delineare le tracce delle emozioni e dei pensieri. E adesso avrebbero dovuto fingersi marito e moglie... Santo cielo, in quale guaio mai si stava andando a cacciare?
    “Seeley?”.
    Booth trasalì e si accorse che il conte gli sorrideva divertito.
    “Perdonatemi, ero altrove con la testa...”, si scusò.
    “Oh, so dov'eravate...”, sogghignò Jack. “Ma non avete di che vergognarvi. Vi capisco”.
    Sollevarono entrambi il proprio bicchiere e brindarono.

    Come capitava spesso, Angela raggiunse la stanza della direttrice, avvolta nella vestaglia. La trovò seduta alla scrivania, in camicia da notte, china sulla macchina per scrivere.
    “Sarà bene che mi porti avanti con le bozze dei nuovi capitoli. In Irlanda non avrò modo di lavorare al nuovo libro”.
    “Buon Dio, come riesci a concentrarti sulla scrittura?”, si meravigliò Angela, sedendo sul letto. “Non sei eccitata? Fra tre giorni partirai con l'ispettore e... hai sentito cosa ha detto il conte? Vi procurerà un guardaroba completo degno di una coppia nobile... E, oh, insomma, indagherete su un mistero, da soli, insieme, lontano da qui!!!”.
    “Non saremo completamente soli”, puntualizzò Temperance, sempre piegata sui fogli. “In quanto conte e contessa, dovremo essere accompagnati almeno da un valletto e da una cameriera personale, altrimenti non risulteremmo credibili”.
    “Lo so, lo so, e mi sto ancora mangiando le mani per il fatto che il conte non abbia voluto che io ricoprissi il ruolo della tua cameriera”, brontolò Angela. “Sarei stata un'ottima complice”.
    “Io ne dubito”, replicò la direttrice. “Una cameriera personale deve essere discreta e silenziosa”.
    “E io non lo sono?”. Angela agitò una mano. “No, non rispondere... Probabilmente sì, sarà più conveniente che vi accompagnino un vero valletto e una vera cameriera”.
    “Ce li fornirà il conte stesso. Quindi, come vedi, non saremo affatto soli. Puoi frenare la tua fantasia”.
    Angela aveva l'espressione di qualcuno la cui fantasia invece era stata spronata al galoppo e al momento fendeva selvaggia una prateria intera di favolose possibilità.
    “Mia cara... I domestici vi aiuteranno a svestirvi. Non rimarranno mica a dormire con voi...”.
    Temperance alzò gli occhi. “Perché supponi che dormiremo nella stessa stanza?”.
    “Perché... vi farete passare per una coppia sposata?”.
    “I nobili in genere dormono in camere separate. Persino i semplici benestanti: ricordi Edward Milner e la moglie?”.
    “Ricordo, ricordo... Ma tu stai parlando di coppie che vivono nelle loro case. Voi due sarete ospiti nella dimora dei Bancroft e non puoi dare per scontato che vi siano assegnate due stanze distinte”.
    “Questo è vero”, convenne Temperance.
    “Eh, sì”. Angela si sporse, sbattendo le ciglia maliziosa. “E non hai un parere in proposito?”.
    “No. Non per ora. Piuttosto...”. Temperance si voltò. “... avrò bisogno di un nome fittizio. Dopotutto Booth impersonerà il conte, per cui anch'io dovrò interpretare qualcuno, tanto più che in Irlanda potrebbero avere letto la mia prima novella”.
    “E' stata pubblicata anche laggiù?”.
    “A puntate su alcuni giornali, se non erro”.
    “Uhm... sì, è meglio che ti inventi un altro nome”.
    “Stavo considerando che potrei usare quello della protagonista di quel mio racconto che poi le Wexler Editions non pubblicarono”.
    Angela si illuminò. “Ah... Roxanne?”.
    “Esatto”.
    “La contessa Roxanne... E' convincente”.
    “Ottimo. Allora è deciso”, concluse Temperance soddisfatta. Lanciando uno sguardo distratto alla macchina per scrivere, dovette ammettere con se stessa che Angela aveva ragione: pretendere di dedicarsi alla scrittura, quella notte, sarebbe stato impossibile. “Sarà indubbiamente un'esperienza formativa”, sussurrò quasi tra sé.
    Ma l'udito di Angela era fino. “Formativa?”.
    “Mi riferisco al dovermi calare nei panni di una moglie”, rispose Temperance meditabonda. “Ritengo molto stimolante la prospettiva di recitare atteggiamenti e attitudini di una personalità differente dalla mia”.
    “Oh, sarà di certo stimolante, mia cara”, commentò Angela. “Soprattutto per l'ispettore Booth”.

    (CONTINUA GIOVEDI'!!) :ibones:

    Edited by Dreamhunter - 27/9/2011, 23:41
     
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  15. vale2875
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    Incominciamo bene .. È incredibile come lei riesca ad essere così dolcemente pungente a volte e come lui non riesca a reagire anzi questo lo eccita
     
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151 replies since 22/9/2011, 20:28   6235 views
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