L'ASSASSINIO DI HANNAH BURLEY

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Dreamhunter
        Like  
     
    .

    User deleted


    PerCaterforum



    VERSIONE COMPLETA PDF CON COPERTINA




    L'ASSASSINIO DI HANNAH BURLEY

    Autore: Dreamhunter
    Genere: au, mistery, romance, dramedy
    Timeline: la storia inizia a Londra, nel 1888
    Pairing: B&B e più o meno tutti quelli presenti nella serie
    Note: questo era l'au storico che intendevo scrivere prima che mi spuntasse l'idea per "Sette settimane per innamorarsi" e , dato che quest'ultima sta per volgere al termine, ho pensato di iniziare questa nuova ff, la cui idea di base mi piaceva comunque molto. Segnalo che il plot è in parte ispirato a una serie di gialli storici di Anne Perry, da me letti una quindicina di anni fa.
    Disclaimer: ovviamente i personaggi sono di Hanson e company e non li uso a scopo di lucro.
    Buona lettura!!!


    Dedicato alle ragazze della tag del mio sito e a Teresa, per quella storia che ho tardato così tanto a leggere (e che sto leggendo in questi giorni!)


    <p align="center">1.


    Quando l'ispettore Booth entrò nell'ufficio del Sovrintendente Cullen, dopo aver bussato, lo trovò a camminare avanti e indietro per la stanza, con la faccia scura e le mani nervose dietro la schiena.
    “Volevate vedermi, signore?”.
    Cullen si fermò con un grugnito e aggirò la scrivania, indicandogli di sedersi. Seeley Booth ubbidì incuriosito. Era strano che il sovrintendente fosse di così cattivo umore di primo mattino.
    “Ho un caso per voi, ispettore. Un caso che dovrete risolvere il più in fretta possibile. E' un ordine”.
    “Farò del mio meglio, signore”.
    Passandosi una mano sulla testa calva, Cullen si sedette sulla propria poltrona e sbuffò. “Dovrete fare più del vostro meglio. Abbiamo già questo guaio di Whitechapel e non ce ne serve un altro, per la miseria”.
    Deglutendo, Booth si ritrovò ad infilarsi un dito nel colletto della camicia, per allentare la stretta della cravatta. Gli omicidi di Whitechapel erano tra i più orribili mai avvenuti a Londra e avevano fatto sì che quello che stavano vivendo fosse definito l'Autunno di Sangue. Già quattro prostitute erano state massacrate senza che si riuscisse a risalire al colpevole e l'opinione pubblica puntava il dito sull'inefficienza delle forze di polizia.
    Il sovrintendente gli stava forse dicendo che avrebbe dovuto indagare su qualcosa di simile?
    “Abbiamo un altro Squartatore, signore?”.
    Gli occhi di Cullen si allargarono come palle da biliardo e per un attimo Booth temette che gli rotolassero fuori dalle orbite, cadendo con due tonfi sulla scrivania.
    “Per carità, non lo definite a quel modo!”, lo rimbeccò l'uomo. “E comunque no... Costui pare più uno... strangolatore”. La parola gli uscì a fatica, accompagnata da una smorfia.
    “C'è stata quindi una morte per strangolamento?”.
    Cullen s'incupì. “Tre morti, in realtà...”.
    “Tre?”, esclamò Booth. “Tre vittime contemporaneamente?”.
    “No, ispettore. Negli ultimi cinque mesi”. Il sovrintendente agitò una mano per impedire a Booth di manifestare la sua perplessità. “Mi rincresce dover ammettere che la faccenda è stata... ehm... sottovalutata, all'inizio. La prima vittima fu una giovane domestica di dubbia moralità. Strangolata con un filo di ferro. La famiglia presso cui lavorava l'aveva appena licenziata proprio per le sua indole promiscua e... sì, insomma, si scoprì che il suo amante era sparito dalla città subito dopo la sua morte e...”.
    Booth annuì. “Si è dato per scontato che l'avesse uccisa lui e poi fosse fuggito”.
    “Esatto... Successivamente, a circa due mesi di distanza, nella stessa zona, Cater Street, e con la medesima tecnica, fu assassinata un'anziana mendicante. Ma in verità nessuno collegò i due delitti... Non vi era alcun tipo di connessione tra le due vittime e alla vecchia erano state tolte le scarpe e altre povere cose che indossava, come se qualche altro vagabondo l'avesse aggredita per derubarla”.
    “Capisco... Ma ora c'è stato un terzo omicidio...”.
    “Sì, ispettore. Ieri sera. Il cadavere è stato rinvenuto all'alba”.
    “In Cater Street”, indovinò Booth. “Una donna strangolata con un filo di ferro”.
    “Ed è una donna dell'alta società, questa volta. La signorina Hannah Burley. Nientemeno che una cugina di lord Hodgins... Sapete chi è, mi auguro”.
    Oh, sì, certo. Booth lo sapeva. Il visconte Jack Hodgins era uno dei più facoltosi giovani scapoli d'oro di Londra, ambito da tutte le fanciulle del bel mondo in età da marito e tenuto in gran conto dai loro padri. Dopo la morte di entrambi i genitori, amministrava pressoché da solo il proprio patrimonio e i numerosi possedimenti, circondandosi di amici e protetti. Ed aveva fama di eccentrico e filantropo, sempre impegnato in questa o quella giusta causa.
    Né disdegnava di mescolarsi alla gente comune. Una volta Booth lo aveva incontrato nella casa da gioco che era solito frequentare, una di quelle in cui di norma i ricchi non mettevano piede. Lo aveva battuto a biliardo e poi si erano bevuti due pinte di birra scura irlandese insieme. Chissà se si ricordava di lui...
    Ne dubitava.
    “So chi è, signore”, rispose, riportando l'attenzione sul sovrintendente.
    “Comprenderete dunque che è necessario concentrarsi con il massimo impegno su questo caso. E accertarsi che non ci sia un secondo pazzo inafferrabile in giro per le nostre strade”.
    “Comprendo perfettamente, signore”.
    “Ottimo. Vi ho assegnato i due agenti che avevano condotto le precedenti indagini sulla cameriera e la mendicante. Sweets e Bray. Avete già lavorato con loro, no?”.
    “Sì, signore”, replicò Booth alzandosi. “Due ragazzi svegli. Mi saranno di sicuro utili”.
    “Allora mettetevi al lavoro, ispettore”, lo incitò Cullen, fissandolo. “Mi aspetto l'eccellenza da voi, nulla di meno”.
    “E l'avrete, signore. Se volete scusarmi, ora...”.
    Uscendo dall'ufficio, Booth non poté fare a meno di lanciare un'occhiata alla porta di quello dell'ispettore Abberline, intrappolato nelle spire velenose del caso di Whitechapel.
    Sperò che i delitti di Cater Street non lo conducessero ad un identico vicolo cieco.

    La prima tappa di quella che si prospettava una lunga giornata fu l'obitorio.
    E varcando la soglia di una delle sale della camera mortuaria, Booth si maledisse per essere rimasto al tavolo da gioco sino alle ore piccole. Non aveva praticamente dormito, dannazione, e necessitava di tutta la lucidità possibile... Sospirò e raddrizzò le spalle. Forza e coraggio. Si cominciava.
    Dietro di lui avanzarono anche Lance Sweets e Wendell Bray, i suoi giovani aiutanti. Davvero bravi ragazzi, come aveva rimarcato a Cullen. Sweets, alto e allampanato, con ricci capelli scuri e un volto da adolescente, era dotato di una notevole intelligenza deduttiva e della capacità di cogliere la natura di chi gli stava di fronte. Bray, invece, biondo e piuttosto prestante, aveva la tipica anima del poliziotto, tutto lealtà, dedizione e ideali. Trasalirono entrambi davanti alla sagoma coperta da un lenzuolo disposta su un tavolo. Dato che il cadavere apparteneva a una persona facoltosa si era meritato un angolo tranquillo, lontano dallo stanzone in cui giacevano gli altri morti, su tavolacci ben più squallidi e meno puliti.
    Il dottor Fisher li attendeva composto, con la sua lunga faccia cavallina dall'espressione perennemente greve e la vivacità di una statua velata su una tomba.
    “La Morte se l'è presa”, sentenziò serio. “Con mano veloce ma brutale”.
    E con tempismo teatrale sollevò il lenzuolo. Sweets deglutì rumorosamente un grumo di saliva. Wendell serrò la mascella. E Booth si avvicinò, studiando la giovane donna morta.
    Hannah Burley. Bionda e snella. Sui venticinque anni, forse. In vita doveva essere stata bella. Adesso era bianca come gesso, con il viso distorto dal terrore che le aveva congelato i lineamenti al momento del decesso. Il filo di ferro, oltre a strangolarla, aveva finito col reciderle la carne, sino quasi a decapitarla.
    “Quanta ferocia”, commentò alla vista di quello scempio. “Ci sono altre ferite sul corpo?”.
    “Devo ancora iniziare ad esaminarla”, ribatté Fisher. “Ma sembrerebbe di no”.
    “La cameriera e la mendicante erano state uccise con altrettanta violenza?”, chiese Booth e il dottore si grattò la corta barba scura.
    “La Morte mi scorre sotto gli occhi giorno dopo giorno come in un fiume tenebroso, ispettore. Impossibile ricordare tutti i disgraziati che passano da questo antro buio”.
    Alzando gli occhi al soffitto, Booth si volse verso Sweets e Bray. “Ma voi due di certo ve ne ricordate”.
    “Sì, signore”, annuì prontamente Wendell. “La cameriera era stata strangolata con forza ma anche con una sorta di goffaggine. Il filo di ferro aveva appena scalfito la pelle”.
    “Nella mendicante i danni erano maggiori, ma non come quelli sul collo della povera signorina Burley...”, aggiunse Sweets.
    “Se si tratta dello stesso assassino, e temo che sia così, sembra proprio che la sua rabbia e la sua determinazione stiano aumentando”, valutò Booth.
    “Credete davvero che l'assassino sia uno solo, ispettore?”, domandò Wendell.
    Booth lo guardò, pensieroso. “Non ho seguito i casi precedenti, ma vi risulta che i dettagli siano stati pubblicati dai giornali?”.
    “No, ispettore”, rispose Sweets. “Non erano abbastanza importanti. Rammento con sicurezza che il filo di ferro non fu mai menzionato”.
    “Appunto... I tre delitti si assomigliano troppo. E nel nostro mestiere, signori, non esistono le coincidenze. Soltanto i fatti”. Booth distolse lo sguardo dal cadavere di Hannah Burley. “Se trovate qualcosa di importante, dottor Fisher, fatemelo sapere immediatamente. Noi andremo a casa di Lord Hodgins e poi sul luogo del ritrovamento”.
    Eh, sì... Sarebbe stata sul serio una lunga, complicata giornata.

    Dopo aver bussato con il batacchio di ottone al massiccio portone della residenza di città di lord Hodgins, Booth si girò per guardarsi intorno ed osservare l'elegante via signorile in cui sorgeva. Piuttosto distante da Cater Street. Perché una ragazza di famiglia nobiliare come Hannah Burley si era trovata tanto lontana da casa, sola e a sera già inoltrata?
    Il portone venne aperto da un giovane maggiordomo dal volto espressivo e l'evidente origine indiana. Il suo contegno appariva impeccabile ma gli occhi profondi tradivano disagio e dispiacere. “Desiderate?”.
    “Sono l'ispettore Booth della Polizia Metropolitana”, si presentò lui. “E questi sono i miei aiutanti. Noi..”.
    “Sì”. Il maggiordomo si fece da parte. “Prego, il visconte vi stava aspettando”.
    Non appena furono entrati nel sontuoso ingresso, arredato all'ultima moda, l'indiano disse loro di attendere un istante e si diresse verso una porta laterale, socchiusa, da cui filtrava la luce del sole fioco di quella mattina di ottobre. Quasi immediatamente ne uscì seguito da un altro giovane, bruno, dall'aspetto bonario, un poco rigido nell'abito di buon taglio.
    “Ispettore Booth...”, esordì questi, con un cenno. “Sono Zackary Addy, il segretario personale di lord Hodgins. Se volete seguirmi nello studio...”.
    “Signor Addy...”, intervenne Booth, mentre il maggiordomo prendeva i loro cappotti. “Poiché abbiamo bisogno di raccogliere più informazioni possibili, vorrei chiedervi di consentire ai miei aiutanti di interrogare la servitù, mentre io parlo con il visconte, in modo da stabilire con cura tutto ciò che è accaduto ieri intorno alla persona della signorina Burley”.
    “Ovviamente, ispettore”, annuì Zackary Addy. “Signor Vaziri”, aggiunse rivolto al maggiordomo, “accompagnate gli aiutanti dell'ispettore dalla servitù e mettetevi voi stesso a loro completa disposizione. Io vi raggiungerò subito. Ispettore...”.
    Addy lo guidò nello studio, una stanza accogliente, arredata nei toni dell'oro e del blu scuro. Lord Hodgins sedeva su una poltrona accanto al grande camino acceso, il viso appoggiato ad una mano, gli occhi chiusi. Li spalancò di scatto, udendo i suoi passi: erano azzurri e rotondi, con lunghe ciglia quasi femminili. Brillavano di dolore e costernazione. L'uomo accennò ad alzarsi : di circa trent'anni e di media statura, aveva i cappelli ricci e biondi, una barba ben curata e un volto gradevole, da cherubino. Curiosamente, i suoi abiti risultavano stazzonati e in disordine. Booth capì che doveva indossarli sin dalla sera precedente, quando si erano smarrite le tracce di sua cugina. Anche Jack Hodgins, come lui, non aveva dormito. Sebbene per un motivo ben diverso...
    “Restate pure comodo, visconte”, gli disse. “Sono desolato per la vostra perdita”.
    “Vi ringrazio, Ispettore... Booth, giusto? Sedetevi anche voi, vi prego...”. Hodgins lo fissava. “Noi due ci conosciamo? Ho l'impressione che mi siate familiare...”.
    “Vi ho.... battuto a biliardo, una volta. E poi vi ho offerto della birra irlandese”.
    Con suo sommo stupore, il visconte si lasciò sfuggire un sorriso spontaneo. “Oh, sì... Sì!!! E' vero! Ora rammento. Avevo però dimenticato che voi foste un ispettore. Fu una serata divertente...”.
    “Avrei onestamente preferito rincontravi in un luogo disdicevole come quella sala da gioco, piuttosto che in un'occasione formale e tragica come questa...”.
    “Bontà divina, sì. L'avrei preferito anch'io...”.
    “Lord Hodgins, ho bisogno della vostra collaborazione”, mormorò Booth sporgendosi in avanti, i gomiti sulle ginocchia. “Ditemi tutto quel che ricordate della giornata di ieri. Come mai vostra cugina era uscita? Esisteva un motivo per cui si trovasse in Cater Street?”.
    Jack assentì con un sospiro. “Era andata al Victorian Institute, nel primo pomeriggio”.
    “Il Victorian Institute?”.
    “E' un istituto per fanciulli abbandonati che sovvenziono. E' in Cater Street. Da che si era trasferita a Londra, Hannah vi trascorreva gran parte del suo tempo. L'istituto si occupa anche dell'erudizione dei ragazzi meno abbienti e mia cugina stava portando avanti il progetto delle Donne Spaiate”.
    Booth sbatté le palpebre, perplesso. “Che significa?”.
    “Oh, beh, da un paio di stagioni, alcune signore cosiddette libere dall'alta società hanno dato vita a questa idea delle Donne Spaiate, ovvero le donne senza marito, che non devono rispondere all'autorità di un uomo. Queste signore ritengono che tali donne dovrebbero studiare e apprendere una professione per essere in grado di badare a se stesse”.
    “E' un punto di vista singolare”, commentò Booth. Soprattutto considerando che la maggioranza degli uomini erano del parere che le loro mogli non dovessero neppure leggere un quotidiano, per evitare che il loro sangue si eccitasse troppo....
    “E scandaloso, per molti. Ma io lo approvo. Saprete di certo quanto amo andare controcorrente. E Hannah non era diversa da me. Mi aveva raggiunto a Londra per evitare tutti i pretendenti che le proponevano i suoi genitori, in campagna. Voleva scrivere, viaggiare, essere indipendente, come le donne a cui sperava di insegnare l'autonomia, ed era in ottimi rapporti con le insegnanti e la direttrice del Victorian...”. Jack scosse il capo. “Era felice, povera Hannah...”.
    “Torniamo a ieri, visconte. Mi avete detto che la signorina Burley si era recata all'istituto nel primo pomeriggio... Fino a quando era previsto che vi rimanesse?”.
    “Sino a dopo cena. Capitava spesso. La facevo accompagnare con la mia carrozza e di solito era il dottor Lidner, il medico dell'istituto, a riportarla a casa, con il suo calesse. Non le permettevo certo di spostarsi da sola a quell'ora... Ieri sera, io avevo cenato al mio club e credevo che tutto si fosse svolto come sempre, ma al mio rientro ho trovato la casa in subbuglio. Il dottor Lidner aveva mandato uno dei garzoni dell'istituto con un messaggio, riferendo che Hannah si era allontanata nel tardo pomeriggio per visitare la casa del reverendo Burton, poco distante, ma non era più tornata. La moglie del reverendo affermava che era effettivamente stata da loro e che poi si era congedata al crepuscolo”.
    “Da quel momento, dunque, è svanita nel nulla”.
    “Esatto. E' stata cercata per ore. Io stesso ho battuto Cater Street in lungo e in largo, ma...”.
    “C'era una fitta nebbia, ieri sera...”, sospirò Booth.
    “E il suo corpo giaceva lontano dai lampioni, nell'anfratto di un muro di cinta. Chissà quante volte vi siamo passati a fianco senza scorgerlo... Solo le prime luci dell'alba ce l'hanno svelato”. Il viso di Jack divenne cereo. “Era bagnata, fredda... e il suo collo...”.
    Booth abbassò gli occhi sul tappeto, toccato dall'angoscia del visconte. “Farò tutto ciò che è in mio potere per scoprire il colpevole di questa infamia e assicurarlo alla giustizia”, proclamò accorato. Quindi si leccò le labbra. C'erano domande che andavano poste...
    “Naturalmente, voi sarete in grado di fornire testimoni che vi abbiano visto al club...”.
    Jack si irrigidì e Booth gli rivolse un vago sorriso di scusa. “Mi rincresce ma debbo appurarlo, visconte. Dovrò stabilirlo per tutti coloro che abbiano avuto contatti con la signorina Burley”.
    “Lo so. E' vostro dovere... Comunque sì. Posso fornire testimoni in abbondanza”.
    “Bene”. Booth annuì, comprensivo. “Invierò uno dei miei aiutanti al vostro club, ma sarà una pura formalità. Per quel mi riguarda, abbiamo terminato”. Si alzò. “Non vi disturberò oltre... Ora mi recherò all'istituto”.
    Il visconte si alzò a sua volta. “Vi lavorano delle ottime persone. Avrete da loro ogni aiuto possibile”. In maniera ben poco consona per un nobile del suo livello porse la mano, stringendo quella dell'ispettore con intensità e rispetto. “Prendete il mostro che ha spento l'esistenza di Hannah, ve ne prego. Non meritava una fine come quella”.
    Dentro di sé, Booth pensò che probabilmente non l'avevano meritata neppure una povera cameriera e un'anonima mendicante. Doveva fare giustizia anche per quelle due donne a cui nessuno aveva prestato la dovuta attenzione, solo perché non avevano nelle vene il sangue di un visconte.
    Tuttavia non manifestò quelle riflessioni a lord Hodgins. Egli non aveva colpa per i propri privilegi. Fra i tanti ricchi che aveva incontrato a causa del suo lavoro, quell'uomo era il più interessante e inconsueto. Provava simpatia per lui.
    Si congedò con la mente già proiettata verso la meta successiva: il Victorian Institute.

    Wendell fu inviato al club del visconte e sulla strada per l'istituto, Sweets ragguagliò Booth sui loro interrogatori alla servitù. Una cuoca, tre cameriere, un valletto, il maggiordomo indiano e naturalmente il signor Addy. Le testimonianze coincidevano tutte con quella di lord Hodgins. Niente di sospetto o confuso da rilevare. Il mistero di Hannah Burley nasceva da Cater Street, dove era stata uccisa, non dalla casa in cui era vissuta.
    Aggiustandosi la cravatta, con i pensieri che vorticavano frenetici, collegando e scollegando le ancora scarse informazioni a sua disposizione, Booth salì insieme all'aiutante i pochi gradini che conducevano al portone del Victorian Institute, un vetusto palazzo recentemente ristrutturato. Li accolse una ragazza con un abitino semplice e un lindo grembiule annodato alla vita sottile. Quando le spiegarono chi fossero, sgranò gli occhi scuri.
    “Vado subito a chiamare la direttrice e il dottor Lidner, signori!”, esclamò, sgattaiolando via come uno scoiattolo. L'agente Sweets continuò a guardarla sino a che non fu scomparsa dietro l'angolo di un corridoio.
    Booth invece si mise ad osservare l'ambiente: il grande ingresso era caratterizzato da un'ampia scalinata ed illuminato da un rosone di vetro colorato in cima al pianerottolo. Al di sotto dell'arco della scala si intravedeva una doppia porta socchiusa. Da essa giungeva chiara la voce di una donna. Booth non distingueva le parole, ma intuì che vi fosse in corso una lezione scolastica.
    “Rimanete qui”, ingiunse a Sweets e si avvicinò alla doppia porta, spinto dalla curiosità. Sbirciando all'interno della camera, scoprì che non si era sbagliato: una quindicina di bambini sedeva ordinatamente in banchi disposti su due fila e sul fondo dell'aula, a fianco di una cattedra, campeggiavano una lavagna e un grande disegno, appeso a un'asta di legno, riproducente uno scheletro umano.
    Fu però l'insegnante, armata di bacchetta con cui indicare le varie ossa, ad attrarre come un magnete gli occhi di Booth.
    Era la donna più bella che avesse mai visto in vita sua.

    (CONTINUA!!!) :ibones:

    Edited by Dreamhunter - 19/7/2011, 01:41
     
    .
  2. dany1971
        Like  
     
    .

    User deleted


    Io non ho ricevuto l'uovo per Pasqua, data la veneranda età, e quindi apprezzo molto il tuo dono! Appena letto il titolo non ti nascondo che un pensiero non molto carino si è affacciato alla mia mente ma poi mi sono detto che potevo anche pensare male tanto è solo una storia....
    Lo so, sono pessima ma questa non la sopporto proprio.
    Comunque divagazioni a parte, amo le storie AU e sicuramente anche questa non sarà meno affascinante delle altre che scrivi e che hai scritto, come inizio niente male. Sono curiosa, ma chi sarà mai la nostra maestrina così bella da aver lasciato senza fiato l'ispettore Booth??? Lo scopriremo solo leggendo il seguito che tu ti stai già apprestando a scrivere non è vero? Presto, presto, presto
     
    .
  3. omelette73
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Dreamhunter @ 25/4/2011, 20:47) 
    Dedicato alle ragazze della tag del mio sito e a Teresa, per quella storia che ho tardato così tanto a leggere (e che sto leggendo in questi giorni!)

    Ehm...grazie...ma... a quale ti riferisci esattamente? Non è che ne abbia scritte così poche ormai! :lol:

    CITAZIONE
    “Ed è una donna dell'alta società, questa volta. La signorina Hannah Burley. Nientemeno che una cugina di lord Hodgins... Sapete chi è, mi auguro”.

    Mi immaginavi piangente a questo punto immagino... *inserire ironia*

    CITAZIONE
    Fu però l'insegnante, armata di bacchetta con cui indicare le varie ossa, ad attrarre come un magnete gli occhi di Booth.
    Era la donna più bella che avesse mai visto in vita sua.

    Una bella rivisitazione del 100° episodio e Brennan maestra mi ricorda tanto la Brennan di SWW di Mary...ehhh...bordi anatomici...dolci ricordi... ma divago.
    Anche se Booth questa volta non scopre l'assassino, giuro che non mi arrabbio.
    E già al primo capitolo hai tirato fuori dal cilindro tutti gli squint.
    E brava Franca. :)

    Edited by omelette73 - 25/4/2011, 21:36
     
    .
  4. Ariel75
        Like  
     
    .

    User deleted


    Posso dire che appena ho letto il titolo il mio primo cattivissimo pensiero è stato:
    "almeno in qualche universo alternativo qualcuno la fa secca..." <_<

    Una nuova ff di Franca e ambientata nell'800... cosa si può volere di più??? Mi piace la rivistazione della prima volta che Booth vede Bren nell'ep. 100 e mi piace tantissimo che in un capitolo solo tu sia già riuscita ad inserire così tanti personaggi... Jack, Wendell, Sweets, Fisher, Arastoo, Cullen (quanto tempo!!!) e Zach... che nostalgia!!!
    Un inizio davvero interessante, non vedo l'ora di leggere il seguito!!
     
    .
  5. cristiana67
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi piace l'ambientazione,i personaggi di questa tua nuova FF,li hai inseriti benissimo,povera HB che triste fine..,gradito il riferimento al 100.episodio..,curiosa di leggere il proseguo..,brava!
     
    .
  6. -Saretta-
        Like  
     
    .

    User deleted


    Devo dire che il titolo mi ha preso subito! :lol:
    Comunque questo primo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! Complimenti!
     
    .
  7. Dreamhunter
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (dany1971 @ 25/4/2011, 20:55)
    Io non ho ricevuto l'uovo per Pasqua, data la veneranda età, e quindi apprezzo molto il tuo dono! Appena letto il titolo non ti nascondo che un pensiero non molto carino si è affacciato alla mia mente ma poi mi sono detto che potevo anche pensare male tanto è solo una storia....
    Lo so, sono pessima ma questa non la sopporto proprio.
    Comunque divagazioni a parte, amo le storie AU e sicuramente anche questa non sarà meno affascinante delle altre che scrivi e che hai scritto, come inizio niente male. Sono curiosa, ma chi sarà mai la nostra maestrina così bella da aver lasciato senza fiato l'ispettore Booth??? Lo scopriremo solo leggendo il seguito che tu ti stai già apprestando a scrivere non è vero? Presto, presto, presto

    Io, data anche la mia veneranda età, ho ricevuto una gallina (di Pasqua)... :lol:
    Contenta che questo inizio ti piaccia. Cercherò di essere il più celere possibile. Ultimamente sono diventata piuttosto brava con la velocità negli aggiornamenti. ;)

    CITAZIONE (omelette73 @ 25/4/2011, 21:33)
    Ehm...grazie...ma... a quale ti riferisci esattamente? Non è che ne abbia scritte così poche ormai! :lol:

    A "Temperance?" naturalmente. E' quella che mi hai sempre maggiormente raccomandato di leggere.
    Comunque poi procederò a leggere tutte quelle presenti sul forum. Con l'e-reader ora la lettura mi risulta molto più agevole.

    CITAZIONE
    Mi immaginavi piangente a questo punto immagino... *inserire ironia*

    L'ho fatta comparire già cadavere, l'ho quasi decapitata, è rimasta un'intera notte all'addiaccio stecchita e Booth non l'ha neanche mai conosciuta. Veramente ti immaginavo a ridere sguaiatamente. :lol:
    Più di così ai danni di Hannah Burley non potevo fare.
    A meno di non farla massacrare dallo Squartatore, ma quello è un caso di Abberline. Non volevo sconfinare. ;)

    CITAZIONE
    Una bella rivisitazione del 100° episodio e Brennan maestra mi ricorda tanto la Brennan di SWW di Mary...ehhh...bordi anatomici...dolci ricordi...

    Anche se lei in realtà qui non è precisamente una maestra. Ovviamente Booth lo crede, per via di quello che vede.

    CITAZIONE
    ma divago.
    Anche se Booth questa volta non scopre l'assassino, giuro che non mi arrabbio.

    Lo scopre, lo scopre. Anzi, lo scopriranno....

    CITAZIONE
    E già al primo capitolo hai tirato fuori dal cilindro tutti gli squint.

    Non tutti. Ne manca ancora qualcuno. ;)

    CITAZIONE
    E brava Franca. :)

    Grazie. Io ci provo. ^_^

    CITAZIONE (Ariel75 @ 25/4/2011, 21:34)
    Posso dire che appena ho letto il titolo il mio primo cattivissimo pensiero è stato:
    "almeno in qualche universo alternativo qualcuno la fa secca..." <_<
    Una nuova ff di Franca e ambientata nell'800... cosa si può volere di più??? Mi piace la rivistazione della prima volta che Booth vede Bren nell'ep. 100 e mi piace tantissimo che in un capitolo solo tu sia già riuscita ad inserire così tanti personaggi... Jack, Wendell, Sweets, Fisher, Arastoo, Cullen (quanto tempo!!!) e Zach... che nostalgia!!!
    Un inizio davvero interessante, non vedo l'ora di leggere il seguito!!

    E c'è anche Paul Lidner. ^_^
    Ma ne arriveranno vari altri.
    Grazie. Farò del mio meglio per rendere questo au interessante. ;)

    CITAZIONE (cristiana67 @ 25/4/2011, 22:13)
    Mi piace l'ambientazione,i personaggi di questa tua nuova FF,li hai inseriti benissimo,povera HB che triste fine..,gradito il riferimento al 100.episodio..,curiosa di leggere il proseguo..,brava!

    Il "povera HB che triste fine" era ironico? ;)
    Grazie. Posterò il secondo capitolo il prima possibile!!!

    CITAZIONE (-Saretta- @ 25/4/2011, 22:38)
    Devo dire che il titolo mi ha preso subito! :lol:
    Comunque questo primo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! Complimenti!

    Eh, eh. Inizialmente, mesi fa, avevo pensato di intitolare la storia "Cater Street". ma poi ho pensato che l'attuale titolo sarebbe stato più gradito...
    Grazie e al prossimo capitolo!
     
    .
  8. eli_tara
        Like  
     
    .

    User deleted


    Finalmente qualcuno si è svegliato e ha esaudito il mio desiderio.. -_- (è morta e ha pagato per tutte le nostre sofferenza e anche per quella di Booth..)

    CITAZIONE (Dreamhunter @ 25/4/2011, 20:47) 
    Hannah Burley. Bionda e snella. Sui venticinque anni, forse. Adesso era bianca come gesso, con il viso distorto dal terrore che le aveva congelato i lineamenti al momento del decesso.

    proprio come nella realtà.. :doh:

    a parte scherzi inizio davvero intrigante... mi piace!!
    :clap: :clap:
     
    .
  9. donata69
        Like  
     
    .

    User deleted


    come ti ho già detto, cara Franca, il titolo è tutto un programma e molto gradito direi ;) ; mi piace molto questo tipo di ambientazione e mi piace come hai già inserito tantissimi personaggi, anzi, praticamente tutti; sono molto molto curiosa di leggere il seguito: vai così!
     
    .
  10. -Julia-
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il titolo mi ha incuriosito davvero molto e mi sono subito fiondata a leggere,ma devo dirti che quasi mi è dispiaciuto per Hannah (non pensavo l'avrei mai detto!). Comunque la storia si prospetta molto interessante e poi mi piace proprio tanto il modo in cui scrivi: rendi tutto piano, chiaro e scorrevole. Nota di merito per Fisher, che mi ha fatto troppo ridere! :lol: Che altro dire, aspetto il seguito! ;)
     
    .
  11. Ciccia-B
        Like  
     
    .

    User deleted


    Franca già il titolo è tutto un programma almeno la banana non potrà fare male! Bellissimi anche i ruoli degli altri c'è anche Zach e devo dire che non mi spiace affatto!! Non vedo l'ora di continuare a leggere!^_^
     
    .
  12. omelette73
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Dreamhunter @ 25/4/2011, 23:29) 
    Veramente ti immaginavo a ridere sguaiatamente.

    Sono una signora... e una signora non ride mai sguaiatamente! :D
     
    .
  13. Romi10
        Like  
     
    .

    User deleted


    Esiste giustizia in questo mondo!
    Le prime 2 vittime, mi fanno molta pena, e anche Hannah se la decontestualizzo da quello che ci ha fatto passare, mi fa molta pena, ma poi torno al nostro millennio e penso: ma uno sconti di pena all'assassino?

    Storia interessante, che bello riconoscero subito tutti gli squint, ma quello che mi ha fatto più ridere è stato Fisher, è perfetto!
    La rivisitazione primo incontro è molto molto bella, non vedo l'ora di leggere il primo dialogo.

    Mi metto comoda in attesa degli altri
     
    .
  14. Dreamhunter
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (eli_tara @ 26/4/2011, 09:07)
    Finalmente qualcuno si è svegliato e ha esaudito il mio desiderio.. -_- (è morta e ha pagato per tutte le nostre sofferenza e anche per quella di Booth..)

    CITAZIONE (Dreamhunter @ 25/4/2011, 20:47) 
    Hannah Burley. Bionda e snella. Sui venticinque anni, forse. Adesso era bianca come gesso, con il viso distorto dal terrore che le aveva congelato i lineamenti al momento del decesso.

    proprio come nella realtà.. :doh:
    a parte scherzi inizio davvero intrigante... mi piace!!
    :clap: :clap:

    Grazie!!!

    CITAZIONE (donata69 @ 26/4/2011, 09:12)
    come ti ho già detto, cara Franca, il titolo è tutto un programma e molto gradito direi ;) ; mi piace molto questo tipo di ambientazione e mi piace come hai già inserito tantissimi personaggi, anzi, praticamente tutti; sono molto molto curiosa di leggere il seguito: vai così!

    Grazie!!! Anch'io adoro questo tipo di ambientazione. ;)

    CITAZIONE (-Julia- @ 26/4/2011, 10:37)
    Il titolo mi ha incuriosito davvero molto e mi sono subito fiondata a leggere,ma devo dirti che quasi mi è dispiaciuto per Hannah (non pensavo l'avrei mai detto!). Comunque la storia si prospetta molto interessante e poi mi piace proprio tanto il modo in cui scrivi: rendi tutto piano, chiaro e scorrevole. Nota di merito per Fisher, che mi ha fatto troppo ridere! :lol: Che altro dire, aspetto il seguito! ;)

    Grazie, carissima. ^_^

    CITAZIONE (Ciccia-B @ 26/4/2011, 11:31)
    Franca già il titolo è tutto un programma almeno la banana non potrà fare male! Bellissimi anche i ruoli degli altri c'è anche Zach e devo dire che non mi spiace affatto!! Non vedo l'ora di continuare a leggere!^_^

    Grazie anche a te!!

    CITAZIONE (omelette73 @ 26/4/2011, 11:55)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 25/4/2011, 23:29) 
    Veramente ti immaginavo a ridere sguaiatamente.

    Sono una signora... e una signora non ride mai sguaiatamente! :D

    Allora una risatina sottile ma molto intensa? ;)

    CITAZIONE (Romi10 @ 26/4/2011, 16:54)
    Esiste giustizia in questo mondo!
    Le prime 2 vittime, mi fanno molta pena, e anche Hannah se la decontestualizzo da quello che ci ha fatto passare, mi fa molta pena, ma poi torno al nostro millennio e penso: ma uno sconti di pena all'assassino?
    Storia interessante, che bello riconoscero subito tutti gli squint, ma quello che mi ha fatto più ridere è stato Fisher, è perfetto!
    La rivisitazione primo incontro è molto molto bella, non vedo l'ora di leggere il primo dialogo.
    Mi metto comoda in attesa degli altri

    Grazie, carissima!!!
    Per lo sconto di pena all'assassino, dipende da chi sarà... ;)
     
    .
  15. boothie
        Like  
     
    .

    User deleted


    Un altro tiro, un altro centro! Bravissima Franca. Scusa se non riesco a tenere dietro a tutto con i commenti, ma sappi che non mi perdo una tua sola ff!
     
    .
122 replies since 25/4/2011, 19:47   4568 views
  Share  
.