5x14 "Un caso diabolico"
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5x14 "Un caso diabolico"

25/09/2010 discussione versione italiana

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  1. CatWoman
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    Pur avendo votato non a caldo ma, diciamo, "a tiepido", non mi sono sentita di commentare questo episodio che per qualche motivo non ho metabolizzato bene, cercando prima di schiarirmi le idee.
    Siamo poche a non seguire gli episodi in lingua originale, ed è logica conseguenza che siano pochi i commenti in questo topic, perché quando arriviamo noi (per quanto spoilerate si possa essere - io mi considero ibrida, lo sono ma fino a un certo punto) l'argomento è già freddo.
    Inoltre, sono nella posizione strana di giudicare a posteriori, sapendo ciò che è venuto dopo.
    Questa volta ho ceduto alla tentazione di andarmi perfino a cercare i commenti sull'episodio appena trasmesso; non mi ha stupito che avesse suscitato una discussione tanto animata, ma che i pareri fossero così discordanti, beh, un pochino sì.

    L'atmosfera generale era davvero cupa, molto più inquietante del solito. Strano; pur sempre di cadaveri si tratta, di delitti efferati, esposti nei loro particolari più raccapriccianti, a volte commessi per ragioni assurde che fanno esclamare, come in Spoon River: "dico, se c'è qualcosa che distingue l'uomo dalle bestie, mi piacerebbe vederlo!"
    Qui c’era di più: il male che è fra noi, che è dentro di noi. Il male che va al di là della rappresentazione demoniaca con coda e corna, del corpo arso del disgraziato giovane schizofrenico deposto su un altare come in un blasfemo sacrificio… un male che è il lato oscuro di una persona perbene, che porta un fratello, un poveruomo forse portato al limite estremo del dolore, ad uccidere un fratello. Un male che accomuna il cattolico Booth al musulmano Arastoo (che per la prima volta, a mio parere, esce dalla macchietta diventando finalmente un personaggio di spessore), così come li accomuna la possibilità di redenzione (la preghiera con cui, ciascuno secondo il suo credo, domandano al loro Dio la grazia di vivere da uomini migliori).
    C’è il male dietro l’apparenza angelica della pittrice bionda, nel suo sguardo capace di sconvolgere la scienziata Brennan… un male di cui la ragazza non è conscia, di cui non ha colpa, ma che c’è, e genera paura in chi lo percepisce.

    Mi aspettavo di più dall’inizio dell’episodio… io amo molto, nel personaggio di Booth, il suo rapporto con la fede che ne ispira i valori, ma a volte (come nell’episodio “Cenerentola nel cartone”) ho l’impressione che abbia reazioni al limite del superstizioso, che un po’ mi urtano.
    Il finale poi, per quanto in chiave con la generale mestizia della puntata, la cui ambientazione non lasciava certo grandi spazi all’humour (per questo sono sufficienti le scene vivacizzate da Hodgins e l’osservazione sulla mira di Giove Pluvio!), poteva essere risolto meglio, in particolare evitando quella frase finale che richiama spontaneo tanto cinema mieloso… I conflitti morali di Booth ed il parallelo tracciato da Brennan che tesse un momento di grande comunione fra di loro meritavano di più.
     
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5 replies since 24/9/2010, 22:22   496 views
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