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B&B, NC17, no spoiler

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  1. ~ dany.grey
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    AUTORE: ~ dany.grey
    STORYLINE: non c'è un preciso momento della serie.. sicuramente si può collocare dopo la terza stagione
    SPOILERS: nessuno, se me ne sfuggirà qualcuno lo segnalerò nel capitolo
    PAIRING: B&B
    RATING: NC17 per il sesso (lo specificherò nel capitolo)
    DISCLAIMER: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX
    *NOTE: ecco l'inizio della mia prima ff a capitoli su Bones. Dato che sabato parto e sto via per due settimane non so quando riuscirò a postare il seguito. Spero che come inizio vi piaccia.. buona lettura!

    Washington ore 5:45.
    Temperance si svegliò di soprassalto quando qualcuno suonò al campanello. Svogliatamente si alzò dal letto, indossò la sua vestaglia blu e si diresse verso il corridoio. Arrivata davanti alla porta, guardò dallo spioncino ma non vide nessuno. Aprì la porta e sullo zerbino notò una scatolina blu. Un po’ perplessa la prese tra le mani e la aprì. Quello che vide la lasciò ancora più confusa. All’interno della scatola c’era una catenina d’argento con un ciondolo raffigurante la lettera T, l’iniziale del suo nome. Rimase qualche minuto sul ciglio della porta, guardandosi intorno, senza vedere nessuno. La persona che l’aveva lasciata era fuggita, pensò a un ammiratore, ma non si spiegava come mai fosse passato così presto. Rientrò in casa, poggiò la scatola sul tavolo in cucina e tornò a letto. Non diede peso a quello che era appena accaduto, se era un corteggiatore si sarebbe fatto sicuramente vivo, ora come ora non voleva pensarci, voleva solo dormire. E infatti dopo pochi minuti cadde tra le braccia di Morfeo.
    Qualche ora dopo, come tutte le mattine si preparò ed andò al Jeffersonian. Salutò i suoi colleghi con una mano e si diresse verso il suo ufficio. Posò il cappotto e accese il pc.
    Dopo pochi minuti fu raggiunta da Booth che aveva due caffè e una bustina con dei croissants in mano.
    “Buongiorno Bones” – disse l’uomo poggiando i caffè sul tavolo.
    “Buongiorno, che ci fai qui così presto? C’è un caso?”
    “Si hanno appena chiamato, hanno trovato un corpo all’interno di un cantiere nella quattordicesima strada. Prendi il caffè, farai colazione per strada”
    “Ok. – la donna prese il bicchiere con il caffè e cominciò a sorseggiarlo – “Finisco tutto in macchina, ora preparo il kit e andiamo, torno subito”
    Temperance uscì dalla stanza e dopo qualche istante raggiunse Booth e si misero in viaggio verso il luogo del delitto.
    Stranamente quella mattina era silenziosa. Guardava fuori dal finestrino immersa nei suoi pensieri e a Booth questo suo strano comportamento non sfuggì.
    “Va tutto bene Bones?” – disse l’uomo guardandola preoccupato
    “Si, perché?” – rispose Brennan con voce bassa
    “Sei strana e silenziosa questa mattina. È successo qualcosa?”
    La donna lo guardò per un attimo poi abbassò di nuovo lo sguardo sulle sue mani.
    “Una cosa stupida. Davvero non è niente”
    “Dai Bones dimmi” – la incitò l’uomo – “per quanto possa essere stupida, ti prometto che non riderò!” – disse ironicamente.
    Temperance abbozzò un sorriso e sempre tenendo lo sguardo a terra iniziò a parlare.
    “Questa mattina presto ho trovato questa accanto alla mia porta” – disse porgendo la scatolina con la collana a Booth
    “Uhm, magari è solo un corteggiatore, qualche tuo fan. Come mai sei così preoccupata?”
    “Si ho pensato anche io a un fan. Ma erano quasi le 6 del mattino. Mi è sembrato strano tutto qui. Ma hai ragione, mi sto preoccupando per niente, non ci penserò più”
    “Bones, ho sentito bene o mi hai appena dato ragione?” – disse Booth sfoderando il suo bellissimo sorriso.
    “Presuntuoso!” – affermò lei sorridendo – “pensa a guidare va”
    “Come vuoi Bones”
    E così si rimise alla guida. Rimasero in silenzio fino a quando non arrivarono sulla scena del crimine. Booth parcheggiò il SUV e insieme agli altri agenti dell’FBI si incamminarono verso il corpo che giaceva poco lontano da li. Temperance indossò il suo camice blu, raccolse i capelli in un elastico e si avvicinò.
    “E’ una donna, bianca, sui 30/35 anni. A giudicare dallo stato delle ossa non è morta da molto tempo. Tre giorni al massimo. Non è morta qui, il corpo deve esserci stato portato successivamente. Dobbiamo portare tutto al Jeffersonian così grazie al teschio Angela potrà fare la ricostruzione facciale e Hodgins analizzando i vestiti potrà dirci qualcosa in più sul luogo del delitto”
    “Si do subito l’incarico ai ragazzi”
    Detto fatto. Il corpo fu trasportato al Jeffersonian e dopo qualche ora già ebbero i primi risultati.
    “La vittima si chiamava Theresa Gellar, aveva 31 anni ed era un’insegnante delle elementari” – disse Angela entrando nell’ufficio di Temperance mostrandole la foto.
    Era una bella donna, alta, capelli castani lunghi e occhi verdi.
    “Era molto bella” – disse la donna guardando la foto
    “Si sa altro su di lei? Sposata, figli? Famiglia?”
    “No non era sposata. Viveva da sola, non poco lontano dal luogo del delitto. La sua famiglia invece abita in periferia. Il padre è morto, ha solo sua madre e sua sorella”
    “Dobbiamo andare dalla famiglia” – disse Booth tristemente
    “Si andiamo” – rispose Temperance indossando il cappotto.
    Uscendo dall’ufficio però i due vennero fermati da Jack che portava delle novità piuttosto interessanti.
    “Dottoressa Brennan”
    “Si Hodgins?”
    “Ho trovato qualcosa di interessante sui vestiti della vittima, seguitemi”
    Si diressero entrambi alla postazione di Jack osservando il microscopio.
    “Questo particolare tipo di terreno si trova solo su delle particolari zone di Washington, precisamente vicino a zone industriali. Qui ce ne sono una decina, cercherò di restringere il campo il più possibile”
    “Grazie Jack è un bel passo avanti”
    “Ah un'altra cosa dottoressa”
    “Si?”
    “Nella tasca dei suoi pantaloni ho trovato questa. Doveva averla ricevuta da poco”
    Un brivido percorse la schiena di Temperance che si appoggiò sulla scrivania ancora con l’oggetto in mano
    “Booth..” – sussurrò piano la donna
    “Cosa succede?” – chiese l’uomo preoccupato avvicinandosi a lei
    “Guarda.. è la collana che ho ricevuto io questa mattina, è identica”
    Negli occhi dell’uomo c’erano rabbia e spavento. Qualcuno voleva far del male alla sua Bones? La stavano osservando e controllando?
    “Non ti preoccupare Bones” – disse mettendogli una mano sulla spalla – “lo prenderemo, te lo prometto”

    sono pronta ad accettare le critiche! XD
     
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  2. ~Mars.
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    Sweetie è stupenda :wub: devo ripeterlo? mi piace molto perchè è :ph34r: come quelle che piacciono a me muhuahuahau comunque vedi di postare prima di sabato, altrimenti ti picchio! è_è adiosss xD
     
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    inizio interessante...:D
     
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  4. ~ dany.grey
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    Ecco la seconda parte della storia, spero vi piaccia! ^^

    Capitolo 2

    Temperance e Booth si stavano dirigendo verso la casa della famiglia della vittima. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Nonostante lei si dimostrasse forte agli occhi degli altri, dentro era molto spaventata, non solo per se stessa, ma perché sapeva che stava mettendo in pericolo anche la vita delle persone che gli stavano intorno. Non si spiegava come mai il killer l’aveva scelta e come la stava spiando senza che lei se ne accorgesse. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Booth che diceva che erano arrivati. Si diressero verso la porta e lui suonò il campanello. Ad aprire fu una donna sui 50 anni che doveva essere la madre della donna uccisa.
    “Salve, siamo dell’FBI, io sono l’agente Seeley Booth e lei è la mia collega, la dottoressa Temperance Brennan”
    La donna diede la mano ad entrambi e li fece accomodare in casa.
    “Come mai siete qui?” – chiese la donna preoccupata
    “Si tratta di sua figlia Theresa” – disse Temperance, sedendosi sul divano
    “Le è successo qualcosa?”
    “Mi dispiace signora, sua figlia purtroppo è stata uccisa” – disse Booth cercando di essere il più formale possibile
    Dopo aver superato lo sconforto e lo shock l’agente parlò di nuovo.
    “Dovremmo farle qualche domanda, signora. Mi scusi”
    La donna asciugandosi le lacrime annuì e attese che lui parlasse.
    “Da quanto tempo non vedeva sua figlia?”
    “Due giorni, sono andata a trovarla martedì pomeriggio”
    “Le ha detto qualcosa? Aveva ricevuto qualcosa di strano?”
    “Non che io sappia. Avete un idea di chi possa averla uccisa?”
    “Per ora no. Appena sapremo qualcosa la avvertiremo. Sua figlia aveva dei nemici, qualche ammiratore segreto? Cerchi di ricordare, può essere utile qualsiasi cosa”
    “Io non sapevo molto della vita privata di mia figlia. Sapevo che non era fidanzata, ma niente di più. Per saperne di più chiedere alla sua migliore amica Nadine, si conoscono da sempre, a lei confidava tutto. Ma ora è fuori città, dovrebbe tornare domani sera”
    “Grazie mille” – disse Temperance alzandosi porgendo la mano alla donna
    “Appena avremo novità le faremo sapere” – disse Booth porgendo anche lui la mano
    I due uscirono dalla casa e si rimisero sul SUV.
    “Dobbiamo parlare con l’amica della vittima il più presto possibile”
    “Si magari lei può dirci qualcosa in più” – disse Temperance con voce poco convinta
    “Va tutto bene Bones?”
    “Si” – disse lei decisa
    “Non è vero”
    “Si che è vero!”
    “No”
    “Si”
    “No!”
    “Si!!!” – disse la donna stizzita. “Da quanto sai leggere nei miei pensieri Booth?”
    “Non leggo nei tuoi pensieri Bones, ma sei perseguitata da un pazzo che fa a pezzi le sue vittime, chiunque darebbe i numeri”
    “Non vedo a cosa servirebbe pronunciare numeri a caso Booth, se ti fa sentire meglio io li dico, ma io davvero sto bene, non devi preoccuparti!”
    “Era un modo di dire Bones!” – disse l’uomo esasperato – “non devi dire davvero dei numeri a caso”
    “Tu l’hai detto”
    “Ma.. lasciamo stare” – disse l’uomo scuotendo la testa continuando a guidare.
    “Se lo dici tu” – disse Temperance perplessa.
    Continuarono il viaggio in silenzio quando Booth parcheggiò davanti al Jeffersonian.
    “Io adesso devo tornare in ufficio, ti passo a prendere più tardi e ti accompagno a casa. Adesso mando un altro agente a controllarti”
    “Non ce n’è bisogno, qui al Jeffersonian sono al sicuro. E poi ho la macchina”
    “Bones pensi davvero che ti lasci sola con quel pazzo a piede libero?”
    “Ok, allora a più tardi” – fece per scendere dalla porta quando improvvisamente si fermò – “Ah Booth..”
    “Si?”
    “Grazie” – accennò un sorriso e scese dal SUV.
    Booth la vide allontanarsi e quando entrò alla porta, mise in moto e andò via.
    Il pomeriggio trascorse tranquillo e arrivata l’ora di cena Booth si presentò al Jeffersonian trovando Temperance che stava esaminando le ossa.
    “Ci sono novità sulla causa della morte?” – chiese Booth facendo sussultare Temperance
    “Ma ti sembra questo il modo di entrare Booth? – disse Temperance posando sul tavolo l’osso che aveva in mano
    “Scusa” – disse lui sorridendole – “Non volevo spaventarti”
    “Non fa niente” – disse lei ricambiando il suo sorriso – “La vittima è stata fatta a pezzi dopo la sua morte. La causa del decesso è lo sfondamento del cranio, ma ci sono altre ferite su tutto il corpo. Deve averla legata e devono aver avuto una colluttazione perché la dinamica delle ferite dimostra che lei ha cercato di difendersi”
    “Questo è davvero un pazzo! Nessuna novità sull’arma usata?”
    “Per ora niente, so solo che è un oggetto pesante dovrò lavorarci ancora su”
    “Ci penserai domani, ora andiamo. È ora di cena”
    “No devo finire”
    “Avanti Bones, le ossa non scappano. Tu hai bisogno di riposare e di un pasto decente” – disse Booth trascinandola via dal tavolo
    “Va bene, prendo la borsa e il cappotto e andiamo”
    Temperance si diresse nel suo ufficio ma qualcosa attirò la sua attenzione. Sul tavolo c’era una scatolina blu identica a quella che aveva ricevuto. Stavolta dentro c’era un bracciale sempre con un piccolo ciondolo raffigurante la lettera T. Lo prese in mano e si sedette alla scrivania fissandolo. Quel pazzo era davvero entrato al Jeffersonian? O era stato semplicemente consegnato senza che nessuno lo vedesse? Notò qualcosa sotto la scatola, la girò e trovò un bigliettino che questa volta la spaventò sul serio.
    Intanto Booth non vedendola arrivare decise di andare nel suo ufficio per controllare cosa fosse successo. Quando la vide dietro la scrivania con il bracciale in mano capì.
    “Bones cosa succede? Ti ha mandato un altro dei suoi regali vero?”
    “Si, ma stavolta c’è anche un bigliettino!”
    “Cosa dice?”
    “Guarda tu stesso”
    Temperance gli passò il bigliettino e Booth diventò quasi rosso dalla rabbia.

    Ti prenderò così potremo stare sempre insieme.

    “Bones, non ti devi preoccupare, ti giuro che non permetterò a nessuno di farti del male, te lo prometto. Non ti mollerò un attimo, nessuno si avvicinerà se non persone davvero fidate”

    Istintivamente Temperance lo abbracciò. Non era uno dei loro soliti abbracci che si scambiavano di tanto in tanto, stavolta era diverso. Rimasero stretti per qualche istante che sembrava infinito. Si sentiva al sicuro stretta tra le sue braccia, nessuno riusciva a trasmettergli quella sensazione, solo lui. Forse qualcosa stava davvero cambiando tra loro? Ogni momento, ogni contatto, anche solo un sorriso gli facevano battere il cuore. Non sapeva spiegarsi quello che provava, non sapeva cosa volevano dire quelle sensazioni, ma una cosa era certa: lui la faceva stare bene.
    Per Booth era lo stesso. Averla tra le sue braccia, sentire il suo profumo e il suoi capelli vicino la sua guancia era indescrivibile. Era come se tutto si fosse fermato. Non sopportava l’idea che c’era un pazzo in giro che voleva farle del male, non l’avrebbe permesso, l’avrebbe difesa, a costo della sua stessa vita. La strinse più forte per un secondo. Avrebbe tanto voluto baciarla tanto da toglierle il fiato. Avrebbe voluto dirgli tante cose. Ma se lei avesse rifiutato? Non avrebbe sopportato l’idea di perderla.
    “Grazie” – sussurrò lei staccandosi dall’abbraccio e dandogli un bacio sulla guancia
    Lui annuì sorridendo, ancora stordito dal contatto delle sue labbra sulla sua guancia.
    “Andiamo a casa Bones”

    E così si incamminarono insieme verso l’uscita.
    Mi prenderò cura di te Bones, te lo prometto pensò, uscendo dall’ufficio, chiudendo a chiave la porta.
     
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  5. ~Mars.
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    Povera Bones! Qualcosa mi dice che il pazzo la troverà comunque.. >< però è bellissima perchè ti appassiona ed è anche molto dolce al tempo stesso =)continuala presto che voglio sapere! u.u
     
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  6. ~ dany.grey
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    Purtroppo domani non credo di riuscire a postare.. vedrò di scrivere qualcosa in vacanza! u.u
     
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  7. ~Mars.
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    meglio per te scrivi o ti picchio è_é
     
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  8. martina047
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    Quanto mi piace !!!! :)
     
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  9. ~ dany.grey
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    grazie mille!!
     
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  10. smy_95_b&b
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    mi piace.
    concordo con mars o scrivi o ti picchio
     
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  11. ~ dany.grey
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    Scusate l'enorme ritardo ma ero senza ispirazione ><
    Ecco un altro capitolo di questa ff.. spero vi piaccia..

    grazie Marta per avermi aiutata :wub:

    buona lettura.

    Capitolo 3

    Booth e Bones erano da poco usciti da poco dal Jeffersonian e in silenzio salirono sul SUV dell’uomo. Lei guardava fuori dal finestrino mentre lui aveva gli occhi fissi sulla strada. C’era un po’ di traffico e per questo motivo ci misero più del previsto ad arrivare. Booth si fermò davanti casa sua per un momento lasciando Temperance perplessa.
    “Cosa facciamo qui?” – chiese la donna confusa
    “Prendo un attimo i miei vestiti, vieni con me, è pericoloso restare in macchina da sola”
    “Booth ho passato l’età adolescenziale da un pezzo”
    “Bones avanti, con quel pazzo in giro credi davvero che ti lasci qui da sola?”
    Temperance sospirò rassegnata e seguì l’uomo su in casa.
    “Faccio subito Bones, aspettami qui. Ci sono due birre in frigo, serviti pure”
    Mentre Booth scomparve in camera da letto, Temperance prese una birra e si sedette sul divano, aspettandolo. Dopo qualche minuto l’uomo la raggiunse ma lei era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse della sua presenza.
    “A cosa pensi?” – disse l’uomo sedendosi accanto a lei sul divano
    “Niente di importante” – disse accennando un sorriso
    “Avanti Bones, ti conosco, so che qualcosa non va”
    “Sono preoccupata Booth”
    “Lo so, ma ti ho già detto che non devi esserlo, io ti starò sempre accanto, non ti accadrà niente”
    “Non è per me che sono preoccupata Booth”
    “Non capisco” – disse l’uomo guardandola confuso
    “Quest’uomo è pericoloso e non si fermerà davanti a nessun ostacolo. E tu per lui sarai un ostacolo se mi starai vicino”
    Booth la guardò dolcemente. Era sinceramente preoccupata per lui e questo lo lusingava e gli procurava una stretta allo stomaco. Non voleva che si preoccupasse per lui, ma non l’avrebbe lasciata sola mai e poi mai.
    “Non preoccuparti per me Bones, so cavarmela” – disse sorridendole
    Lei accennò un sorriso e abbassò lo sguardo poco convinta.
    “Bones, guardami”
    La donna fece come gli aveva chiesto e alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi scuri.
    “Non voglio che ti preoccupi per me, non mi succederà nulla”
    “L’ultima volta sei saltato in aria per colpa mia Booth!”
    “Allora per prima cosa chiariamo il fatto che non è stata colpa tua, e poi Bones, non ti lascerei mai da sola sapendo che possano farti del male”
    Temperance sorrise ascoltando le sue parole così dolci. Non sapeva perché ma il cuore sembrava che gli stesse uscendo dal petto.

    Che ti succede Temperance? E’ Booth, lo sai che è iperprotettivo, rilassati

    “Ok” – fu l’unica cosa che riuscì a dire. Il suo cervello era come se si fosse spento.
    “Ok” – ribadì lui sorridendo – “Andiamo a casa tua?”
    Temperance annuì e insieme si diressero verso il SUV. Arrivati a casa, Temperance preparò la camera degli ospiti ed entrambi, dopo essersi dati la buonanotte, andarono a dormire. Era stata una giornata lunga e avevano bisogno di riposare.
    Durante la notte il cellulare di Booth squillò. L’uomo di alzò di corsa per raggiungere la sua giacca che aveva lasciato all’ingresso per prendere l’apparecchio.
    “Booth” – rispose ancora un po’ assonnato
    “Agente Booth, sono Andrew, è stato appena ritrovato un altro corpo, deve venire immediatamente, e anche la dottoressa Brennan”
    “Ok, dove esattamente?”
    “Tra la nona e la decima strada”
    “Saremo li il prima possibile” – e riagganciò
    Guardando l’orologio vide che era da poco passata l’una. Entrò in camera di Temperance e rimase incantato a guardarla. Era bellissima e dormiva profondamente. Gli dispiaceva svegliarla, sembrava così serena e al pensiero che di li a poco avrebbe ricevuto una brutta notizia gli si strinse il cuore. Da qualche tempo la guardava con occhi diversi, soprattutto ora che era in pericolo. Non era una semplice collega, doveva farsene una ragione.
    Si avvicinò piano al suo letto e gli accarezzò una spalla per svegliarla.
    “Bones, svegliati”
    “Mmmh” – brontolò la donna girandosi dall’altro lato del letto
    “Cosa fai i capricci adesso? Andiamo svegliati”
    Temperance sbuffò e si mise sui gomiti guardandolo negli occhi
    “E’ notte fuori Booth! Che è successo?”
    Era bellissima con gli occhi arrossati dal sonno e i capelli arruffati. Pensò che avrebbe voluta vederla sempre così, con quell’espressione un po’ infastidita sul volto, che si lamentava.

    Ma cosa pensi Seeley? E’ una tua collega. Punto. E’ Bones, solo Bones.

    “Dobbiamo andare Bones, è stato trovato un corpo ed è richiesta la nostra presenza”
    “Oh” – l’espressione di Temperance diventò seria e triste – “sempre lui vero?”
    “Si”
    “Arrivo subito”
    Temperance si alzò dal letto e dopo 10 minuti era già pronta ed attese Booth nel salotto.
    “Insomma Booth quanto ci metti per cambiarti?” – gridò spazientita.
    “Eccomi sono pronto” – disse comparendo sulla porta – “Andiamo?”
    “Andiamo” – disse lei uscendo.

    Dopo circa un quarto d’ora arrivarono sulla scena del crimine. Il cadavere giaceva in un capanno abbandonato. Come l’altro era stato fatto a pezzi e aveva una collanina accanto a se. Temperance si avvicinò al corpo per osservarlo più da vicino e si inginocchiò.
    “E’ una donna bianca, apparentemente sui 30 anni, a giudicare dallo stato di decomposizione non sarà morta da più di 48 ore”
    “Sappiamo chi era?” – disse Booth a uno dei suoi agenti
    “Si aveva i documenti nella borsetta si chiamava Tina Blake, 30 anni”
    “Ma la cosa inquietante è un'altra, seguitemi”
    Booth e Brennan seguirono l’agente nella stanza accanto e lo spettacolo che gli si presentò era raccapricciante. C’era una grande scritta sul muro con il sangue della vittima, ma il messaggio era indecifrabile:

    ruoy emag noisiced eht ied sah ekam ro tsuj evil ybab nugeb.

    Booth e Brennan erano esterrefatti. Non riuscivano a credere ai propri occhi.
    “Che vuol dire il messaggio?”
    “Non ne ho idea Booth”
    Le cose cominciavano ad essere pericolose. Il killer aveva lasciato un messaggio, ma cosa voleva dire?
     
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    Io forse ho capito come leggerlo il messaggio,ma cosa vuole dire...Aspetto conferma.
    Continua che si sta infittendo il mistero,brava.
     
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    io so la frase ma nn ha senso...o almeno x me... sto diventando sempre più curiosa...brava
     
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  14. ~ dany.grey
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    Grazie mille!!

    La frase avrà un senso presto.. non preoccupatevi :P
     
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  15. jessica.to
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    Ho incominciato ora a leggere la tua FF è molto carina e intrigante, sono curiosissima di sapere il significato della frase... continua presto =D
     
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204 replies since 20/8/2009, 00:16   13454 views
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