Un grande cuore

Un viaggio improvviso porta B&B a partecipare ai festeggiamenti per Sant'Agata nel cuore di

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    Autore: Allanon9
    Spoilers: per tutte le stagioni
    Pairing: B&B
    Rating: Per tutti
    Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Bones" di proprietà della FOX.

    Premetto che ho scritto questa Ff in febbraio,proprio subito dopo la festa di S. Agata. L'idea mi è venuta quando io,i miei bimbi e mio marito che è un devoto,siamo rimasti schiacciati dalla folla. Ricordo di aver pensato: "Cosa farebbero B&B in questa situazione?
    E l'indomani ho cominciato a buttare giù le idee.
    Chiedo scusa se ho scritto delle inesattezze, potrebbe capitare.
    Ringrazio la mia beta che celermente mi ha aiutata a correggere le imperfezioni.
    Che altro dire...spero che vi piaccia e buona lettura.


    Un grande cuore


    Seeley Booth dormiva profondamente come non gli succedeva da mesi, quando il cellulare cominciò a squillare.
    Riemergendo a fatica dal sonno lo prese bofonchiando un “Pronto?” mentre ancora apriva lo sportellino.
    “Booth!” La voce di Bones lo svegliò in un attimo.
    “Che succede? Stai bene?” Si sedette nel mezzo del letto col cuore impazzito.
    “Si, si, tranquillo.” Disse lei calma.
    “Quanto tempo ti ci vuole per preparare un borsone e raggiungermi all’aeroporto? Partiamo per l’Italia.”
    Silenzio.
    “Booth ci sei?”
    “Partiamo per l’Italia?” chiese Booth alzandosi e recuperando i jeans ed un maglione.
    “Rispondi alla domanda, Booth. Anzi meglio, sbrigati a venire che il nostro volo parte tra…40 minuti. Ti aspetto al Dulles.” E chiuse senza che lui potesse replicare.
    “Cavolo. Ma come faccio a preparare tutto così in fretta!”
    Borbottò recuperando un borsone e infilandovi un po’ di vestiti alla rinfusa (sperando di non dimenticare nulla), il set da viaggio per la toilette e il passaporto.
    Si infilò il cappotto e in capo a qualche minuto si mise in auto.
    Che cavolo andiamo a fare in Italia? pensò guidando nervosamente.
    “Parker!” Esclamò a voce alta.
    Guardò l’ora: le tre e mezza. Se avesse chiamato Rebecca a quell’ora lei lo avrebbe ucciso di certo.
    Arrivò all’aeroporto in dieci minuti. Parcheggiò nella zona riservata a chi parte , pagò il posteggio in anticipo ed entrò.
    Si guardò in giro ma non riuscì a vedere Bones.
    “Booth!” Si girò e lei era là con un cappello di lana grigio calcato in testa e il suo cappotto rosso preferito.
    “Bones!” disse lui raggiungendola.
    “Ma che diavolo…?”
    “Non c’è tempo ora, Booth.Ti spiegherò tutto in aereo. Dobbiamo fare il ceck-in e andare.”
    Lui le prese un braccio.
    “Bones, io non posso partire così. Parker, il mio capo, devo avvertirli.”
    Lei fece un gesto noncurante con la mano.
    “Col tuo capo ci ho parlato io. E Parker lo chiamerai domani”
    Gli sorrise, era eccitata come una bambina .
    ”Andiamo.”
    Lei si incamminò e lui rimase un secondo lì fermo sentendosi uno stupido.
    La razionalissima dottoressa Brennan che liquidava ogni sua parola come una normale persona irrazionale.
    “Aspetta!” La rincorse.
    Sbrigate le formalità con le autorità che fecero non pochi problemi per la sua pistola, finalmente salirono sull’aereo.
    “Ora mi spieghi perché invece di continuare a dormire nel mio letto, sono con te su questo dannato aereo diretto in Italia?”
    Le sue sopracciglia aggrottate la fecero sorridere.
    “Rilassati Booth. Allora, un mio amico antropologo che lavora per l’università italiana sta conducendo uno studio approfondito sugli usi e costumi dei popoli moderni. Si dà il caso che tra gli usi e i costumi rientrino anche le feste popolari e religiose. Nel mese di febbraio, in una città siciliana, si tiene una grande festa in onore della Santa Patrona che richiama turisti e.. Ehm, devoti” disse la parola come se scottasse “da tutto il mondo.”
    “E allora? Cosa c’entriamo noi?” chiese lui sempre più confuso.
    “Beh, ci stavo arrivando. Ha chiesto un mio parere come studiosa. Mi ha invitata ad osservare e poi commentare.”
    Sorrise.
    “E’ un’occasione meravigliosa per me, Booth. Un tornare alle origini.” Gli occhi le brillavano.
    “Hai detto bene Bones, per te. Ma io che centro?”
    Lei lo guardò. Sembrava non capire perché lui le facesse quella domanda.
    “Ma sei il mio partner no? E poi ho bisogno del tuo parere di…cattolico.” Gli rispose.
    Lui la guardò a bocca aperta.
    “Booth, chiudi la bocca potrebbe entrarci un insetto.”
    “Da quando in qua tieni in considerazione il mio parere di cattolico, Bones?”
    “Andiamo Booth! Non fare il difficile.” E con queste parole si accomodò meglio sul sedile e chiuse gli occhi.
    Seeley rimase in silenzio per un po’.
    Che vuol dire siamo partner?! pensò
    Certo che lo erano, ma a Washington, sul lavoro, con un caso per le mani. Ma in Italia? Cosa aveva a che fare lui con l’antropologia?
    “Bones, ancora non ho capito cosa io ci faccia su questo aereo.”
    Lo disse con un tono tranquillo, ma che non ammetteva altri giri di parole. Brennan aprì gli occhi e lo guardò mordendosi un labbro.
    “Il mio amico ha detto che potevo portare qualcuno se volevo e così…”
    “E perché io e non Angela?” Continuò lui imperterrito.
    “Lei odia i viaggi di lavoro.” Mormorò guardandolo in tralice.
    “Io li adoro, invece!” Rispose lui sarcastico.
    “Beh, ho pensato che magari ti sarebbe piaciuto vedere un posto nuovo senza spendere un dollaro.”
    “Wow, ora si che mi sento meglio!”
    “Ma…ho sbagliato a chiederlo a te?”
    Booth la guardò per un secondo, poi sospirò.
    “Non è questo Bones , io ho delle responsabilità, non solo sul lavoro , devo anche pensare a mio figlio.”
    Lei tornò a mordicchiarsi le labbra.
    “Mi dispiace, non ci avevo pensato.” Poi con lo sguardo improvvisamente velato di tristezza continuò.
    “Se ci fosse stato Zack lo avrei chiesto a lui, probabilmente.”
    Stavolta fu Booth a stringere le labbra; si sentì stupidamente in colpa. Non parlavano mai di Zack o di Gormogon, ma lei ci stava ancora male, come tutti loro del resto.
    “Ok Bones, non ne parliamo più.” Booth chiuse gli occhi, era stanco e lo aspettavano molte ore di volo.
    Brennan lo guardò. Con lui non sapeva mai come comportarsi, neppure dopo quattro anni di partnership. Era un uomo semplice Booth, ma dai risvolti complicati.
     
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  2. omelette73
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    CITAZIONE (allanon9 @ 29/7/2009, 17:04)
    Brennan lo guardò. Con lui non sapeva mai come comportarsi, neppure dopo quattro anni di partnership. Era un uomo semplice Booth, ma dai risvolti complicati.

    Questa frase mi piace, è proprio, Booth!
    Complimenti incuriosisce davvero, come quando l'ho letta la prima volta! ^_^
     
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    Bellissimo come inizio e la situazione in cui li farai agire mi incuriosisce tantissimo perché amo le fesitività religiose e l'atmosfera che si respira in queste occasioni (la processione per Sant'Agata però l'ho seguita solo in TV)... so che sarà un'ambientazione ricca di spunti per la storia dei tuoi B&B (tra l'altro leggendo il prossimo capitolo di Sapore di sale ti accorgerai di una bella coincidenza).
     
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  4. Chemistry
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    CITAZIONE (allanon9 @ 29/7/2009, 17:04)
    Che vuol dire siamo partner?! pensò
    Certo che lo erano, ma a Washington, sul lavoro, con un caso per le mani. Ma in Italia? Cosa aveva a che fare lui con l’antropologia?

    Che vuol dire siamo partner??
    In Italia cosa saranno??
    Cosa ha a che fare con lui l'antropologia??

    Ma quante domande e quanti problemi... relax and enjoy the trip!!! :P
    Cosa che farò anche io...
     
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    Ecco la seconda parte della storia.

    Un paio d’ore più tardi un’hostess si avvicinò loro con il carrello della colazione. Lei scosse il suo compagno che si era addormentato profondamente.
    “La colazione Booth.”
    “Come? Uhm…Un caffè grazie.” Si passò una mano sugli occhi.
    “Ti senti meglio ora che hai dormito un po’?” Gli chiese lei, bevendo il suo caffè.
    Lui sorrise appena. “Un pochino. Uhm…Scotta!” Esclamò poggiando la tazza sul piattino che teneva nell’altra mano.
    “Effettivamente è molto caldo.” Aggiunse lei continuando a berlo.
    “Allora parlami di questo tuo amico.” Cominciò Booth.
    Lei gli disse che questo Antropologo, che si chiamava Gabriele Rosso, aveva studiato in America ed ora lavorava per il dipartimento di Antropologia dell’Università di Roma. I suoi studi lo avevano portato in Sicilia, in una città che si chiamava Catania.
    Il volo proseguì tranquillamente, loro parlarono del più e del meno, bisticciarono come al solito e poi, presi dalla stanchezza, si assopirono.
    La voce della hostess li svegliò.
    “I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo per atterrare all’aeroporto di Milano-Linate.”
    Booth e Brennan si allacciarono le cinture sorridendosi.
    “Da qui prenderemo un altro aereo per la Sicilia.” Disse lei.
    “Ma va? E io che credevo che avremmo fatto l’autostop.” Rise.
    Lei lo guardò storto per un secondo, poi gli sorrise.
    Scesi dall’aereo e sbrigate le formalità, si videro costretti ad una sosta forzata.
    La coincidenza aerea ritardava un paio d’ore.
    “Accidenti!” Sbuffò Booth.
    “Uhm, in effetti è una seccatura. Io ho fame e tu?”
    Lui annuì.
    “Potremmo mangiare qualcosa al bar dell’aeroporto”. Suggerì Brennan.
    Si sedettero nel locale e quasi subito venne una graziosa cameriera a prendere le ordinazioni.
    Booth guardò l’ora. Erano le undici, certo che aveva fame aveva mangiato a stento una fetta di torta prima di atterrare.
    “Che prendi Bones?” Le chiese studiando il menù.
    “Insalata e patatine fritte.” Rispose lei, rivolgendosi sia a lui che alla ragazza.
    “E tu?”
    “Hamburger al formaggio” Rispose riponendo il menù.
    La ragazza chiese se volevano da bere ed optarono per della semplice acqua.
    Il servizio fu veloce e dopo che ebbero mangiato si sentirono meno nervosi.
    “Ehi! Mi hai rubato un’altra patatina!” Disse Brennan, colpendolo piano sulla mano.
    Lui rise.” E’ vero, ma è divertente vedere la tua espressione quando lo faccio.”
    “Davvero? E che espressione ho?” Chiese lei, inarcando un sopracciglio.
    “Beh,un’espressione buffa. Non saprei come descrivertela.” Le rispose confuso.
    Si alzarono e dopo aver pagato il conto si recarono nella sala d’attesa.
    C’era un continuo via vai di gente, ma a loro, che provenivano da una caotica città del Nord America, non fece molto effetto.
    Finalmente chiamarono il loro volo e poterono imbarcasi.
    Brennan aveva chiamato il suo amico per dirgli l’ora dell’arrivo e, dopo altre due ore di volo, finalmente atterrarono all’aeroporto di Fontanarossa.
    Un temporale imperversava e quindi non poterono ammirare la vista che ,di solito, si godeva del Vulcano che domina la città.
    Dopo le formalità, un uomo di circa 40 anni, alto, capelli e occhi neri, si fece loro incontro.
    “Temperance, che piacere rivederti! Sei sempre più bella!” Strinse la giovane in un abbraccio e Booth li guardò sospettoso.
    “Gabriele, anche per me è un piacere rivederti. Ma lascia che ti presenti il mio amico, Seeley Booth.”
    I due uomini si strinsero la mano.
    “Molto lieto. E’ anche lei antropologo?” Gli chiese avviandosi verso l’uscita.
    “Ehm…No, sono un agente speciale dell’FBI.” Rispose Booth a disagio.
    “Wow! Un vero agente dell’FBI! E il suo lavoro, immagino, è proprio come nei film, vero?” Chiese eccitato l’antropologo.
    “A volte.” Rispose Booth.
    “E’ molto meglio!” Esclamò invece Brennan,captando il suo disagio. Incredibile quanto fosse migliorata.
    Salirono su un’auto, quasi più piccola di quella di Hodgins e finalmente si avviarono verso l’albergo.
    “Avete trovato cattivo tempo oggi, ma di solito non è così. Quest’anno abbiamo avuto più pioggia in un mese che in un intero inverno.”
    Il traffico era caotico e Booth notò quanto fossero indisciplinati gli automobilisti.
    L’ antropologo vide i suoi sguardi allarmati ogni volta che un motorino li superava sfrecciando e gli sorrise.
    “Non si preoccupi agente Booth,ci si abitua presto.” Booth annuì scettico.
    Per vie traverse e alquanto anguste arrivarono all’albergo.
    “Ho prenotato all’ UNA Palace Hotel, perché è nel centro di dove si terranno i festeggiamenti.”
    Infatti si trovava nella centralissima e affollatissima Via Etnea.
    “Un tempo questi palazzi appartenevano a Principi e Marchesi, ma con la caduta della Monarchia, nel 1946, molti furono costretti a trasformare le loro dimore in alberghi.”
    “Ho letto qualcosa in proposito.” Disse Brennan. Lui annuì compiaciuto.
    Alla reception incontrarono un altro problema.
    “Buongiorno.” Disse la ragazza in inglese.
    “Buongiorno. C’è una prenotazione a nome della Dottoressa Brennan.”
    Booth drizzò le orecchie.
    “Bones e la mia?” Brennan alzò le spalle.
    “Si eccola. Stanza 250, con balcone su Via Etnea.”
    E porse la chiave a Temperance.
    Booth si schiarì la gola.
    “Signorina, ci dovrebbe anche essere una stanza prenotata per Seeley Booth.”
    La ragazza gli sorrise, non immune al suo fascino. Era carina, bionda occhi nocciola,
    altezza media. Anche Booth le sorrise.
    Lei controllò e scosse la testa.
    “La stanza è una doppia prenotata per la dottoressa e il suo partner.” Gli rivolse uno sguardo deluso.
    Brennan si inalberò leggermente.
    ”Ma è un errore, non si può cambiare con due singole?”
    Lei sembrò dispiaciuta.
    ”No, siamo al completo per via della festa.”
    Gabriele arrossì. “Temperance, tu avevi detto il mio partner, e qui da noi partner equivale a ,come dite voi? Ah si, lover.”
    Seeley e Temperance arrossirono leggermente .
    “Ok, non importa. Arrivederci.” Disse Booth, avviandosi all’ascensore.
    Gabriele baciò la guancia di Temperance e si allontanò.
    Lei seguì Booth sull’ascensore. Ai bagagli aveva già pensato un impiegato dell’albergo.
    Entrarono in una bella stanza, con alti soffitti affrescati.
    Un divano campeggiava nello spazioso ingresso e, separata da una porta a scomparsa, c’era la camera da letto vera e propria ancora più grande della stanza precedente.
    “Bella.” Commentò Booth laconico.
    Niente sembrava andare per il giusto verso. Con un sospiro frustrato si lasciò cadere sul divano.
    “Almeno è comodo.” Lei si morse le labbra.
    “Mi dispiace Booth.”
    Lui alzò le spalle. “Pazienza, vorrà dire che fingerò che siamo sotto copertura.”
    Lei sorrise nervosamente.
    “Uhm…Si certo.”
    “Ascolta Bones, devo chiamare assolutamente Rebecca, vai tu a fare la doccia mentre io telefono.”
    Le disse prendendo il cellulare dalla tasca del cappotto.
    “Ok.”
    Temperance prese dal suo borsone le cose che le servivano e andò nel bagno.
    Aprì l’acqua della doccia e la fece scorrere, nel frattempo si spogliò.
    Poi si infilò sotto il getto bollente e i suoi muscoli si distesero.
    Perché dobbiamo sempre trovarci, in queste situazioni imbarazzanti, io e Booth?!
    Si chiese insaponandosi i capelli.
    Prima lo trascino al di là dell’oceano e poi lo costringo a dormire sul divano.
    Si odiò per questo. Prese la sua decisione mentre usciva dalla doccia. Si mise l’accappatoio e si avvolse i capelli in un asciugamano.
    Sentì Booth urlare nell’altra stanza e, pensando che parlasse con lei, uscì per vedere cosa volesse.
    Lui era ancora seduto sul divano che parlava al telefono. Aveva un gomito appoggiato sul ginocchio e la mano sulla fronte.
    “Ti prego Rebecca, ti ho detto che è un’emergenza, ok? Ne parliamo al mio ritorno... Si, passamelo…ehi campione…” La sua voce si addolcì e lei si sentì come se stesse origliando.
    Rientrò in bagno e cominciò a vestirsi.
    Quando tornò nella stanza Booth non c’era.
     
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  6. Chemistry
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    Ho il presentimento che la decisione che ha preso la nostra Bones uscendo dalla doccia mi piacerà.. <_<

    Questa storia comincia davvero ad intrigarmi...
    continua prestissimo per favore allanon, sono tanto tanto curiosa! ^_^
     
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    Ho il presentimento che la decisione che ha preso la nostra Bones uscendo dalla doccia mi piacerà..

    Uhm...
    Chiedo scusa,ma da qualche giorno la funzione Inserisci testo in corsivo non vuole funzionare,così i pensieri dei personaggi, che nella versione word sono in corsivo, non si distinguono dal resto del testo.
    Spero che quest'inconveniente si risolva.
    Grazie a chi sta leggendo la storia e anche a chi la commenta
     
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  8. Chemistry
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    CITAZIONE (Chemistry @ 31/7/2009, 17:37)
    Ho il presentimento che la decisione che ha preso la nostra Bones uscendo dalla doccia mi piacerà.. <_<

    e io ho messo l'emoticon sbagliata... doveva essere questa :shifty:
    pardon sarà la stanchezza ^_^
     
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  9. omelette73
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    CITAZIONE (allanon9 @ 31/7/2009, 15:40)
    “Almeno è comodo.” Lei si morse le labbra.

    Peccato!
    Fosse stato rigido gli sarebbe venuto il mal di schiena e casomai Bones gli avrebbe fatto un po' di massaggini!!!
    No, eh? Sto correndo troppo con la fantasia mia sa... come dici tu... sarà il caldo.
    Mi chiedevo solo che scusa tirerò fuori quando il caldo finirà, ma io continuerò ad avere questi pensieri! :D
    Brava Gracia, mi piace proprio la tua FF.
     
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    Molto, molto interessante... :shifty: :wub: :lol:
    e dove se nì+ andato Boothino?
    Torna, 'sta Bones aspetta a te!!!
     
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  11. Cris.Tag
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    CITAZIONE
    Prima lo trascino al di là dell’oceano e poi lo costringo a dormire sul divano.

    e no, cara Bren ... non puoi lasciarlo a dormire sul divano ... che poi gli viene il mal di schiena ...

    CITAZIONE
    Si odiò per questo. Prese la sua decisione mentre usciva dalla doccia.

    Ola per Brennan! so già che mi piacerà la sua decisione!


    Brava Gracia!
     
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  12. FrancyBB
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    ohhhhh...anche io penso che sarò felicissima di sapere quale decisione ha preso la nostra Brenn!!!! ;)

    Prima però deve trovare Booth...Dov'è finito?!?! :uhm:
    Vai Allanon la tua ff mi intriga!!!!
     
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    Eccovi la terza parte della storia.
    Buona lettura.

    L’agente rientrò con un cartone di pizza in mano. Lei dormiva raggomitolata sul divano. Indossava un pigiama di flanella a fiorellini che lo fece sorridere.
    Appoggiò la pizza sul tavolino e preso dal letto un plaid, lo stese sulla sua partner.
    Lei si svegliò al contatto con la coperta, ma finse, senza sapere bene perché, di dormire ancora.
    Lo sentì muoversi piano per la stanza, il suo passato di cecchino lo aveva abituato a fare poco rumore. Lo intravide prendere delle cose dal borsone e recarsi in bagno.
    Brennan, appena sentì scrosciare la doccia, aprì completamente gli occhi.
    Il profumo della pizza solleticò il suo naso facendole gorgogliare lo stomaco.
    “Booth, sei tornato?” Disse alzandosi e avvicinandosi alla porta del bagno.
    Ma lui non le rispose, probabilmente non la sentiva a causa del getto della doccia.
    Si sedette di nuovo e aspettò che lui uscisse dal bagno. Cosa che fece dieci minuti dopo.
    Indossava l’accappatoio blu dell’albergo, era scalzo e con i capelli umidi.
    Sembrava molto più giovane di come appariva di solito e più…indifeso.
    Strano che le venisse in mente proprio quel termine.
    Quando la vide le sorrise.
    “Ehi, ti sei svegliata!”
    “Si, è stato il profumo della pizza.” E rise.
    “Ok, mi vesto e mangiamo. Immaginavo che avessi fame.”
    Prese una tuta grigia e una t-shirt di colore uguale e sparì nel bagno.
    Ci mise un attimo a vestirsi, ma rimase scalzo. Aveva il solito sorriso mascalzone stampato in faccia.
    Si lasciò cadere sul divano con un sospiro stanco.
    “Mangiamo.”
    “Booth.” Cominciò Brennan “Dove sei stato? Piove ancora?”
    Lui rise.
    ”Una domanda per volta. Sono stato in giro e no, non piove più.”
    “Bene. Ascolta, ho pensato ad una cosa…noi due siamo adulti …uhm buona…professionisti soprattutto e non trovo giusto che tu dorma di nuovo sul divano. Che ne pensi?”
    Si pulì col tovagliolo le labbra e si girò verso il suo compagno che era in silenzio.
    “Beh, ti ringrazio Bones, ma io…non so se sia il caso.” Sembrava imbarazzato.
    “Certo che lo è.” E riprese a mangiare.
    Lui masticò a forza il boccone di pizza che non voleva saperne di scendergli giù per la gola.
    Si, ma io non sono sicuro di me stesso avendoti così vicina…di nuovo.
    Pensò deglutendo, finalmente.
    La sua espressione tirata, fu scambiata da Brennan per stanchezza.
    Lui sospirò, non riusciva mai a dirle di no.
    “Ok, faremo così se vuoi.”
    Lei annuì contenta.
    “Guarda Bones, mi sono fatto dare una cartina con l’itinerario della festa.”
    Disse Booth cambiando discorso.
    “E’ un giro enorme che si svolge in due giornate. Sarà massacrante seguirlo tutto.”
    Lei annuì. “Si, ma non dovremo fare per forza una non stop. Potremmo scegliere le parti più importanti e seguire quelle.”
    Si pulì le mani e prese un foglio e una penna.
    “Allora, domani è il 3 febbraio e al mattino ci sarà l’offerta della cera, cioè il sindaco porterà un cero nella chiesa della Sacra Fornace, chissà che vuol dire. Poi ci sarà una sorta di processione in costume, che chiamano La carrozza del senato .”
    Prese fiato e bevve un po’ d’acqua. Booth l’ascoltava annuendo.
    “Praticamente il sindaco salirà su una berlina del ‘700 e, preceduto dalle Candelore, cioè dei Cerei dedicati alle corporazioni e da una sfilata di Preti e gente in costume del ‘700, arriverà fino a…Si, la zona del Martirio. Ora c’è una chiesa in quel punto.”
    Si fermò e guardò il suo partner.
    “Ma perché in questa città ci sono tante Chiese? Poi alla sera, ci saranno i fuochi d’artificio in Piazza Duomo. Gabriele mi ha detto che il posto migliore per vederli è sotto l’elefante. Che avrà voluto dire?”
    “Non lo so, siete voi gli squint. Ascolta Bones, lo so che non sono affari miei, ma tu e lui…Insomma….Siete stati….”
    Lei lo guardò senza capire.
    “Cosa?”
    “Dai Bones, hai capito.”
    Lei sorrise.
    “Ah, intendi amanti?” Lui arrossì alla sua totale mancanza di inibizioni.
    Annuì.
    “Si, ma per poco. Perché? Da cosa lo hai capito?”
    Lui si schiarì la gola. “Ho interpretato dei segnali, Bones.”
    “Quali segnali?” Chiese lei curiosa, stupendosi della sua perspicacia .
    Lui cambiò posizione a disagio.
    “Lascia perdere,continuiamo.”
    “Ok. La mattina del 4 c’è la Messa dell’aurora in Cattedrale e poi il Fercolo, è così che si chiama la specie di carro dove trasportano le Reliquie, uscirà in processione. A questo punto, noi potremmo tornare a dormire e poi uscire nell’arco della giornata. La processione durerà tutto il giorno e parte della notte, nel cosiddetto giro esterno. Una volta rientrata in Chiesa, la mattina del 5, ci saranno delle messe e poi, alle ore cinque del pomeriggio comincerà il giro interno lungo la via Etnea e poi ritorno in Cattedrale la mattina del 6. Punti importanti: fuochi del Borgo, salita di San Giuliano e Canto delle Clarisse. Ma chi sono le clarisse?”
    “Sono delle suore dell’ ordine di S. Chiara, la compagna di S. Francesco.”
    “Ma i Santi potevano avere delle compagne?” Chiese lei confusa.
    “Bones, erano amici come noi due.” Disse lui scandalizzato.
    “Ah! Certo. Ok., tra questa confusione di modi di dire e giri sono andata nel pallone.”
    Lui rise. “Tu la conosci la storia di questa Santa?”
    Lei lo guardò di sottecchi
    Certo che la so. Pensò.
    Poi le venne un idea.
    “E tu Booth, la conosci?”
    Lui sorrise disarmante.
    “Beh, mi sono informato un po’ questo pomeriggio. Vediamo se ho capito bene. Agata era una giovane, in realtà poco più che adolescente, che si era votata a Dio. Un senatore romano o forse un proconsole, di nome Quinziano, la vide e decise che la voleva come concubina. Lei lo rifiutò e lui cominciò a perseguitarla usando come pretesto la sua fede.”
    Lei annuì. “Certo, nel ‘300 d.c. c’erano le persecuzioni dei cristiani.”
    Lui continuò.
    “Già. Dunque, la fece catturare dai suoi centurioni e la rinchiuse in una cella. Al suo rifiuto di abiurare Gesù le fece strappare i seni con delle tenaglie roventi. Durante la notte, mentre lei era in agonia, le apparve San Pietro e le fece ricrescere i seni. L’indomani venne arsa viva.” deglutì.
    “Accidenti ai torturatori.”
    Lei si morse un labbro. Anche lui era stato torturato con un ferro rovente e non solo.
    “Booth…” .
    Lui la guardò. “E’ tutto a posto Bones.”
    “E lo sapevi che dopo la sua morte ci fu un grande terremoto a testimonianza dell’ira di Dio?” Gli disse lei, tornando al discorso.
    “No. Però so che lui morì subito dopo, ci sono pareri discordanti sul come, ma tutti concordano sul fatto che il suo corpo fu ingoiato dalle acque del Simeto.”
    Lei era perplessa. “Si, ma questo fiume è a Km di distanza dalla città, Booth. E’ solo una leggenda.”
    “Bones!” La richiamò lui.
    “Che c’è? Ho solo puntualizzato un dato di fatto scientificamente dimostrabile. Il corpo di lei venne sepolto nelle catacombe, ma durante l’invasione dei Mori fu rubato e portato a Costantinopoli. Durante le Crociate due soldati lo trafugarono di nuovo e lo riportarono, fatto a pezzi in una sacca, qui in città; era la notte del 17 agosto. E ogni anno, in quella data, le Reliquie escono in processione. Inoltre i fuochi d’artificio, simboleggiano il rapporto intrinseco tra le eruzioni del Vulcano e i miracoli che la Santa ha fatto, salvando la città dalla furia distruttrice della lava. Cosa darei per poter vedere le sue ossa!” Esclamò mordendosi le labbra.
    “Wow. Sai proprio tutto. Mi fai sentire un po’ ignorante.”
    “Beh, essere ignoranti, significa non sapere le cose. Non sempre è dispregiativo.”
    Lui sorrise.
    “Bene, io penso che per stasera ho raccolto abbastanza informazioni, Bones. Vado a dormire.”
    Si alzò stiracchiando le braccia, mettendo in evidenza i muscoli della schiena e del petto. Lei distolse lo sguardo.
    “Ok. Booth?”
    “Cosa?”
    “Hai parlato con tuo figlio?” .
    “Si.” Era già arrivato al grande letto e le dava le spalle.
    “Ma Booth, non hai le pantofole.”
    Lui alzò le spalle.
    ”Le ho dimenticate insieme all’accappatoio. C’era una certa Antropologa che mi faceva fretta.” Disse sorridendo.
    “Ha! Hai dimenticato anche il pigiama? Dormi vestito?”
    Lui sbuffò esasperato.
    “Beh, in genere dormo nudo ma ora non mi sembra il caso. Questa vecchia tuta andrà benissimo. Altre domande?”
    Lei scosse la testa.
    Lui si infilò tra le lenzuola e lei lo raggiunse dopo un attimo. Il respiro di lui era regolare quando anche lei si infilò dentro al letto.
    Forse già dormiva.
    “Booth, dormi?” Chiese piano.
    “No Bones, che c’è.” Si girò verso di lei puntellandosi su un gomito.
    “Ecco, io ti ho sentito litigare con Rebecca prima. Mi dispiace che lei se la sia presa con te per colpa mia.”
    Lui sospirò e si mise supino con entrambe le braccia fuori dalle coperte e il viso rivolto al soffitto affrescato di putti rosa e nuvole azzurre.
    “No, è lei che cerca ogni spunto possibile per litigare come al solito. Odio quando mi fa sentire in colpa. Non lo trovo giusto.”
    Lei gli appoggio una mano sul braccio nudo e lui vi mise la sua sopra.
    “Grazie per avermelo chiesto Bones.”
    Lei gli sorrise.
    ”Buona notte Booth.”
    “’Notte Bones.”
    E spensero la luce.
     
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    Brava a dare tutti i dettagli sulla storia di Sant'Agata e sulla processione :clap:
    Mi piace Booth a disagio nel parlare con Bones del suo rapporto con Gabriele e poi del dormire insieme e che dimentica pantofole e pigiama perchè Bones gli mette fretta... anche se un Booth che è solito dormire nudo non ce lo vedo (non che non lo vorrei vedere :shifty: ).
    A presto e complimenti!
     
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    Squintern

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    un Booth che è solito dormire nudo non ce lo vedo (non che non lo vorrei vedere ).

    Quella di Booth voleva essere una battuta, per me è un desiderio nascosto (beh, mica tanto!)
    Grazie per i complimenti.
     
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42 replies since 29/7/2009, 16:04   2831 views
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