Un caso esplosivo [Completa]

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  1. omelette73
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    AUTORE: omelette73
    GENERE: di tutto un po' Come in ogni puntata di Bones che si rispetti
    TIMELINE: direi siamo nello svolgimento della 4° stagione, quindi non mi assumo responsabilità sugli spoiler che potrebbero “sfuggirmi”.
    RATING: per tutti
    PAIRING: Booth/Brennan
    SPOILERS: spoiler fino a fine 4a stagione
    DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono ma sono di Hart Hanson, della FOX e di quant'altri ne detengono i diritti.

    E’ la mia prima FF, chissà cosa ne verrà fuori. Trae libero spunto da un famoso caso risolto dall’FBI negli anni ’60, che riguarda due famigerati rapinatori di banche, Albert Nussbaum and Bobby Wilcoxson, caso che ho deciso di trasporre in chiave “Bones moderna”. Fatemi sapere cosa ne pensate, ho un’idea di base, ma è tutto scritto “all’impronta”! Buona lettura.

    CAPITOLO 1
    Sarebbe potuta essere una mattina come tante altre se non fosse stato per quel brusco risveglio.
    Il bussare concitato alla porta si insinuò nella testa di Temperance Brennan risvegliandola da un sonno profondo e senza sogni.
    La sera prima era rimasta al Jeffersonian fino a tarda notte per studiare i resti di un guerriero Navajo le cui spoglie erano state ritrovate nel deserto dello Utha, presto il Jeffersonian avrebbe ospitato una mostra sui nativi americani e quello sarebbe stato uno dei pezzi forte dell’esposizione e come sempre il lavoro l’aveva presa a tal punto da farle perdere la cognizione del tempo.
    Aprì gli occhi lentamente.
    “Avanti Bones aprimi”. La voce di Booth era ovattata attraverso la porta chiusa
    “Sto arrivando, eccomi” Scostò pigramente le coperte e si alzò dal letto indossando il pesante e informe maglione che aveva lascito su una sedia
    “Bones, fa freddo qui fuori, cosa stai aspettando?”
    “Di svegliarmi!” fu la sua risposta infastidita mentre apriva la porta sollecitata dal suo insistente bussare. Non aveva bisogno di chiedere chi fosse, riconosceva la sua voce al volo ormai.
    Appena aperta la porta si ritrovò nelle mani una tazza di caffè fumante, tipico di Booth, riusciva sempre a sorprenderla con quei piccoli gesti premurosi. Ed eccolo lì, al centro del suo salotto, che la guardava con quel sorriso disarmante. Avrebbe dovuto esserci abituata ormai, erano partner da quattro anni, eppure quel sorriso, doveva ammetterlo- aveva ancora il potere di scombussolarla. Portò automaticamente alle labbra il caffè per mascherare quel pensiero così sorprendente ed intimo, non voleva che lui se ne accorgesse. Ed era bravo in questo. Il suo partner.
    “Ti ho svegliata? Mi dispiace Bones, ma dobbiamo sbrigarci”, la guardò stringendo leggermente gli occhi, come per metterla a fuoco. Aveva l’aria davvero stanca e sì, vulnerabile. La mancanza di sonno faceva davvero uno strano effetto su di lei, i suoi occhi sembravano, se possibile, più grandi del normale, immensi laghi turchesi che spiccavano nel bianco del suo volto. Booth si chiese per un attimo quante donne avrebbero pagato per avere l’incarnato della sua collega, pelle di alabastro e occhi chiarissimi, era decisamente bella, la sua Bones ..
    “Certo che mi hai svegliato! Che ore sono?”. Bella e combattiva, come sempre!, pensò tra sé e tornò a sorriderle
    “Le 8. Mi dispiace averti tirata giù dal letto, ma ho grosse novità” la sua espressione tornò a farsi seria, professionale “devi venire con me, ti aggiornerò in macchina sul caso. Abbiamo poco tempo prima che i giornalisti piombino come avvoltoi sulla scena e preferirei evitare di dare spiegazioni per ora”.
    Bones bevve un altro sorso di caffè e si girò automaticamente per andare a vestirsi. Lanciò un’ultima occhiata a Booth e lo vide togliersi il lungo cappotto grigio e appoggiarlo su una sedia. Vederlo così a suo agio in casa propria le fece un effetto stranamente piacevole.
    “Aspettami qui. Ci metto un attimo” si chiuse alle spalle la porta della camera e dopo pochi secondi sentì i bassi di una canzone disperdersi nell’ambiente. Rock. Avrebbe potuto scommetterci.
    Quando uscì dalla sua stanza lo cercò con lo sguardo. Era seduto in cucina e parlava al telefono, ma la musica le impediva di sentire quello che diceva. Passò davanti allo stereo e lo spense.
    “Sono pronta Booth. Di cosa si tratta? Deve essere qualcosa di veramente urgente per buttarmi giù dal letto a quest’ora” Le fece un cenno con la mano pregandola di aspettare mentre annuiva e scriveva qualcosa su un taccuino, “saremo lì tra mezz’ora”, stava dicendo lui.
    Chiuse il telefono e la guardò
    “Molto urgente Bones”. Si infilò velocemente il cappotto e l’aiutò a fare altrettanto con il suo, mentre con una mano appoggiata distrattamente dietro la schiena la guidava inesorabilmente verso la porta.
    Inutile chiedergli di guidare. Ci aveva rinunciato da tempo. Tipico atteggiamento da maschio alfa. A Booth piacevano i ruoli, lui era quello con la pistola e quello che guidava. Soprattutto quando arrivavano sulla scena di un crimine. Le aprì lo sportello e fece il giro della macchina per salire a sua volta. Eccolo, un altro dei suoi gesti carini. Il secondo della giornata. Non aveva di che lamentarsi considerato che erano solo le otto di mattina! Il brusco risveglio venne immediatamente perdonato.
    “È una storia grossa Bones. Fino ad oggi non te ne avevo parlato perché non c’erano state vittime, ma ci aspettavamo tutti che questo momento sarebbe arrivato” le porse un fascicolo che prese dal cruscotto e continuò a parlarle mentre lei ne scorreva il contenuto “Si tratta di due rapinatori. La loro identità è ancora ignota, hanno cominciato la loro prolifica carriera rapinando la prima banca a Buffalo, nel dicembre di due anni fa. Il modus operandi è sempre lo stesso, fabbricano degli ordigni esplosivi a basso impatto, li posizionano in punti strategici ed irrompono a volto coperto approfittando del terrore e della confusione provocata dalla deflagrazione. Si sono spostati per il Paese fino ad arrivare qui a Washington. Nessuna vittima. Nessun indizio. Fino ad ora. Hanno assaltato una filiale della Citibank questa mattina. Il direttore, le guardie giurate e alcuni impiegati erano già al lavoro e fortunatamente c’erano solo pochi clienti in fila agli sportelli, ma qualcosa è andato storto. Uno degli ordigni preparati non è esploso, mentre l’altro ha provocato una strage. Abbiamo tre corpi carbonizzati da identificare e tutti ci auguriamo che uno dei tre sia di questi maledetti bastardi!” Mentre parlava stringeva le mani sul volante, le nocche bianche per il gesto. Non era usuale vedere Booth così agitato. Guidava a velocità sostenuta e la sirena ululava squarciando la calma della mattina.
    Lessi con attenzione il fascicolo che mi aveva consegnato ed improvvisamente tutta la stanchezza scomparve. Avevamo un nuovo caso.


    Edited by omelette73 - 7/9/2010, 14:41
     
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  2. Cris.Tag
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    wow!!!
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    Complimenti, è un bellissimo inizio. Mi piace motlo leggere i pensieri dei personaggi oltre alle loro battute e l'idea per il caso è molto particolare. :clap:
     
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  4. omelette73
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    CITAZIONE (Kew08 @ 9/12/2008, 14:58)
    Complimenti, è un bellissimo inizio. Mi piace motlo leggere i pensieri dei personaggi oltre alle loro battute e l'idea per il caso è molto particolare. :clap:

    Grazie ... mi sto divertendo a scrivere! ecco quindi il secondo capitolo :)


    CAPITOLO 2
    Appena scesi dall’auto in prossimità della sede della banca Booth e Brennan furono accolti da una selva di microfoni, la notizia era circolata rapidamente e la notorietà di Temperance Brennan a volte si rivelava scomoda, era molto facile riconoscerla e tutti erano ormai a conoscenza della sua collaborazione con l’FBI.
    Booth passò in mezzo ai giornalisti lanciando qua e là laconici “no comment” con un espressione indecifrabile, ma Bones percepiva la sua tensione attraverso il braccio con il quale la sospingeva, gentile ed inesorabile, verso l’interno dell’edificio. Mostrò il distintivo all’agente di guardia all’ingresso ed entrarono.
    La grande sala della banca era in condizioni pessime, lo scoppio doveva essere stato davvero spaventoso, la cenere e l’acqua dell’impianto anti-incendio avevano lasciato per terra una poltiglia melmosa. Bones vide subito i primi due corpi, uno vicino all’altro in prossimità di una delle casse. Si avvicinò e si chinò per terra. Booth riconobbe all’istante il suo sguardo, era totalmente concentrata su quei poveri resti senza vedere in loro delle persone, la scienziata che era in lei aveva preso il sopravvento e cercava delle risposte, non c’era spazio per altro.
    All’inizio delle loro indagini in comune quella capacità di distacco l’aveva lasciato perplesso, ora però sapeva che non era dovuto alla freddezza, ma alla necessità di valutare analiticamente una situazione senza che i sentimenti che provava avessero il sopravvento sulla logica. E la capiva.
    “Maschio, tra i 40 e 50 anni, caucasico, un metro e 75 circa” disse indicando il primo corpo, “escluderei sia uno dei rapinatori, ho letto nel fascicolo che i testimoni hanno parlato di uomini giovani ed in ottima forma. Qui all’altezza del dell’anca vedo tracce di una recente operazione di innesto del femore, probabilmente quest’uomo era anche un po’ claudicante” la sua attenzione fu attirata dal secondo corpo “quest’altro appartiene ad una donna, direi sui venti/trent’anni, di razza asiatica. Anche lei è da escludere” si sollevò in piedi e fissò Booth negli occhi “dove si trova il terzo corpo?”.
    Booth fece il giro del bancone e le indicò l’ultimo corpo
    “Questo è forse il più interessante” puntualizzò mentre la osservava avvicinarsi alla terza vittima “Questa cassa era chiusa, quindi dietro al bancone non avrebbe dovuto esserci nessuno, inoltre tutti gli impiegati presenti hanno risposto all’appello, ma non abbiamo testimoni che possano confermarci se effettivamente uno dei due rapinatori sia saltato al di là del bancone. Potrebbe essere uno di loro”.
    “Maschio, caucasico, un metro e ottanta circa. Non vedo segni particolari ad un primo sguardo. Dallo stato generale del corpo era sicuramente il più vicino all’esplosione. Avete trovato tracce della bomba?” chiese mentre raccoglieva dal corpo campioni da analizzare
    “No, disintegrata con l’esplosione. Ma abbiamo il secondo ordigno inesploso, la scientifica l’ha requisito e ne stanno analizzando i componenti. Questa è stata una rapina diversa dalle altre. Due testimoni fuori dalla banca hanno confermato che c’era una terza persona ad attendere fuori. Un palo. È la prima volta. Normalmente lavorano in coppia. Non siamo però in grado di stabilire se siano usciti vivi dall’esplosione perché allo scoppiare della bomba la macchina ha girato rapidamente l’angolo ed è scomparsa alla loro vista, probabilmente i rapinatori o il rapinatore, se uno dei due è morto nell’esplosione, è fuggito dal retro”.
    “Facciamo portare questi corpi al Jeffersonian e diamo loro un’identità” concluse Bones sbrigativa facendo qualche passo indietro per permettere ad alcuni agenti di recuperare i resti, ma continuando a fissarli attenta che nessuno compromettesse le sue prove.

    “Da quanto tempo stai seguendo questo caso?” gli chiese Bones una volta saliti in macchina e diretti verso il Jeffersonian
    “Da dopo la prima rapina, siamo alla quinta, in un anno. È stato davvero frustrante fino ad ora non trovare nessun indizio su questi uomini, sembravano agire come robot, mai nessun errore, mai alcuna incertezza. Ma forse adesso uno di loro ha compiuto uno sbaglio estremo”
    Bones si girò verso di lui guardandolo con un’occhiata colma di rimprovero
    “Sai perfettamente che è inutile fare congetture senza vere prove concrete Booth”
    “Lo so Bones, sto solo facendo una speculazione, se veramente quel corpo appartenesse ad uno dei rapinatori ci aiuterebbe a capire anche l’identità dell’altro e a mettere fine a questa storia”
    “Bhe, fare speculazioni è un’attività del tutto inutile, fino a che non conosceremo la vera identità della vittima, non avremo nulla su cui lavorare”
    “Sei troppo fiscale Bones, fare congetture ci ha spesso aiutato a risolvere dei casi”
    “Le prove ci hanno aiutato a risolverli, per quanto ammiri il tuo intuito Booth, quelle che contano in tribunale sono le prove” sottolineò decisa
    Booth la guardò di sfuggita
    “Ammiri il mio intuito? Davvero Bones? Normalmente non sei così generosa con i complimenti. Dovrei svegliarti più spesso se la mattina ti faccio questo effetto” concluse con un sorriso compiaciuto.
    Questa volta Bones capì il nemmeno troppo velato doppio senso celato nelle parole di Booth e preferì tacere, non volle dargli la soddisfazione di averla colta in fallo.
    Essere svegliata da Booth tutte le mattine. Chissà come sarebbe stato.
    Pose fine bruscamente a quel pensiero prima che portasse in un campo minato e il provvidenziale arrivo al Jeffersonian l’aiutò ad evitare lo sguardo di lui. Scese precipitosamente dall’auto e si diresse all’interno dell’edificio.

    Con Booth alle calcagna, Bones entrò nel laboratorio, lanciò un saluto ad Hodgins chino su un microscopio e passò in rassegna con lo sguardo il resto dell’ampia sala. Suo padre la salutò dalla balconata sovrastante, un caffè in mano ed il suo solito ampio e gioviale sorriso, che lei ricambiò con un certo imbarazzo.
    Booth li osservò di sottecchi, il rapporto di Bones con suo padre progrediva sull’instabile equilibrio della quotidianità. E considerò che sarebbe passato ancora molto tempo prima che tra quei due non si percepisse più quella latente tensione e quell’imbarazzo che erano ancora così visibili.
    Per quanto Bones non potesse più negare il suo affetto per lui, era ancora lontana dall’aver dimenticato il passato, l’abbandono e le bugie. Ammettere incondizionatamente il suo affetto per Max Keenan, sarebbe significato affrontare questioni assai dolorose per lei. Perdonarlo avrebbe significato non avere più una barriera dietro la quale nascondere il suo atteggiamento così freddo e analitico, sarebbe significato non avere più difese dietro le quali rifugiarsi e lei non era ancora pronta per questo. Per un attimo Booth si chiese come fosse possibile non vedere il fuoco che ardeva in quella donna, come facessero gli altri a considerarla una persona fredda. Sorrise all’inevitabile risposta che gli salì alle labbra e considerò che anche lui era caduto in quel tranello prima di conoscerla come adesso la conosceva.

    Bones si diresse a passo spedito verso l’ufficio di Angela e si chiuse la porta alle spalle.
    “Ciao tesoro” la salutò lei, la sua imprevedibile, bellissima amica le sorrise. Angela era il suo rifugio, la conosceva come pochi e la sua schiettezza l’aveva aiutata in più di una circostanza
    “Ciao Ang”
    “E’ successo qualcosa, hai un’aria strana questa mattina?”
    Bones la guardò dritta negli occhi
    “È per qualcosa che ha detto Booth poco fa”
    “Già. Ovvio. Booth” ed il sorriso di Angela si allargò, lasciò cadere le mani dalla tastiera del computer e si girò a guardarla
    “una stupida considerazione sullo svegliarmi la mattina, tutte le mattine in verità” continuò con un aria assurdamente perplessa che Angela trovò adorabile “e sai, mi sono ritrovata a volare con l’immaginazione. Ma non è logico, io non lo faccio mai, non ha senso. Io e Booth siamo colleghi, ne abbiamo passate tante insieme e probabilmente la forzata intimità che ci ritroviamo a condividere mi ha portata a fare strane congetture. Non nascondo poi che Booth sia un uomo attraente ed io mi sono sempre considerata una donna realista, che non rinnega i propri bisogni, ma sai insomma. Booth è Booth!” concluse posando il suo sguardo deciso e cristallino sul volto di Angela, ma non le concesse nemmeno di aprire bocca e proseguì subito dopo “hai ragione. Mi sono risposta da sola, Booth è un bell’uomo ed io sono sola da troppo tempo, probabilmente i miei feromoni hanno risposto ad uno stimolo intrinseco in me! Nulla di strano in questo”.
    Si alzò di scatto e le sorrise
    “Grazie Angela, sapevo che parlarne con te mi avrebbe aiutata, meglio che torni al mio caso adesso” Angela le sorrise di rimando
    “Non c’è di che” ma Temeperance era già sparita.


    Edited by omelette73 - 10/12/2008, 07:13
     
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    Bravissima... mettila in crisi Bones, ha troppe certezze :lol: lo dico nel suo interesse, guarda un pò lì che premio l'aspetta...
     
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  6. Cris.Tag
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    Confermo quanto già scritto in precedenza. E direi che in questo capitolo c'è molto di più.
    C'è molto di Booth, con le sue battutine e la tensione/passione per i casi, ma anche di Brennan, le sue idee, i suoi modi di fare e di reagire.

    Mi è piaciuto molto anche il "dialogo" con Angela ... perchè vorrei che tornassero ad essere le confidenti che erano prima.
     
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    bello complimenti concordo cn gli altri... :D
     
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  8. Chemistry
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    Lui che la sveglia tutte le mattine.. :wub:
    Storia interessante e ben strutturata, descrivi il caso perfettamente e quindi non oso immaginare come potrai descrivere perfettamente altre situazioni :wub: continua presto please... :) :)
     
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  9. Romi10
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    Come inizio non è male, ulteriori commenti nei prossimi capitoli ;)
     
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  10. omelette73
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    CITAZIONE (Romi10 @ 10/12/2008, 00:47)
    Come inizio non è male, ulteriori commenti nei prossimi capitoli ;)

    Merci! terzo capitolo, ma metto le mani avanti, non garantisco sempre questo ritmo! :)

    CAPITOLO 3
    Hodgins cercava di ignorarla, ma quella sensazione era troppo forte perché ci riuscisse. Guardando con aria assente le larve che ripulivano la vittima dai brandelli di carne sopravvissuti all’esplosione, tirò un sospiro avvilito
    “Gesù Hodgins, potresti evitare quell’espressione mentre quei .. cosi, divorano il MIO caso?” lo apostrofò Booth con aria esasperata
    “Non stanno affatto divorando il tuo caso Booth, sono larve e si limitano a pulire le ossa per aiutarci nella ricostruzione dell’identità di quest’uomo. E poi, si insomma. Mi ricordano Zack!” concluse con aria indispettita
    “I vermi ti ricordano Zack?” lo guardò perplesso
    “Sì e mi manca. Mi mancano i nostri esperimenti. Non c’è gloria nell’essere il RE DEL LABORATORIO se non ci sono pretendenti al trono!”
    Booth, lo sguardo perso contro la teca di vetro, ricordò come in un flash le parole di Gordon che gli diceva che il suo comportamento era influenzato dalla paura piuttosto irrazionale di essere responsabile del destino di qualcun altro.
    Era successo due anni prima, ma anche in questo caso riconosceva la verità di quella affermazione.
    Aveva sempre tenuto per sé la sensazione che avrebbe potuto evitare ciò che era successo a Zack. Proprio lui che vantava un’incredibile capacità di cogliere le sfumature più sottili nei comportamenti delle persone, con lui aveva fallito, non si era reso conto del guaio in cui si era cacciato.
    Il suono del cellulare lo distrasse da quei pensieri foschi
    “Booth” rispose al primo squillo, poi mise la mano sul telefono per non essere sentito dal suo interlocutore e puntò gli occhi su Hodgins
    “Sarebbe meglio non tirassi fuori l’argomento Zack davanti a Bones, è ancora parecchio scossa a riguardo”
    “OK amico” rispose al sorriso di Hodgins e tornò a concentrare la sua attenzione sulla telefonata.

    Quel pomeriggio, seduto sul divano dell’anonima stanza del dottor Lance Sweets, l’agente speciale Seeley Booth continuava nervosamente a far scattare l’apertura del suo cellulare
    “Agente Booth, si sente bene?”
    “No, non mi sento bene. La reputazione dell’FBI è pericolosamente in gioco con il caso che stiamo seguendo Sweets. Questi rapinatori si stanno prendendo gioco di noi da due anni! Ma finalmente abbiamo qualche indizio per fermarli” come ogni volta che c’era un caso che catturava particolarmente la sua attenzione, Booth sembrava recalcitrante all’idea di trascorrere il suo tempo nell’ufficio del Dottor Sweets “pensavo di farle vedere alcuni video ripresi dalle telecamere a circuito chiuso di alcune banche durante le rapine. Forse potrebbe analizzare il comportamento dei due rapinatori e trarne qualche utile conclusione per il mio caso”
    “Posso farlo agente Booth, ma sa perfettamente che in quest’ora non dovremmo parlare di lavoro” Booth continuò a torturare il suo telefono, mentre Sweets spostò l’attenzione sulla dottoressa Brennan che, seduta vicino a Booth, aveva distrattamente seguito il loro scambio di battute, il che era inusuale per lei
    “La vedo un po’ assente dottoressa Brennan”
    Rivolse lo sguardo verso il dottor Sweets
    “Forse” ammise. Con un gesto lui la invitò a spiegarsi
    “Si tratta di qualcosa che ha detto l’agente Booth, riguardo al fatto che mi avrebbe messa di buon umore essere svegliata da lui tutte le mattine” il fastidioso rumore provocato dall’incessante scatto del cellulare causato dal nervosismo di Booth si interruppe improvvisamente e Booth sembrò paralizzarsi
    “E per quale motivo questa affermazione l’ha distratta dottoressa?”
    “Per un attimo ho pensato che avrebbe potuto essere piacevole.” il rumore tornò a farsi sentire e questa volta Booth cominciò anche a muovere nervosamente una gamba “Ma ricordo perfettamente cosa ci ha detto, dottor Sweets, riguardo al fatto che sembrava che il nostro rapporto professionale potesse sostituire un’eventuale relazione rendendoci più difficile stringere altri legami. Penso sia esattamente questo il problema. Sono sola da un po’ di tempo e credo sia del tutto irrazionale negare le proprie necessità fisiologiche”
    “Bones” il nome di lei uscì quasi come un lamento dalle labbra di Booth e lei si volse a guardarlo
    “Ne ho parlato con Angela e anche lei concorda con me!” lo disse come se l’approvazione della sua amica costituisse una prova evidente della logica della sua affermazione
    Booth si passò una mano davanti agli occhi
    “Angela, eh?”
    “Sì, Angela, non capisco quale sia il problema Booth. So che ti mette in imbarazzo parlare di sesso, ma è una necessità normale per l’essere umano, ti ho detto più volte che anche io, a discapito di quello che tutti pensano, ho bisogno di avere un contatto fisico con le persone. Esattamente come te.”
    “Non riesco a capire perché, nonostante tu affermi di detestare la psicologia, la usi ogni volta a tuo vantaggio Bones”
    Il dottor Sweets rimase in silenzio ad ascoltarli e si spostò impercettibilmente sulla poltrona quasi a sedersi più comodamente
    “È una logica conclusione Booth, non sto usando affatto la psicologia!”
    “Una logica conclusione pensare che essere svegliata da ME tutte le mattine significhi che sei sola da troppo tempo e che hai bisogno di fare... “
    “Sesso” conclusero simultaneamente per lui sia Bones che il Dottor Sweets
    Booth si agitò nervosamente sulla sedia
    “È ridicolo Bones”
    “No, che non lo è”
    “Ti dico di sì”
    “È la soluzione più evidente ad un problema contingente”
    “Non lo è”
    “E quale sarebbe la spiegazione migliore secondo te?”
    “Razionalmente parlando so solo che tutte le volte che hai sentito queste “esigenze”, sei finita nei guai Bones e sono stato io a tirartene fuori!” ribatté appoggiandosi con uno scatto allo schienale del divano, come se con quel gesto dovesse sottolineare di aver segnato un punto in suo favore.
    “Non tutte le volte Booth” figurarsi se gli avrebbe mai lasciato l’ultima parola, pensò esasperato Booth, che chiuse di scatto il telefono e si protese leggermente verso di lei
    “Se non tutte le volte, la maggior parte Bones” la sua voce diventò un sussurro impercettibile “e comunque non dovresti tirare fuori questi argomenti davanti a Sweets”
    “Solo perché hai un irrazionale imbarazzo nel parlare di sesso, non significa che io non debba farlo Booth”
    “Non ho un irrazionale imbarazzo a parlare di sesso Bones”
    “Ce l’hai”
    Lance Sweets osservava sornione la scena posando lo sguardo dall’uno all’altro con un leggero sorriso che gli aleggiava sulle labbra
    “Non ce l’ho affatto” disse scattando in piedi all’improvviso
    “Sono discreto Bones è diverso. Preferisco che certe cose restino tra noi! E poi sono un uomo d’azione io, e rimango dell’idea che di certe cose sia meglio non parlare, ma... sì insomma, mi hai capito!”
    “Non ti ho capito, cosa vorresti fare oltre a parlarne?”
    Booth le lanciò un’occhiata esasperata, ma qualsiasi fosse la risposta che voleva darle fu interrotto dallo squillo del telefono
    “Booth” ascoltò per qualche secondo, poi chiuse la comunicazione
    “Dobbiamo andare Bones, ci sono novità sulla bomba inesplosa. Le farò avere quei filmati Sweets” disse Booth e sparirono dietro la porta senza lasciargli il tempo di ribattere.


    Edited by omelette73 - 10/12/2008, 15:20
     
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    :lol: fantastica... bravissima! aspetto la terza stagione per vedere all'opera sweets, già da quel che ho letto lo adoro. hai creato un dialogo perfetto. :clap:
     
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  12. una_carrie
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    wow..ho letto tutti i capitoli di seguito! è molto appassionante!! intrecci bene tutti gli ingredienti..complimenti! :D però sei crudele..far squillare i telefono di Booth prima che lui esplicitasse il suo concetto di "uomo d'azione" ;)
     
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  13. Chemistry
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    Wow, dove sarebbero finiti con quel discorsetto sull'uomo d'azione..speriamo ne riparlino presto!
    Non vedo l'ora di leggere il seguito..
    Brava davvero :clap:
     
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  14. Cris.Tag
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    Mi sta prendendo non poco questa storia, lei è come al solito diretta nell'esporre le sue esigenze, lui recalcitrante a parlare di queste cose con lei, soprattutto di fronte a Sweets...

     
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  15. omelette73
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    CITAZIONE (Chemistry @ 10/12/2008, 13:47)
    Wow, dove sarebbero finiti con quel discorsetto sull'uomo d'azione..speriamo ne riparlino presto!
    Non vedo l'ora di leggere il seguito..
    Brava davvero :clap:

    Grazie.
    Non prendetemi per matta, ma tutti i paroloni usati da Bones in questo capitolo sono frutto di una ricerca su internet fatta per dare un senso a quello che scrivevo. probabilmente un medico impallidirebbe, ma io ci ho provato comunque! :rolleyes:

    CAPITOLO 4
    Nell’ufficio di Booth, presso la sede centrale dell’FBI situata nel J. Edgar Hoover Building, lui le riassunse brevemente il fascicolo che la scientifica gli aveva lasciato in merito alla bomba inesplosa nell’attentato di quella mattina alla Citibank.
    “Abbiamo grosse novità Bones, analizzando l’esplosivo hanno trovato delle impronte digitali. Appartengono ad un certo Peter Curry. Era uscito di galera sulla parola da qualche hanno, ma il suo agente di custodia l’ha denunciato per violazione della libertà condizionata poco tempo dopo e da quel momento si sono perse le sue tracce. Il che ne fa, senza ombra di dubbio, il nostro “terzo uomo”, visto che non può fisicamente aver partecipato ai primi colpi di questa banda. La caccia è aperta a questo punto. Abbiamo un nome finalmente. Potrebbe anche essere la nostra vittima sconosciuta. Dobbiamo assolutamente identificare quell’uomo Bones”.
    “A questo punto il mio assistente dovrebbe aver fatto una prima analisi dei resti e inserito i marcatori, devo solo confermare il suo lavoro e Angela potrà fornirci un volto” Booth notò quel “il mio assistente” detto con fredda indifferenza, nessuna confidenza, nessun nome, considerò che probabilmente neanche lo ricordava il suo nome.
    Erano piccoli dettagli come quello a dargli la certezza di quanto detto ad Hodgins quella mattina. Ciò che era accaduto a Zack continuava a sconvolgerla.
    Da quando era stato ricoverato presso la clinica psichiatrica in seguito all’inchiesta su Gormogon, in laboratorio si erano susseguiti un infinito numero di assistenti, senza nome e senza volto, ai quali Bones non concedeva altro se non la sua attenzione accademica.
    Booth si alzò da dietro la scrivania
    “Cosa aspettiamo allora? Ti porto al laboratorio e vado da Sweets per vedere con lui i filmati che ho reperito”.

    I filmati che Booth portò al dottor Sweets erano di breve durata, ma gli diedero comunque l’occasione di farsi un’idea sui due rapinatori.
    “Posso sicuramente affermare che questi uomini anno caratteri profondamente diversi” concluse Sweets fermando l’immagine che gli scorreva davanti “Quest’uomo” disse indicando sullo schermo un tipo alto e segaligno “deve essere la mente. Non parla quasi mai e si limita a dare all’altro indicazioni rapide e concise su come agire. Per contro l’altro tipo deve essere un vero violento. Urla ordini contro il cassiere e contro i clienti della banca e imbraccia l’artiglieria pesante. Uno schema abbastanza classico preso nel suo insieme. Probabilmente il più pericoloso tra i due è il primo uomo, inutile dirlo. È lui quello che dovete fermare”.
    Booth fissò per un attimo lo schermo, poi, posando le mani sul tavolo, si alzò e, ringraziato Sweets tornò al Jeffersonian.

    Nel suo ufficio Bones sbocconcellava un panino in compagnia di Angela in attesa che il computer effettuasse il rendering del volto della vittima.
    “Ho espresso le mie perplessità a Booth e Sweets quest’oggi, quando ci siamo visti per la seduta, riguardo al discorso che abbiamo fatto oggi”
    Angela la guardò di sottecchi
    “Tesoro, non abbiamo fatto alcun discorso. Tu hai parlato ed io mi sono limitata ad ascoltarti” puntualizzò lei
    “Booth pensa che il pensiero di svegliarmi con lui ogni mattina, non sia riconducibile alla peculiarità del nostro legame lavorativo, né tantomeno alla mia attuale privazione di rapporti interpersonali con l’altro sesso”
    Angela ebbe pietà della sua amica e glissò su quella nuova reinterpretazione dei fatti da parte di Brennan, adesso parlava di “svegliarsi accanto a lui”. Sorrise serafica.
    “Mi ha anche messo in guardia dal cercare eventuali compagni con cui risolvere questo problema, dicendo che spesso ha dovuto tirarmi fuori dai guai per questo. Devo ammettere che la mia capacità di giudizio nella scelta degli uomini non si è rivelata sempre sensata come mi aspettavo, in questo devo dargli ragione”.
    “Non avevo dubbi che ti avrebbe dissuasa dal farlo”
    “Ma non mi ha affatto dissuasa!” insistette testarda lei “è del tutto irrazionale da parte di Booth non comprendere quanto sia importante evitare questa, questa... “
    “... tensione sessuale tra voi?” le chiese Angela
    “Non c’è affatto tensione sessuale tra me e Booth”
    “Tesoro, siete più tesi di una corda di violino quando state insieme. È ovvio che ci sia tensione tra di voi. Questo è un dato di fatto e dovresti cercare di accettarlo una buona volta. Posso anche capire che tu abbia timore di affrontare la cosa, ma non puoi sicuramente ignorarla, sei troppo intelligente e razionale perché questo accada!”
    “Perché accada cosa?” la voce di Booth le colse totalmente impreparate, prese come erano a parlare non lo avevano notato avvicinarsi all’ufficio, né tantomeno varcarne la soglia.
    Bones si bloccò con il panino a mezz’aria e lo guardò a disagio.
    “Niente che ti riguardi Booth” e nell’esatto momento in cui finì la frase seppe di non essere stata creduta
    Booth si sedette vicino ad Angela che gli dedicò un sorriso smagliante. Si chiese cosa Angela avesse messo in testa a Bones, visto il modo in cui lo guardavano.
    “Sweets mi ha fatto un quadro abbastanza preciso su qui due rapinatori e quello che ha detto non è affatto confortante” proseguì tentando di ignorare l’atmosfera complice che si era creata tra Angela e Bones “Dobbiamo assolutamente fermarli” concluse.
    Bones si alzò e lo invitò a seguirla.
    “Vieni ho delle novità anche io”

    Si avvicinarono alla piattaforma sulla quale giaceva lo scheletro appena ricomposto della terza vittima della rapina
    “Ho confermato ad Angela i marcatori del teschio, il computer sta effettuando il rendering del volto della vittima. Dallo scheletro rilevo una particolarità”. Proseguì chinandosi sul freddo tavolo di acciaio ”Quest’uomo era sicuramente affetto da STC (Sindrome del Tunnel Carpale), è un quadro patologico sostenuto dalla presenza di una compressione del nervo mediano a livello del canale carpale e da sintomi e segni neurologici dipendenti dalla distribuzione del nervo a livello della mano, peraltro molto rara in un uomo. Ci sono evidenti segni di ripetute fratture di tipo Colles al polso destro e sono una tipica causa locale della STC.
    Inoltre è evidente dai depositi tofacei nell’articolazione del gomito destro che questa sindrome non sia stata adeguatamente curata, portandolo a soffrire di gotta”.
    Booth la guardò perplesso. Questa era la parte che detestava maggiormente, quando lei parlava e lui non capiva assolutamente nulla di quello che diceva. Odiava aver bisogno di spiegazioni. Lei sembrò leggergli nel pensiero e proseguì spiegando:
    “Vedi questa sorta di cristalli di consistenza pietrosa? Sono appunto i depositi tofacei di cui ti parlavo” come Booth avvicinò una mano per toccare la parte che Bones gli indicava, lei gliela schiaffeggiò come se stesse scacciando una mosca. Booth si portò automaticamente alle labbra la mano arrossata
    “E questo come ci aiuta?”
    “Da un’analisi dei resti dei reni, Cam mi ha confermato che soffriva di una cronica insufficienza renale, diretta causa della gotta. Sicuramente stava seguendo una terapia ad hoc per una patologia a questo stadio di avanzamento, terapia che consiste nella somministrazione di farmaci molto particolari, venduti solo dietro presentazione di ricetta medica, il che ci aiuterà notevolmente nell’identificazione, una volta che Angela avrà fatto la ricostruzione facciale”
    Booth batté le mani soddisfatto
    “Perfetto Bones, andiamo a giocare con Angela allora” disse sorridendole e sospingendola verso la stanza della sua amica.


    Edited by omelette73 - 11/12/2008, 08:09
     
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