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Quoto in pieno l’analisi di Franca (anche le attestazioni di stima nei confronti di DB, è ovvio; non entro nello scambio di opinioni tra lei ed Annina). The Bones on a Blue Line, per me, è uno di quei classici episodi di Bones che si è portati a trascurare, mentre nel loro svolgimento si possono ritrovare delle gemme piccole o grandi, soprattutto se si guarda l’intera series non solo nella prospettiva esclusiva del rapporto B/B. La gemma in questo episodio è l’ulteriore tassello che gli autori hanno aggiunto nel loro progressivo costruire la tela dei rapporti umani, l’instaurarsi e il consolidarsi delle relazioni nella reciprocità, la coralità che caratterizza lo stare insieme, che abbiamo potuto apprezzare nell’episodio natalizio, quando abbiamo potuto vedere queste persone riunirsi e fare festa insieme. La panoramica conclusiva ce li faceva vedere seduti intorno alla tavola, in questo episodio invece li possiamo seguire nell’interagire della loro vita quotidiana e constatare come il legame ormai sia profondo. Si prendono cura l’uno dell’altro (Booth e Jack nei confronti di Sweets) oppure riconoscono e rispettano l’altro (Brennan nei confronti di Angela). Uno dei temi ricorrenti dell’episodio è il libro e per cogliere in prospettiva il cammino percorso basta riandare alla prima stagione, alle punzecchiature, alle prese in giro, alle piccole sfide e metterle a confronto con la situazione del presente. Anche la lettura della fatidica p.187 in Jack non suscita la legittima reazione di fronte alla palese violazione della privatezza della sua intimità, ma il divertito sarcasmo nei confronti di Angela, che gli consente di riproporsi a lei, di ricordarle in maniera molto delicata il loro rapporto. Ma l’episodio inizia con un fatto tragico, l’inondazione della metropolitana e la morte del ragazzo (tra l’altro, a mio modesto parere, scena girata veramente bene). È l’imprevisto e l’imponderabile, da un momento all’altro si può passare dalla vita alla morte: la promessa che ciascuno di noi è ed ha dentro di sé viene tranciata, distrutta. Nel breve spazio di un sospiro non siamo più, le nostre speranze, i nostri sogni, (come anche le nostre paure ed angosce), possono essere spazzati via, basta scegliersi di mettersi seduti da una parte o dall’altra di una macchina, di pullman, di un aereo, di un treno oppure, come in questo caso, di una metropolitana (non desidero essere macabra, la mia insistenza nasce da un ricordo personale, ossia, l’essere sopravvissuti ad un gravissimo incidente di due amici molto cari di mio padre). Vita e morte sono intrecciate fra di loro in un’inesausta lotta, in cui la seconda sembra avere sempre l’ultima parola. Ma non è così, come dimostra la lettura prima antropologica che morale, religiosa, sociale e politica dell’esperienza umana, che gli uomini di ogni latitudine e di ogni longitudine hanno posto come significato e senso del loro vivere insieme. La morte prima o poi mi catturerà, ma prima d’essere sconfitto ho preso le mie contromisure, perché il figlio è la mia risposta e la mia vittoria sulla morte. È il mio rilanciare la vita, la mia vita, è il sopravvivere alla mia stessa morte. Il figlio è la mia responsabilità nei confronti della vita e non solo per me, ma per tutta l’umanità. (Faccio un breve inciso, so che quanto ho appena scritto, può dare adito ad un dibattito ed un confronto molto serrati. Ma non posso addentrarmi ancora di più su questa tematica, dovrei scrivere almeno un saggio e non un commento all’episodio. Mi limito a questo: come ci sono tanti tipi di famiglia, ci sono tanti tipi di figliolanza. Ne ho fatto esperienza diretta, d’altronde sono single e non ho figli, ma molti dei miei studenti li posso considerare come miei “figliolini”. E preciso, sono ricambiata). Sweets interpreta quanto accaduto come un segno e da esso trae un insegnamento: vuole vivere la sua vita fine in fondo, la vuole realizzare, renderla compiuta. La scelta finale non è un’illuminazione, ma il risultato di un travaglio personale, per cui si isola da Daisy, suscitando sconcerto e dubbi, e confidandosi, guarda un po’, proprio con Booth. Alla fine, prende la sua decisione e il risultato è uno dei momenti più belli di tutta la series. Sweets capisce che la sua vita realizzata è insieme con Daisy, è con lei che vuole viverla, è con lei che vuole costruire il suo futuro, per cui va e con il suo tipico approccio le fa la proposta, la chiede in moglie. Ma Sweets non è andato all’incontro da solo, ha portato con sé l’anello di fidanzamento della madre, la madre adottiva, un anello semplice, non di grandissimo valore monetario, ma di immenso valore simbolico: l’anello racchiude in sé l’amore cha ha unito i suoi genitori adottivi per tutta la vita. I genitori sono morti, non ne conosciamo i nomi, non li abbiamo visti e non li vedremo mai, ma essi sono una presenza importante. Essi, già avanti negli anni, hanno avuto la forza e il coraggio di accogliere un bambino di sei anni, ferito nel corpo e nello spirito, lo hanno abbracciato, lo hanno amato e lo hanno fatto crescere, rendere adulto, autonomo, un uomo che conosce la differenza tra il bene e il male, tra giusto e ingiusto. Un uomo che, in quanto ha ricevuto amore, sa a sua volta dare amore. Sweets nel suo ricordare i genitori vive quella che si era soliti chiamare una volta “traditio”, si pone lungo la linea di continuità delle generazioni, nel suo prepararsi al futuro non può non esprimere il suo riconoscimento per coloro che non dal punto di vista biologico, ma da quello esistenziale gli hanno dato la vita. Daisy, Daisy la sciocchina, la logorroica per eccellenza, è sorpresa (si aspettava d’essere lasciata), in un primo momento è senza parole, ma una volta compreso il senso della proposta del suo “Lance”, si butta a sua volta, accetta e, al tempo stesso, esprime una verità dolorosa, ma indubitabile: l’inondazione è stata un disastro, un ragazzo ha perso la vita, ma a lei da tutto questo sono venute gioia e speranza. La sua vita cambia e sarebbe ipocrita il non ammetterlo. È principio di realtà e bisogna accettarlo. Quale sarà il seguito di questa richiesta di matrimonio? In fondo, Sweets e Daisy hanno il coraggio di vivere ciò che ancora sembra inibito a Brennan e Booth. Quale sarà la loro reazione di fronte alla novità? Non lo so e non mi preoccupo neanche d’immaginarlo, faccio solo una modesta ipotesi, dato che in Bones, ormai lo sappiamo benissimo tutti, nulla è mai fatto a caso: attraverso la vicenda di Sweets e Daisy Hanson & C. ci hanno voluto lanciare un segnale: l’amarsi di Booth e Brennan, il loro divenire una vera coppia non è solo l’esplodere della passione, non è solo una “corresponsione d’amorosi sensi”, ma qualcosa di ben più importante e rilevante, implica le strutture più profonde dell’essere umano con tutte le loro specificità e significati. Ci sono stati promessi dal prossimo episodio sviluppi radicali, per cui, sempre a mio modesto parere, avremo modo di gustare quanto ci verrà presentato anche su queste tematiche.
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