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9x02 (ma anche il 9x01) Il post ha riferimenti anche all’episodio precedente.
Lo confesso, questa volta ho avuto bisogno di più tempo del solito prima d’ingranare. Non riuscivo a cogliere il bandolo della matassa, lo spunto grazie al quale riesco a partire, a collegare i diversi aspetti mi sfuggiva. Ma poi l’ho trovato, unendo il percorso che in questi due episodi Brennan e Cam compiono, che mi ha riportato a 7x13, ed è un percorso molto bello, umano, umanissimo, di un’umanità che, sotto l’attacco di un nemico spietato, il cui unico scopo è l’esercizio del potere assoluto sulle loro vite, come su quelle degli altri, riesce a riaffermare se stessa, a recuperare la sua libertà e, pertanto, la sua identità e così sconfiggerlo. Mi viene da definire il percorso come l’iniziale smarrimento di sé, cui segue il recupero che porta all’assunzione di una responsabilità rinnovata e rinsaldata nei confronti di se stesse e degli altri, delle persone amate (Booth e Arostoo) e degli amici. Mi è piaciuta molto la scelta a livello di scrittura del gatto e la volpe di fare di Pelant il dominus absconditus, che non si vede e di cui non si parla, anche se il fatto che a nessuno per ben tre mesi non sia mai venuto in mente che nel comportamento di Bootth potesse esserci il suo zampino, soprattutto Angela, risulta una forzatura, ma la giustifico in quanto funzionale all’impianto generale, a quanto vogliono dimostrare. Il Jeffersonian ormai è una prigione nel senso che le persone che vivono in esso sono sotto il continuo controllo di Pelant, vero e proprio burattinaio, che, a seconda dei casi, interviene direttamente (il cadavere in casa di Jack e Angela, la sottrazione dell’intero patrimonio di Jack, il ricatto per impedire il matrimonio) o indirettamente (Sweets). Pelant non ha fretta, vuole far durare il suo gioco il più a lungo possibile, si diverte a torturare moralmente e psicologicamente i nostri, farli vivere nell’angoscia, essere consapevole che tutto questo viene da lui, lo fa sentire onnipotente, lo gratifica, gli dà quella soddisfazione sessuale che forse non può procurarsi in altra maniera. È la vertigine del potere assoluto o quello che egli è arcisicuro essere potere assoluto. Lo ribadisco, per ora Pelant non li vuole sopprimere fisicamente, vuole le loro anime, risucchiarle, renderli pupazzetti obbedienti, li deve punire per tutte le sconfitte subite. Ma …. come ben si sa, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Ecco che Brennan e Cam, ciascuna per suo conto, colpite nel profondo del proprio essere, per la prima nel suo amore per Booth, un amore così grande da farle fare la proprosta di matrimonio, per la seconda nella sua vita, per come se l’è costruita mano a mano, con coraggio, con impegno, lottando, arrivando a recitare in filmetti di terz’ordine, pur di procurarsi i soldini per studiare. Ambedue si sono fatte da sole, ambedue hanno forza e coraggio da vendere, ed eccole qui, smarrite, colpite, mano a mano annientate, reagire dapprima regredendo, ricorrendo ai meccanismi da tanto tempo collaudati, quelli grazie ai quali si sono costruite le loro identità e la loro vita. Solo che essi sono ormai superati, non possono funzionare, rimanere legate a essi equivale a perdersi, a perdere la loro anima, il loro io interiore più vero e sincero e se così fosse, Pelant avrebbe vinto. Ma il “lurido individuo” con tutta la sua genialità, con tutta la sua tecnologia è impotente di fronte alla ricchezza più autentica di queste due donne: l’amore e l’amicizia. Amicizie consolidate per Cam (Jack e Angela), amicizie nuove per Brennan (Aldo). Bella questa figura di prete, il quale ha smesso di svolgere la sua missione, ma che resta prete e non solo perché l’ordinazione, essendo un sacramento, non può essere annullata, neanche nell’ipotesi della delega papale per la riduzione allo stato laicale, ma perché lo è nel prendersi cura delle ferite del cuore. A Brennan che va nel suo locale, curiosa di conoscere quali siano i luoghi bazzicati da Booth, Aldo si fa incontro, la guarda, la riconosce, le parla e le indica la strada (guardate, che questi sono tutti momenti evangelici). Le presenta il cuore di Booth, il cruccio segreto che egli si è portato dentro da quando si sono messi insieme: per lei, Booth si è dovuto allontanare dai sacramenti, come ha ammesso con Sweets in un episodio che in questo momento non ricordo proprio quale fosse. Le indica una strada diversa, le offre la possibilità d’avere ancora fiducia in lui e Brennan nella sua grande onestà capisce e coglie l’occasione. (Non continuo nell’analisi, perché i vostri commenti hanno già focalizzato molto bene la scena finale). A Cam, a Cam la resistente, la battagliera, colei che sta per perdere tutto, le sue cose e si dispera per questo, ecco venire incontro Arostoo con il suo amore e la sua tenerezza, facendole comprendere che esiste qualcosa di più. Cam non è solo una professionista, ma un essere umano con i suoi sentimenti, le sue aspettative, con tutte le ricchezze possibili e immaginabili di un animo forte, ma delicato, come ha dimostrato in tantissime occasioni. Queste due donne nella prova più dura tornano a essere se stesse, tornano a essere donne e così Pelant è sconfitto per l’ennesima volta! A questo punto si crea una situazione di sospensione, l’ansia cresce, tutti loro (e noi con loro) aspettano lo scontro finale, dove il lurido individuo verrà sicuramente sconfitto, il problema è sapere come avverrà il tutto.
Rimando ogni commento su Angela e sull’atteggiamento di ostilità nei confronti di Booth. Se era comprensibile nel primo episodio la difesa a spada tratta dell’amica, anche se l’argomento usato contro Booth di non essere più interessato a Brennan sul piano sessuale era, a dir poco, disdicevole, questa spiegazione ha iniziato a traballare quando, di fronte al loro fare la pace, ha continuato ad ammansire a Brennan vere e proprie polpette avvelenate a dimostrazione di un vero e proprio partito preso. Questa ostilità da che cosa nasce veramente? Vedremo.
P.S.: colgo l’occasione per porgere il mio bentornate a Alessandra e Stefania. Mi ha fatto veramente piacere leggere i vostri commenti.
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