Analisi di Bones in questi 6 anni

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  1. FrancyF
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    Dato che ci sono info sulla 6-7 stagione spero di aver postato la discussione nell'area giusta.

    Ok vi spiego questo post. Ieri io e mia madre stavamo parlando di Bones e lei mi ha fatto notare una cosa, osservando che i personaggi sono cambiati profondamante dai primi episodi a oggi. So che la cosa è scontata e ovvia e che in tutte le serie TV succede così però vorrei proppore la mia analisi.

    I nostri amti B&B. Come tutti sappiamo nel primo episodio della prima stagione c'era parecchia tensione negativa tra loro che nel 1X1 ha potato entrambi a alzare il tono e a procedere con vari strattoni e spinte. Molto toccante, alla fine del primo episodio, è stata la scena in cui Brennan confidava a Booth di non sapere che fine hanno fatto i suoi genitori. Ma come ovviamente scopriremo nel 5X16 i due avevano già avuto un flirt e se le erano già date di santa ragione. In più sempre in quell'episodio il nostro Boothy ha affibiato a Brennan il mitico sopranome di Bones.
    Be senza farvi a stare il resoconto dei loro siparietti in ogni episodio vado ad un episodio imporatante per i futuri-genitori e cioè il 3X12 in cui vediamo mamma Bones e papà Seely alle prese con baby Andy. Brennan si scioglierà con il piccolo lasciando intravedere un lato tenero in lei. :wub:
    Il 4X25 porta Brennan e Booth a confrontarsi: infatti lei vuole usare lo sperma di Booth per avere un figlio. Ma era solo una stratagemma come diceva Angela?
    Il 4X26 è il coronamento (surreale) di un sogno che ha portato me (e penso anche voi) asciogliersi dalle lacrime quando Bren annunciava a Booth di essere incinta.
    Personalemente non penso che la 5 stagione porti grandi cambiamenti in questa coppia. Solo il 5X20: il cofronto con il Becchino e il 5x22 l'angoscia di entrmbi di ladcirsi per un anno, sono significativi.
    La 6 stagione porta una brutta sorpresa: Hannah. Tralasciamo questo punto. :sick:
    L'ultimo episodio in una parola: WOW! :whaat:
    La preoccupazione di Bren e alla fine Booth si illumina come l'alba con il suo sorrisone!

    Se questa dicsussione vi garba tornerrò con altre analisi sui personaggi e sulla serie. :woot:
     
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  2. Dopey
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    CITAZIONE
    Personalemente non penso che la 5 stagione porti grandi cambiamenti in questa coppia.

    Ecco qui non sono d'accordo: tu stessa hai citato il 5x16, che secondo me è uno dei punti fondamentali nella storia tra B&B. Booth si dichiara, Bones lo rifiuta e lui dice di dover andare avanti, cosa che poi cerca di fare con Hannah.
    Inoltre penso che la quinta stagione sia piena di momenti significativi che li portano ad avvicinarsi e mostrano come siano più consapevoli dei loro sentimenti: per esempio, la mezza dichiarazione di Booth nel 5x01, il quasi bacio nel 5x05, Bones che nel 5x12 mente sulla ossa dimostrando quanto tiene a Booth...
    Spero di essere riuscita a spiegarti il mio pensiero (giusto o sbagliato che sia) in modo chiaro :)

    Edited by Dopey - 6/6/2011, 09:41
     
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  3. ~ dany.grey
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    Si anche io sono d'accordo che la quinta stagione sia stata quella più importante nel cambiamento della storia BB.
    Oltre al 5x16 che è stato quello della dichiarazione che ha cambiato per sempre il loro rapporto di "amici e partner", ci sono tante altre puntate significative - come ha detto anche Dopey - come ad esempio la 5x01 con il quasi "ti amo", la 5x05 con il quasi bacio, la 5x08 dove anche il nonno di Booth si accorge nel loro amore, la 5x13 dove Brennan brinda all'amore (cosa che nelle prime stagioni non avrebbe mai fatto in quanto lei diceva che l'amore non esiste) ecc..
    E dopo il centesimo episodio hanno tentato di tornare ad essere quelli di prima ma i risultati erano scarsissimi perchè ormai erano troppo cambiati.. e da li è nata tutta la storia di Hannah e successivamente siamo arrivati dove siamo ora ;)

    Edited by ~ dany.grey - 6/6/2011, 15:45
     
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  4. sella
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    L’avevo promesso o l’avevo minacciato? In ogni caso eccovi la prima parte di una mia ricerchina che posso intitolare: Episodi finali. Personalmente, l’ho trovata sfiziosetta anzichenó, rifletterci sopra, trovare i collegamenti, individuare i passaggi mi ha dilettato e sto sviluppando il tutto lentamente, molto lentamente, per cui non so quando posterò il seguito.
    Posto il commento qui, anche se esso travalica molto la SF, perché sono grandemente debitrice nei confronti di Lidiana, Francesca e Cristina. In effetti, quanto state per leggere si pone in linea di continuità con i loro bellissimi post, i quali, pur nelle differenze di sensibilità di ciascuna, hanno in comune il “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”, di andare oltre e così di cogliere e rilanciare il senso profondo, la ragion d’essere, della series nella sua interezza. Ho cercato di sviluppare questo spunto e di applicarlo agli episodi finali delle sei stagioni, per verificare se ne potevano trarre considerazioni non tanto peregrine. Il risultato non mi è sembrato tanto malaccio ed ho pensato di condividerlo con voi.
    Tengo a precisare che già in passato, alla conclusione della terza stagione, ho fatto un’operazione del genere, mettendo in linea di continuità tematica quelle fino ad allora trasmesse, individuando nel padre, nel matrimonio e nel figlio la linea di sviluppo di quel tirocinio alla vita, che è un po’ il mio chiodo fisso. Pur mantenendo l’opzione di fondo, l’ho rivista ed integrata alla luce degli sviluppi successivi. Lo sfondo è quello di sempre, quello che per me è l’assunto fondamentale di Bones, il suo approccio positivo, ossia, che la vita vale la pena d’essere vissuta, per cui in maniera non banale, traendo insegnamento dai grandi mutamenti di mentalità verificatisi nel Novecento, pur nella riconferma dei valori fondanti, la series è un grande affresco sulla vita, di come possa essere costruita e volta al bene, nonostante gli ostacoli, gli incidenti di percorso, i dolori, le tragedie, anzi grazie ad essi, a seconda dei casi gioendo o soffrendo con pari intensità. L’importante è rendersi disponibili alle novità, alle scoperte, aprirsi all’incontro, al relazionarsi, operando pazientemente e faticosamente, perché mano a mano da rapporti “meccanici” nasca l’amicizia, il rispetto reciproco, la confidenza, l’allegra accettazione dei modi d’essere e dei tic (una volta si definivano i difetti) di ciascuno, il poter contare reciprocamente gli uni con gli altri nel procedere insieme con una profondità e un coinvolgimento di sentimenti veramente notevole. Tutto questo è stato ed è possibile, perché ad un certo momento il piccolo mondo chiuso del Jeffersonian si è progressivamente aperto e prima Angela e poi Booth sono entrati, hanno sparigliato i rapporti consolidati e fossilizzati di Brennan, Jack e Zack. Il cammino compiuto dai primi due è impressionante, basta pensare al Jack paranoico dei complotti e aggressivo al punto di dover seguire una terapia e confrontarlo degli inizi con l’uomo che è vicino a sua moglie durante il parto, come la sostiene, la consola, pronto ad accogliere fra le sue braccia e ad amare il figlio, sano o handicappato.
    Vengo al dunque. Riflettendoci bene, mi è sembrato poter individuare la seguente linea di sviluppo tematica grazie alla quale gli autori hanno operato una sintesi della stagione che andavano concludendo, aprendo al tempo stesso, gli scenari per gli sviluppi successivi:
    1S: il padre. È la grande rivelazione, Max non è morto e attraverso un messaggio dimostra ai figli che si interessa di loro. Ma il tema del padre coinvolge tutti, perché ciascuno di loro ha dovuto e deve imparare ad essere figlio per poter pensare ad una vita proiettata verso il futuro. È il grande tema del perdono e della riconciliazione.
    2S: il matrimonio. La partenza di Angela e Jack, pone Brennan e Booth, all’improvviso trovatisi spiazzati di fronte alla celebrante, alla presa d’atto del matrimonio. Pur nell’imbarazzo reciproco e nella causalità della situazione, è un momento di grande unione, che fa loro prendere coscienza del cammino fino ad allora compiuto e li proietta verso il futuro.
    3S: il tradimento di Zack. L’essere diventato il discepolo di Gormogon rompe il rapporto fiduciario, il nemico è fra di noi e ci minaccia. Perché Zack l’ha fatto? Come mai un’intelligenza così brillante è caduta in una trappola simile? Perché si è messo al servizio di un assassino seriale? Come ha potuto perdere ogni considerazione e ogni rispetto nei confronti della vita? È la prima grande crisi, che coinvolge tutti, ma che tocca Brennan in maniera feroce. Zack è il suo figlio spirituale, quello con cui è in sintonia, quello cui è legata da un rapporto fortissimo. È la prima grande crisi anche perché, a quanto si sa, è la prima volta che le paratie stagne costruite da Brennan non svolgono il loro compito, il dolore l’assale all’improvviso e non è preparata.
    4S: il grande sogno. Nella situazione di stallo del coma di Booth, Brennan scrivendo e Booth sognando, si dicono la verità, riconoscono a se stessi quello che è nel profondo dei loro cuori: si amano e desiderano una vita insieme, desiderano sposarsi ed avere dei figli.
    5S: la separazione. È la seconda grande crisi. In un crescendo “rossiniano” con una Brennan che non riesce a gestire tutte le novità che sta provando e con un Booth, profondamente risentito, perché si sente abbandonato e tradito nuovamente, decidono di partire per la tangente. Le scuse sono a portata di mano: come si fa a dire di no alla ricerca che finalmente potrà fornire l’ultimo anello all’evoluzione? L’esercito lo richiama e alla fin fine perché no? Rimanere a Washington senza Brennan, lavorare ai casi senza di lei, è semplicemente intollerabile. Le conseguenze le conosciamo bene tutti.
    6S:il figlio. È la sorpresa finale. In maniera del tutto imprevista e non preventivata, da una notte d’amore (scusatemi, ma personalmente mi piace pensare che il figlio sia stato concepito la prima volta), con cui si sono finalmente venuti incontro, perché emotivamente così scossi da non essere in grado di ricorrere alle solite tecniche difensive, alle cortine fumogene abituali. Hanno avuto bisogno l’uno dell’altra e finalmente il “tira tira” (definizione abituale di mia madre – era tanto tempo che non la citavo più! – con cui identificava l’elemento portante di un rapporto) era scattato e …
    Rimandando a un post successivo gli approfondimenti necessari, mi sembra che una prima conclusione si possa trarre: con l’eccezione della 1S, abbiamo un nesso diretto tra la seconda e la sesta e tra la terza e la quinta, con la quarta a fare da raccordo e da sintesi.
    Il seguito alla prossima puntata.

     
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  5. dr.fran
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    Meravigliosa analisi Serenella, come sempre.

    Grazie ;)
     
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  6. Romi10
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    In attesa della seconda parte, ti faccio i miei più sentiti complimenti
     
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  7. dany1971
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    Le analisi di Serenella mi lasciano sempre un gran senso di completezza: grazie per i pensieri che ci doni sono delle vere perle.
     
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  8. Chris.Tag
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    Grazie per averci illuminate Serenella!
    Non vedo l'ora di leggere anche la seconda parte di questa tua "ricerchina"! :)
     
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  9. sella
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    II Puntata.

    Prima di tutto grazie a quelle di voi che, a loro volta mi hanno ringraziato, come sempre troppo gentili. Da ricerchina si è tramutata in ricercona, perché il materiale lievita in maniera esponenziale e uno dei problemi che sto affrontando è quello di dargli un ordine il più possibile coerente. Il gioco dei rimandi è continuo, per cui per forza maggiore ho dovuto focalizzarmi sugli aspetti più generali. Un esempio di tale situazione è il non aver affrontato come mai alla "ipertrofica" presenza del problema “padre” corrisponda l’assenza quasi totale di un’analoga tematizzazione del problema “madre”: ad eccezione di Brennan, nella prima stagione, e ad alcuni riferimenti generici per Booth, per Zach (1x9) e per Sweets e i meriti dei suoi genitori adottivi, per tutti gli altri possiamo ben dire, che sono di “madre ignota”. (Michela al riguardo ha un’opinione molto interessante, mi sembra che a suo tempo abbia scritto qualcosa).
    1S: Il padre, o anche la genitorialità. È il tema dei temi, per come viene affrontato fin dall’inizio e per come influenza e/o condiziona i nostri personaggi fino alla fine della sesta stagione. Imparare a essere figli per poter essere padri o madri, perché non siamo isolati, ma siamo inseriti in una storia, siamo un segmento nella catena delle generazioni, siamo legati a un prima e creiamo le premesse di un dopo. Ciò che ereditiamo, sia geneticamente, che psicologicamente e spiritualmente, ci condiziona in positivo e/o in negativo, ma sta alla nostra libertà, alla nostra autodeterminazione, alla nostra capacità di conoscenza e di azione come individui, di capire, comprendere e operare di conseguenza per risolvere ciò che ci è di ostacolo o per accrescere quanto di buono è nella nostra vita (una volta tutto questo socialmente veniva definito “vivere responsabilmente” e “fare il proprio dovere”). È l’impegno che ci accomuna tutti e ci responsabilizza e per il quale e sul quale si sono costruite culture e civiltà così diverse fra di loro a dimostrazione della ricchezza di potenzialità e di possibilità che gli esseri umani hanno a disposizione.
    Come sappiamo tutte benissimo, la prima stagione si conclude con il messaggio di Max alla segreteria telefonica della figlia e da questo momento in poi la ricerca di Brennan, prima indirizzata a scoprire e capire le ragioni dell’abbandono, diventa la ricerca del padre, criminale e in fuga. D’ora in poi intraprenderà un itinerario complesso e difficile, anche drammatico, mediante il quale il suo atteggiamento acquisterà sempre maggiori sfaccettature, liberando i suoi sentimenti e svincolandoli dal legittimo risentimento. Brennan all’inizio si difende dall’amore che prova per il padre (il quale da un certo momento in poi, invece, inizia a cercarla, volendo riannodare il rapporto con lei, arrivando al punto di farsi arrestare), ma mano a mano capisce e si arrende. L’acme di tutto questo è in 3x13, l’episodio del processo a Max nel quale, seguendo anche il suggerimento di Booth, Brennan, attuando la procedura del processo penale statunitense, opera per suscitare nella giuria il “ragionevole dubbio”. Max è colpevole, ma, da imputato, è nel suo pieno diritto di difendersi e di essere difeso al fine d’ottenere l’assoluzione. È nelle regole del gioco, siamo sul piano giuridico, non su quello morale, non per niente Brennan dimostra in seguito d’aver ben chiara la distinzione, nell’episodio dove non vuole che Max lavori all’interno del Jeffersonian per evitare eventuali inquinamenti probatori. E’ un processo di riconciliazione e di perdono lento, faticoso, ma è una delle storyline più belle di Bones. Per me, il suo approdo è in 6x11, quando ricevendo la conchiglia Brennan recupera l’incanto di una bambina felice d’ascoltare il rumore del mare e al padre che si schermisce dietro una spiegazione scientifica, rivendica proprio questo: tu mi hai sempre detto che è il mare e voglio che sia così! Una volta tanto Brennan che butta la scienza alle ortiche!
    Specolare a quella di Brennan è la situazione di Booth. È vero, per lui, il problema più grave, fonte di sofferenza e di rimorsi è il suo essere stato un cecchino, per cui il suo impegno di agente federale l’interpreta quasi in funzione risarcitoria. Ma, all’inizio ben nascosto esiste un altro problema che agita Booth, che non lo fa star bene, che acuisce il suo elefantiaco senso di colpa, ed è quello d’essere padre di Parker, il figlio amatissimo, per il quale vorrebbe il meglio del meglio, prima di tutto una famiglia felice, stabilità di rapporti, garantirgli una trama di relazioni affettive grazie alle quali crescere e diventare un vero uomo. Ma il suo progetto non si è realizzato, la madre l’ha respinto e Booth si deve accontentare di fare il padre a mezzo servizio sempre con l’angoscia dell’essere e del fare troppo poco. Dovremo arrivare nel pieno della quarta stagione per capire l’origine della sindrome da perfettismo che l’assilla, perché bisogna riconoscere all’impunito (definizione romanesca) che i suoi bubboni li sa nascondere molto bene, in ciò agevolato dalle sue proprie peculiarità caratteriali. Infatti, se Brennan, con il suo rapporto con il padre, si è chiusa e irrigidita nei confronti della realtà, rifiutando così di relazionarsi con gli altri, Booth ha scelto il percorso esattamente contrario, proiettandosi nei confronti della stessa realtà, facendo della disponibilità e dell’apertura i tratti distintivi della sua personalità. Brennan, come figlia, deve perdonare il padre e questo percorso lo compie, Booth, come padre, deve perdonare se stesso, ma finché non affronterà alla radice il suo essere stato figlio maltrattato, bene o male trascinerà il problema dentro di sé e ne continuerà a subire le conseguenze. Avere iniziato a confidarsi con Brennan, aver verbalizzato la sua preoccupazione nei confronti di Parker sono sicuramente dei progressi, ma adesso con la seconda paternità come la mettiamo? “Cip e ciop” (traggo ispirazione da Teresa, è troppo bella questa definizione!), detti altrimenti “il gatto e la volpe” o ancora i due “perfidoni” di questo spunto se ne serviranno o sarà uno dei tanti “non finiti michelangioleschi” su cui tacere? …
    L’episodio finale della prima stagione ci consegna così due personaggi diversissimi fra di loro, opposti nella loro concezione della vita e nel loro rapporto con il mondo, ma ambedue dotati di tempra d’acciaio e di forza di carattere in dosi veramente massicce, i quali hanno trovato nella collaborazione professionale il terreno per il loro incontrarsi e scontrarsi. L’amicizia nata fra di loro è un bene così prezioso, che per molto tempo funziona come tampone ad ogni ulteriore sviluppo, ma come ogni realtà viva anch’essa va incontro a momenti buoni e momenti cattivi, come ci illustrano gli episodi conclusivi delle stagioni successive. Per ora, alla fine della prima stagione, le premesse sono state poste, i caratteri delineati, le forze in campo sono scese tutte, Angela, Jack e Zack, cui si uniranno Cam e Sweets, svolgono in pieno la loro funzione di creare un team sempre più legato da rapporti amicali, oltre che di collaborazione, non per niente, la dedica a Booth nel libro lo sta a dimostrare ampiamente, per cui che il grande ballo (ma anche la grande giostra o il grande battibecco) abbia inizio. Siamo stati invitate tutte a parteciparvi.

    P.S: Ci vorrà un pochino per la III Puntata, nei prossimi giorni ho molti impegni.



    Sorry: ultima riga, ovviamente è "state" e non "stati".
     
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  10. donata69
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    Credo non importi a nessuno aspettare un po', l'importante è leggerti e, se ci sarà da attendere, attenderemo. Per il momento non posso far altro che ringraziarti per la tua analisi, come sempre utilissima. Alla prossima.
     
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  11. dany1971
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    Sarò ripetitiva ma le analisi di Serenella sono così....boh non trovo neanche la parola giusta per definirle. Come diceva prima di me Donata se ci sarà da aspettare, aspetteremo visto che le attese sono così altamente ripagate. Grazie.
     
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  12. vered68
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    Grazie Sella per le tue analisi. Sono mesi che leggo con molto interesse i tuoi interventi. Aspetterò i prossimi con molto piacere.
     
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  13. sella
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    III Puntata.
    Scusatemi, abuso della vostra pazienza, il commento sta diventando più lungo di quanto previsto, ma avete sempre la piena e totale libertà di non leggermi (quasi, quasi ve lo consiglio). Come al solito vi ringrazio per i vostri interventi.

    2S- È finora la SF più solare e luminosa. Si sta celebrando un matrimonio, è un momento di grande festa, le cose per la nostra combriccola sembrano avviarsi molto bene, i rapporti stanno diventando sembra più saldi, la reciproca conoscenza e accettazione sta procedendo che è una bellezza, quello che prima era fatica, imbarazzo e fonte di sfottò sta diventando elemento di unione. La diversità è recepita come ricchezza e potenzialità. Quel famoso “noi” pronunciato da Booth alla conclusione di 2x9 (per me è uno dei momenti più belli dell’intera series) sta acquistando sempre maggiore concretezza e spessore. Hanno affrontato un anno difficile, pieno di insidie sia sul piano dei rapporti interpersonali (i rapporti di Booth con Rebecca e Cam, il legame tra Brennan e Sully, la crisi dell’amicizia nello specifico tra Booth e Hodgins in 2x14) che su quello professionale (il rapimento di Brennan e Hodgins da parte del Gravedigger, storyline che continuerà fino alla sesta stagione, la conclusione di quella di Epps), l’essere stati coinvolti in casi che affrontano tematiche di rilievo come 2x7 con i concorsi di bellezza per bambine, l’accenno al tema scabroso della pedofilia nel clero cattolico in 2x17, i limiti giurisdizionali e l’immunità diplomatica in 2x06, il rapimento di Booth in 2x18. L’acme di questa stagione intensa e ricca viene raggiunto con l’esplodere della prima grande crisi di Booth in conseguenza del rischio corso da Cam e dei suoi dubbi sull’effettivo svolgimento della morte di Epps, di cui un primo risultato è il suo famoso discorso sul limite da non oltrepassare. Crisi con la quale inizia quel processo di destrutturazione e ricostruzione del personaggio ancora in corso, il quale si rivela ben più complesso e con luci e ombre ben più marcate di quanto facesse immaginare il suo verbalizzare sull’essere stato uno sniper e per il rapporto con il figlio. Le sue grandissime qualità, la sua sensibilità, la sua empatia, la sua spavalda simpatia, la sua capacità di provvedere, curare e custodire le persone che ama, la sua bravura d’investigatore, il senso del dovere e della giustizia, non sono minimamente intaccate. Solo che attraverso questo itinerario gli autori ci inviano un messaggio, ossia, ci rendono avvertiti che siamo un “lavori in corso” permanente, che il formarci e il crescere è continuo, segnato da periodi di stabilità che si alternano con altri, in cui tutto sembra precipitare e ci sentiamo messi in discussione nelle nostre certezze e nelle nostre sicurezze. Più ci sentiamo deboli e fragili, insicuri e pieni di paure, più ci sforziamo d’essere autosufficienti, per cui disistima e doverismo si alimentano reciprocamente e Booth è un vero maestro nell’uso di questi meccanismi. Per fortuna sua, Booth questa volta la crisi non la vive come le volte precedenti, ossia, da solo (come, invece, farà, nella sesta stagione con tutte le nefaste conseguenze che ben conosciamo), perché, non solo, Brennan e gli altri gli sono vicini, anche se non sono tutte rose e fiori (lo scontro con Hodgins, l’entrare in crisi della stessa collaborazione con Brennan), ma anche perché si muove la stessa FBI, la quale lo costringe ad andare in terapia con GG (di cui si è sentita grandemente la mancanza nella sesta stagione).
    Strettamente collegato con il percorso di Booth, è quello di Brennan e il suo dover affrontare il ritorno del padre nella sua vita. Brennan è costretta progressivamente dalla presenza di Max a dover entrare in ambiti di sé chiusi e ben serrati da anni e anni, a doversi iniziare a chiedere se l’univocità di risposta per ogni aspetto della vita, esteriore ed interiore, della scienza (quello che a lei in fondo veramente interessa) non è così granitica come sperato, che il vivere è un fluire dinamico, in cui bisogna creare e/o ricreare armonia tra le ragioni dell’intelligenza e quelle del cuore ogni volta che se ne presenti la necessità. Su questo punto conosciamo benissimo la testardaggine e l’ostinazione della nostra beneamata, ma non c’è niente da fare, Max infrange i baluardi e le difese e per dimostrarle il suo amore alla fine rinuncia alla fuga. Se una volta per salvarle la vita l’ha abbandonata, questa volta no, resta e corre il rischio della pena capitale, in fondo, mette la sua vita nelle mani della figlia.
    In tutto questo Angela e Hodgins vivono il loro innamoramento e si buttano a capofitto al punto di decidere di sposarsi, bruciando le tappe e mettendo da parte il buon senso. Il loro entusiasmo e la loro gioia di vivere coinvolgono tutti, quel giorno in quella chiesa si fa veramente festa. L’atmosfera è talmente gioiosa che neppure la piccola bagatella di non poterle celebrare queste nozze la intacca, i due mancati sposini si allontanano felici e contenti, gli invitati sono incoraggiati a festeggiare lo stesso, l’unica nota di lieve imbarazzo è il rimanere di Brennan e Booth da soli, allo scoperto, di fronte alla celebrante: si guardano, non hanno parole. Ma in silenzio comunicano e si dicono cose molto importanti, in maniera del tutto imprevista si trovano nella situazione di doversi interrogare sul loro rapporto, sulla natura di esso, che cosa vogliono essere e che cosa vogliono fare l’uno per l’altra. Non c’è niente da fare, possono “cirioleggiare” (mamma docet) quanto vogliono, possono glissare, fare gli indifferenti e i superiori, possono cinguettare il loro ritornello “just partners”, ma il dado è tratto, il principio di realtà si è messo in azione e prima o poi chiederà loro d’affrontare il problema dei problemi. Tanta strada deve essere percorsa, non per niente nell’inquadratura finale della sesta stagione sono soli, ancora una volta uno di fronte all’altra, ma che differenza abissale, non tanto per la notizia che un figlio nascerà, ma per quello che è sotteso a questo, per la loro maturazione, la loro consapevolezza e il loro accettarsi nel bene e nel male. I bimbi sono cresciuti, sì che sono cresciuti, se ne sono fatte e dette di tutti i colori, ma nel gustare l’incertezza timorosa di Brennan e il sorriso che si stampa sul viso di Booth, mi viene da scrivere che ne è valsa la pena.
    Ma, ma … nella festa un altro semino viene buttato e non è buono, anzi è maligno, il suo frutto verrà a maturazione nella stagione successiva: Zach accetta la convocazione e decide di partire per l’Iraq. “Mala tempora cocurrunt”, la tempesta esploderà con violenza inaudita e sarà la grande crisi della nostra combriccola di amici: il piccolo di casa … e Brennan piangerà tutta la sua disperazione e il suo dolore.


     
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  14. Romi10
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    Finchè tu scriverai, ti leggerò; i tuoi commenti sono sempre illuminanti
     
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  15. donata69
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    Leggerti è sempre un piacere, continua per favore.
     
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59 replies since 5/6/2011, 17:50   11783 views
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