8x05 The Method to the Madness
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8x05 The Method to the Madness

5/11/2012 discussione versione originale

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  1. sella
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    Premessa: un commentino rapido, rapido, a testimoniare che non mi sono dimenticata di Bones, ma ho un impegno di lavoro che mi prende tutta e non posso dedicare la dovuta attenzione. Mi riprometto di tornare sopra questi episodi, perché spunti sfiziosi ne offrono, soprattutto se prestiamo la dovuta attenzione alla “vita di tutti i giorni” e che cosa possa significare nella storia di Brennan e Booth. Non è detto che la routine, le abitudini, il tran-tran quotidiano di per sé stessi siano negativi, a volte, nelle loro pieghe nascondono gemme preziose che arricchiscono la vita. L’eterna questione è sempre quella del giusto approccio sia alle ricchezze che alle desolazioni della vita, facendo sempre attenzione a non confonderle.

    Questo commento vale anche per i due episodi precedenti, i quali non mi hanno delusa, tutto il contrario, perché ritengo degna di nota la scelta minimalista fatta dal gatto e la volpe, inoltre, pienamente coerente con alcune premesse già presenti in 8x01 e 8x02. In fondo ci vuole un po’ di coraggio, nel contesto di un procedurale, nel mostrare i due protagonisti coinvolti nel “tran-tran” della vita quotidiana, il progressivo consolidarsi di Brennan e Booth nella vita famigliare. I battibecchi, gli screzi sono il sale di tutti i giorni, come le carinerie e le coccole, sono indispensabili perché il lavorio continuo di adattamento reciproco possa procedere sempre e, come ben si sa, dura tutta la vita. “So chi sei, ti conosco benissimo, ti amo per quello che sei, ma è anche vero, devo ammetterlo, sei una sorpresa continua, che non finisce mai di stupirmi” e Brennan e Booth si stupiscono reciprocamente, tutti i giorni. Stanno trovando un equilibrio, tra un lavoro che, pur nella routine, ha sempre in sé qualcosa di eccezionale, e la vita di tutti giorni: pensare a Christine che cresce, alle bollette da pagare, fare la spesa, provvedere alla pulizia della casa, fare il bucato, piegare i panni asciutti. La scena di Sweets che piega i vestitini di Christine mi ha semplicemente deliziata, è un momento di grande intimità e tenerezza, nella sua semplicità ci illustra il cammino compiuto negli anni da questi tre. Se ai tempi della quarta stagione (4x21) GG era stato costretto a spingerli per invitare Sweets a cena, ora non più, ormai “dottor pulcino” è di casa, è, in fondo, della famiglia. Mi è piaciuta molto anche l’ambivalenza di Booth, il suo iniziare a stancarsi un pochino dell’ospite, ad avere un atteggiamento a corrente alternata. “C’est la vie!” e in questo Bones resta fedele al suo assunto iniziale, il raccontarci la vita di due persone, il loro travagliato cammino, il loro reciproco incontrarsi nel quale ci è stato insegnato a riflettere di come sia complicato e difficile il relazionarsi umano.
    Una piccola considerazione sull’aspetto procedurale: nel rispetto delle opinioni diverse, la debolezza del “caso” di questi episodi non mi arreca particolare fastidio, perché, come ho già scritto molte volte, non guardo e non seguo Bones per la sua componente procedurale, sono ben altri gli aspetti che mi hanno interessato e mi interessano.
    Un’ultima annotazione: 8x05 inizia con il guidatore del camion che canta a squarciagola “Vesti la giubba” da “I pagliacci” di Leoncavallo, una delle arie liriche più famose al mondo e già solo questo mi ha predisposta favorevolmente nei confronti dell’episodio. L’opera lirica è parte essenziale della nostra tradizione e, quindi, della nostra cultura e della nostra civiltà. Che sia tanto amata, e negli USA quest’amore risale già al secolo XIX, mi ha fatto e mi fa sempre un grande piacere, per cui, ho gradito molto poterne ascoltare un brano in Bones. Un atto di dovuto riconoscimento.
     
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30 replies since 10/10/2012, 14:42   1562 views
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