8x01 The Future in the Past
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8x01 The Future in the Past

17/09/2012 discussione versione originale

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  1. sella
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    Fin dal Pilot, dove il caso si rifaceva direttamente alla vicenda che aveva visto Gary Condit, rappresentate al Congresso, coinvolto nell’indagine per la scomparsa di Chandra Levy, una stagista con cui aveva una relazione (è stata una vicenda clamorosa, iniziata nel 2001 e conclusasi solo nel 2009, quando la polizia individuò il vero colpevole), costante in Bones è il collegamento con i grandi temi che mano a mano negli anni hanno coinvolto in primis l’opinione pubblica statunitense e poi quella internazionale (Cfr., a solo titolo d’esempio, 1x01; 2x07; 3x03; 4x07; 5x12; 6x06; 7x02). Molte volte sono temi di bruciante attualità, che ci coinvolgono tutti, perché mettono in discussione i principi e i valori del nostro stesso vivere civile, com’è quello del controllo esercitato da autorità pubbliche o private e le conseguenti ricadute sulle sfere di libertà dei singoli. Problema che è andato dilatandosi mano a mano nel corso del Novecento, e che oggi sembra aver raggiunto il suo vertice grazie alle possibilità offerte dalle tecniche informatiche. Senza demonizzare quelle che sono conquiste per l’intero genere umano, è indubbio che, travalicati alcuni limiti, possono diventare strumenti che ci vengono a colpire nella nostra dignità d’esseri umani. Il rischio del loro uso smodato è quello di annullare la sfera della nostra privatezza, riducendoci a numerini o simboli inseriti in qualche banca dati, pronti a essere usati in ogni aspetto e momento della vita dal più piccolo (la spesa per casa) a quello più grande (chi voterò alla prossima elezione). La mia autonomia, la mia autodeterminazione, in breve, la mia libertà di coscienza, il bene più prezioso dell’intera civiltà occidentale, che fine fanno? (Ne vogliamo un riscontro? Oltre al “Grande Fratello” di G. Orwell - libro e film -, indicazioni preziose possono essere tratte da quel film meraviglioso che è “Le vite degli altri” e di come la Stasi in Germania Orientale riuscisse ad essere padrona delle vite e delle coscienze dei cittadini). Come possiamo difenderci? Abbiamo qualche speranza? Tutto questo è adombrato negli episodi che vedono Pelant protagonista, Pelant con la sua sete di controllo come premessa del dominio totale e totalizzante. L’odio di Pelant per la vita è tale che il suo “amore per uccidere”, attestato da Max a fine episodio, non è soddisfatto dal gesto materiale, ma si deve alimentare di tutta una serie di preliminari che lo garantiscano della sua presa di potere, dell’annientamento spirituale del “nemico”, cui, a suo arbitrio, seguirà quello fisico. Il suo è un gioco, un gioco perverso, che arriva a piena soddisfazione se, ovviamente, le vittime sono al suo livello. Una volta attirata la sua attenzione sui nostri, è un crescendo “rossiniano”, è un tessere di trappole, prima di tutto psicologiche, in cui, come ben sappiamo, prima o poi cadono quasi tutti, si salvano solo Cam e Brennan. Le quali, in questo inizio di stagione, reagiscono, da par loro e in maniera diversissima. Cam, rompendo il silenzio, manda una mail a Booth e così informa Pelant del ritrovamento della sua prima vittima, mettendo in moto il meccanismo che porterà al suo arresto. Di ben altra natura è il modo di procedere di Brennan, la quale trova il modo di rimanere in contatto con Angela, scusatemi lo devo scrivere, ho troppa soddisfazione nel farlo, “facendo fesso” Pelant senza incorrere nel pericolo d’essere individuata e rintracciata. È un sistema veramente geniale. Di fronte ad una realtà che mi cattura, mi rende dipendente, mi impedisce anche di respirare, che mi riduce a macchina, che mi sottopone ad un determinismo assoluto, ecco che queste due escogitano una soluzione, che ha tutto il tratto gentile delle cose antiche, dei tempi dei pizzi e dei merletti, ossia, ricorrono al linguaggio dei fiori. Nello specifico questa volta tocca allo snowdrop, al bucaneve, a uno dei fiorellini più modesti e all’apparenza fragili del mondo vegetale, il quale ha invece in sé una forza e una vitalità senza pari. Al momento giusto, per vivere, riesce a spezzare il peso della neve e a proiettarsi verso la luce, il sole, l’aria, insomma verso la vita, affermandola e cantandola, perché ha un compito grandissimo, deve annunciare che l’inverno sta finendo e ci si può preparare all’imminente arrivo della primavera con tutto quello che essa significa, in primis, il trionfo della vita. Non per niente, l’incontro tra Brennan e Booth avviene al motel “Snowdrop” e questo loro ritrovarsi non è forse un loro tornare alla luce, al sole, all’aria, insomma alla vita? Che parallelo veramente succoso. Lo confesso, quando ho capito dove il gatto e la volpe volevano andare a parare, mi sono deliziata e per l’ennesima volta ho dovuto riconoscere che, quando vogliono, sono imbattibili nel saper ricorrere alle sfumature, ai tratti gentili, alle inezie che sembrano fatte di niente, eppure danno la cifra di una tessitura ricchissima di riferimenti ai sentimenti più delicati, al saper far emergere gli aspetti migliori e più sottovalutati dell’umana vita di rapporti. Guardando lo svolgersi di tutto questo, mi è venuto spontaneo di rivolgermi a Pelant e dirgli: “Tié, lurido individuo, beccati questa”. Tu che disprezzi e neghi la vita e, per questo, sicuramente hai enormi problemi con le donne, ecco due donne forti e coraggiose (senza dimenticare Angela), le quali hanno continuato a combatterti e continueranno a farlo, vista la conclusione dell’episodio. Killer dalla facciotta da bambino potrai forse vincere qualche altra battaglia, potrai così illuderti, ma le tue nemesi saranno sempre lì, fino alla vittoria finale. Sarà un bel combattimento, che si intreccerà con un altro, quello tra Brennan e Booth, uno scontro niente male tra ragione e sentimento, conseguenza dell’abbandono di Brennan. Penso, o almeno spero, che ne vedremo proprio delle belle.

    Un bucaneve come simbolo della nostra libertà. E poi Bones non è grande!

    P.S.: Ho saltato tutti i preamboli e le introduzioni. Arrivati/e all’ottava stagione penso proprio che si possa andare dritti all’essenziale. Buona ottava stagione a tutti/e.






    Scusate, rileggendo il commento, mi sono ricordata che non ho verificato il significato specifico del bucaneve nel linguaggio dei fiori. Sono andata su Google e alla prima voce ho trovato questo:
    "I bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza".
    Cit. da http://www.giardinaggio.it/Linguaggiodeifi...p#ixzz27JirQ2Cr
     
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