8x09 The Ghost in the Machine
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8x09 The Ghost in the Machine

3/12/2012 discussione versione originale (episodio extra e 150° episodio)

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  1. sella
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    Lo confesso, questa volta ho avuto bisogno di molto tempo per entrare nello “spirito” dell’episodio e per coglierne in pieno il significato e il valore. Sarà che, quando l’ho guardato, la tecnica scelta di far fissare agli attori direttamente l’obiettivo, mi ha dato fastidio, mi distraeva, per cui non l’ho rivisto per molto tempo. Superato il mio rifiuto iniziale(aiutata in ciò anche dai vostri bellissimi commenti), ho iniziato a inquadrarlo in maniera diversa, ad apprezzarlo, a percepire la ricchezza tematica, la delicatezza e, perché no, la tenerezza che lo caratterizzano. Cosa mi piace di più di esso? L’empatia che istintivamente si crea tra i nostri e la vittima, un ragazzo di appena quattordici anni. Tutti sono colpiti e coinvolti dal dato anagrafico e ciascuno risponde a modo suo, fedele a se stesso, e iniziano a parlargli, ancora prima dell’arrivo di Avalon, assicurandogli che sono al suo servizio. Ecco Booth, l’uomo buono e generoso, ecco Jack, ecco Brennan che, constatato il turbamento degli altri due, ne fornisce immediatamente una spiegazione iperazionale, non potendo però reprimere l’impulso d’abbracciare, di stringere a sé la figlia, in un gesto d’amore e di rassicurazione, ecco Angela, la quale non vuole saltare subito alla conclusione dell’omicidio e reagisce male alle parole “ciniche” di Jack. Insieme con Cam e poi con Sweets, un po’ in secondo piano, tutti si mettono al servizio di Colin, perché nell’accertamento dei fatti la vita ancora una volta, per l’ennesima volta, sconfigga la morte e riaffermi prepotentemente le sue ragioni. Essi si muovono secondo la loro linea di comportamento abituale, perseguono la strada della verità e della giustizia, ma …. questa volta non è sufficiente, perché, grazie ad Avalon, mano a mano veniamo sapere che non è questo a interessare a Colin, a far sì che rimanga trattenuto in una specie di limbo. Colin non vuole giustizia e tantomeno non vuole vendetta, vuole che Miranda sappia del suo amore per lei, perché nel farglielo conoscere sentirà la sua vita realizzata, compiuta. La forza del suo sentimento è superiore alla morte stessa e la sua “ostinazione” è un rilanciare le ragioni della vita, che è, come ben sappiamo, l’asse portante di Bones. In fondo, Brennan e Booth, Jack e Angela, per come li abbiamo conosciuti in questi anni, erano quattro persone che in modo diversissimo avevano anche loro una vita interrotta, non compiuta. Vite che mano a mano si sono ricomposte, vite che da sterili sono diventate feconde e non solo, perché hanno avuto dei figli, ma perché, pur con tutti gli errori possibili e immaginabili, una volta afferrato il bandolo, non l’hanno più abbandonato. Tutti e quattro sono testimoni di cosa sia capace di realizzare il sentimento d’amore e nella scena finale sono lì ad attestarlo e a riconoscerlo, a darne atto a Colin e consentire a Miranda di coglierne tutta la potenza. Colin se ne va, ma la prospettiva per tutti è del futuro e della speranza, come possiamo constatare subito dopo a casa di Brennan e Booth. La loro danza con Christine non è forse un inno alla vita? C’è gioia nei loro cuori. Bello, veramente bello, mi gusta molto.
     
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35 replies since 8/5/2012, 19:41   2135 views
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