7x13 The Past in the Present
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7x13 The Past in the Present

14/05/2012 discussione versione originale

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  1. sella
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    Settima stagione

    Il post è dedicato a Teresa e con esso le voglio esprimere i miei ringraziamenti per la dedizione, la passione e l’abdicazione, che ha dedicato in questi anni alla curatela del Forum. Tutte, e io in modo particolare, le dobbiamo una sincera riconoscenza.
    Con questo mio commento ho cercato d’esaudire la promessa fattale di esprimere un mio giudizio sulla stagione nella sua interezza, anche se ormai fuori tempo massimo. Ma questi mesi sono stati proprio bruttarelli sotto vari punti di vista e non sono riuscita mai a dare una forma definitiva ai miei pensieri. Ma, bando a tutti i preamboli e veniamo al dunque.
    Messami nella prospettiva di trovare una definizione per l’intera stagione, in un primo momento mi è venuta quella di denominarla come la “stagione della tenerezza”. Se, infatti, la prima ha come cifra interpretativa l’incontro-scontro, la seconda il rispetto, la terza la stima, la quarta l’amicizia, la quinta la rivelazione e la sesta l’abbandono, la settima nel rappresentarci l’evolversi e il consolidarsi del rapporto di coppia ha appunto una sua particolare tenerezza, che bisogna ammetterlo a molti non è piaciuta per i motivi più vari, uno dei quali è l’aver recepito la tenerezza come vera e propria sdolcinatura, insomma troppo “zucchero e miele” a detrimento della componente procedurale della series. Lo ammetto, a me non è sembrato proprio, perché dato il lunghissimo e travagliatissimo percorso precedente, il gatto e la volpe, in ciò facilitati o condizionati da una stagione monca per numero di episodi, hanno operato veramente bene nel dare tutto lo spazio necessario ai due personaggi per metabolizzare mano a mano e così crescere e maturare il loro essere coppia, la quale si deve fin da subito confrontare con la nascita di un figlio. In questo loro lavoro non sono stati affatto banali, ma giocando più sulle sfumature, hanno portato B/B, e noi con loro, alla presa di coscienza matura e consapevole del loro amarsi reciproco e del loro essere famiglia. Due inquadrature dell’ultimo episodio mi confortano in questa mia opinione: quando sono vicini, abbracciati a guardare Christine che dorme nel lettino e il quadro che si presenta a Pelant una volta entrato nella loro casa. È in disordine, di quel disordine della vita quotidiana di persone che sanno che vi torneranno, sono tranquille, vivono il loro quotidiano, un quotidiano che per la ricchezza di sentimenti e di intenzionalità non è mai banale, ma valore immenso, perché voluto e costruito mano a mano, affrontando le difficoltà e gli ostacoli (le incomprensioni fra loro due, quando ancora sono fuori registro, il problema della casa, Parker, Max, il padre di Booth). In tutto questo è la conferma di ciò che per me è la nota caratteristica, la migliore, di Bones, la rappresentazione delle dinamiche dei sentimenti e delle emozioni che uniscono e separano gli esseri umani, ciò che ci fa essere amici o nemici. Tutto questo nella settima stagione ha una crescita e un approfondimento, perché il gatto e la volpe possono finalmente sviluppare integralmente tali dinamiche. Paradigmatica a questo riguardo è la scena finale del primo episodio, quella del lettone, quando nell’elencare cosa desiderano per la casa nuova, a un certo punto si guardano negli occhi e a un Booth che afferma: “Possiamo avere tutto quello che vogliamo”, Brennan risponde: “Nuovi ricordi, nuova vita”. Per me, qui si stabilisce la chiave di volta di tutta l’intera stagione, viene esplicitata senza ridondanze e senza retorica, la ragione profonda del loro stare insieme, l’essenza del loro rapporto, l’essere uniti per la vita. Nel pronunciare quelle parole a me è parso che Brennan e Booth in quel momento si siano sposati, abbiano scambiato le promesse matrimoniali. Insieme, insieme, insieme … Come tutto questo è possibile? Nel guardare la scena è affiorato alla mia mente il versetto bellissimo dell’Apocalisse di Giovanni: “Perché le cose di prima sono passate” (Ap.,21,4. È il meraviglioso capitolo del “cielo nuovo e della terra nuova”, è il capitolo della Gerusalemme celeste, della pienezza dei tempi, quando Dio porterà a compimento la promessa fatta ad Abramo, all’inizio della storia della salvezza, la promessa della piena e integrale realizzazione della sua vita, la quale aveva già trovato in Genesi una sua condizione ben precisa: “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”, Gen.,2,24 ). Il cammino è stato lunghissimo, irto di ostacoli e di dolore in tutti questi anni. Hanno imparato con fatica a essere amici, si sono aiutati e confortati, ma è anche vero che si sono inferti dolori immensi, si sono abbandonati e traditi, non compiendo mai il passo finale, non portando mai a compimento il loro rapporto, ma, ma … ora che le “mura di Gerico” (citazione dal film “Accadde una notte”) sono cadute e il passato è passato, sono proiettati verso il futuro, verso una vita completamente diversa, nuova, perché stanno insieme, sono uniti e nulla potrà mai separarli fisicamente, ma soprattutto spiritualmente, la figlia che sta per nascere ne è la perfetta dimostrazione (non per niente, dopo questo scambio di parole, Booth bacia il pancione di Brennan, quasi a coinvolgere fin da subito la figlia nella nuova realtà che si sta costruendo). L’una è porto e approdo all’altro e viceversa, sono a casa, perché sono il compimento l’una dell’altro, stanno cercando la “house” in senso materiale, mentre stanno costruendo la “home” in senso spirituale. Secondo la bellissima formula della liturgia matrimoniale: “ti prendo, perché sei dono a me” l’una è dono all’altro. Insieme si completano, si accettano, perché si conoscono, perché hanno fiducia. È vero, continuano a scontrarsi, a battibeccare, a vedere e interpretare le cose in maniera diversa, ma questi sono vezzi che non incidono la verità profonda del loro stare insieme. Il lungo e doloroso tirocinio li ha portati al rispetto reciproco, l’elemento essenziale di ogni vero e sincero rapporto umano. La diversità è ricchezza e non ostacolo, un esempio eclatante è Brennan che accetta di far battezzare Christine, perché sa quanto questo sia importante per Booth.
    La profondità dei sentimenti, il loro essere così uniti intimamente, rende ancora più lacerante e dolorosa la separazione finale, vero e proprio colpo di scena, che al momento spezza l’unione di “amorosi sensi”. Pelant, che da sola, come scienziata, Brennan sconfigge, come ho evidenziato nel commento all’episodio, vince nei confronti della coppia. È l’ostacolo che insieme non possono superare. Pelant, il serial killer a me più odioso, si rivela a Brennann e Booth come il principio di realtà. È l’imprevisto che rimette in discussione tutto quanto. Ma allora i nostri sentimenti, il nostro amore sono solo illusioni? “Brennan, perché non ti sei confidata con me”? “Booth, è possibile che tu non riesca a capire la razionalità e soprattutto la ragionevolezza della mia decisione e del mio comportamento”? E’ la separazione fisica, ma soprattutto è la rottura, terribile, improvvisa, imprevista del loro comune sentire e consentire. Quello che hanno vissuto è stato solo il tempo dei sogni, che come tutti i tempi dei sogni è miseramente finito? A questo punto lo scenario che ci si apre di fronte è veramente ricco e sfizioso al massimo. Le premesse sono talmente belle che, lo confesso, ho un po’ di timore e di tremore. In ogni caso ci attende un’ ottava stagione veramente avvincente.

    Carissima Teresa, spero davvero d’aver risposto al tuo gentile quesito.
     
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43 replies since 14/3/2012, 07:56   3254 views
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