7x13 The Past in the Present
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7x13 The Past in the Present

14/05/2012 discussione versione originale

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  1. sella
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    II Puntata

    Precisazione: In questa seconda puntata, pur ruotando tutto, sul “sistema”, sulle possibilità di aderire ad esso (Cam, Jack, Wendell, Booth) oppure di porsi al di fuori (Brennan e Max), non l’ho affrontato, perché è una variazione del grande tema della legge, declinato nella series in molti modi e con approcci e sfumature diversi. L’ho già affrontato altre volte ed è argomento troppo delicato, che richiede rispetto e attenzione, per cui penso che ci tornerò sopra durante l’estate. Inoltre, più avanti cercherò d’esaudire la gentile richiesta di Teresa con una valutazione sull’intera stagione.

    b) Il coraggio della libertà. Come ci si deve comportare quando in casi eccezionali è messa in discussione la nostra obbedienza alle leggi? Quale comportamento tenere se la minaccia più grande si origina proprio dall’ordine costituito, il quale, invece di difendermi, sulla base di prove false si muove contro di me e vuole privarmi della libertà? Continuo ad avere fiducia e a sperare in esso? Sono convinto d’avere la possibilità di difendermi in maniera efficace? Il mio diritto alla difesa come e in quale maniera è garantito? Finora la congiura di Pelant si è sviluppata con la forza di un rullo compressore senza incontrare ostacoli, anche perché è stato abilissimo a creare le condizioni, per cui le persone coinvolte hanno tenuto i comportamenti da lui previsti. Pelant, giocando d’anticipo e rivelando una conoscenza della natura umana veramente notevole, si è preoccupato di chiudere ogni spazio, per cui ogni decisione e ogni comportamento (anche l’aggressione di Booth nei suoi confronti) è stata dettata dalla necessità e di fatto si è rivelata eterodiretta da questo genio del male. Ma ecco che la catena di conseguenzialità si interrompe, il suo dominio non è più totale, due persone si sottraggono e creano una situazione di incertezza. Noi non sappiamo come Pelant reagirà a questi imprevisti, non sappiamo neanche se la sua reazione sarà efficace oppure no, per ora sappiamo solo che Cam e Brennan, ciascuna a suo modo, gli hanno detto di no e così hanno posto in essere le premesse per nuovi sviluppi. Quello che sappiamo è che ambedue già da adesso stanno pagando un prezzo molto alto e quello di Brennan è infinitamente superiore. Cam, infatti, obbedendo alla legge e rimanendo così nell’ambito del sistema, si deve confrontare con il dolore lacerante che la sua scelta ha fatto esplodere dentro di lei. È un momento difficile, doloroso, ma Cam ha il conforto di sapere d’avere fatto la scelta giusta, la sua vita non è distrutta, non perde il suo mondo. La situazione di Brennan, invece, è drammatica, perché, nel suo accettare il consiglio di Max e così nel darsi alla fuga, perde tutto, diventa una fuggitiva, ricercata dall’FBI. Il suo nome e il suo volto saranno inseriti nei database dei ricercati (versione riveduta e corretta delle famose locandine con la foto e la scritta sotto “WANTED”). Non è più la più famosa scienziata, l’antropologa geniale, colei che suscita stima e ammirazione, che è ascoltata e seguita dalle forze dell’ordine. Ora queste la devono rintracciare e dato il suo rapporto con un agente federale, per evitare accuse di favoritismo, non le daranno tregua. Ancora peggiore è la situazione che si viene a creare sul piano affettivo. Perde Booth e tutto quello che ha costruito con lui, perde la famiglia, per salvarle la vita è costretta a mettere a sua volta in pericolo la figlia. Ha dovuto scegliere tra Booth e Max e nella bellissima scena fra i due, nel loro scontro-confronto duro, teso nell’essere pro o contro il sistema ha un’espressione attonita, stupefatta. È immersa in una situazione quasi inimmaginabile, a breve si dovrà costituire. Infine, deve comportarsi come i suoi genitori tanti anni fa. L’incubo della sua vita, ciò da cui è fuggita in tutti i modi per anni e anni, diventa la realtà in cui è immersa e con cui si deve confrontare. Quali i suoi sentimenti? Quale la sua reazione di fronte a tutto questo? La sua scelta è certamente razionale di autodifesa, soprattutto non per se stessa, perché Max l’ha resa ben consapevole della minaccia rappresentata da Pelant nei confronti di Christine, ma quale difesa può essere opposta di fronte al tumulto interiore che sicuramente le sta esplodendo dentro? Su quella macchina Brennan si sta avviando verso terre desolate, come desolato è il suo cuore. Altrettanto desolato è Booth, il quale, a sua volta, ha perso tutto, la donna che ama, la figlia. È un uomo sconfitto quello che si mette seduto sui gradini della Chiesa ed è bello quel rapidissimo girarsi verso di essa. Cosa sta pensando in quel momento Booth, formula una preghiera, lancia un’imprecazione, chiede perché, perché tutto questo a lui? Perché il sogno tanto agognato d’avere anche lui una famiglia, d’essere un uomo normale, si è infranto così presto? L’inquadratura finale su Christine, sul suo visetto imbronciato, su quegli occhi pieni di lacrimoni, le lacrime che né la madre, né il padre sono in grado di versare, rappresenta il dolore per loro ora inesprimibile per il gelo sceso nei loro cuori. Christine sta piangendo al loro posto e questa inquadratura suscita melanconia e struggimento.
    Nessuna luce, nessun barlume di speranza? Sì, nonostante che la situazione si presenti, a dir poco, a tinte fosche, una luce si vede in fondo al tunnel. Cam e Brennan con le loro scelte e con i loro comportamenti hanno mantenuta integra la loro libertà interiore. Pelant le ha spaventate, forse terrorizzate, ma non ha condizionato la loro coscienza, hanno saputo difendersi, l’una il Jeffersonian e l’altra la figlia e se stessa. E questo è intollerabile per Pelant e per il suo sistema di potere totalitario.
    Caro Pelant, anche per te, soprattutto per te, ben presto “mala tempora cocurrunt” (Cicerone), perché il Jeffersonian è lì con tutta la sua potenza di fuoco, quanto ancora i tuoi segreti rimarranno tali? Angela ha già scoperto il collegamento libri-sistema informatico, quanto tempo ancora ci vorrà perché il murales lasciato da Ethan Sawyer venga decifrato? E Brennan? Colei che è risalita dalla tomba preparatale da un altro serial-killer, colei che non si arrende mai, non sarà ben presto in grado di reagire e di ritornare in qualche modo in azione? Oh, sì e allora sui nostri visetti si stamperanno espressioni di gioia e soddisfazione: giustizia è fatta! Il cattivo paga il fio delle sue nefandezze e i buoni vincono! Così deve essere!

    c) Libro/computer. Quasi alla fine dell’episodio Angela scopre il perché Pelant abbia consultato un numero così alto di libri. Si è servito del timbro della catalogazione per inserire online i suoi virus micidiali. Pelant si è servito dei libri, li ha resi strumenti del computer, in fondo, ha asservito anch’essi. Ma, con mia somma soddisfazione, l’input per smascherare la macchinazione viene da un libro, nello specifico dai Principia Mathematica (dovrebbe essere un’edizione dell’opera di Bertrand Russel e Alfred Nort, 1910-13, perché l’opera di Isaac Newton ha come titolo completo, Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, 1687), un vecchio libro e da una dedica, la citazione del famoso aforisma di Alexander Pope dedicato a Isaac Newton. Una vendetta migliore per riaffermare la dignità del libro non poteva essere trovata con mia somma soddisfazione. Siamo la civiltà del libro, in fondo siamo quello che siamo, anche perché dei gentili signori nel III sec. a. C. pensarono bene di fondare la Biblioteca d’Alessandria, nella quale raccolsero tutto lo scibile umano allora esistente, realizzando il definitivo passaggio dalla tradizione orale a quella scritta (Vedi G. Gusdorf, Storia dell’ermeneutica, Laterza, Bari, 1988). Da lì si generò un lento cammino, che portò poi alla fondazione delle Università nei secoli XI-XII (l’Alma Mater Studiorum a Bologna e la Sorbona a Parigi) e mano a mano fino ai giorni nostri. Che storia avvincente!

    P.S.: Domande rimaste inevase: ma è possibile, che alll’intera FBI, a un procuratore federale, ad un esperto psicologo, ai genialoni del Jeffersonian, a nessuno sia mai venuto in mente di verificare in che modo Pelant potesse rendere inoffensiva la cavigliera? E’ possibile che a nessuna autorità sia venuto in mente di mettere degli agenti a controllargli la casa? E farci una bella perquisizione? Un controllino qualsiasi? Mah.
     
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43 replies since 14/3/2012, 07:56   3254 views
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