L'ASSASSINIO DI TERENCE BANCROFT

(seguito di "L'assassinio di Ian Wexler"- au, dramedy, romance, mistery, NC17)

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  1. boothie
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    Mi piace il "dolcetto", è davvero teneramente goffo e mi dà l'idea di una Tempe che ancora non ha confidenza con i vezzeggiativi (con i sentimenti, in realtà), e va proprio a scegliere quello che suona più "ostentato".... almeno questa è l'idea che ne ho ricavato io.
    Mi piace moltissimo la storia e non vedo l'ora che la recita della nostra Temperance si svolga davanti a un pubblico....
     
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  2. Dreamhunter
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    CITAZIONE (vale2875 @ 29/9/2011, 17:17)
    allora:
    locanda, irlanda, alloggio
    :rolleyes: che bello!!!!!!!!!!!

    PS: ma cosa si era fumata lei? L'ho trovata un pochino strana in questo capitolo...

    Perché strana? In cosa? :blink:

    CITAZIONE (-Saretta- @ 29/9/2011, 18:00)
    CITAZIONE
    Gli tese una mano. “Vieni a scaldarmi, dolcetto. Sentivo atrocemente la tua mancanza...”.
    In preda allo stupore, lui la fissò. Santo Iddio. Sembrava trasformata. Chi era mai costei?

    Oddio, che ridere!!! :doh:
    Comunque a me dolcetto piace, soprattutto pensandolo riferito al nostro virile ispettore!
    Un capitolo molto divertente Franca, complimenti! ;)

    Grazie!!! ^_^

    CITAZIONE (Sara6 @ 29/9/2011, 18:06)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 29/9/2011, 16:27) 
    La bocca di Temperance si serrò in una linea tesa. “Non temete”, sibilò facendo un passo indietro. “Non eccederò”.
    Uh, l'atmosfera si era raffreddata. O forse no, forse era il contrario. A Booth pareva di percepire una sorta di ebollizione al di sotto del contegno della direttrice. Il guanto di sfida era stato lanciato.
    “Attraccheremo domani?”, si informò lei, riconducendo il dialogo su di un piano pratico.
    “Sì, domani”.
    “E in seguito? Come procederà il viaggio?”.
    “Da quel che mi ha spiegato il conte, non esistono collegamenti ferroviari decenti in Irlanda, per cui ci ha procurato una carrozza. Dovremo pernottare in una locanda, almeno per una notte. Infine arriveremo a Kinvarra, sulla costa occidentale, dove si trova la magione dei Bancroft”.

    Eccedi pure mia cara Roxanne...non ci offendiamo...anzi :wub: :sbav: :fiu:
    E quanto mi dispiace che soggiorniate una notte in una locanda, in Irlanda.....eppure mi ricorda qualcosa...forse un altra FF... :fiu: :fiu:

    Eh, eh, so a cosa ti stai riferendo, però non aspettarti che accada la stessa cosa. Siamo ancora all'inizio della ff. ;)

    CITAZIONE (laura67 @ 29/9/2011, 18:51)
    CITAZIONE
    Dio, quanto avrebbe desiderato essere un qualche minuscolo insetto a bordo di una certa nave...

    Molto Angela stà Angela!!

    ps: I like......undercover e DOLCETTO!

    Eh, eh, grazie! ;)

    CITAZIONE (dany1971 @ 29/9/2011, 20:49)
    CITAZIONE
    Dio, quanto avrebbe desiderato essere un qualche minuscolo insetto a bordo di una certa nave...

    Ange, sweetie, non sei la sola a voler essere un insetto per vederli su quella nave, o in quella locanda sperduta nella campagna irlandese o addiruttura nella tenuta dei Bancroft, azzardo quasi a dire che tutte noi vorremmo esserlo e così l'Irlanda finirebbe sepolta da nuvole di insetti impazziti :P
    CITAZIONE
    “Jack...”, la corresse lui avanzando. Era a capo scoperto e il suo mantello si confondeva con la notte, conferendogli un'aria quasi pericolosa, da predatore. “Rammentatevi che io sono Jack”.
    “Non siamo ancora in Irlanda”.
    “Ma vale la pena di esercitarci ad entrare nei nostri personaggi, non credete? Altrimenti come potremo sperare di risultare convincenti?”.
    Si avvicinava e Temperance indietreggiò d'istinto, sino a che la balaustra le sbarrò la strada, premendole contro la schiena. “Vi ho già detto che sono dotata di un notevole talento nella recitazione”.
    “Però non me ne avete ancora offerto una vera dimostrazione”, la provocò Booth, con un sorrisetto sbilenco.
    La fronte di lei si aggrottò e per un po' lo scrutò irritata, quindi, repentinamente, la sua espressione mutò del tutto e i suoi lineamenti si distesero. Gli rivolse un sorriso aperto, seducente e al contempo carico di tenerezza.
    “Oh, Jack, mio adorato, sei qui!”, esclamò con una voce più sottile di qualche tono. Gli tese una mano. “Vieni a scaldarmi, dolcetto. Sentivo atrocemente la tua mancanza...”.
    In preda allo stupore, lui la fissò. Santo Iddio. Sembrava trasformata. Chi era mai costei?
    La raggiunse, intrigato, e provò a stare al gioco.
    “Se avessi sospettato che ti mancavo, ti avrei cercata prima, amore mio”, le bisbigliò prendendole la mano, mentre lei, con l'altra, gli accarezzava un braccio.
    “Che sciocco sei...”, lo rimproverò dolce, appoggiandosi al suo petto e reclinando il viso all'indietro, come in attesa di un bacio. “Sai quanto mi manchi, sempre, ogni minuto in cui non siamo insieme...”.

    Se questo è il preludio di quello che leggerò una volta giunti in Irlanda non vedo l'ora che la nave attracchi! Oh come sono curiosa.
    Come sempre sei fantastica. Kisses!

    Baci e grazie a te!!!
    (E adesso ho in testa un nugolo ronzante di insetti in volo sull'Irlanda :lol: :lol: )

    CITAZIONE (Ciccia-B @ 30/9/2011, 09:36)
    Ok Tempe che chiama Booth dolcetto è assolutamente divertentissimo!!! mi hai fatta divertire un mondo!! Grazie Franca spero domenica arrivi prestissimo!!! ^_^

    Grazie a te, carissima. ^_^


    CITAZIONE (boothie @ 30/9/2011, 15:45) 
    Mi piace il "dolcetto", è davvero teneramente goffo e mi dà l'idea di una Tempe che ancora non ha confidenza con i vezzeggiativi (con i sentimenti, in realtà), e va proprio a scegliere quello che suona più "ostentato".... almeno questa è l'idea che ne ho ricavato io.
    Mi piace moltissimo la storia e non vedo l'ora che la recita della nostra Temperance si svolga davanti a un pubblico....

    Ho cercato di pensare a tutti i ruoli undercover di Brennan e a tutti i suoi atteggiamenti ostentati, virandoli in salsa fine ottocento. ;) Sono contenta che ti piaccia. ^_^
     
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  3. vale2875
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    [QUOTE=Dreamhunter,29/9/2011, 16:27 ?t=57955616&st=15#entry472982994]
    “Io...”. Temperance sbatté le palpebre e si affrettò a sorseggiare il vino, guardandolo da dietro il bordo del bicchiere. “... vi chiamerò dolcetto”.
    ?dolcetto?
    Lei si strinse nelle spalle. “A volte la signorina Saroyan chiama così il dottor Lidner, quando se ne stanno negli angoli a bisbigliare”.
    “E sanno che voi li udite?”.
    “Immagino di no”.
    lei che ascolta di nascosto

    per quanto riguarda tutto il resto mi è piaciuto un sacco :rolleyes: ; che poi non è che non mi sia piaciuto il dolceto, solo che mi suonava strano detto da lei; un Booth che le consigliava di chiamarlo dolcetto mi sarebbe suonato meglio.
    Ma siccome sono stonata come una campana, le cose magari suonano male solo a me :wacko:
     
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  4. Dreamhunter
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    [QUOTE=vale2875,30/9/2011, 17:24 ?t=57955616&st=30#entry473118262]
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 29/9/2011, 16:27) 
    “Io...”. Temperance sbatté le palpebre e si affrettò a sorseggiare il vino, guardandolo da dietro il bordo del bicchiere. “... vi chiamerò dolcetto”.
    ?dolcetto?

    Questo "dolcetto" ha proprio creato un caso! :lol: :lol:
    Come spiegavo già a Teresa e Donata, è un omaggio a quel "muffin" che Brennan ha usato nella 6x23. Se non era strano in quella puntata, perché è strano qui? ;)

    CITAZIONE
    Lei si strinse nelle spalle. “A volte la signorina Saroyan chiama così il dottor Lidner, quando se ne stanno negli angoli a bisbigliare”.
    “E sanno che voi li udite?”.
    “Immagino di no”.
    lei che ascolta di nascosto

    No, attenzione, hai frainteso.
    Booth non le ha mica chiesto "e sanno che voi origliate?".
    Ha detto "e sanno che voi li udite?".
    Il che significa che sono Cam e il dottor Lidner a bisbigliare un po' troppo forte e a farsi sentire. Brennan non stava affatto ascoltando di nascosto. Le è semplicemente capitato di sentire e dato che Cam e Lidner sono innamorati, ne ha dedotto che il vezzeggiativo "dolcetto" sia adatto da utilizzare per la sua recita. A me sembra proprio un tipico modo di agire di Brennan.

    CITAZIONE
    per quanto riguarda tutto il resto mi è piaciuto un sacco :rolleyes: ; che poi non è che non mi sia piaciuto il dolceto, solo che mi suonava strano detto da lei; un Booth che le consigliava di chiamarlo dolcetto mi sarebbe suonato meglio.
    Ma siccome sono stonata come una campana, le cose magari suonano male solo a me :wacko:

    Non sono molto d'accordo. Se ti vai a rivedere le puntate undercover di Bones, noterai che Brennan non ha mai avuto bisogno dei suggerimenti di Booth per recitare i suoi ruoli. Anzi. Al massimo lui le suggerisce quando cominciare la recita, ma il ruolo lo interpreta sempre lei da sola. Per esempio, nella 6x23, non penso proprio che sia stato Booth a dirle di chiamarlo "muffin". Penso sia stata proprio un'idea sua. Brennan si applica sempre con grande impegno alle missioni undercover. ;)
     
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  5. screepie
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    mmm...mmm...mmm...se iniziano così ora che sono ancora sulla nave non vedo l'ora di scoprire che combineranno quando inizieranno a recitare sul serio :shifty:
    QUOTE
    Ho cercato di pensare a tutti i ruoli undercover di Brennan e a tutti i suoi atteggiamenti ostentati, virandoli in salsa fine ottocento. ;) ^_^

    Per me in effetti Dolcetto suona strano come nomignolo affettuoso, ma proprio come hai detto ce la vedo benissimo a usare il primo nome che le viene e che per lei, avendolo sentito in un contesto simile, si adatta perfettamente alla situazione. semmai, se proprio abbiamo qualcosa contro questo dolcetto c'è da prendersela con Cam e il dottor linder :superlol:
    QUOTE
    Brennan si applica sempre con grande impegno alle missioni undercover. ;)

    eheh, lo sappiamo bene ^_^
     
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  6. Dreamhunter
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    CITAZIONE (screepie @ 1/10/2011, 17:42) 
    mmm...mmm...mmm...se iniziano così ora che sono ancora sulla nave non vedo l'ora di scoprire che combineranno quando inizieranno a recitare sul serio :shifty:
    CITAZIONE
    Ho cercato di pensare a tutti i ruoli undercover di Brennan e a tutti i suoi atteggiamenti ostentati, virandoli in salsa fine ottocento. ;) ^_^

    Per me in effetti Dolcetto suona strano come nomignolo affettuoso, ma proprio come hai detto ce la vedo benissimo a usare il primo nome che le viene e che per lei, avendolo sentito in un contesto simile, si adatta perfettamente alla situazione. semmai, se proprio abbiamo qualcosa contro questo dolcetto c'è da prendersela con Cam e il dottor linder :superlol:
    CITAZIONE
    Brennan si applica sempre con grande impegno alle missioni undercover. ;)

    eheh, lo sappiamo bene ^_^

    Grazie!! ;)

    Ed ecco il nuovo capitolo, buona lettura!!!

    4.


    Pioveva a dirotto quando la carrozza si arrestò all'improvviso.
    Seduta accanto a Jenny, Temperance sobbalzò e alzò gli occhi dal libro che stava faticosamente leggendo nella scarsa luce cinerea che riempiva l'interno del veicolo. “Che succede?”, chiese. “Siamo arrivati?”.
    Sull'altro sedile Booth e Vaziri si scambiarono uno sguardo interrogativo.
    “Non lo so, non credo”, rispose l'ispettore. “Scendo a vedere”.
    “Signore”. Vaziri lo fermò. “Siete un conte, non spetta a voi”.
    “Un conte non si può bagnare?”, protestò lui, ma qualcuno bussò allo sportello e mise a tacere la questione. Era il cocchiere.
    “Signor conte...”, disse l'uomo, reggendosi il cappuccio del mantello. “Siamo a un crocicchio e c'è un'altra carrozza. Pare che ci stesse aspettando”.
    Questa volta Booth guardò Temperance: che novità era questa?
    Intanto, alle spalle del cocchiere comparvero altri due uomini. Uno di essi reggeva l'ombrello sotto cui si riparava il secondo. “Conte Hodgins?”, domandò quest'ultimo, avvicinandosi al finestrino.
    Era sulla trentina, con i capelli scuri e un volto pallido, dai lineamenti affilati.
    Booth si piegò in avanti. “Sì, sono io. Voi chi siete?”.
    “Howard Epps, vostra grazia. Sono il valletto personale del marchese Hastings, il cugino del povero lord Bancroft. Quando ha saputo che sareste arrivati oggi, mi ha mandato incontro alla vostra carrozza per esservi d'aiuto. Non abbiamo delle strade comode e questo crocicchio trae spesso in inganno i viaggiatori, portandoli nella direzione errata. Vi guideremo noi. Mi sono permesso di prenotare delle stanze in una locanda a poca distanza da qui. Tra breve sarete all'asciutto e al caldo”.
    “E'... ehm... è stato molto gentile da parte del marchese”, replicò Booth circospetto. “Saremo dunque lieti di approfittare del suo buon cuore”.
    Era così che si esprimeva un conte? Chissà...
    Epps annuì e si dileguò nella pioggia, accompagnato dal suo cocchiere. Il loro invece si affrettò a risalire a cassetta. La carrozza riprese a muoversi dopo pochi istanti.
    “William Hastings”, mormorò Booth. “Il cugino tanto sensibile che attualmente è l'unico erede dei possedimenti irlandesi dei Bancroft, oltre al bambino non ancora nato della signora Bancroft”.
    Temperance chiuse il libro. “Pensate che intenda corteggiarla per sposarla in secondo nozze?”.
    “Di certo è molto premuroso nei confronti dei suoi ospiti”.
    “Se mi permettete l'intromissione, signore, forse vuole solo fare colpo su un conte di Londra”, intervenne Vaziri. “E' un marchese che vive in un angolo selvaggio e isolato d'Irlanda e non ha mai preso parte alle stagioni londinesi. Per lui sarebbe una fortuna stringere amicizia con un nobile d'Inghilterra”.
    “Sì, è possibile”, convenne Booth. “E per favore, ritenetevi pure libero di esporci le vostre idee, quando siamo in privato. E lo stesso vale per voi, signorina Shaw”, aggiunse rivolgendosi a Jenny, che si illuminò. “In questa indagine siamo una squadra, d'accordo? La direttrice ed io avremo bisogno anche dei vostri occhi e delle vostre orecchie, in quella magione”.
    “Potete contare su di me, signore”, affermò Vaziri.
    “E anche su di me”, gli fece eco Jenny.
    L'ispettore avvertì su di sé lo sguardo della direttrice: sembrava compiaciuta del modo in cui aveva coinvolto il maggiordomo e la cameriera, trattandoli da pari. Le sorrise e lei ricambiò.

    La locanda era di modeste dimensioni ma ben tenuta e trovarono ad accoglierli un bel fuoco e il profumo della cena in preparazione. Sembrava che il marchese Hastings avesse ordinato che fosse per intero a loro disposizione e i proprietari si prodigarono subito in mille attenzioni, esibendo sorrisi esagerati.
    “Per voi e la vostra sposa abbiamo preparato la camera più grande e bella, signor conte”, cinguettò la locandiera tutta contenta. “I vostri bagagli sono già stati portati di sopra”.
    L'ispettore sbirciò la direttrice, in una posa rilassata ma vigile. Cosa pensava?
    Lui non si era aspettato di dover affrontare la questione della sistemazione notturna prima di giungere a Kinvarra. Aveva dato per scontato di dormire in una stanza con Vaziri, mentre Temperance sarebbe stata in un'altra camera con Jenny. E invece...
    Non potevano certo avanzare strane richieste in presenza del valletto di lord Hastings. Howard Epps aveva occhi indagatori ed insieme sfuggenti. Booth li percepiva addosso, eppure ogni volta che si girava per guardarli ecco che si erano già spostati ad osservare qualcos'altro. Quel giovane uomo gli ricordava un rettile, dall'apparenza ordinaria ma con una sfumatura viscida e fastidiosa.
    “Spero che al vostro valletto non dispiacerà dividere la stanza con me”, gli disse Epps accennando a Vaziri. “La cameriera della contessa dormirà con la figlia della locandiera”.
    Booth annuì. “Avete proprio pensato a tutto. Che efficienza”.
    “E' il minimo per un gran signore come voi”, ribatté Epps. “Inoltre il marchese è molto felice del vostro arrivo. Sa che eravate un caro amico del povero lord Bancroft e soprattutto di lady Clarissa e in questo momento la signora ha veramente bisogno di amici che le stiano accanto. Il marchese si augura che la vostra presenza possa confortarla e recarle un poco di sollievo”.
    Un discorso ben preparato e snocciolato alla perfezione, ma a Booth non era sfuggita l'enfasi posta su quel soprattutto. Evidentemente Howard Epps era al corrente del fidanzamento che un tempo aveva legato Clarissa Bancroft al conte Hodgins. Quindi doveva saperlo anche il marchese. E probabilmente altre persone.
    Avrebbe dovuto parlare di questo con Clarissa stessa, capire che tipo di comportamento tenere.
    “Gradite cenare qui nella sala da pranzo o preferite che vi portiamo la cena in camera?”, domandò la locandiera.
    “Uhm...”. Booth cercò esitante lo sguardo di Temperance.
    “Ceneremo in camera, grazie”, rispose la direttrice prontamente. “Sono piuttosto stanca”.
    “Davvero?”, esclamò lui, sorpreso, poi si riprese in fretta e le sorrise, avvicinandosi. “Certo, mia cara. Precedetemi pure e mettetevi a vostro agio, sarò da voi tra poco”.
    “Non mi piace quell'uomo”, gli bisbigliò lei, riferendosi a Epps, quindi alzò la voce, in modo che tutti la udissero. “E concedete pure la serata libera a Vaziri. Mi occuperò io di aiutarvi con gli abiti, mio adorato”.
    Per un attimo a Booth mancò il fiato per replicare. Fu con sorriso tirato che si volse verso Vaziri. “Direi che non possiamo opporci agli ordini di mia moglie, vero signor Vaziri? A proposito, avete presente il mio baule...”. Continuando a discorrere genericamente di bagagli, portò il maggiordomo nei pressi della porta. Con la coda dell'occhio individuò Epps, impegnato a definire i dettagli della cena con la locandiera. “Dato che dividerete la stanza con il signor Epps, assicuratevi di ascoltarlo con cura e, se ci riuscite, anche di strappargli qualche confidenza, signor Vaziri”, sussurrò.
    “Non vi preoccupate, signore”, gli assicurò il giovane. “Presterò la massima attenzione”.
    “Ottimo”, approvò Booth.
    I suoi occhi ora stavano seguendo la direttrice, che saliva le scale accompagnata da Jenny.
    L'avrebbe aiutato con gli abiti, eh?

    Bussò alla porta della stanza circa mezz'ora dopo.
    Jenny gli aprì immediatamente e si congedò con un piccolo inchino. “Vi auguro una buona notte, signore”, gli disse, per poi dileguarsi nel corridoio.
    Raddrizzando le spalle, Booth sospirò e varcò la soglia: il fuoco e le lampade rischiaravano una camera poco pretenziosa, comunque arredata con gusto e più ampia di quel che avesse immaginato. Tende color crema incorniciavano la finestra affacciata sul tramonto piovoso e richiamavano la tinta dell'imbottitura del divano a due posti in un angolo e del letto in pesante legno scuro.
    Il letto, già. Stava proprio lì, al centro, impossibile ignorarlo.
    “Qualche problema?”.
    Temperance era apparsa da dietro un paravento: indossava una vestaglia verde chiaro, sotto la quale si intravedeva una lunga sottoveste orlata di pizzo. I capelli erano sciolti, trattenuti ai lati del viso da alcune forcine. Booth ebbe un tuffo al cuore. Cielo, era un colpo basso: gli era del tutto impossibile resistere a quella chioma color del miele scuro che arrivava a sfiorarle le anche, folta e lucente... Si era chiesto per mesi come fosse quando veniva liberata dalla costrizione della crocchia con di solito la direttrice si acconciava e da che il suo desiderio era stato esaudito, la notte della risoluzione del caso del Carnefice, non riusciva a smettere di fantasticare di passarci in mezzo le dita...
    In aggiunta, adesso che si trovava a due passi da un letto, iniziava a domandarsi cosa avrebbe provato con lei a cavalcioni sopra di sé e tutti quei capelli intorno, a ondeggiare al ritmo di...
    Sussultò, con un singulto soffocato. Buon Dio.
    “No...”, mormorò. “Nessun problema. Perché?”.
    Avanzando, Temperance lo studiò e sorrise. “Non sarete imbarazzato, vero?”.
    “Imbarazzato? Io?”. Booth deglutì. “No no”.
    “Sarebbe sciocco”, ridacchiò lei. “Ho già condiviso una stanza da letto con un uomo. Non dovete proteggere il mio pudore”.
    “Oh, ma non ne dubito...”.
    “E comunque sarà già capitato anche voi, no?”.
    “Che cosa? Dormire con una donna?”. Lui sorrise. “Naturalmente. Sono scapolo ma certo non...”.
    “Vergine?”. Temperance lo fissò. “Vorrei ben vedere, dato che avete un figlio”.
    L'arrivo della cena, proprio in quel momento, fu provvidenziale. Impedì a Booth di boccheggiare come un pesce. Sbalordito, si affrettò ad aprire la porta.
    La locandiera in persona entrò portando il vassoio coperto. Alle sue spalle un paio di garzoni trasportavano un piccolo tavolo e delle sedie. Mentre apparecchiavano, lui rimase in disparte, a braccia conserte. Come faceva la direttrice a sapere di Parker?
    La risposta, nella sua mente, non tardò. Il conte Hodgins, ovvio. Era l'unico, tra le conoscenze che aveva in comune con Temperance Brennan, a cui lo avesse confidato...
    “Non vi siete spogliato”.
    Di nuovo Booth trasalì. Non si era nemmeno accorto che erano soli. La locandiera se n'era andata e il tavolo li attendeva imbandito. Temperance lo osservava a qualche passo di distanza.
    “Dovreste togliervi quei vestiti. Stareste più comodo e vi rilassereste”, insistette.
    “Per ora mi limiterò a questa, grazie”, replicò, sfilando la giacca e deponendola sul divano.
    “La scelta è vostra”, commentò Temperance. “Jenny vi ha preparato la camicia da notte dietro il paravento, comunque”.
    Lui le scostò la sedia e aspettò che sedesse, quindi prese posto alla sua destra.
    “Ve lo avrei raccontato”, sussurrò dopo un po'.
    “Del fatto che intendevate cenare vestito da viaggio?”.
    “Temperance...”. Non la chiamava mai con il nome di battesimo. Lei ammutolì. “Avete capito”.
    Dato che Temperance restava in silenzio, Booth continuò, con un tono più dolce. “Vi è dispiaciuto venirlo a sapere da altri?”.
    La bocca di lei fremette. “Non eravate obbligato a dirmelo, se non volevate”.
    “State fraintendendo. Ve l'avrei detto... Semplicemente non c'era ancora stata l'occasione. Non è qualcosa di cui parlo spesso”.
    “Non amate parlare di vostro figlio?”.
    “Di lui sì, ma ogni volta mi viene chiesto come mai non sono sposato... e riguardo a questo sono a disagio. Anche per rispetto alla memoria della madre”.
    “La amavate?”, chiese Temperance.
    “Sì...”, ammise Booth. “Non mi piaceva, però”.
    “Come si può amare qualcuno che non ci piace?”.
    “Non si può infatti”.
    Lei aggrottò la fronte. “Non comprendo questo ragionamento...”.
    “Significa che quando amiamo qualcuno che non ci piace, ci stiamo solo illudendo di provare amore. In realtà quel che sentiamo è passione oppure desiderio. A volte la distinzione non è chiara”.
    La direttrice pareva interessata dall'argomento. “Anche quando qualcuno ci piace può essere solo a causa della passione e del mero desiderio”.
    “Sì, è vero. Ma aiuta”. Booth la rimirò per qualche momento. “Voi mi piacete, Temperance”.
    Gli occhi azzurri di lei erano grandi e dorati dalle luci. Ricambiarono il suo sguardo carezzevole con sincerità. “Anche voi mi piacete, Booth”.
    Un cuore, nella stanza, accelerò. Nel petto di chi non era importante. Forse perché l'altro cuore batteva ancora più forte.
    “Mangiamo?”, chiese lui.
    “Mangiamo”, mormorò lei.

    (CONTINUA MERCOLEDI'!) :ibones:

     
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  7. donata69
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    che meraviglia Franca! capitolo bellissimo, mi ha incuriosito, divertito e intrigato nello stesso tempo; quando ho letto Howard Epps mi è venuto un colpo: nemmeno a me quell'uomo piace e la descrizione di lui come un viscido rettile è azzeccatissima; bellissimi loro nella stanza pronti per la cena: beh, non proprio pronti :lol:
    p.s.: ma davvero continua domani?
     
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  8. vale2875
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    trallalero lallala
    che bella cena questa qua!
    che losco questo tizio
    forse ci hai dato un indizio?
    e domani un gran giorno sarà
    perchè l'ispettore la bella direttrice .....rà

     
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  9. Züü
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    Bellissimo capitolo, come è bellissima questa quadrilogia!
    Mi piacciono molto le tue ff e questa au è tra le mie preferite!!! :wub:

    CITAZIONE
    Howard Epps, vostra grazia.

    aaaaaaargh!
    sono contenta che mentre leggevo non ci fosse nessun altro nella stanza, perchè a questo punto ho letteralmente tirato un urlo....
    Epps???? Grande idea!
    :clap:
    E chissà perchè non posso fare a meno di sospettare che Epps centri (e molto) con la morte di Bancroft...
    :fiu:

     
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  10. -Saretta-
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    Stupendo! Proprio quello che volevo leggere: i nostri due piccioncini in camera da soli, molto complici e con una direttrice mooolto audace... :shifty:
    Per quanto riguarda il resto, posso dire che la presenza di Epps, in effetti, è molto sospetta... Vedremo un po' cosa accadrà! Bravissima Franca! :clap:
     
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  11. Alessia_92
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    ADORO! :wub:
     
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  12. Sara6
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    CITAZIONE (Dreamhunter @ 4/10/2011, 00:16) 
    Booth la rimirò per qualche momento. “Voi mi piacete, Temperance”.
    Gli occhi azzurri di lei erano grandi e dorati dalle luci. Ricambiarono il suo sguardo carezzevole con sincerità. “Anche voi mi piacete, Booth”.

    Ma davvero..non si era capito.Pure a me piacete tanto :P
     
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  13. boothie
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    Mamma mia, che bella la locanda!!!! Come si sistemeranno per la notte?
    Non vedo l'ora di saperlo....
     
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  14. Dreamhunter
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    CITAZIONE (donata69 @ 4/10/2011, 09:33)
    che meraviglia Franca! capitolo bellissimo, mi ha incuriosito, divertito e intrigato nello stesso tempo; quando ho letto Howard Epps mi è venuto un colpo: nemmeno a me quell'uomo piace e la descrizione di lui come un viscido rettile è azzeccatissima; bellissimi loro nella stanza pronti per la cena: beh, non proprio pronti :lol:
    p.s.: ma davvero continua domani?

    Grazie, cara! ^_^ E sì, continua domani. ^_^

    CITAZIONE (vale2875 @ 4/10/2011, 10:41)
    trallalero lallala
    che bella cena questa qua!
    che losco questo tizio
    forse ci hai dato un indizio?
    e domani un gran giorno sarà
    perchè l'ispettore la bella direttrice .....rà

    L'ultima strofa è un po' criptica... ;)
    Grazie per la poesia! ;)

    CITAZIONE (Züü @ 4/10/2011, 11:02)
    Bellissimo capitolo, come è bellissima questa quadrilogia!
    Mi piacciono molto le tue ff e questa au è tra le mie preferite!!! :wub:

    CITAZIONE
    Howard Epps, vostra grazia.

    aaaaaaargh!
    sono contenta che mentre leggevo non ci fosse nessun altro nella stanza, perchè a questo punto ho letteralmente tirato un urlo....
    Epps???? Grande idea!
    :clap:
    E chissà perchè non posso fare a meno di sospettare che Epps centri (e molto) con la morte di Bancroft...
    :fiu:

    Grazie!!!
    Per quel che riguarda Epps... chissà.
    Dovresti valutare anche il marchese per cui lavora: ti ricordi chi è William Hastings? ;)

    CITAZIONE (-Saretta- @ 4/10/2011, 14:23)
    Stupendo! Proprio quello che volevo leggere: i nostri due piccioncini in camera da soli, molto complici e con una direttrice mooolto audace... :shifty:
    Per quanto riguarda il resto, posso dire che la presenza di Epps, in effetti, è molto sospetta... Vedremo un po' cosa accadrà! Bravissima Franca! :clap:

    Grazie!!! E ricordo anche l'accoppiata Epps-Hastings, tutta un programma. ;)

    CITAZIONE (Alessia_92 @ 4/10/2011, 14:40)
    ADORO! :wub:

    Grazie!! ;)

    CITAZIONE (Sara6 @ 4/10/2011, 15:39)
    CITAZIONE (Dreamhunter @ 4/10/2011, 00:16) 
    Booth la rimirò per qualche momento. “Voi mi piacete, Temperance”.
    Gli occhi azzurri di lei erano grandi e dorati dalle luci. Ricambiarono il suo sguardo carezzevole con sincerità. “Anche voi mi piacete, Booth”.

    Ma davvero..non si era capito.Pure a me piacete tanto :P

    Ci piacciono, sì. ^_^ Grazie!!! ;)

    CITAZIONE (boothie @ 4/10/2011, 16:30)
    Mamma mia, che bella la locanda!!!! Come si sistemeranno per la notte?
    Non vedo l'ora di saperlo....

    Lo saprai prestissimo! Grazie! ;)
     
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  15. Züü
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    CITAZIONE
    Per quel che riguarda Epps... chissà.
    Dovresti valutare anche il marchese per cui lavora: ti ricordi chi è William Hastings? ;)

    Yes, I remember, The headless witch in the woods...
    Mah, non so perchè ma per me Hasting rende più come mandante, sì, insomma, come mente che sta dietro l'omicidio, mentre Epps lo vedo bene come esecutore...
    Non lo so, sarà che HH me lo fa fatto semprare un cattivo più cattivo! ;)

    CITAZIONE
    “Non amate parlare di vostro figlio?”.
    “Di lui sì, ma ogni volta mi viene chiesto come mai non sono sposato... e riguardo a questo sono a disagio. Anche per rispetto alla memoria della madre”.
    “La amavate?”, chiese Temperance.
    “Sì...”, ammise Booth. “Non mi piaceva, però”.
    “Come si può amare qualcuno che non ci piace?”.
    “Non si può infatti”.
    Lei aggrottò la fronte. “Non comprendo questo ragionamento...”.
    “Significa che quando amiamo qualcuno che non ci piace, ci stiamo solo illudendo di provare amore. In realtà quel che sentiamo è passione oppure desiderio. A volte la distinzione non è chiara”.
    La direttrice pareva interessata dall'argomento. “Anche quando qualcuno ci piace può essere solo a causa della passione e del mero desiderio”.
    “Sì, è vero. Ma aiuta”. Booth la rimirò per qualche momento. “Voi mi piacete, Temperance”.

    Amo quest'uomo!!!! :wub:

    Son curiosa di vedere che succederà!
    E a quanto pare non dovrò aspettare molto!

    CITAZIONE
    E sì, continua domani. ^_^

     
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151 replies since 22/9/2011, 20:28   6235 views
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