7x06 The Crack in the Code
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7x06 The Crack in the Code

15/12/2011 discussione versione originale

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  1. sella
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    I Puntata.
    Uno degli episodi più belli di sempre, in cui tutto è perfettamente registrato, misurato e calibrato a livello di scrittura e che si è potuto avvalere di un gruppo di attori in stato di grazia, dai protagonisti ai comprimari. Andrew Leeds, il nuovo supercattivissimo, con la sua facciotta da bravo bambino e gli occhi da “Bambi” è stato perfetto, ha giocato benissimo il suo ruolo di angelo/demone e quello che ci ha rivelato della sua psicologia e delle sue motivazioni ci fa ben sperare per gli sviluppi ulteriori.
    Come prima e più di prima siamo allo scontro tra la vita e la morte, con il serial-killer che ancora una volta, per l’ennesima volta, si fa assertore della morte nella lotta incessante nel suo voler dominare e distruggere la vita, ma con un salto di qualità (per una volta tanto il gatto e la volpe hanno detto la verità) rispetto ai precedenti. Se Epps, Taffet e Broadsky avevano una dimensione di carnalità, una motivazione spiegabile con parole umane (l’odio per le donne di Epps, la sete di guadagno di Taffet, il farsi alfiere della giustizia per Broadsky), in 7x06 viene fatta tabula rasa di tutto ciò. La sfida che Pelant lancia contro i nostri, per cui due esseri umani sono barbaramente uccisi, è un gioco, un puzzle di cui è inventore e giocatore al tempo stesso, è il divertimento di una superintelligenza pervertita, la quale si è proposta l’obiettivo di dimostrare possibile l’impossibile. È il caro e vecchio gioco del gatto con il topo, il tutto portato su un piano rarefatto, asetticamente deprivato (almeno per adesso) di ogni motivazione umana. In effetti, Pelant, apparentemente privato di tutti i suoi giocattolini, costretto da un misero strumentino (la cavigliera elettronica) a starsene chiuso in casa, si annoia e, pertanto, si inventa un giochetto, una sfida contro i più bravi, gli alfieri della vita, coloro che combattono il male e ci riescono molto bene. Perché questa sfida? Tanto per il passare il tempo? Che disprezzi Booth è facilmente comprensibile, è agente dell’FBI, quindi, quale occasione migliore per potersi togliere qualche soddisfazione. Ma Booth da solo non avrebbe mai attirato la sua attenzione, la molla che fa scattare il suo interesse è la sua collaborazione con il Jeffersonian, con gli scienziati, con gli intelligentoni. Sono loro a dover essere sfidati, colpiti e annientati in un crescendo, di cui abbiamo visto solo le anticipazioni. Ci dovranno andare di mezzo degli esseri umani? Ma che volete che sia, per dare soddisfazione al mio ego, dato che mi sono autoproclamato “dominus” assoluto (non per niente sono il più intelligente di tutti e è un tocco raffinato che Brennan colga immediatamente il nocciolo della questione, per cui nel corso dell’episodio affermi varie volte che la più intelligente è lei), nessuno ha dignità d’essere umano, tutti sono pupazzi nelle mie mani, decido io chi vive e chi muore.
    Nella scena bellissima del secondo interrogatorio, quella da cui emerge in maniera chiarissima la colpevolezza di Pelant e l’insussistenza di una qualsiasi prova legale, nel duello verbale a tre Pelant rivela in pieno il suo disprezzo e la sua sicumera, la protervia all’ennesima potenza e la sicurezza dell’invicibilità. Sweets riconosce il dato di fatto, ma sia l’uno che l’altro non hanno considerato Booth, il quale ovviamente non è affatto d’accordo. All’argomento di Pelant sulla “falla del sistema” (è questo un accenno alla mentalità sistemica di notevole interesse, che andrebbe attentamente considerato), Booth si fa avanti e dichiara: “Io ti prenderò, non mi sfuggirai. Ti puoi arroccare in tutte le tue sicurezze e in tutti i tuoi sensi di superiorità, ma io sono ‘a simple guy’ e i ragazzi semplici, gli uomini onesti e retti, vincono sempre nei vostri confronti e voi sarete sconfitti. La giustizia trionferà”. È stato un flash, ma a me ha ricordato lo John Wayne di Ombre rosse o lo James Stewart di Mr Smith va a Washington di Frank Capra. Tanto per continuare con il riferimento con la Hollywood degli anni d’oro.

    Il seguito alla prossima puntata.

    P.S.: Vi ringrazio tutte per i vostri bellissimi e appassionati commenti, che come sempre mi hanno aiutato a trovare la rotta. La prossima volta, è facile da intuire, mi dedicherò alla scena finale, tralasciando molti aspetti e momenti già da voi esaurientemente affrontati.
     
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50 replies since 20/9/2011, 19:04   3166 views
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