COME UN SOLE E UNA STELLA

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  1. Dreamhunter
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    CITAZIONE (Ariel75 @ 30/6/2011, 19:27)
    Arrivo anche qui a dirti quanto trovi stupenda questa tua idea!!! Temperance battagliera già da piccola, con le idee chiarissime su quello che farà nella vita, uno spettacolo di donna! E Seeley è così dolce, ferito sia nel fisico che nell'anima, è proprio in un brutto momento poverello!! Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli, è incredibile come siano così tanto IC (merito tuo ovviamente!!!) anche in una situazione così differente!!
    Mi resta solo di farti i complimenti, come al solito, leggerti è sempre un piacere enorme!

    Grazie!!! Soprattutto per l'IC, io ci provo sempre!!!
    Conto di farvi avere il nuovo capitolo per sabato o domenica! ;)

    CITAZIONE (-Saretta- @ 30/6/2011, 20:17)
    Ma che idea stupenda che hai avuto!
    Leggere di B&B così giovani è da una parte sicuramente strano, però allo stesso tempo mi trasmette una tenerezza infinita! :wub:
    Bravissima Franca! :clap:

    P.S. Sforni una ff dopo l'altra (e una più bella dell'altra)!

    Grazie!!! Di idee ne ho pure troppe, ma cerco di portarne avanti solo un paio alla volta, per non farvi aspettare troppo come facevo in passato. ;)

    CITAZIONE (stef0585 @ 30/6/2011, 20:23)
    Ti faccio i complimenti per la FF!! l'idea mi intriga! continua presto! :D

    Grazie!! A tra un paio di giorni!!!

    CITAZIONE (dany1971 @ 30/6/2011, 21:40)
    Che bello avere una visione di Booth e Brennan completamente al di fuori dei soliti schemi anche se, come hai preannunciato la storia divisa in due parti si ricollegherà ai giorni nostri, ma quest'inizio con un ritorno al passato ed una prospettiva diversa mi intriga molto. Continua presto sono curiosa di vedere come si evolveranno gli eventi.

    Grazie, cara!!! Scoprirai i nuovi sviluppi nel week end!!! ;)
     
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  2. PenelopePepe
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    Fanca che piacere leggere questa storia!
    Mi è capitato raramente di imbattermi in racconti che rimescolassero gli eventi e catapultassero la storia al passato, facendo in modo che Booth fosse amico di Russ e incontrasse Temperance per questo motivo, ed ogni volta ne sono rimasta colpita e affascinata.
    Ti seguirò senza dubbio in quest'altra avventura!
     
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  3. Dreamhunter
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    CITAZIONE (PenelopePepe @ 1/7/2011, 12:33) 
    Fanca che piacere leggere questa storia!
    Mi è capitato raramente di imbattermi in racconti che rimescolassero gli eventi e catapultassero la storia al passato, facendo in modo che Booth fosse amico di Russ e incontrasse Temperance per questo motivo, ed ogni volta ne sono rimasta colpita e affascinata.
    Ti seguirò senza dubbio in quest'altra avventura!

    E a me farà piacere se mi seguirai. ^_^
    Pensavo a questa storia da almeno un paio di anni, ma la trama non si delineava mai nella maniera giusta. Ora però ce l'ho ben chiara fino alla fine, quindi ho pensato che era il momento giusto.
    Grazie e al prossimo capitolo. ^_^
     
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  4. eli_tara
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    Davvero un bell'inizio.. mi piace vederli anche nelle vesti post-adolescenziali!!
    complimenti Franca!! :clap:
     
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  5. Dreamhunter
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    CITAZIONE (eli_tara @ 1/7/2011, 21:28) 
    Davvero un bell'inizio.. mi piace vederli anche nelle vesti post-adolescenziali!!
    complimenti Franca!! :clap:

    Grazie!!!! ;)
     
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  6. Dreamhunter
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    Ed ecco finalmente il secondo capitolo. Scusate per il ritardo, non è dipeso da me!!!
    Buona lettura!!!


    II – L'estate aveva gli occhi chiari

    Quando torni dalla guerra, ce l'hai ancora addosso.
    Gli altri non lo capiscono. Gli adulti specialmente. Vogliono che tu riviva tutto. Vogliono storie di guerra come se fossero un intrattenimento.
    Così finisci per desiderare intorno qualcosa di puro. Qualcosa di innocente.
    E per questo io finii con l'apprezzare la compagnia di una bambina bizzarra con le gambe lunghe e gli occhi del colore di un lago del Vermont.
    In realtà, dopo quel nostro primo dialogo sotto il portico, lei si tenne in disparte per il resto della giornata, limitandosi ad osservarmi da lontano, con un cipiglio assorto.
    “Sta decidendo cosa pensare di te”, mi disse Russ, mentre passeggiavamo sulla riva del lago e Temperance se ne stava seduta sul piccolo molo, con i piedi che penzolavano sull'acqua e un cappello a tesa larga in testa. Ufficialmente leggeva un libro, ma io sentivo il suo sguardo che mi pizzicava la nuca, di tanto in tanto.
    “Lei è fatta così”, continuò Russ. “Osserva a lungo, prima di esprimere un parere”.
    “E scommetto che se il parere non sarà positivo non esiterà ad informarmi”, commentai.
    Russ rise. “Oh, sì, sicuro! Come hai fatto a capirlo?”.
    “Istinto...”, risposi rimirando il bosco e la sua distesa di alberi e di silenzio.
    Mi sembrava un altro mondo. E mi piaceva la famiglia di Russ. Era una famiglia vera. La mia non lo era mai stata e Christine Brennan, con le sue maniere affettuose, mi rammentava da quanto tempo la presenza femminile mancasse in casa nostra. Di mia madre non rimaneva più neppure il profumo e la nonna era morta da anni. Mio nonno, mio fratello ed io eravamo tre maschi che si arrangiavano da soli. Certe volte mi bastava. In altri momenti, come questo, di fronte a una mamma bella e amorevole come Christine, sentivo che c'era dell'altro, molto altro di più che mi era stato negato, che avevo perduto per strada...
    “In ogni caso, non illuderti”, proseguì Russ, strappandomi alle mie riflessioni. “Non le starai simpatico. Mia sorella è in una specie di fase femminista. Deve esserle successo qualcosa a scuola. Sai, roba da ragazzini”.
    Già... Come se noi fossimo poi tanto più maturi. Ad essere sincero, io, in quei giorni, mi sentivo sulle spalle almeno novantanni. Faticavo a ricordare che ne avrei compiuti venti solo in autunno. Ed in effetti i problemi adolescenziali del liceo mi sembravano distanti secoli... Ma dubitavo che Russ provasse davvero lo stesso.
    Nulla di veramente drammatico lo aveva ancora toccato.
    Camminando, mi girai. La figura esile di Temperance Brennan era sempre là, sul molo.

    Cenammo all'aperto, con carne e verdura alla griglia e vari gusti di gelato, intorno ad un allegro falò che Matthew Brennan aveva preparato con l'aiuto mio e di Russ. Spuntò chissà da dove anche una chitarra ed iniziammo a strimpellare canzoni sotto le stelle.
    “Tutto questo fa molto festa sulla spiaggia anni '70”, rise Christine, applaudendo il marito che si era appena esibito in un vecchio brano dei Beach Boys. “Siamo troppo vecchi per far divertire i ragazzi”.
    “Parla per te!”, protestò Matthew, poi ci guardò. “Voi vi state annoiando?”.
    I suoi figli batterono le mani urlando forte un NO!! Quanto a me, sdraiato su un fianco, sostenendomi su un gomito, alzai la mia lattina di birra in segno di approvazione, gonfio di cibo come un tacchino e con l'animo in pace, la mente sgombra. Non mi capitava da mesi. Era riposante starsene lì, in serenità, ad ascoltare degli accordi di chitarra rimirando le scintille che si levavano dalle fiamme e fuggivano verso l'alto scomparendo nel buio stellato.
    Lei sedeva dall'altra parte del fuoco, con le gambe incrociate, i capelli castani raccolti in una coda di cavallo e un sorriso luminoso. Com'era diversa quando sorrideva così e si dimenticava di essere più intelligente degli altri, lasciandosi andare ai suoi quindici anni e alla leggerezza del divertimento. Era anche intonata, più di tutti. Distinguevo la sua voce, in mezzo al coro un po' disordinato dei ritornelli. Amava cantare, si vedeva.
    “Tesoro, perché non ci canti quella canzone di Cindy Lauper che ti piace tanto?”, le propose infatti Christine. E fu curioso, perché il corpo di Temperance parve tendersi di entusiasmo alla sola idea e rispondere sì, ma il suo sorriso tremolò affievolendosi, con gli occhi che oltrepassavano il falò inquieti, puntandosi nei miei. Ah, capivo. Non le andava di prodursi in un numero speciale davanti al sottoscritto...
    Anche suo padre lo comprese e le sorrise. “No, io dico che adesso è ora della canzone del provarci, vero?”.
    “Di che cosa?”, domandai io.
    “Era la canzone preferita di mia sorella da bambina”, spiegò Russ. “La chiamava la canzone del provarci e chiedeva sempre a papà di cantarla”.
    Un po' a disagio, lei si strinse nelle spalle. “E' solo una vecchia canzone”.
    Keep on trying ”, precisò Matthew.
    “Oh, i Poco”, esclamai.
    Gli occhi di Temperance, dorati dal fuoco del falò, si spalancarono. “La conosci?”.
    I've been drinking now ”, intonai piano, “just a little too much...”. Fortunatamente gli altri mi vennero subito dietro e la mia voce parecchio stonata si unì alle loro, molto più gradevoli. Intanto la guardavo. Le era tornato il sorriso. Un sorriso che già indicava quanto bella sarebbe diventata in futuro. Soprattutto se qualcuno fosse riuscito a darle tanti motivi per sorridere in quella maniera.
    Credo che stesse cominciando a formarsi un parere su di me.

    Più tardi, dopo aver fissato a lungo il soffitto del salotto, dove c'era il divano letto che mi era stato assegnato, andai alla finestra, per prendere aria e cambiare prospettiva. Non si trattava di insonnia. Piuttosto era benessere, per quanto paradossale suonasse.
    Ero stato bene, quella sera. Bene sul serio. E non volevo dormire. Non volevo chiudere gli occhi e ritrovarmi magari in uno degli incubi che spesso mi tormentavano. Non stanotte, per favore.
    Faceva caldo e mi sporsi oltre il davanzale, in cerca della quiete delle stelle. Fu allora che la vidi, in una radura a fianco del cottage. La coda di cavallo, la figura alta e sottile. Non mi potevo sbagliare. Stava trafficando con un aggeggio montato su un cavalletto e mi occorse qualche istante per realizzare che era un telescopio. Aveva anche un blocchetto e ogni tanto prendeva appunti, usando una torcia con la luce rossa. Ingegnoso, era un'esperta. Lo sapevamo anche noi soldati: in quel modo le sue pupille abituate al buio non sarebbero state disturbate dalla fonte di illuminazione. Una cervellona, senza dubbio.
    Che si interessava di ossa... e anche di stelle?
    Dalla terra al cielo. Aveva persino senso.
    Non ci rimuginai troppo e con un balzo scavalcai la finestra, afferrando la maglietta che infilai mentre la raggiungevo.
    “Ma non mi avevi detto che la tua priorità erano le ossa?”.
    Sobbalzò, perché non mi aveva sentito arrivare, ma non emise un fiato e riacquistò subito la sua compostezza. “L'astronomia è una mia attività secondaria”, precisò.
    “Okay... E da dove ti è nato questo interesse?”.
    “Me l'ha trasmesso mia madre. Lei ha la passione per i delfini e in cielo esiste la costellazione del Delfino, per cui fin da quando ero piccola mi ha insegnato a riconoscerla. Altre mie letture a riguardo mi hanno poi convinta che valeva la pena approfondire. Oltretutto l'antropologia stessa ha legami con l'astronomia su più livelli. Gli antichi Egizi, per esempio, e le civiltà precolombiane avevano avanzate conoscenze astronomiche e se mi capiterà di partecipare a scavi in Egitto o in Sud America mi sarà utile essere al corrente degli allineamenti stellari che inserivano nelle coordinate dei loro monumenti funerari. Debbo anche aggiungere che l'osservazione del cosmo è affascinante. Distensiva, direi”.
    Aveva parlato per tutto il tempo con un occhio incollato al telescopio e io pensai che, almeno per me, quelli affascinanti e distensivi erano i suoi lunghi monologhi. Per lo più non li capivo, ma la sua voce, stranamente adulta e sicura per la sua età, aveva un effetto calmante sui miei nervi sin troppo suscettibili...
    Si girò sbattendo le palpebre e le sorrisi. “Che stai guardando?”.
    “M57”, rispose lei. “E' una nebulosa planetaria nella costellazione della Lira”.
    “Una nebulosa... planetaria?”. Mai sentita nominare. “E' qualcosa che sta nei dintorni di un pianeta?”.
    “No”. Le sfuggì un sorrisetto. “Le nebulose planetarie devono il loro nome al fatto che, se osservate visualmente attraverso piccoli strumenti, possono assomigliare a pianeti evanescenti. In realtà sono costituite dai gas espulsi da una grande stella nella fase finale della sua evoluzione. Dai un'occhiata...”, mi invitò, offrendomi l'oculare del telescopio.
    L'impatto fu strabiliante e mi parve di essere catapultato in un mare di puntini luminosi.
    “Quante stelle!”
    “Usa le manopole per regolare la messa a fuoco”, mi ordinò pratica. “Una volta che la tua vista si sarà abituata, osserva bene al centro del campo... cosa vedi?”.
    Ubbidii e dopo un po' ridacchiai. “Oh, ecco... E'... assomiglia a un anellino di fumo... E' quella? E' la nebulosa?”.
    “Sì, M57. L'hai descritta bene. E' nota come la Nebulosa ad anello. Nelle fotografie a lunga posa appare colorata, perché negli strati più vicini alla stella centrale l'energia emessa è abbastanza forte da eccitare gli atomi di ossigeno e azoto, che emettono una luce verdognola. Negli strati più lontani, in cui l'energia è minore, vengono eccitati solo gli atomi di idrogeno, che hanno un'emissione rosata ”.
    Bla, bla, bla... Persi gran parte delle sue parole, attratto da quell'insolito oggetto nel mezzo del panorama stellare. Fino a qualche istante prima non avevo neppure la minima idea che esistesse. Mi staccai dallo strumento, stupito. “Forte!”, le dissi sincero.
    Lei mi fissò per un attimo. “Vuoi vedere qualcos'altro?”.
    “Sì... sì, magari!”.
    La risposta giusta. Immediatamente, Temperance si mise ad armeggiare con il telescopio. Aveva una montatura equatoriale, come certi binocoli che utilizzavamo nell'esercito e lei la utilizzava con precisione certosina. “Adesso ti mostro un'altra planetaria. E' più a sud, nella costellazione della Volpetta e...”.
    Andammo avanti così praticamente sino quasi all'alba.

    La domenica mattina, appena quattro ore dopo aver aiutato Temperance a smontare il telescopio e a riportarlo dentro il cottage, tra sbadigli e chiacchiere bisbigliate sui risultati della nostra nottata di osservazioni, feci colazione piuttosto imbambolato dalla mancanza di sonno ma anche, per contro, riposato e leggero. Come se la mia testa fosse una stanza buia in cui le finestre erano state aperte permettendo all'aria pulita e fresca di entrare.
    Non ricordavo quasi nulla delle verbose, particolareggiate spiegazioni di Temperance, ma la mia memoria era piena di stelle e stelline e del colore scuro della notte. Nonché della voce di una bambina super intelligente, che, se la accendevi, poi non si spegneva più. Masticando una cucchiaiata di cereali, mi scappò da ridere. Forse avrei dovuto chiamarla Stellina?
    Mmm... no. Sarebbe inorridita, se un po' l'avevo inquadrata. Però volevo trovarle un nomignolo. Noi Booth davamo sempre un nomignolo speciale a chi ci piaceva.

    “Le piaci”, mi confidò Matthew. “Avete fatto amicizia”. Stavamo esplorando il bosco, godendoci la frescura dei sentieri in ombra. Quel pomeriggio, Russ ed io saremmo ripartiti per Pittsburgh. Il week end era volato.
    “E' una cosa buona”, continuò lui. “Finora aveva sempre ignorato gli amici di Russ. E non ha delle amiche. E' tutta concentrata nel suo mondo... Poi, non fraintendermi, le voglio bene così com'è. Ci assomigliamo molto, lei ed io. Soltanto spero che crescendo impari a stare con gli altri e non solo con se stessa”.
    “Non abbia troppa fretta che cresca, per adesso”, replicai. La udivo parlare con la madre e il fratello, dietro di noi. Di un libro di un celebre antropologo, mi pareva. Sosteneva di avere già abbastanza risparmi, nel salvadanaio, per comprarselo al ritorno in città.
    “Ha un salvadanaio a forma di teschio”, raccontò divertito Matthew. “Lo ha già rotto una volta, l'anno scorso, poi lo ha rincollato pezzo per pezzo, perché è così che si fa anche nell'antropologia forense con i teschi veri”.
    “Scommetto che lo ha ricostruito perfettamente”, indovinai io.
    “Puoi giurarci”. Matthew mi sbirciò. Aveva gli occhi chiari come la figlia, ma di un colore meno intenso. “Hai ragione, figliolo. Non c'è fretta che cresca... Tu, però, mi sembri cresciuto anche troppo. Quanta saggezza, a vent'anni”.
    “Non è saggezza”, sospirai. “Credo sia piuttosto stanchezza”.
    Mi batté una mano sulla schiena. “Andrà meglio. Con il tempo andrà meglio”.
    Il suo tocco mi scombussolò. Questo era il gesto che ci si aspettava da un padre, che avrei desiderato dal mio. Peccato che non sapessi neppure dove fosse... Avevo mio nonno, certo. E lo adoravo. Eppure di nuovo i Brennan, con la loro generosa accoglienza, mi rammentavano una completezza di affetti che non conoscevo.
    Christine e Russ ci raggiunsero, discorrendo di quel che si sarebbe potuto cucinare per pranzo. “E Tempe?”, chiese Matthew.
    “Ha trovato un paio d'ossa”, rispose Christine. “Sotto una quercia. Pensa che appartengano a un procione”.
    “Non la staccheremo più di là sino all'ora di mangiare”, brontolò Russ.
    Mi voltai. Lei era laggiù, china tra le radici dell'albero, rapita dal tesoro scoperto.
    “Vado a darle una mano”, decisi. “Così ve la riporterò prima che il cibo si freddi”.
    “Non ti sacrificare”, mi avvertì Russ. “Ti terrà una lezione antropologica che ti basterà fino alla pensione...”.
    “Non essere meschino”, lo rimproverò Christine. Matthew invece mi fece l'occhiolino.
    “Sì, dalle una mano, ragazzo. Sarà contenta”.
    Infatti lo fu. Nella luce screziata del sottobosco, i suoi occhi erano turchesi, brillanti di gioia. Con la frangia che le ricadeva lunga tra le ciglia sembrava ancor più giovane e mi solleticò il cuore contribuire al suo sorriso. Avevo sempre rispettato le ragazze. Non che fossi stato proprio un santo, dai sedici anni in poi, ma ricordavo tutti i nomi di quelle con cui ero uscito e mi ero sempre sforzato di tenere un comportamento da gentiluomo. A parte forse quando avevo portato sotto le gradinate dello stadio due ragazze diverse nel giro di una settimana. Alla seconda la cosa non era andata giù...
    In ogni caso, Temperance Brennan mi induceva a provare qualcosa di differente. Era una bambina, al mio confronto. E nel mio petto si agitava soprattutto l'esigenza di proteggerla. L'istinto di protezione faceva parte del mio carattere, però credo di aver sviluppato la mia personale sindrome del salvatore grazie a quella ragazzina innamorata delle ossa, che in una mattina di luglio, mi sorrise radiosa con le mani sporche di terriccio.
    Ci sono momenti, nella vita, in cui rimani fregato e neanche te ne accorgi.
    Mi accovacciai accanto a lei e la aiutai a scavare piano, intorno alle ossa. Si dedicava loro con una delicatezza incantevole, come se fossero oggetti di cristallo, e quando riuscimmo ad estrarle completamente, mi stupì sfoderando un sacchetto di plastica con la chiusura ermetica che aveva tolto dalla tasca posteriore dei pantaloncini.
    “Ne porto sempre uno con me, in caso di evenienza”, mi spiegò serissima, deponendovi dentro le ossa. Stupefacente.
    Mentre si alzava, però, la vidi storcere la bocca in una smorfia. “Ahi!”.
    Con un piede, calzato in un sandalo, si era incastrata tra le radici nodose della quercia. Dovetti fare forza sulla sua caviglia per poterla districare e nel liberarla la corteccia ruvida la tagliò su un lato del piede.
    “Accidenti”, imprecai. La ferita non era profonda, ma sanguinava, e la fasciai con il mio fazzoletto, con la mano di lei che si ancorava alla mia spalla per mantenere l'equilibrio.
    “Ti fa male?”, le chiesi sollevandomi.
    “No... Non molto”, mormorò, con gli zigomi arrossati.
    “Bisogna disinfettare”. Mi girai e mi piegai in avanti, incitandola a montarmi sulla schiena. “Su, forza, Bones. Corsa gratuita”.
    “Come mi hai chiamata?”.
    “Bones! Mi sembra appropriato. Non ti piace?”. E la esortai di nuovo. “Su, forza!”.
    Finalmente cedette. “Non lo so”, sussurrò, salendomi in groppa. “Non so se mi piace. Ci devo riflettere”.
    La sostenni afferrandola sotto le cosce e me la issai per bene sulla schiena. Era sottile ma alta e con muscoli lunghi e solidi. Odorava di terra e di cannella, uno strano, indimenticabile miscuglio.
    “Riflettici pure”, ribattei inoltrandomi lungo il sentiero che conduceva al cottage. “Intanto per me sarai Bones. Solo per me, d'accordo? Sarà una cosa solo nostra”.
    Non rispose, però, poco prima che giungessimo al limitare del bosco, sentii che mi appoggiava la guancia sulla spalla.
    In quella domenica d'estate non sapevo ancora che l'avrei rivista soltanto di lì ad un anno.
    E che tutto sarebbe stato tristemente diverso.

    (CONTINUA!!) :ibones:
     
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  7. Ariel75
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    Corro a commentare anche qui!!! Dolcissimi Booth e Brennan, lei che gli insegna le costellazioni e lui che le fa compagnia mentre scava le ossa... ed è già in modalità protettiva nei suoi confronti!!!
    Piccola Bren, la aspettano tempi duri, sono curiosa di sapere cosa succederà tra loro al prossimo incontro!
    Intanto complimenti Franca, sono assolutamente già dipendente da questa storia, dire che la adoro è dire poco!!!
     
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    Squintern

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    Che bel capitolo Dream, è valsa la pena aspettare.
    I love Booth!!!!!
     
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  9. rachè
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    il sorriso ebete apparso sul mio viso quando ho visto che era stata aggiornata questa fif mi ha accompagnato per tutta la lettura. BRAVA! il capitolo mi è piaciuto tantissimo!! ancora, ancora, ancora, ancora!!! :clap: :clap: :ibones:
     
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  10. Dreamhunter
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    CITAZIONE (Ariel75 @ 7/7/2011, 21:49)
    Corro a commentare anche qui!!! Dolcissimi Booth e Brennan, lei che gli insegna le costellazioni e lui che le fa compagnia mentre scava le ossa... ed è già in modalità protettiva nei suoi confronti!!!
    Piccola Bren, la aspettano tempi duri, sono curiosa di sapere cosa succederà tra loro al prossimo incontro!
    Intanto complimenti Franca, sono assolutamente già dipendente da questa storia, dire che la adoro è dire poco!!!

    Grazie, sono molto contenta che ti piaccia, te l'ho appena scritto anche sulla tag del sito. :) Direi che tra questi giovani Booth e Brennan c'è stata una sorta di colpo di fulmine, anche se ancora non ne sono consci... ;)

    CITAZIONE (allanon9 @ 7/7/2011, 21:58)
    Che bel capitolo Dream, è valsa la pena aspettare.
    I love Booth!!!!!

    Siamo in due (ad amare Booth), ma mi sa che si era capito... :lol:
    Grazie!!! Incrociando le dita, conto di non farvi più aspettare tanto!

    CITAZIONE (rachè @ 7/7/2011, 22:01)
    il sorriso ebete apparso sul mio viso quando ho visto che era stata aggiornata questa fif mi ha accompagnato per tutta la lettura. BRAVA! il capitolo mi è piaciuto tantissimo!! ancora, ancora, ancora, ancora!!! :clap: :clap: :ibones:

    Sarò più veloce che posso!!! E grazie!!! ^_^
     
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  11. dany1971
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    Commento anche qui, che dire di più di quanto non ho già espresso? Vedere Booth alpha male anche a vent'anni è straordinario e lei che a quindici va in estasi alla scoperta di ossa di procione ed è pronta con tutto l'armamentario della perfetta antropologa per non contaminare niente, fantastico! So già che nel prossimo capitolo ci sarà da soffrire un pò, spero solo un pò, ma sono certa che lo renderai nel migliore dei modi lasciandomi come sempre ben sperare. Spero che non ci saranno più impedimenti alla frequenza dei postaggi perchè è stata durissima non avere nuove righe da leggere. A presto.
     
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  12. Dreamhunter
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    CITAZIONE (dany1971 @ 7/7/2011, 22:25) 
    Commento anche qui, che dire di più di quanto non ho già espresso? Vedere Booth alpha male anche a vent'anni è straordinario e lei che a quindici va in estasi alla scoperta di ossa di procione ed è pronta con tutto l'armamentario della perfetta antropologa per non contaminare niente, fantastico! So già che nel prossimo capitolo ci sarà da soffrire un pò, spero solo un pò, ma sono certa che lo renderai nel migliore dei modi lasciandomi come sempre ben sperare. Spero che non ci saranno più impedimenti alla frequenza dei postaggi perchè è stata durissima non avere nuove righe da leggere. A presto.

    Grazie anche qui. ;)
    Beh, era stato Booth, nella seconda stagione, a dire che capiva la sindrome del cavaliere adolescente perché un tempo era stato adolescente anche lui. ;) Ho pensato che era il caso di prenderlo alla lettera. :D
    Sì, ci sarà da soffrire, ma ho pensato che poteva essere interessante vivere alcune delle cose che in questi anni ha raccontato Brennan... Alla prossima!
     
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  13. lotus in dream1927
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    Bello bello bello, mi sta piacendo molto questa storia, questo capitolo poi mi è piaciuto veramente tanto, sia per scrittura che per avvenimenti.
    Sono impaziente di leggere il seguito!
     
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  14. chachot
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    Oh Dio, io credo che adesso schiatto.
    io dovrei passare quasi un mese senza leggere questa meravigli a di storia ?! :blink:
    No! qua c'é qualcosa che non va. -_-
    Comunque complimenti, bellissimo questo capitolo, chapeau.
    Caro Booth quando le dice di montare in spalla, poi le dice che il nomignolo sara solo una cosa fra di loro, poi dolcissima anche Bones quando appoggia la guancia sulla spalla di Booth.
    Adesso pero visto che un emicranea mi sta uccidendo vi lascio e vi auguro buone vacanze, godetevi i fututi capitoli anche per me pleas :cry:
    Buona notte a tutti quanti bay la Cha
    e complimenti ancora per il capitolo. :)
     
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  15. Dreamhunter
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    CITAZIONE (lotus in dream1927 @ 7/7/2011, 23:00) 
    Bello bello bello, mi sta piacendo molto questa storia, questo capitolo poi mi è piaciuto veramente tanto, sia per scrittura che per avvenimenti.
    Sono impaziente di leggere il seguito!

    Grazie!!!! ;) Confidando che Internet non mi tradisca di nuovo, il seguito arriva dopodomani. ;)
     
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481 replies since 29/6/2011, 21:23   21903 views
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