7x01 The Memories in the Shallow Grave
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7x01 The Memories in the Shallow Grave

3/11/2011 discussione versione originale

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  1. Marthamydear76
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    CITAZIONE (sella @ 7/11/2011, 19:58) 
    Vi chiedo scusa in anticipo, sono stata forse un po’ troppo lunga, e pensate che non ho esaurito gli argomenti a disposizione (!).

    Eccoci qui, all’inizio di una nuova stagione, la settima. Quanto tempo è passato, quante vicende, se risalgo indietro nei miei ricordi, agli inizi nessuno pensava che la series potesse durare tanto a lungo. Molti degli addetti ai lavori negli USA erano convinti che avrebbe resistito al massimo una stagione, un sito italiano ne preconizzava addirittura la chiusura anticipata dopo pochi episodi (non mi chiedete quale, non lo rammento, all’epoca ero una neofita, giravo su internet e accedevo al tutto e al contrario di tutto). Invece, eccoci qui nuovamente a commentare, pronti/e ad appassionarci e/o criticare più o meno benevolmente a seconda dei casi, ad esprimere i nostri entusiasmi o le nostre delusioni, a insediare “sull’altar” Hanson & C. oppure a precipitarli “nella polvere” con una rapidità e una nonchalance degne della miglior causa (Cfr. A. Manzoni, 5 Maggio).
    Lo confesso, ho faticato un po’ a ingranare, si vede che il lungo non esercizio sulle problematiche bonesiane aveva un po’ arrugginito le mie sinapsi, ma alla fine la nebbiolina si è diradata e mi sono divertita anche molto a scrivere questo commentino, anche se le citazioni iniziali più seriose di così non potrebbero essere. Ma i due versetti della Bibbia li ho sentiti perfettamente rappresentativi di quanto l’inizio di stagione ci ha offerto: la costruzione di un nuovo “focolare” (preferisco questo antico e desueto termine a quello più asettico di “casa”, perché mi sembra più rispondente all’animus di Booth e alla sua sollecitazione). Il focolare è il luogo dell’intimità, dell’accoglienza, delle confidenze, in esso si può deporre “il cesto degli affanni e delle preoccupazioni”, dove ci si può distendere e rilassare. È il luogo del vivere quotidiano, con tutte le implicazioni che il quotidiano può significare nel bene e nel male. E di “focolare” hanno bisogno ambedue, come l’aria che respirano.
    “Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”, Gen, 2,24.
    “Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale”, Gen,19,24.
    Devono diventare una coppia, un noi, devono crescere, devono desolidarizzare dai condizionamenti e dai legami con il passato (moglie di Lot) e aprirsi al futuro, alla speranza, continuando a essere se stessi e, al tempo stesso, cambiando, creando lo spazio comune per la loro vita insieme e con e per il figlio che sta per nascere. Tutto è stato improvviso e imprevisto, hanno accolto la novità con entusiasmo, si sono buttati, dando ascolto a Booth trascorrono quasi tutto il loro tempo insieme, tra il lavoro e la vita insieme. L’episodio ci racconta la graduale presa di coscienza che, però, bisogna procedere oltre, per cui con il pretesto del luogo dove risiedere, viene ad emergere il vero fulcro tematico, la qualità del loro rapporto, la sua natura, in maniera da costruire insieme le “new memoires” e la“new life”, cui fa riferimento Brennan nella scena finale.
    E’ un itinerario molto bello (e Nathan è stato bravo), anche se, trattandosi di Brennan e Booth, è percorso da ostacoli e difficoltà e non avrebbe potuto essere altrimenti. Dunque, iniziamo a seguirli, i due testoni sono pur sempre adorabili.
    La scena iniziale fra di loro ci introduce nella cucina di Booth, un momento di vita quotidiana, con la preparazione della prima colazione. Vederli così, è un sogno che si realizza finalmente, anche se la tenuta di Booth può lasciare un pochino interdetti: tenuta informale, informalissima dalla cintola in giù, infatti, in mutande (boxer, ovviamente) e ciabatte, ma dalla cintola in sù è vestito di tutto punto, camicia, cravatta e persino la fondina d’ordinanza con il pistolone in bella evidenza. Vorrà dire qualcosa? È un messaggio subliminale? Ci dobbiamo mettere in preallarme? O più semplicemente Mr Boreanaz aveva fatto tardi ed è stato chiamato a recitare, quando non era ancora pronto? Mah, bando agli scherzi, in ogni caso, alla beatifica visione dei due, i nostri cuori di shipperine si sentono consolati da tanta attesa e anche da tanta sofferenza, quando ecco che nello scambio di battute si verifica un intoppo. Come? Ci risiamo? Il grande battibecco, la grande schermaglia si riaccendono fin da subito? Questi due non mollano mai?! È così, infatti, cogliendo lo spunto dalla conversazione, Booth ne approfitta e tenta un affondo: la situazione fino ad allora concordata (condividere tutto, fare a metà) non può continuare, il bambino ha bisogno di stabilità, ha bisogno di una famiglia vera e questo comporta una casa e di conseguenza, almeno per lui, il matrimonio. Brennan si mette subito sulla difensiva, anzi le sue antennine si alzano in posizione d’allarme, per sicurezza il ponte levatoio viene alzato e si pone in modalità “santa nega” (mamma, la mia, docet). Lo scambio di battute rimane sullo scherzoso e viene risolto con la telefonata che chiama Booth in servizio.
    Ben diverso è il tono della loro conversazione al Diner. E’ un momento cruciale, è l’esplosione del conflitto. Brennan, la nostra scrupolisissima Brennan, anche sulla base del consiglio di Angela, razionalizza il tutto e comunica a Booth d’aver capito, per cui si possono tranquillamente trasferire “armi e bagagli” a casa sua, in quanto la scelta più conveniente. Di fronte allo stupore di Booth, Brennan va giù pesante: è lei ad avere la situazione in pugno, il bambino, la casa grande, i soldi e per me, anche se involontariamente, l’offende e lo ferisce, l’umilia, non si accorge che il rapporto, che andrebbero a vivere, sarebbe né più né meno che un puro e semplice rapporto di potere, con tutte le ricadute e le conseguenze del caso. (Questa scena mi ha riportato alla mente 4x25, quando Brennan tutta presa dall’idea d’avere un figlio, chiedendo lo sperma a Booth, di fatto lo strumentalizza, o ancora meglio, lo reifica, lo riduce ad oggetto. Non mi è piaciuta allora, e non mi è piaciuta adesso). Sulle sue buone intenzioni, nulla da eccepire, ma il risultato non cambia: l’ossessione di razionalizzare tutto e il contrario di tutto, il voler “dominare” ogni aspetto e momento della vita, ora che questa è una vita a due, comporta mutamenti e, di conseguenza rischi radicali e Brennan è del tutto impreparata ad essi. Solo che il Booth di oggi è sicuramente meno acquiescente e la sua è una reazione dura, di non assoluta disponibilità (ritengo che questo aspetto sia da valutare attentamente, perché segna un’evoluzione del personaggio e avremo modo di rifletterci sopra in seguito). Non per niente, anche nel successivo incontro/chiarimento, il suo atteggiamento è diverso, è un uomo sicuro delle proprie ragioni e le fa presenti, anche se l’asprezza delle argomentazioni è addolcita da quel “I love you”, che spinge Brennan a dichiararsi a sua volta. Attenzione, però, il problema si complica, perché a questo punto scegliere la soluzione proposta da Brennan sarebbe in effetti instaurare un rapporto di potere, ma l’identica minaccia si presenta, se a “vincere” fosse Booth. Il pericolo è veramente alto, stanno correndo il rischio di perdersi dopo essersi da poco trovati, di tradirsi rimanendo prigionieri del loro passato e di impostare la loro “nuova” vita sull’inganno reciproco di chi vince e di chi perde, senza mai venirsi veramente incontro nel reciproco e mutuo rispetto della propria identità. Perché? Perché non si sono detti fino in fondo, perché nella questione nata quasi per gioco e continuata molto seriamente, si sono trovati impelagati e hanno mancato l’unico vero obiettivo, quello di condividere la verità di se stesso con l’altro, di mettersi a nudo, di spogliarsi delle sovrastrutture e delle incrostazioni. Ma, per loro fortuna e per la nostra, l’occasione si presenta ed è, per me, un momento molto bello che precede la scena finale altrettanto bella e significativa, quella del lettone, tanto per intenderci. Il tutto avviene perché alla fine si dicono la verità, condividono la loro paura che ambedue conoscono benissimo, come ha ben sintetizzato Marthamydear76, il controllo per lei, l’inadeguatezza per lui, ma che ora si ripresenta in modalità completamente rinnovate. Perché, per me, è un momento così importante? Perché trovano il loro punto di incontro non su una loro forza, qualunque essa possa essere, ma sulla loro debolezza, la quale evoca il bisogno strutturale dell’altro, il sospiro d’amore che li fa al tempo stesso deboli e forti. La loro debolezza diventa la pietra angolare della vita futura. Tutto il non detto, tutto l’incompiuto dei sei anni precedenti viene assunto e, al tempo stesso, superato: tu sei per me, io sono per te, secondo la formula matrimoniale, tu sei dono per me, io sono dono per te, e da tutto questo non può che nascere vita. Forse, in quei momenti Brennan e Booth stanno concependo di nuovo il figlio che sta per nascere, perché, finalmente è frutto di un’unione sì “pratica, sentimentale e sessuale”, ma soprattutto di un legame d’amore e perché, pur esprimendosi secondo la loro natura e il loro carattere, mamma e papà gli vogliono già un gran bene.




    P.S.: Qualcuna di voi ha qualche informazione sulla dedica finale in memoriam di Therese Emily Maki? Ho cercato su Google e sono venuta a sapere che era una ragazza di Austin, malata di diabete. Dato che il nome completo è E.T. Maki Moore, qualcuno ipotizzava una parentela con Fisher, tanto per intenderci, ma poi non sono andata oltre.

    lo quoto tutto tutto sottolineato pure :P
     
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97 replies since 22/6/2011, 15:55   7791 views
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