6x18 "The Truth in the Myth"
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6x18 "The Truth in the Myth"

14/04/2011 discussione versione originale

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  1. sella
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    “Eppur si muove”. Ho messo come intitolazione di questo mio commento la citazione di Galileo, perché con essa si può cogliere il trait d’union che, arrivati a questo punto di una stagione sbilenca e sconclusionata a dir poco, può essere individuato tra il personaggio di Booth (quanto sta vivendo in questa fase) il rapporto di coppia e uno dei piloni fondamentali dell’intera series, ossia, il nodo tra scienza e filosofia (quest’ultima intesa come espressione del principio umanistico alla base della tradizione occidentale). Il legame è strettissimo e consente alcune considerazioni, a me personalmente molto gradite. L’occasione è offerta dal racconto di Booth sul suo “incontro” nel Nepal con uno yeti e la puntuale immediata smentita di Brennan (tutta la questione la possiamo ben sintetizzare così: yeti sì, yeti no). Di fronte alla prevedibilissima obiezione, Booth ribatte e sposta il livello della conversazione, perché da semplice racconto diventa questione di principio: perché non hai mai fiducia in quello che ti sto dicendo? Perché non provi a credermi? Perché parti subito a razzo e non presti attenzione alle mie ragioni, alle mie argomentazioni? Perché, quando tocco determinati argomenti, non fai la scienziata nel vero senso della parola, secondo la concezione della scienza che vivi e rappresenti, ossia, assumi un atteggiamento di disponibilità, fai insomma ricerca, ma, al contrario, sentenzi in maniera drastica (è impossibile, questo non esiste e via dicendo): sei così impregnata di dogmatismo che alla fin fine non sei così tanto diversa dai sostenitori della scienza d’impostazione tolemaica (tanto per intenderci quella precedente alla grande rivoluzione copernico-galileiana). È un’affermazione forte, la quale segna una svolta, infatti, fin dal Pilot ci siamo potuti godere i siparietti dei due, delle loro antitetiche concezioni della vita e di come interpretarla, e, in verità, di fronte alle smentite di lei, abbiamo visto lui quasi sempre annaspare, aggrapparsi alle sue credenze e alla fine glissare, imbarazzato e sulla difensiva. Questa volta no, la replica di Booth è forte, fortissima, colpisce alla radice lo scientismo di Brennan e va a segno come dimostra ampiamente la sua espressione. Molto sarebbe da commentare su questo aspetto, ma dovrei addentrarmi in un’analisi molto specialistica, per cui ve ne faccio venia. I miei contributi stanno diventando sempre più professorali e di questo vi chiedo scusa e oltrepassare un certo limite non mi sembra opportuno. Anche perché, per me, la vera questione in ballo non è “scienza sì, scienza no”, ma la natura e la qualità del rapporto fra loro due. Arrivatoci nella maniera più sbagliata e storta possibile, a partire da 6x13 Booth ha iniziato un processo di rivelazione e di liberazione dei bubboni che si è portato sempre dentro, covati per un’intera vita, perché nella loro verbalizzazione può finalmente ammetterli e riconoscerli a se stesso come determinanti: il rapporto con il padre, con le donne, con Brennan, il suo senso d’inferiorità nei suoi confronti, tutto questo fa parte della sua “arrabbiatura”, ribadisco, nei confronti di se stesso e della vita. Il tutto è iniziato con lo shock di 6x13, ma il nuovo che si sta affacciando trova il suo punto di forza in 6x16, anche se non è affatto da trascurare il suo confrontarsi con Broadsky in 6x15. La destrutturazione di Booth iniziata nella quinta stagione con il rifiuto di Brennan (in parallelo è da ricordare la ricostruzione di lei), che ha il suo culmine nella “storiaccia” con Hannah, sembra essere arrivata ad un punto di svolta, forse sta iniziando a risalire la china e questo gli è possibile, perché ha Brennan vicina, sodale e partecipe. Ma perché questo travagliatissimo rapporto si avvii al lieto fine, è necessario che le questioni di fondo vengano affrontate e chiarite e sicuramente quella tra scienza e tradizione (mi sembra definizione migliore di filosofia, più rispondente al personaggio di Booth) è una delle più importanti per le sue implicazioni. In effetti, la questione scientifica è un pretesto per l’appello vero e proprio che Booth rivolge a Brennan: le chiede d’avere fiducia e fede in lui. È una vera e propria invocazione d’aiuto e David è molto bravo a sottolineare con la sua recitazione l’importanza del momento: nelle sue parole, nella loro intonazione, nel linguaggio del corpo è sì l’esasperazione per dover stare ad affrontare un diverbio ormai ripetuto all’infinito, ma tutto questo si incanala e si trasforma in qualcosa di molto più profondo: "Anche su questo ho bisogno che mi ascolti, che mi presti attenzione, anche su questo ho necessità come l’aria che respiro di sentirti amica, comprensiva nei confronti di tutto ciò che mi porta e mi spinge a credere in un dato modo, ad assumere determinate posizioni e a fare affermazioni di un certo tipo. Voglio provare la dolcezza e la consolazione di sentirti in sintonia con me, voglio avere la sicurezza d’essere uniti da un’empatia che è prima e al di là di tutti i massimi sistemi possibili ed immaginabili. Tu ed io, nella verità più profonda di noi stessi, senza sovrastrutture, senza condizionamenti, messi a nudo nell’essere io in un modo e tu nell’altro senza che questo sia in qualche modo d’ostacolo. Non voglio farti cambiare idea, non desidero trasformare la tua scienza, non voglio dominarti o manipolarti, ma nel rispetto assoluto delle tue idee, desidero che tu mi venga incontro, mi accolga, mi faccia sentire compreso e sostenuto. Il freddo agghiacciante della solitudine è sempre lì, pronto a catturarmi, ho una sola difesa, il tuo calore e il tuo amore su tutto e per tutto". E Brennan risponde, da par sua, cogliendo in pieno il messaggio insito nelle parole di Booth e nell’identificare lo yeti in un orso, può affermare che egli aveva ragione. È una spiegazione scientifica, ma il senso profondo di essa va ben al di là: Brennan gli dimostra d’averlo ascoltato e d’averlo capito e gli ha dedicato tempo. La risposta di Booth è di sollievo e di contentezza, mi ricorda quella di 5x12, quando lo informa che lo scheletro non è quello di Kennedy, perché nell’abbracciarla è proprio questo che sottolinea, “mi hai dedicato il tuo tempo”. Tutto questo trova la sua conclusione nella scena finale, in cui un Booth, rassicurato e confortato nel profondo, può permettersi di scherzare e di giocare con lei, arrivando, e non è un caso, a coinvolgere la loro situazione di coppia non ancora coppia. Il loro è uno stato confusionale … e nel dargli perfettamente ragione, non vado oltre, desidero vedere prima come tutto questo si svilupperà.
     
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  2. omelette73
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    CITAZIONE (sella @ 18/4/2011, 14:28) 
    Questa volta no, la replica di Booth è forte, fortissima, colpisce alla radice lo scientismo di Brennan e va a segno come dimostra ampiamente la sua espressione.

    Adoro il modo in cui ha sottolineato questo momento così importante.
    Non sai quante lamentele abbia letto sul fatto che Booth fosse stato cattivo con Brennan, senza riuscire ad andare oltre il significato di quello scambio, come tu hai magistralmente fatto in questo intervento.
    Serenella, ti voglio bene! :D
     
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  3. dr.fran
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    CITAZIONE (sella @ 18/4/2011, 14:28) 
    "Anche su questo ho bisogno che mi ascolti, che mi presti attenzione, anche su questo ho necessità come l’aria che respiro di sentirti amica, comprensiva nei confronti di tutto ciò che mi porta e mi spinge a credere in un dato modo, ad assumere determinate posizioni e a fare affermazioni di un certo tipo. Voglio provare la dolcezza e la consolazione di sentirti in sintonia con me, voglio avere la sicurezza d’essere uniti da un’empatia che è prima e al di là di tutti i massimi sistemi possibili ed immaginabili. Tu ed io, nella verità più profonda di noi stessi, senza sovrastrutture, senza condizionamenti, messi a nudo nell’essere io in un modo e tu nell’altro senza che questo sia in qualche modo d’ostacolo. Non voglio farti cambiare idea, non desidero trasformare la tua scienza, non voglio dominarti o manipolarti, ma nel rispetto assoluto delle tue idee, desidero che tu mi venga incontro, mi accolga, mi faccia sentire compreso e sostenuto. Il freddo agghiacciante della solitudine è sempre lì, pronto a catturarmi, ho una sola difesa, il tuo calore e il tuo amore su tutto e per tutto".

    E' qualcosa di meraviglioso....GRAZIE! ;)
     
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  4. DorisøBay
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    CITAZIONE
    È una vera e propria invocazione d’aiuto e David è molto bravo a sottolineare con la sua recitazione l’importanza del momento: nelle sue parole, nella loro intonazione, nel linguaggio del corpo è sì l’esasperazione per dover stare ad affrontare un diverbio ormai ripetuto all’infinito, ma tutto questo si incanala e si trasforma in qualcosa di molto più profondo: "Anche su questo ho bisogno che mi ascolti, che mi presti attenzione, anche su questo ho necessità come l’aria che respiro di sentirti amica, comprensiva nei confronti di tutto ciò che mi porta e mi spinge a credere in un dato modo, ad assumere determinate posizioni e a fare affermazioni di un certo tipo. Voglio provare la dolcezza e la consolazione di sentirti in sintonia con me, voglio avere la sicurezza d’essere uniti da un’empatia che è prima e al di là di tutti i massimi sistemi possibili ed immaginabili. Tu ed io, nella verità più profonda di noi stessi, senza sovrastrutture, senza condizionamenti, messi a nudo nell’essere io in un modo e tu nell’altro senza che questo sia in qualche modo d’ostacolo. Non voglio farti cambiare idea, non desidero trasformare la tua scienza, non voglio dominarti o manipolarti, ma nel rispetto assoluto delle tue idee, desidero che tu mi venga incontro, mi accolga, mi faccia sentire compreso e sostenuto. Il freddo agghiacciante della solitudine è sempre lì, pronto a catturarmi, ho una sola difesa, il tuo calore e il tuo amore su tutto e per tutto".

    Mi hai davvero commossa.
    non scherzo..
     
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  5. donata69
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    CITAZIONE (sella @ 18/4/2011, 14:28) 
    “Eppur si muove”. Ho messo come intitolazione di questo mio commento la citazione di Galileo, perché con essa si può cogliere il trait d’union che, arrivati a questo punto di una stagione sbilenca e sconclusionata a dir poco, può essere individuato tra il personaggio di Booth (quanto sta vivendo in questa fase) il rapporto di coppia e uno dei piloni fondamentali dell’intera series, ossia, il nodo tra scienza e filosofia (quest’ultima intesa come espressione del principio umanistico alla base della tradizione occidentale). Il legame è strettissimo e consente alcune considerazioni, a me personalmente molto gradite. L’occasione è offerta dal racconto di Booth sul suo “incontro” nel Nepal con uno yeti e la puntuale immediata smentita di Brennan (tutta la questione la possiamo ben sintetizzare così: yeti sì, yeti no). Di fronte alla prevedibilissima obiezione, Booth ribatte e sposta il livello della conversazione, perché da semplice racconto diventa questione di principio: perché non hai mai fiducia in quello che ti sto dicendo? Perché non provi a credermi? Perché parti subito a razzo e non presti attenzione alle mie ragioni, alle mie argomentazioni? Perché, quando tocco determinati argomenti, non fai la scienziata nel vero senso della parola, secondo la concezione della scienza che vivi e rappresenti, ossia, assumi un atteggiamento di disponibilità, fai insomma ricerca, ma, al contrario, sentenzi in maniera drastica (è impossibile, questo non esiste e via dicendo): sei così impregnata di dogmatismo che alla fin fine non sei così tanto diversa dai sostenitori della scienza d’impostazione tolemaica (tanto per intenderci quella precedente alla grande rivoluzione copernico-galileiana). È un’affermazione forte, la quale segna una svolta, infatti, fin dal Pilot ci siamo potuti godere i siparietti dei due, delle loro antitetiche concezioni della vita e di come interpretarla, e, in verità, di fronte alle smentite di lei, abbiamo visto lui quasi sempre annaspare, aggrapparsi alle sue credenze e alla fine glissare, imbarazzato e sulla difensiva. Questa volta no, la replica di Booth è forte, fortissima, colpisce alla radice lo scientismo di Brennan e va a segno come dimostra ampiamente la sua espressione. Molto sarebbe da commentare su questo aspetto, ma dovrei addentrarmi in un’analisi molto specialistica, per cui ve ne faccio venia. I miei contributi stanno diventando sempre più professorali e di questo vi chiedo scusa e oltrepassare un certo limite non mi sembra opportuno. Anche perché, per me, la vera questione in ballo non è “scienza sì, scienza no”, ma la natura e la qualità del rapporto fra loro due. Arrivatoci nella maniera più sbagliata e storta possibile, a partire da 6x13 Booth ha iniziato un processo di rivelazione e di liberazione dei bubboni che si è portato sempre dentro, covati per un’intera vita, perché nella loro verbalizzazione può finalmente ammetterli e riconoscerli a se stesso come determinanti: il rapporto con il padre, con le donne, con Brennan, il suo senso d’inferiorità nei suoi confronti, tutto questo fa parte della sua “arrabbiatura”, ribadisco, nei confronti di se stesso e della vita. Il tutto è iniziato con lo shock di 6x13, ma il nuovo che si sta affacciando trova il suo punto di forza in 6x16, anche se non è affatto da trascurare il suo confrontarsi con Broadsky in 6x15. La destrutturazione di Booth iniziata nella quinta stagione con il rifiuto di Brennan (in parallelo è da ricordare la ricostruzione di lei), che ha il suo culmine nella “storiaccia” con Hannah, sembra essere arrivata ad un punto di svolta, forse sta iniziando a risalire la china e questo gli è possibile, perché ha Brennan vicina, sodale e partecipe. Ma perché questo travagliatissimo rapporto si avvii al lieto fine, è necessario che le questioni di fondo vengano affrontate e chiarite e sicuramente quella tra scienza e tradizione (mi sembra definizione migliore di filosofia, più rispondente al personaggio di Booth) è una delle più importanti per le sue implicazioni. In effetti, la questione scientifica è un pretesto per l’appello vero e proprio che Booth rivolge a Brennan: le chiede d’avere fiducia e fede in lui. È una vera e propria invocazione d’aiuto e David è molto bravo a sottolineare con la sua recitazione l’importanza del momento: nelle sue parole, nella loro intonazione, nel linguaggio del corpo è sì l’esasperazione per dover stare ad affrontare un diverbio ormai ripetuto all’infinito, ma tutto questo si incanala e si trasforma in qualcosa di molto più profondo: "Anche su questo ho bisogno che mi ascolti, che mi presti attenzione, anche su questo ho necessità come l’aria che respiro di sentirti amica, comprensiva nei confronti di tutto ciò che mi porta e mi spinge a credere in un dato modo, ad assumere determinate posizioni e a fare affermazioni di un certo tipo. Voglio provare la dolcezza e la consolazione di sentirti in sintonia con me, voglio avere la sicurezza d’essere uniti da un’empatia che è prima e al di là di tutti i massimi sistemi possibili ed immaginabili. Tu ed io, nella verità più profonda di noi stessi, senza sovrastrutture, senza condizionamenti, messi a nudo nell’essere io in un modo e tu nell’altro senza che questo sia in qualche modo d’ostacolo. Non voglio farti cambiare idea, non desidero trasformare la tua scienza, non voglio dominarti o manipolarti, ma nel rispetto assoluto delle tue idee, desidero che tu mi venga incontro, mi accolga, mi faccia sentire compreso e sostenuto. Il freddo agghiacciante della solitudine è sempre lì, pronto a catturarmi, ho una sola difesa, il tuo calore e il tuo amore su tutto e per tutto". E Brennan risponde, da par sua, cogliendo in pieno il messaggio insito nelle parole di Booth e nell’identificare lo yeti in un orso, può affermare che egli aveva ragione. È una spiegazione scientifica, ma il senso profondo di essa va ben al di là: Brennan gli dimostra d’averlo ascoltato e d’averlo capito e gli ha dedicato tempo. La risposta di Booth è di sollievo e di contentezza, mi ricorda quella di 5x12, quando lo informa che lo scheletro non è quello di Kennedy, perché nell’abbracciarla è proprio questo che sottolinea, “mi hai dedicato il tuo tempo”. Tutto questo trova la sua conclusione nella scena finale, in cui un Booth, rassicurato e confortato nel profondo, può permettersi di scherzare e di giocare con lei, arrivando, e non è un caso, a coinvolgere la loro situazione di coppia non ancora coppia. Il loro è uno stato confusionale … e nel dargli perfettamente ragione, non vado oltre, desidero vedere prima come tutto questo si svilupperà.

    quoto tutto, indiscriminatamente: grazie per la tua analisi.
     
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  6. dany1971
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    Come non quotare il commento di Serenella, riesci sempre a cogliere il sottotesto e rendi questa stagione (che definire strana è poco) degna di essere vista. Le tue analisi ricche di spunti mi danno sempre l'occasione per riguardare quelle puntate che mi hanno lasciato perplessa alla prima e forse frettolosa visione.
     
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  7. sella
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    Grazie a tutte quante, come sempre troppo buone.
     
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  8. cristiana67
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    @Sella:i tuoi commenti vanno sempre "oltre"la nostra "limitata visualita"(la definisco alla mia maniera),grazie comunque, e' sempre un piacere leggerli x la mente x l'anima!
     
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  9. _ste_17
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    Ringrazio come sempre Serenella per il suo splendido contributo.

    Purtroppo non ho ancora avuto occasione di rivedere l’episodio, ma già guardandolo la prima volta ero rimasta colpita da questo confronto B&B sullo Yeti, anche se avevo avuto un’idea diversa.
    Il modo in cui Brennan cerchi a tutti i costi una spiegazione per sostenere la veridicità del racconto di Booth mi aveva impressionato più di quanto non avesse fatto la sua bugia su Kennedy.
    Forse la diversità è data dal particolare momento che stanno vivendo, ma io ho avuto l’impressione che lui, in un certo senso, la stia mettendo alla prova per capire fino a che punto lei abbia davvero cambiato idea e sia disposta ad accettarlo, mentre lei ha paura che non concedergli fiducia equivalga ad un ennesimo rifiuto e quindi ad allontanarlo di nuovo. Eccola allora a cercare una spiegazione che soddisfi entrambe le posizioni e non comprometta quella qualsiasi cosa sia che stanno ricostruendo.
    Alla fine la prova l’hanno superata tutti e due, quindi ci possono anche scherzare su e provare a passare oltre... speriamo!

    Ecco, magari tutto quello che ho detto è una sciocchezza e ritratterò tutto ad una visione successiva...
    :uhm:
     
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  10. sella
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    Stefania cara, spero proprio che tu ci voglia mettere al corrente del risultato della seconda visione. Il bello del forum è la varietà di opinioni e di giudizi, per cui aspetto di leggere le tue conclusioni.
     
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  11. Ales2004
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    QUOTE (sella @ 18/4/2011, 14:28) 
    L’occasione è offerta dal racconto di Booth sul suo “incontro” nel Nepal con uno yeti e la puntuale immediata smentita di Brennan (tutta la questione la possiamo ben sintetizzare così: yeti sì, yeti no). Di fronte alla prevedibilissima obiezione, Booth ribatte e sposta il livello della conversazione, perché da semplice racconto diventa questione di principio: perché non hai mai fiducia in quello che ti sto dicendo? Perché non provi a credermi? Perché parti subito a razzo e non presti attenzione alle mie ragioni, alle mie argomentazioni? Perché, quando tocco determinati argomenti, non fai la scienziata nel vero senso della parola, secondo la concezione della scienza che vivi e rappresenti, ossia, assumi un atteggiamento di disponibilità, fai insomma ricerca, ma, al contrario, sentenzi in maniera drastica (è impossibile, questo non esiste e via dicendo): sei così impregnata di dogmatismo che alla fin fine non sei così tanto diversa dai sostenitori della scienza d’impostazione tolemaica (tanto per intenderci quella precedente alla grande rivoluzione copernico-galileiana). È un’affermazione forte, la quale segna una svolta, infatti, fin dal Pilot ci siamo potuti godere i siparietti dei due, delle loro antitetiche concezioni della vita e di come interpretarla, e, in verità, di fronte alle smentite di lei, abbiamo visto lui quasi sempre annaspare, aggrapparsi alle sue credenze e alla fine glissare, imbarazzato e sulla difensiva. Questa volta no, la replica di Booth è forte, fortissima, colpisce alla radice lo scientismo di Brennan e va a segno come dimostra ampiamente la sua espressione.

    Ma perché questo travagliatissimo rapporto si avvii al lieto fine, è necessario che le questioni di fondo vengano affrontate e chiarite e sicuramente quella tra scienza e tradizione (mi sembra definizione migliore di filosofia, più rispondente al personaggio di Booth) è una delle più importanti per le sue implicazioni. In effetti, la questione scientifica è un pretesto per l’appello vero e proprio che Booth rivolge a Brennan: le chiede d’avere fiducia e fede in lui. È una vera e propria invocazione d’aiuto

    Commento come sempre illuminante Sella, soprattutto mi é piaciuto come hai chiarito e interpretato le frustrazioni e insicurezze di Booth.

    Non condivido peró il tuo apprezzamento per la risposta di Booth nei confronti di Brennan perche' "osa" dubitare che lui abbia visto uno Yeti. Io l'ho trovata da cafone, per i seguenti motivi.
    1- Brennan non si merita di essere catalogata come i NON scienziati che dichiaravano che fosse il sole a girare intorno alla terra. Quella, scusa, non era scienza ma tradizione e religione. Quello, era quello che credevano le persone come Booth, quelli che le prove e gli esperimenti empirici sono superflui, perché basta la bibbia o l'istinto, a spiegare i fenomeni naturali. Quello, era quello che pensavano coloro che nel momento qualcuno ha osato portare prove scientifiche a dimostrazione della falsita' delle loro idee, lo hanno perseguitato (se non peggio). Quindi qui siamo al bue che da' del cornuto all'asino. :rolleyes:
    Brennan e' una scienziata, crede e valuta il mondo secondo quello che riesce a provare scientificamente. E' Brennan, e non Booth, quella aperta a cambiare idea se le prove mostrano una cosa diversa da quello che sostiene. E' Booth il dogmatico inflessibile, e' Booth quello ancora convitno che "il modo suo" sia meglio del "modo di Brennan". Arrogante.
    Quindi la risposta forte di Booth e' completamente fuori luogo ed iniqua, dal mio punto di vista. Che lui sia al momento fragile, non e' una giustificazione per accusare ingiustamente qualcuno, e offenderlo volontariamente.
    2- La risposta di Booth e' anche ridicola per l'oggetto del confronto. Se stessero parlando di religione, di fede o dio dio, potrei capire. Al momento non ci sono prove scientifiche con le quali Brennan puó escludere l'esistenza di dio, o dell'anima ad esempio. Ma dell'esistenza dello Yeti, cioe'della sua non esistenza si.
    Cioe', anche quando Booth spara cavolate e assurdita', lei deve sempre umiliare la sua intelligenza per non offenderlo? In questo caso, poi, Booth la aggredisce per un giochino suo, perche' alla fine si capisce che la stava mettendo alla prova. Non stava portando avanti la sua crociata per lo Yeti.
    Onestamente Sella, se ti dicessi e ti giurassi che ho visto un unicorno, pur volendomi bene e stimandomi, non penseresti che come minimo mi sono sbagliata? Io amo mio marito e ammiro la sua intelligenza, e so che e'una persona estremamente sincera. Se mi giura che ha visto un alieno, omino verde con un occhio solo, come minimo mi viene il dubbio che abbia visto male, e ha bisogno di nuovi occhiali. E mi offenderei se per questo mio dubbio lui mi accusasse di essere una dalla mente chiusa e che per dimostrare che ho fiducia in lui ci debba pure credere a quello che mi dice.
    Eddai.. dovevano farci vedere un Booth che accusa Brennan ingiustamente di essere una mente chiusa, perché mette in dubbio la storia dello Yeti?? Sapendo poi che Booth non era del tutto onesto?

    Quello che mi fa pensare e': ma ha ancora senso questa storia d'amore? Ma Booth ama davvero Brennan, e la rispetta? Le piace per come e', o la sua crociata e' cambiarla e obbligarla a diventare come lui?
    Questo e' quello che mi ha lasciato questa scena. Capisco che lui abbia bisogno di metterla alla prova, prima di permettersi di sperare ancora un futuro insieme. Ma che boiata galattica degli autori usare lo Yeti come leva!
     
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  12. sella
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    Trovo il tuo commento molto pertinente, sei entrata in quell'ambito che, come ho scritto, ho volutamente non affrontato, soprattutto il raffronto tra scienza e scientismo, perché, per me, quello che viene messo in discussione nello specifico della scena non è la scienza, ma appunto lo scientismo, ossia, il renderla "l'unico e valido strumento conoscitivo capace di spiegare la natura di tutte le cose e di soddisfare tutti i bisogni dell'uomo" (Dizionario della lingua italiana di A. Gabrielli). Da qui il determinismo, il meccanicismo, il biologismo e via dicendo, nelle tappe e nelle evoluzioni che si sono succedute a partire dal XVII secolo. Bisogna avere chiaro che cosa era in gioco allora e che cosa è in gioco oggi. Vengo da una scuola, che pur nel rispetto massimo della scienza, si discosta da questa prospettiva e ritiene che "razionalmente" e non fideisticamente la filosofia abbia ancora molto da dire sul perché dell'uomo e del diritto.
    Per quanto riguarda le tue valutazioni su Booth, ne prendo atto, anche se sono di parere diverso. Booth crede nella religione e nell'istinto, ma questo non gli impedisce di avere il massimo rispetto per la scienza, non per niente è lui che nel pilot va alla ricerca di Brennan, per la sua bravura e per la sua intelligenza. Quante volte l' abbiamo sentito affermare che "è un genio", non per niente, è proprio per questo che la vuole presente durante la sua operazione (4x21). Rispetto che è accompagnato da un senso di inferiorità culturale e intellettuale, tema costante dell'intera series. Per me, quello che in questa fase Booth ha bisogno d'affrontare è proprio questo e lo yeti gli offre il pretesto, come ho cercato di mostrare nel mio commento. Gli autori se ne potevano inventare un altro? Sicuramente sì.
    Un'ultima annotazione: la conclusione di 6x15 dimostra ampiamente come Booth tenga all'opinione di Brennan, ne ha bisogno, sta male al solo pensiero d'essere paragonato a Broadsky. E' vero questo suo insistere nel differenziarsi è anche nei confronti degli altri, ma è in relazione a Brennan che la sua reattività raggiunge l'acme e per me questo è indicativo al massimo grado. Come ha scritto Franca nei suoi Raggi X Booth non è un eroe, ma un uomo fallibilissimo, pieno di difetti e di contraddizioni, il quale sbaglia e si corregge in continuazione. Ma, come per lei, è proprio per questo che amo così tanto questo personaggio. E' proprio per questa sua "complessità" che in tutti i macelli possibili ed immaginabili sarà sempre superiore a Castle.
     
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  13. omelette73
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    Concordo in pieno con Serenella e non riesco a ridurre il rapporto tra B&B ad un mero "lui vuole cambiarla", io non penso che Booth voglia cambiare Brennan, credo solo che cerchi di comprendere se sia disposta ad accettare anche cose che vanno al di là della pura spiegazione scientifica.
    In un certo senso credo che si domandi - anche e proprio a causa di quel senso di inferiorità a cui Serenella faceva cenno - se lei sia in grado di accettare la sua semplicità e fallibilità di "non genio".
    Ci saranno sempre differenze enormi tra i due ed io credo che al momento Booth stia cercando di comprendere se tali differenze sono conciliabili, quindi cerca un punto di incontro, non ciò che possa far cambiare idea a Brennan.
    Lui la ama esattamente per quello che è, e un po' mi stupisce che dopo sei anni di questo TF tu ne possa dubitare Michela, glielo ha dimostrato in milioni di modi, ora credo solo che cerchi di essere rassicurato, come lui ha rassicurato lei in centinaia di analoghe circostanze.
    Anche perché, noi lo sappiamo, Brennan ha fatto molto per Booth scuotendo la base di ciò in cui più fermamente crede, ma Booth non sempre lo sa. Vedi il macroscopico esempio della questione di Kennedy, quindi penso sia umano da parte sua andare a stuzzicare, metaforicamente parlando, proprio il punto in cui il nervo più duole.
    O almeno io la interpreto così, altrimenti non avrebbero senso 6 anni di storia... anche con tutti gli errori che possano essere stati commessi da entrambe le parti.
     
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  14. Ales2004
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    QUOTE (omelette73 @ 20/4/2011, 15:43) 
    Concordo in pieno con Serenella e non riesco a ridurre il rapporto tra B&B ad un mero "lui vuole cambiarla", io non penso che Booth voglia cambiare Brennan, credo solo che cerchi di comprendere se sia disposta ad accettare anche cose che vanno al di là della pura spiegazione scientifica.
    In un certo senso credo che si domandi - anche e proprio a causa di quel senso di inferiorità a cui Serenella faceva cenno - se lei sia in grado di accettare la sua semplicità e fallibilità di "non genio".
    Ci saranno sempre differenze enormi tra i due ed io credo che al momento Booth stia cercando di comprendere se tali differenze sono conciliabili, quindi cerca un punto di incontro, non ciò che possa far cambiare idea a Brennan.
    Lui la ama esattamente per quello che è, e un po' mi stupisce che dopo sei anni di questo TF tu ne possa dubitare Michela, glielo ha dimostrato in milioni di modi, ora credo solo che cerchi di essere rassicurato, come lui ha rassicurato lei in centinaia di analoghe circostanze.
    Anche perché, noi lo sappiamo, Brennan ha fatto molto per Booth scuotendo la base di ciò in cui più fermamente crede, ma Booth non sempre lo sa. Vedi il macroscopico esempio della questione di Kennedy, quindi penso sia umano da parte sua andare a stuzzicare, metaforicamente parlando, proprio il punto in cui il nervo più duole.
    O almeno io la interpreto così, altrimenti non avrebbero senso 6 anni di storia... anche con tutti gli errori che possano essere stati commessi da entrambe le parti.

    Io non ho mai messo in dubbio il suo amore, fino a questa stagione. Da settembre in poi, non ho visto ammirazione, ne' dimostrazioni d' affetto. Saro' io che ho la memoria fallace, ma vi prego, ricordatemi in quali momenti Booth ha dimostrato a Brennan di amarla. Non mi dite quando la salva nel 609, perche' li' il suo amore era evidentemente non sufficiente per poi evitare di chiedere in moglie un' altra.
    Qui lui esce da una relazione finita dopo che lui ha chiesto ad un' altra di sposarlo, ed e' ancora qui a chiedere prove a Brennan? Boh, ok che Booth non e' perfetto, ma insomma, secondo me stanno spingendo troppo sulle fragilita' di Booth.
    Brennan avrebbe lo stesso diritto di dubitare di ogni sua parola, dato che lui le ha detto di amarla, e dopo pochi mesi stava sposando un' altra. Per me al momento e' un rapporto talmente sblianciato da non essere divertente.

    Il mio problema in questa scena in particolare, ed e' questa che sto commentando, non le scene di stagioni passate dove si parlava di religione e della fede di Booth, e' che Booth dice un' emerita cavolata. Sapendo pure di dirla, e cio' nonostante aggredisce Brennan oerche' osa dubitare? Spiegatemi qui cosa c' entra la scienza o lo scientismo con uno che afferma di aver visto un animale che e' mitologico, e la sua NON esistenza e' una certezza (ed infatti non ci crede nemmeno lui). Ripeto, fosse stato un discorso che davvero tocca argomenti su cui Brennan non puo' rispondere con prove scientifiche, ci sta che Booth la riprenda. Questa volta? No, non ci stava.
    Quindi capisco i bisogni di Booth, capisco i limiti di Brennan, ma qui la risposta di Brennan sarebbe stata la risposta di chiunque. O no? O per non credere ad uno che ti dice di aver visto un unicorno bisogna essere scienziati o scientisti?

    QUOTE (sella @ 20/4/2011, 15:30) 
    Trovo il tuo commento molto pertinente, sei entrata in quell'ambito che, come ho scritto, ho volutamente non affrontato, soprattutto il raffronto tra scienza e scientismo, perché, per me, quello che viene messo in discussione nello specifico della scena non è la scienza, ma appunto lo scientismo, ossia, il renderla "l'unico e valido strumento conoscitivo capace di spiegare la natura di tutte le cose e di soddisfare tutti i bisogni dell'uomo" (Dizionario della lingua italiana di A. Gabrielli). Da qui il determinismo, il meccanicismo, il biologismo e via dicendo, nelle tappe e nelle evoluzioni che si sono succedute a partire dal XVII secolo. Bisogna avere chiaro che cosa era in gioco allora e che cosa è in gioco oggi. Vengo da una scuola, che pur nel rispetto massimo della scienza, si discosta da questa prospettiva e ritiene che "razionalmente" e non fideisticamente la filosofia abbia ancora molto da dire sul perché dell'uomo e del diritto.

    Il mio problema qui e' che non condivido che il non credere agli Yeti significhi essere scientisti, e se mio marito mi dice che ne ha visto uno e io ne dubito (come minimo) significa che sono scientista, ergo limitata.
    Quanto allo scientismo di Brennan, mi sembra che abbia ampiamente dimostrato in 6 stagioni di non essere tale, o meglio, di essere cresciuta nella sicurezza dello scientismo (come Booth in quello della religione, che pretende di spiegare tutto con la fede), ma di essersi aperta anche a cose che non puo' misurare, e lo ha dimostrato soprattutto a Booth. Quindi un' aggressione e un' accusa del genere (sei limitata) perche' dubita che lui abbia davvero visto uno Yeti, e rimane convinta della sua idea che non esista, e la cosa venga preso come test per provare, a lui, che di lui ha fiducia, mi sembra una stupidata. E la fanno fare a Booth.

    E se non credere agli Yeti significa essere scientisti, Sella, allora mi considero nel gruppo. :P
     
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  15. omelette73
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    E' che lo vedo semplicemente come un pretesto, siamo d'accordo che non sia il migliore che potessero scegliere, ma è solo un modo per introdurre un argomento più serio, che NON è mettere alla prova Brennan. ma capire se alcune differenze che possano apparire inconciliabili invece - come accade poi - si rivelino più che superabili.
    Ribadisco che ci vedo un Booth che chiede rassicurazione, non un Booth mette alla prova.
    In quanto al fatto che Booth non ami Brennan io mi limitavo a dirti che nell'arco del tempo, non specificamente in questa stagione, l'ha dimostrato miliardi di volte.
    Poi siamo d'accordo che questa sesta hanno incasinato parecchio le cose, ma questo non mi fa pensare che Booth non ami Brennan, tutto qui. :)

    Aggiungo poi che nel corso di questi 6 anni di TF, spessissimo è accaduto il contrario, di vedere un Booth iper innamorato ed una Brennan non reattiva, ed allora non si scatenò tutto questo casino, quindi aggiungici anche che per quanto concerne i protagonisti di questo TF, tendo a pensare che si usino pesi e misure diverse.

    Edited by omelette73 - 20/4/2011, 20:01
     
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56 replies since 1/2/2011, 07:25   3679 views
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