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Mi sono concessa il lusso di scrivere un commento breve ed anche leggerino, ero stata così pizzosa le ultime volte. Siete diventate così brave che vi faccio i complimenti più sinceri. Lo confesso, quando giovedì all’alba ho visto l’episodio, mi ha lasciata freddina, un poco scettica. Leggervi mi ha aiutata moltissimo, con le vostre analisi e con i vostri giudizi così articolati e diversi mi avete fatto capire tante cose che non avevo colto. Non cito nessuna in particolare, perché il complimento è corale. Quelle che seguono sono delle note sparse. Come esprimere un giudizio sintetico sull’episodio? Quella che ci stanno facendo vedere è una fase di transizione e di frustrazione, in cui emergono anche gli aspetti non belli e sgradevoli dei due nostri testoni. I quali hanno recuperato il rapporto lavorativo, la partnership, ma per il resto stanno allegramente procedendo per la tangente. Booth è in una fase di confusione emozionale ad uno stadio molto avanzato, è su di giri, a volte ha comportamenti ingenui e un po’ fanciulleschi (il far vedere a tutti la foto di Hannah nell’episodio precedente è sì voler condividere con gli altri la novità, ma è anche volersi sentir dire – perché non è sufficiente quanto se lo ripeta da solo – quanto è stato ed è bravo), ma non mi sembra che si chieda il perché di tutto questo. Il groviglio dei sentimenti emersi dentro di lui dopo la sua proposta a Brennan e tutto quello che è successo fino alla partenza per l’Afghanistan e dopo, sono lì dentro di lui, riposti in qualche cassetto della sua coscienza, e lì li vuole lasciare. Così Booth, in fondo, tradisce un pochino se stesso. Non per niente, con Brennan al Diner, prima dell’arrivo di Hannah, il nostro affronta con lei la ragione del suo voler partire, il sentire il lavoro di collaborazione ormai come un peso e qui Booth rivela che per lui questo è stato ed è un tasto veramente dolente. Come ha scritto Franca, è questo il secondo abbandono da parte di Brennan e per lui, grande lavoratore e grande faticatore, quello decisivo, quello su cui si consente di sentire più dolore. Brennan, dal canto suo, in questo episodio dimostra come abbia recuperato tutte le paratie stagne di autodifesa. Rispetto all’imbambolimento dell’episodio precedente, per me, è un bel regresso ed ecco riemergere in maniera oltremodo fastidiosa, le note argomentazioni pseudorazionalistiche, le quali di fatto disconoscono l’altro o gli altri, ferendoli inutilmente. Ma al di là di ogni meccanismo di difesa, Brennan rosica che è una bellezza, la mimica facciale rivela in pieno il senso di disagio, il disappunto, la gelosia che inizia a covare dentro di sé. Insiste e torna sempre lì, sul nuovo rapporto di Booth: a dimostrazione che la lingua batte, dove il dente duole. Vengo ad Hannah: francamente non mi ha detto niente, il suo personaggio, almeno fino ad ora, è lo stereotipo delle ragazzotte rampanti, in questo caso croniste d’assalto, ovviamente vestite in maniera consona alla parte che recitano, che culturalmente (almeno per quanto ci è stato dato di capire per adesso) sono per partito preso “contro”, ovviamente, in primis nei confronti di qualsiasi istituzione. Insomma, l’antitesi di Booth…. Come, la maggior parte di queste contestatrici, diventerà nel giro di pochi anni una brava borghese (dell’alta borghesia, naturalmente), per cui le si può ben applicare lo splendido aforisma di Leo Longanesi: “Cercava la rivoluzione e trovò l’agiatezza”. Ultima notarella: la scena di postsesso. Scusatemi, vi ricordate nella seconda stagione il lettone di Booth che spalliera enorme aveva, per cui la ripresa doveva ruotare intorno ad essa per farci intravedere qualcosina? Che fine ha fatto? Abbiamo avuto un’inquadratura a tutto campo, in cui la posizione di David, ops…, di Booth è di una classicità da urlo. A me ha ricordato Paolina Borghese e ci ho riso un pochino sù. Però, ad averceli (vicini) Paolini di simil fatta.
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