What if... (Anna86)

Fu a quel punto che Booth si staccò improvvisamente da lei e disse, ansimando vistosamente:

‘E questo è esattamente il motivo per cui ho deciso di non salire nel tuo appartamento.’
‘Io...io credo di iniziare a capire la logica della tua scelta.’ Rispose lei con voce altrettanto affannosa.

Come inizio, non era per niente male.

‘Sì, ma tu non vuoi salire. Non è un bel cambiamento, almeno per me. Non ti sei mai fatto problemi negli ultimi cinque anni.’
‘Senti Bones, non è che non voglia salire. E’ che se salgo poi le cose potrebbero...degenerare.’
‘Degenerare.’ Ripetè lei. Booth le coprì una mano con la propria, poi disse:
‘E’ solo che voglio fare le cose come si deve. Portarti fuori a cena, corteggiarti, cose così.’

‘Vediamo...oggi è giovedì...che ne dici di sabato?’
‘E perchè non domani sera?’ Rispose lei.
‘Hai fretta?’ la incalzò Booth con tono canzonatorio.
‘Per niente. E’ solo che, avendo concordato le tempistiche in un mese, non vedo l’utilità di sprecare un giorno.’

Come inizio, non era per niente male.

I can't believe I've done this. Non me la ricordo nemmeno l'ultima volta che ho postato qualcosa...

Ferme tutte lì. Non iniziate a storcere il naso, a cliccare sulla croce in alto a destra della pagina e a pensare che sto per scrivere un crossover o roba del genere. Serve solo per spiegare. Capit?
Allora. Fringe.

Ecco, chi guarda Fringe e non ha ancora visto la seconda stagione smetta di leggere subito, altrimenti si spoilera.
Fatto?
Bene.
Ora, le altre, seguitemi.

Pairing: Non so nemmeno che ci sta a fà il pairing nella descrizione delle FF. Qualcuno ha mai scritto di altri? Mistero.

Genere: Romance, Humour. No Angst here. Questa FF è un rifugio per chi ha ricevuto una sonora batosta col Brutto Cattivo Season Finale. This will be the Happy Land of Happiness.

Timeline: Today. Tomorrow. Toyota

Rating: Mmmmm...ci devo ancora pensare bene. Si accettano suggerimenti.

Disclaimer: Oh, i giornigloriosi in cui mi uscivano meglio i disclaimer delle storie. I personaggi? Sono della Fox. Le prime dieci righe della storia, pure. Il resto? Tutto mio. Lettrici avvisate, mezze salvate! Read at your own risk

Temperance si aggrappò a quelle parole come un naufrago si aggrappa ad un salvagente. Voleva disperatamente crederci.

La verità però era che lei aveva una paura terribile di rovinare tutto e sapeva di non potersi permettere di danneggiare quello che aveva con Booth. Allo stesso tempo però desiderava ardentemente che la baciasse di nuovo. Che baciasse solo lei. Era una guerra interiore, cuore contro cervello

‘’Io...io non sono in grado di stare in una relazione seria, l’ha detto anche Sweets!’’

‘‘Senti Bones, facciamo così. Un mese. Dammi un mese di tempo, e se poi ancora non sei convinta che possiamo funzionare, allora...tutto torna come prima.’’

La soluzione era una sola.
Non tornare indietro.

Tuttavia gli episodi di mutismo istantaneo erano più unici che rari e l’antropologa dubitava di soffrire di quel raro disturbo al momento.

Un mese. Un mese erano trenta giorni. Settecentoventi ore. Quarantatremiladuecento minuti. Era un sacco di tempo per cambiare idea.

O per convincersi che Booth aveva ragione. E lei non sapeva se aveva la forza di dirgli ancora no...

’Un mese Booth. Non un giorno di più. E se per qualsiasi motivo decido di interrompere questo...tentativo prima del termine prefissato sarò libera di farlo.’’

Booth avrebbe accettato anche se lei avesse posto come condizione che lui si mettesse a correre nudo per la strada. Al momento internamente stava ballando la samba.

‘‘Direi...che per ora basta così. Se mi viene in mente dell’altro te lo faccio sapere.’’

‘‘Cosa facciamo adesso?’’

Adesso Bones mi piacerebbe veramente moltissimo baciarti come si deve, possibilmente senza che tu mi spinga via dopo tre secondi urlando.’’

‘‘Direi...direi che mi sembra appropriato viste le circostanze.’’

La magia purtroppo venne interrotta da un autista cretino che vedendo la scena decise di manifestare il proprio apprezzamento strombazzando il clacson a più non posso.

Brennan pensò che per una volta non ascoltare il proprio lato razionale si era rivelata una scelta decisamente azzeccata.

Forse questo azzardo non sarebbe finito poi così male...

Ma non c'avevi un da fare???? Sei l'autista del taxi 5260???? Sei tu, vero??? Strunfolo.

Booth si schiarì nervosamente la voce e iniziò a lisciarsi pieghe immaginarie della cravatta mentre Brennan giocherellava con le chiavi di casa e aveva lo sguardo fisso in grembo.

Quando si decisero a parlare, ovviamente lo fecero nello stesso momento.

‘Eh?’
‘Eh?’

‘Prima le signore.’ Disse lui.
‘Non vuoi salire?’ Rispose lei.
‘Uh...io...credo di aver sperimentato abbastanza emozioni per oggi.’
‘Ma tu sali sempre.’
‘Ma stasera non è come le altre sere, convieni?’

corse ai ripari mettendole due dita sotto il mento e costringendola a guardarlo.

‘Sì, ma tu non vuoi salire. Non è un bel cambiamento, almeno per me. Non ti sei mai fatto problemi negli ultimi cinque anni.’
‘Senti Bones, non è che non voglia salire. E’ che se salgo poi le cose potrebbero...degenerare.’
‘Degenerare.’ Ripetè lei.

Vestiti eleganti, luci soffuse, una bottiglia di vino, magari un po’ di musica in sottofondo...’
‘Non mi piace la musica mentre mangio.’ Disse lei.
‘Allora niente musica.’

La sua Bones, sempre così letterale. La amava anche di più in questi frangenti.

‘Vediamo...oggi è giovedì...che ne dici di sabato?’
‘E perchè non domani sera?’ Rispose lei.
‘Hai fretta?’ la incalzò Booth con tono canzonatorio.
‘Per niente. E’ solo che, avendo concordato le tempistiche in un mese, non vedo l’utilità di sprecare un giorno.’
‘Giusta osservazione.’ Rispose lui senza smettere di sorridere.
‘Come sempre.’ Gli fece notare lei assolutamente seria.

‘Ho detto che non sarei salito nel tuo appartamento, non che ti avrei negato il bacio della buonanotte.’

‘Ti mordi il labbro inferiore quando stai cercando di pensare a qualcosa da dire o da fare.’ Le disse lui slacciando a sua volta la propria cintura di sicurezza e avvicinandosi a lei. ‘Oppure quando ti trovi in una situazione che non ti piace e stai cercando di decidere come uscirne. Allora, quale delle due opzioni è, Bones?’

Temperance non rimase inerte davanti a quell’assalto ma si aggrappò ai lembi della giacca di Booth come se da quel semplice gesto dipendesse la sua vita, approfondendo ulteriormente il bacio. Dopo qualche minuto di quella piacevolissima attività Brennan si fece più audace e infilò le mani sotto la giacca di lui tentando di sfilargliela e ottenere così maggior contatto.

Fu a quel punto che Booth si staccò improvvisamente da lei

‘E questo è esattamente il motivo per cui ho deciso di non salire nel tuo appartamento.’
‘Io...io credo di iniziare a capire la logica della tua scelta.’

Booth si sporse dal proprio sedile e la baciò di nuovo, stavolta molto dolcemente.

I due partner rimasero per qualche istante in silenzio, guardandosi negli occhi, poi Brennan si sciolse dall’abbraccio di Booth e scese finalmente dal SUV rimanendo a guardare l’auto nera che si metteva in moto e si allontanava per le strade di Washington DC.
Quando questa fu scomparsa all’orizzonte, l’antropologa si voltò, dirigendosi verso casa col sorriso sulle labbra e una luce nuova negli occhi color fiordaliso. Come inizio, non era per niente male.

Oddio Gesù santissimo..Come ti è venuta questa??? Sto morendooo ahahahahahahahah

Temperance era stupenda nel suo vestito blu notte al ginocchio, un abito che Booth ricordava perfettamente di avere già visto quasi due anni prima quando l’aveva portata a mangiare thailandese dopo il fiasco dei due amigos Mark e Jason.

non costituiva un attentato troppo diretto alle sue finanze

Booth non era da meno avendo optato per un completo grigio scuro e una bella camicia nera con i primi due bottoni del colletto slacciati.

Quando ebbe spento il motore l’agente prese un respiro profondo e disse:

Booth da parte sua si era ripromesso più e più volte di comportarsi da gentiluomo...

‘‘Voltati.’’

Il Rasika era un piccolo gioiello incastonato nel Penn Quarter di Washington DC.

Seeley l’aveva scelto poiché era un ristorante con tutte le qualità richieste dalla situazione; aveva stile, non costituiva un attentato troppo diretto alle sue finanze e garantiva l’anonimato di cui lui e Brennan avevano bisogno grazie ai priveè disponibili su prenotazione.

Tuttavia l’effetto mozzafiato non aveva mancato di travolgerlo nuovamente quando l’aveva vista, sia per come fasciava perfettamente le curve della sua partner sia perché, pensava Booth con una punta di orgoglio, quella sera l’aveva indossato solo per lui.

Doveva essersi ricordata dello sguardo da pesce lesso che le aveva rivolto la prima volta che glielo aveva visto addosso, aveva pensato l’agente quando lei gli aveva aperto la porta quella sera.

Booth non era da meno avendo optato per un completo grigio scuro e una bella camicia nera

con i primi due bottoni del colletto slacciati.

Dopotutto gliel’aveva regalata Bones, inoltre lui voleva far sì che Temperance si trovasse a suo agio; se non l’avesse messa lei se ne sarebbe accorta subito, ne era sicuro.

mangiavano Pulav di riso, Chapati e Shrikland, un dolce cremoso ottenuto con lo yogurt e la frutta secca.

O che non doveva fissarla troppo a lungo in faccia. O in altri posti poco appropriati, la qual cosa era piuttosto difficile visto che quel vestito era una tentazione ambulante.

‘Mi permetti di fare il gentiluomo e accompagnarti fino alla porta di casa, Bones?’

‘Quindi non hai intenzione di entrare nemmeno stasera.’ Constatò lei, visibilmente delusa.

‘Io non direi mai una cosa del genere visto che sono perfettamente in grado di raggiungere la porta del mio appartamento autonomamente. Dovresti saperlo ormai.’ Rispose lei.

poi si voltò verso Booth per i saluti di rito.

Ah, è arrivato il momento della buonanotte, pensò lui.

Booth moriva dalla voglia di entrare da lei e magari riprendere la piacevole attività interrotta la sera precedente

tuttavia non voleva far nulla di fretta soprattutto considerando quanto significasse per lui tutto quello che stava accadendo

poi rialzò lo sguardo verso di lui e qualcosa nei suoi occhi si accese, come la scintilla di un accendino.

In men che non si dica Brennan l’aveva afferrato per i risvolti della giacca e lo stava baciando e contemporaneamente tirando dentro l’appartamento.

Il corpo di Booth si era mosso in avanti spinto dall’inerzia come se non avesse altra scelta e anche quando l’agente era finalmente riuscito a rendersi conto di quanto stava accadendo non era cambiato molto. Era stregato.

Sentì la porta chiudersi dietro di sé e vide con la coda dell’occhio che il cappotto di Brennan era magicamente atterrato sullo schienale del divano.

I baci che si stavano scambiando erano insistenti, impazienti, e gli stavano decisamente dando alla testa. Temperance tentò nuovamente di sfilargli la giacca dalle spalle, stavolta riuscendoci, e aderì al corpo di lui col proprio.

Quando c’era qualcosa che Temperance Brennan voleva, raramente falliva nell’intento di ottenerla, e in questo caso l’oggetto del suo desiderio non era altro che lui.

Mentre Booth cercava di riacquistare un minimo di sanità mentale

le mani di lei si spostarono dalle spalle al torace, poi più in basso ancora e Seeley ebbe quasi un mancamento.

L’universo evidentemente ebbe pietà di lui poiché Brennan fermò il percorso delle sue mani

e si limitò a sfilargli la camicia dai pantaloni per poi risalire e iniziare metodicamente a sbottonargliela, il tutto senza mai smettere di baciarlo.

Booth da parte sua si era ripromesso più e più volte di comportarsi da gentiluomo ma com’era possibile quando la donna dei suoi sogni lo stava scartando come un cioccolatino?

La fibbia.

Quando l’antropologa assunse un’aria di intensa concentrazione e posò entrambe le mani sul rettangolo di metallo smaltato Booth credette di stare per avere un colpo apoplettico e sperimentò la sensazione che i suoi pantaloni si stessero contemporaneamente restringendo e andando a fuoco.

‘‘Bones. Voglio che tu sia assolutamente sicura di ciò che stai facendo perché fino a quando si tratta di smettere di baciarti riesco ancora a racimolare un minimo di autocontrollo ma se vai avanti così ancora dieci secondi credo che l’unico modo che avresti per farmi smettere sarebbe spararmi.’’

‘’E chi dice che io voglia farti smettere?’’

Brennan posò l’indice della mano sul petto di lui all’altezza dello sterno e lo fece lentamente scendere fino a raggiungere nuovamente la fibbia che ormai penzolava obliqua.

‘’Ci ho pensato razionalmente e sono giunta alla conclusione che ti desidero’’ Disse semplicemente. ‘’E dalla reazione del tuo corpo posso affermare quasi con assoluta certezza che la cosa è reciproca.’’ Aggiunse poi.

‘’Sì. Stai sperimentando innalzamento della temperatura corporea, accelerazione del battito cardiaco e del respiro.’’

doveva assolutamente darsi una mossa.

Booth colmò la distanza che li separava con un passo e la attirò a sé senza tante cerimonie, baciandola e facendole percepire l’unica reazione del suo corpo che si era scordata di menzionare nella sua lezione anatomica di poco prima.

Il disorientamento dell’antropologa però durò poco e ben presto si issò sui gomiti lanciando con lo sguardo a Booth un chiaro invito a raggiungerla.

‘‘Voltati.’’

‘‘Voltati.’’