Secret Santa

per un Natale Bones-style

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  1. Suwya
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    QUOTE (lella1989 @ 28/11/2009, 13:12)
    raga chiedo umilmente scusa ma ho un problema siccome ho ft 3 settimane di assenza ho trp cose arretrate più le simulazioni d'esame tt prima di natale nn credo k riuscirò a trovare il tempo x fare qualcosa...e se nel caso vedete il nick in collegamento e xke lascio il pc acceso mi dispiace x il disagio k vi sto arrecando ma credete mi dispiace tnt.... :(

    nessun disagio, e se sei convinta ti tolgo dall'elenco... ma ne sei proprio sicura? comunque non ti preoccupare, spero di poter ripetere l'iniziativa in futuro, quindi diciamo che la tua participazione è solo rimandata ;)
     
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    CITAZIONE (Suwya @ 28/11/2009, 17:34)
    CITAZIONE (lella1989 @ 28/11/2009, 13:12)
    raga chiedo umilmente scusa ma ho un problema siccome ho ft 3 settimane di assenza ho trp cose arretrate più le simulazioni d'esame tt prima di natale nn credo k riuscirò a trovare il tempo x fare qualcosa...e se nel caso vedete il nick in collegamento e xke lascio il pc acceso mi dispiace x il disagio k vi sto arrecando ma credete mi dispiace tnt.... :(

    nessun disagio, e se sei convinta ti tolgo dall'elenco... ma ne sei proprio sicura? comunque non ti preoccupare, spero di poter ripetere l'iniziativa in futuro, quindi diciamo che la tua participazione è solo rimandata ;)

    si purtroppo sn sicurissima anke se volevo partecipare, nn ci riesco proprio tra allenamenti ripetizioni e studio nn so nemmeno se arriverò viva alle vacanze di natale....
     
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  3. Suwya
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    Santa Claus mi ha appena telefonato, e ha detto che per l’anno prossimo vi contratta tutte quanti come sue aiutanti, perchè siete state bravissime e avete fatto dei regali strepitosi!!

    E ora.. dopo tanta attesa..

    ecco qui i regali (in ordine d’iscrizione):


    Per _Vivi_23_
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    Per Kew08
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    Per elo_93


    Per ~Mars.
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    Per lotus in dream1927

    SPOILER (click to view)
    LA LUCE DENTRO VOI.

    Durante una tranquilla serata di dicembre, l'aria fresca e frizzante solleticava le guance delle persone, intente a tornare a casa dopo una giornata faticosa di lavoro. La neve fresca bagnava le loro scarpe e rendeva scivolose le strade, ma faceva divertire i bambini. Qua e là potevi intravedere qualche lucina di Natale, nei negozi, sul balcone di qualche casa. Mancavano ancora più di venti giorni a Natale, c'era tempo per le decorazioni.

    Questo clima di imminente festività rendeva molto allegra Angela, che non vedeva l'ora di buttarsi a capofitto nello shopping sfrenato per i regali e nelle decorazioni per casa sua e del laboratorio del Jeffersonian. A dire la verità, solo degli uffici, perchè Cam le aveva severamente vietato di addobbare la piattaforma e qualsiasi stanza del laboratorio usata per analizzare campioni e sezionare i cadaveri; diceva che era inappropriato. Ma per l'artista ciò equivaleva a distruggere il suo estro creativo-natalizio: in fondo cosa c'era di male a decorare il bordo del tavolo autoptico con i fili rossi e dorati?! Almeno aveva avuto il via libera per gli uffici, poteva sfogarsi con gli sventurati del team che ne avevano uno. Prima di tutti la sua carissima amica Temperance. Sapeva che aveva un'avversione per il Natale, perchè in quel giorno di tanti anni prima i suoi genitori erano scomparsi nel nulla, aprendo una ferita che stava faticando a rimarginarsi e che probabilmente non sarebbe mai guarita. Ma c'era qualcuno che da cinque anni a questa parte se ne stava prendendo cura come poteva, e questo era un sexy agente dell'FBI che stravedeva per l'antropologa, e lei per lui, solo che faticavano a vederlo (o meglio, ad ammetterlo). Tenendo conto dei miglioramenti che l'amica aveva fatto in quegli anni, decise di prendere d'assalto il suo ufficio, ma con lei sarebbe stata molto buona: decorazioni sobrie, niente pupazzetti di Babbo Natale, di angeli o di renne a giro per l'ufficio. Pensava che avrebbero fatto esteticamente a pugni con i teschi posizionati in vari punti della stanza ed altri manufatti strani ed antichi. Optò per dei capelli d'angelo dorati appesi allo stipite superiore della porta che scendevano fino a metà, mentre all'interno varie palline di natale colorate e decorate nei più svariati modi appese qua e là con qualche filo colorato a decorare qualche mensola e stava seriamente meditando sul mettere un piccolo rametto di vischio appeso al centro della stanza...chissà, magari lei e Booth potevano replicare per lei il bacio di qualche Natale prima...

    Per l'ufficio di Cam aveva progetti più ambiziosi: dato che non le aveva dato il permesso di decorare come voleva il laboratorio, aveva deciso di rendere il suo spazio personale il più allegro di tutto il Jeffersonian Institute, riempiendolo di qualsiasi decorazione natalizia che sarebbe riuscita a trovare. Era la sua piccola ed innocente vendetta. Sorridendo, iniziò a stendere una lista delle cose che le servivano, ma venne interrotta dalle voci di Brennan e Booth fuori la sua stanza. Si affacciò e vide l'amica ed il bell'agente che si stavano preparando ad uscire.

    -Ehi ragazzi, che combinate stasera?- chiese con il suo solito sorriso radioso.

    -Andiamo a bere qualcosa al Founding Fathers, Angela. Ti va di unirti a noi?- chiese Booth guardandola con quel suo sorriso disarmante.

    L'artista non potè fare a meno di ricambiare con un sorriso inebetito -Ehm...grazie, ma stasera non posso, vado al cinema con Wendell.

    -Perchè invece non venite con noi? Magari al cinema ci andate un'altra volta...- chiese Brennan all'amica.

    -Negativo tesoro. Oggi sono finalmente riuscita a convincere Wendell a venire a vedere "New Moon". Era da una settimana che lo tormentavo!- disse la ragazza, con una punta d'orgoglio nella voce per l'impresa riuscita.

    -Quel film sui vampiri?- chiese Booth.

    -Sì! Ho letto tutti i libri, adoro quella scrittrice! Non vedo l'ora di vedere la trasposizione cinematografica del secondo capitolo!

    Temperance corrugò la fronte perplessa -Vampiri?

    -Sì Bones, sai quei personaggi leggendari che bevono il sangue, si incenersicono alla luce del sole, si trasformano in pipistrelli...

    -Booth, so cosa sono i vampiri!

    L'agente inarcò un sporacciglio, stupito.

    -Ho letto "Dracula" di Bram Stocker- spiegò l'antropologa, facendo spallucce.

    Angela li guardò attentamente, le rotelline del suo cervello che iniziavano a muoversi velocemente -Che ne dite di farci compagnia? Sono sicura che il film vi piacerà e vi prenderà talmente tanto che vorrete vedere anche il primo! E poi è venerdì, possiamo fare anche un pò più tardi!!

    Brennan e Booth si scambiarono un'occhiata scettica: lui non aveva intenzione di sorbirsi due ore di romanticismo vampiriano per adolescenti, mentre Bones preferiva guardare film che si basavano su cose reali ed oggettive.

    -Daiii! Passeremo una serata divertente! E poi vi riassumerò tutto il capitolo precedente!- li guardò con i suoi occhi da cerbiatta, sperando di convincerli.

    Brennan si voltò verso Booth -Beh, in fondo non è una cattiva idea...magari imparo qualcosa su questi nuovi scrittori.

    Piuttosto che vedere quel film, ascoleterei le sue tirate antropologiche tutta la sera!

    Pensò tra sè e sè l'agente, ma notando la curiosità nel volto della partner, decise di acconsentire -Va bene! Andremo a vedere quel film per adolescenti. Però il popcorn lo paghi tu Bones, capito?

    La donna annuì -Anche la birra se vuoi!

    -Così va molto meglio.







    La sala era ancora illuminata, diversi posti erano occupati per lo più da adolescenti. Il quartetto cercò alcuni posti da dove si potesse avere una buona visuale dello schermo, il più lontanto possibile dalla schermaglia di ragazzine. Una volta trovati, Wendell si sitemò accanto ad Angela, cingendole le barccia con un braccio, mentre Brennan si sedette tra Ange e Booth.

    -Quindi Twilight finisce con l'incombente minaccia della vampira Victoria e con Edward che non vuole trasformare Bella in un vampiro?- chiese Brennan, che si era lasciata prendere dal concitato racconto dell'amica durante il tragitto verso il cinema.

    -Esatto!- sorrise compiaciuta l'artista, contenta che l'amica iniziasse ad apprezzare la storia.

    -Nel capitolo di stasera diventa un vampiro?

    Booth rispose al posto di Angela -L'autrice ha fatto quattro libri su questa saga Bones, quindi la trasformazione non avverrà a breve, vero Angela?

    La donna rimase stupefatta, insieme al resto della combriccola -E com'è che sei così esperto Booth?! Non dirmi che sei appassionato della saga e non ci hai detto niente!

    -Che? No! Affatto! Non leggerei mai quella roba!- dopo un'imbarazzante pausa seguitò a dare spiegazioni -Rebecca adora questa saga, ha fatto a me e a Parker una testa grossa come una casa!

    Angela stava per ribattere, quando le luci iniziarono a spegnersi e lo schermo venne animato dai trailer delle prossime uscite cinematografiche. Dopo cinque minuti, nei quali Temperance fece commenti su quanto fossero inverosimili alcune scene di un film d'azione che sarebbe uscito il mese successivo, il film partì, insieme ad un coro di ragazzine isteriche. Booth e Wendell rotearono gli occhi, mentre Brennan si guardava intorno infastidita -Cos'hanno da urlare? E' solo apparso il titolo del film!

    -Tesoro, fai finta di nulla, urleranno tutta la sera, soprattutto quando appariranno Edward e Jacob.

    -Fantastico!- fu il commento ironico di Booth.




    Due ore e mezzo dopo uscirono dal cinema, chi soddisfatto come lo era Angela, chi meno come Booth e Wendell. Brennan era su una via di mezzo. La storia l'aveva intrigata, ma alcuni punti del film non le erano piaciuti.

    -Bella è un'opportunista ingrata: quando il suo ragazzo-vampiro se ne va, cerca consolazione nell'amico-lupo, ma quando torna il suo Edward è pronta a...mandarlo a quel paese!

    -Bones! Che parole, mi meraviglio di te!

    -Perchè? Non posso dire le parolacce ora? Sono adulta e so quello che dico.

    -Lo so, non ho mai sentito uscire niente di stupido dalla tua bocca da quando ti conosco. Solo che certe parole mi fanno uno strano effetto dette da te!

    Temperance inarcò un sopracciglio -Beh...abituati! Sto cercando di usare un linguaggio colloquiale, più diretto e non troppo difficile. Che dici, ci sto riuscendo?

    Booth ridacchiò -Credimi Bones quando ti dico che sei una continua sorpresa! Comunque devi migliorare un pò...

    Nel frattempo Angela e Wendell s'erano estraniati dalla conversazione, persi a baciarsi ed a lanciarsi sguardi languidi. Arrivati di fronte alle rispettive auto si salutarono ed Angela ringraziò Brennan e Booth per essere andati con loro al cinema. Promise anche a Temperance che il giorno dopo le avrebbe portato i libri della saga, così avrebbe potuto fare un confronto tra il libro ed il film. Mentre stavano per allontanarsi dal Suv nero di Booth, fu colpita da una scena che attivò subito la sua ispirazione artistica: Booth aveva aperto la portiera dal lato del passeggero per far salire Temperance, lei gli aveva rivolto un sorriso candido, ed a corniciare quei secondi, l'auto coperta di neve bianchissima illuminata dalle lucine di natale dorate poste sull'albero sotto il quale Booth aveva parcheggiato. Il riverbero della neve, seppure debole, illuminava i loro volti arrossati dal freddo. Angela scattò una fotografia mentale di quel momento. Decise che avrebbe trovato il modo di rappresentarlo, o quantomeno esprimere ciò che aveva provato in quel momento. Wendell le diede un piccolo buffetto su una spalla e le chiese dolcemente se volevano andare verso la loro auto. Lei diede un'ultima occhiata al Suv che si allontanava e poi lo seguì.




    Il lunedì Angela arrivò presto con un mucchio di scatoloni e ne lasciò ognuno ben sigillato davanti la porta dei vari uffici che avrebbe decorato. Attaccati alle porte c'erano dei bigliettini che spiegavano ai legittimi proprietari degli uffici di stare alla larga da lì nell'orario che aveva indicato e soprattutto di non aprire e nemmeno sbirciare il contenuto della loro scatola. Cam avrebbe voluto strangolare Angela, perchè non voleva lasciare l'ufficio in comlpeta balìa dell'artista, ma si lasciò presto convincere a prendere i documenti che le servivano quel giorno e spostarsi da qualche altra parte per poter lavorare.

    -Ange, non ho nessuna intenzione di abbandonare il mio ufficio per le decorazioni di Natale! Mi serve!- disse Temperance irruppendo nell'ufficio della donna.

    L'artista si volse verso di lei con un sorriso raggiante -Impiegherò pochissimo tempo, te lo prometto! E poi sei sempre a giro con Booth sul suo bel Suv, durante la giornata non ci sei quasi mai!

    -Non è vero!- rispose stizzita -E comunque si dà il caso che oggi l'ufficio mi serva...devo terminare delle pratiche.

    -Bene...vorrà dire che le pratiche le farai dopo che avrò decorato il tuo ufficio.

    -Angela...

    Ma la donna l'interruppe con un gesto della mano -Stammi a sentire! Ci metterò pochissimo, promesso! E non accetto altre obiezioni, capito?!- si chinò a prendere uno scatolone ed uscì in tutta fretta dall'ufficio prima che Bren potesse continuare a replicare. L'antropologa scrollò le spalle, sospirò e si diresse verso il limbo, per passare il tempo mentre Angela sistemava le decorazioni.



    Qualche ora dopo entrò con passo sicuro nel laboratorio Booth, fischiettando un motivetto natalizio. Non c'erano casi a cui lavorare, perciò non aveva motivi professionali per andare dagli squints, ma comunque una scusa la trovava sempre. Bones non era nei paraggi, ma notò subito uno strano luccichìo provenire dai vari uffici. Angela stava giusto sistemando dei capelli d'angelo dorati alla porta dell'ufficio di Temperance, quindi deviò e la raggiunse.

    -Ehi Angela, che combini nell'ufficio di Bones?

    L'artista si richiuse subito la porta alle spalle -La sto decorando. E' una sorpresa, non voglio che tu sbirci.

    -Ma è l'ufficio di Bones, non il mio, quindi tecnicamente posso darci un'occhiata- disse con il sorriso ammaliante.

    -Invece no...perchè è una sorpresa anche per te- vedendo lo sguardo confuso dell'agente aggiunse -Cioè, una cosa che ho messo nell'ufficio è anche per te. E' per tutti e due.

    Booth era ancora più confuso e curioso, ma non riuscì a farsi dire nulla di più dall'artista. Aveva pensato di guardare dalle vetrate dell'ufficio, ma Angela le aveva coperte. Si diresse verso il limbo e trovò Bones concentrata, per l'appunto, su delle ossa -Sai che Angela ci ha fatto una specie di regalo?

    -E' normale, tra poco è Natale- disse con tono piatto Temperance senza staccare gli occhi dal femore che aveva tra le mani.

    -Intendevo dire che ha messo nel tuo ufficio una decorazione che è per tutti e due.

    L'antropologa corrugò la fronte, ma rimase con lo sguardo fisso sull'osso -Non capisco.

    -Siamo in due!


    Dopo essere andati al Diner's a fare uno spuntino, Booth e Bones decisero che era ora di andare a vedere cosa aveva combinato Angela. Arrivarono silenziosamente al suo ufficio e rimasero un attimo sulla porta: i capelli d'angelo sfioravano le loro teste, il nome della dottoressa sulla porta era decorato con del filo dorato, le vetrate erano sempre coperte ma stavolta da fittissimi fili argentati. Aprirono la porta e rimasero un attimo senza fiato, contemplando la stanza: fili dorati e argentati decoravano i vari scaffali, attaccata alla lampada della scrivania c'era qualche pallina natalizia colorata ed altri fili che decoravano il bordo del mobile. Ma quello che colse l'attenzione dei due fu un piccolo quadretto dipinto ad olio da Angela. Era giusto uno schizzo, ma l'artista era riuscita a cogliere lo stesso il momento: un uomo ed una donna che si guardavano, immersi in una luce dorata e nel candore della neve. Attaccato c'era un biglietto. Booth guardò prima Bones, poi si avvicinò e prese il biglietto, lo aprì e lo lesse ad alta voce.

    "La magia che c'è tra due persone non la puoi creare, è naturale, ha una luce propria che illumina tutto ciò che gli sta attorno, proprio come quest'ufficio che ho decorato per voi. L'altra sera vi ho guardati e non ho visto Booth e Temperance, ma due persone immerse in questa luce immensa, ed ho ripensato al film che avevamo visto. Voi siete come Bella ed Edward, pronti per vivere un'avventura fantastica, ma con la paura nel cuore di sbagliare. Non abbiate mai paura di mostrarvi per quel che siete, di esprimere i propri sentimenti e non abbiate timore: può sembrare che la luce vi accechi, ma in realtà illumina ciò che c'è di più bello."

    Booth alzò lo sguardo dal biglietto ed incontrò lo sguardo di Temperance. Rimasero in silenzio a guardarsi, carichi di emozione, poi il volto di lei si abbassò per guardare nuovamente il dipinto.

    -Gurda cos'ho in mano nel quadro- disse con un filo di voce la donna. Anche lui fissò il dipinto e poi lo vide.

    -E' il fiore di New Moon. Non ricordo come si chiami però...- disse Booth tornando a guardarla.

    Lei lo fissò di nuovo, incatenando gli occhi ai suoi -Davvero? Non ne parlano nel film...

    Venne interrotta dalle labbra di lui che si posarono sulle sue. Ricambiò dolcemente e si lasciarono trasportare dal momento, entrambi certi che quella luce intensa di cui parlava Angela li stesse abbracciando.


    Nel suo ufficio, Angela era esausta e soddisfatta. Era certa di essere riuscita a smuovere le acque nel rapporto Brennan-Booth, sperava solo di vedere gli sviluppi a breve. Raccolse le sue cose ed uscì, pronta per tornare a casa, ma prima volle passare davanti agli uffici per vedere se i suoi capolavori erano piaciuti. Quando passò davanti quello di Cam, questa la raggiunse con degli improperi irripetibili a causa degli addobbi natalizi che avrebbero fatto invidia a Santa Claus in persona. Arrivata davanti l'ufficio di Temperance esitò ad affacciarsi, ma vedendo la porta aperta pensò che non c'era niente di male se dava un'occhiata. Rimase piacevolmente colpita dalla scena che le si parò davanti gli occhi: Brennan e Booth erano stesi sul divanetto, lei che sonnecchiava tra le sue braccia, la testa abbandonata sulla spalla dell'uomo, le gambe di lui che ciondolavano dal divano senza scarpe, mettendo in bella mostra degli orrendi calzini natalizi verdi e rossi.

    Angela scattò un'altra immagine mentale e se ne andò con il sorriso sulle labbra e l'idea pronta per un altro quadro.


    Per lathika


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    VIOLET'S SHOP

    “Bones, davvero non è il caso. Ti assicuro che sto benissimo.”
    “Booth, io non direi visto che sei letteralmente saltato in aria oggi. La tua schiena ne ha risentito. Lo vedo dalla postura che hai avuto per tutto il giorno. Ci vorranno pochi minuti.”
    Angela le aveva consigliato quel negozio elogiandone la qualità infallibile dei prodotti e la disponibilità infinita della proprietaria.
    Vedendo l’insegna dall’altra parte della strada, Temperance diede una leggera pacca col dorso della mano al suo partner per invitarlo ad attraversare.
    Booth fece appena in tempo a prenderle la mano con fermezza, bloccandola prima che venisse investita da una macchina.
    “L’avevo vista.”, puntualizzò lei.
    “Certo. Me ne sono accorto.”, replicò Booth.
    Attesero il passaggio di qualche altro veicolo in silenzio e subito dopo si avviarono verso la vetrina decorata con stampe raffiguranti violette.
    Nessuno dei due si rese conto, finché non giunsero di fronte alla porta, che le loro mani erano ancora allacciate strette. Intrecciate. Con naturalezza. In quel semplice modo che pareva unire due metà che coincidevano perfettamente. Abbassarono lo sguardo entrambi su quell’unione e si sciolsero lentamente risollevando gli occhi per riunire qualcos’altro. Quel lieve imbarazzo misto al desiderio di non spezzare quel legame.
    Lui si schiarì la gola e si sforzò di spostare gli occhi da quell’immagine adorabile che aveva di fronte a sé. Lei, con le guance leggermente arrossate, abbassò un po’ lo sguardo socchiudendo la bocca.
    All’improvviso sentirono la presenza di due occhi che li fissavano e si accorsero che la ragazza all’interno li stava osservando attentamente con un lieve sorriso sulle labbra.
    Lui aprì la porta per farla entrare e subito vennero catapultati in un altro tipo di magia. I campanellini della porta parevano accoglierli in un mondo incantato, fatto di profumi e colori.
    Si guardarono intorno con occhi curiosi e dopo qualche minuto la ragazza portò l’attenzione dei due nuovi clienti su di sé.
    “Posso esservi d’aiuto?”, domandò continuando a sorridere.
    “Probabilmente. Stiamo cercando una crema antinfiammatoria.”, rispose Temperance.
    “Qual è la parte del corpo infiammata?”, si informò.
    “Nessuna.”, proruppe Booth.
    “La schiena. La sua.”, replicò velocemente Temperance indicandolo con un cenno della testa.
    “Capisco, allora dovrei avere quello che fa per voi. È un unguento che ho preparato proprio ieri. Massaggiandolo sulla parte infiammata darà una sensazione lenitiva.”
    “Prepara lei tutte le creme che vende?”, si informò Temperance mentre Booth iniziava a girovagare per il negozio.
    “Certamente. Sono la proprietaria dell’erboristeria e sono molto scrupolosa nel mio lavoro.”
    “Mi ha informata di questa sua professionalità Angela Montenegro. Proprio lei mi ha indicato questo negozio come il migliore di tutta Washington.”
    “Temperance Brennan, giusto?”, disse la ragazza che, vedendola perplessa, proseguì. “Angela mi ha parlato spesso di lei ma naturalmente mi era già nota grazie ai suoi romanzi. Avrei giusto una crema adatta per i suoi due protagonisti. Un tipo di crema che potrebbe far esaltare ancora di più la loro relazione... per capirci.”, disse sorridendo.
    “La sua espressione mi suggerisce un sottotesto sessuale. Anche se non credo nelle proprietà afrodisiache delle erbe e degli alimenti ho avuto spesso la tentazione di provare.”
    “Non se ne pentirebbe.”, la stuzzicò.
    “Antropologicamente parlando, in molte culture esistono delle vere e proprie convinzioni in tal senso. Aristotele affermava che i passeri sono capaci di accoppiarsi ottantatré volte nel giro di un’ora e pertanto le loro carni erano considerate un potente afrodisiaco in pass...”, il suo partner interruppe improvvisamente il suo sproloquio.
    “Bones!”
    “Che c’è?”
    “La crema.”
    “Lui è molto pudico.”, precisò Temperance rivolgendosi alla ragazza che rise divertita.
    “Non sono pudico.”, replicò lui scatenando l’ennesima risata della proprietaria del negozio che stava assistendo con piacere a quelle schermaglie amorose.
    “State insieme da molto?”, domandò mentre incartava il barattolo di crema.
    “Noi... non...”, iniziò Booth esitante.
    “...non stiamo insieme.”, terminò Temperance con altrettante tentennamento.
    La spettatrice di quei battibecchi avvertì nell’aria una breve e sottile tensione. Come una scossa di aspettativa. Sorrise e annuì ai due.
    “Pensavo di comprare una crema per il regalo di Natale ad Angela.”, disse Booth rompendo quel momento e iniziando a spulciare i vasetti esposti sugli scaffali. L’etichetta di uno in particolare attirò la sua attenzione.
    “Questa sembra buona, al rosmarino, ginepro e origano.”
    “Anticellulite.”, precisò la gentile proprietaria.
    “Booth, in base alla mia conoscenza di Angela posso assicurarti che non gradirà un regalo di questo tipo.”, disse Temperance.
    “Però ha un buon profumo.”, disse lui richiudendo il vasetto in esposizione.
    “Le fragranze gradevoli non sono sempre sinonimo di benessere.”, specificò Temperance.
    “Mi stai consigliando di regalarle una crema che puzza? Perché in tal caso questa emana un tanfo infernale.”, replicò annusando un altro barattolo del campionario.
    “Rimedio per la scabbia.”, disse ancora la ragazza.
    Bones rise di gusto. Booth richiuse il barattolo sollevando le sopracciglia in un’espressione lievemente imbarazzata.
    “Forse è il caso che mi faccia consigliare da lei.”, ammise infine.
    “Allora direi che questo è quello che ci vuole.”, si voltò per recuperare un barattolo nello scaffale dietro le sue spalle. “È un preparato a base di ossido di zinco con proprietà emollienti. E so per certo che Angela l’apprezzerà.”
    “Allora compro anche questa.”, confermò lui.
    “Booth, non c’è bisogno che paghi la crema per la schiena. Ci penso io.”
    “La schiena è la mia, l’hai sottolineato tu prima. Perciò pago io.”
    “Potrei fare mia la tua logica se pensiamo al fatto che l’idea è arrivata da me. Idea mia. Pago io.”
    La proprietaria dell’erboristeria rise divertita ancora una volta, prima di interrompere l’ennesima schermaglia amorosa.
    “Se posso permettermi, visto che lui godrà di un massaggio rilassante grazie all’acquisto di questa crema, il minimo è che sia lui a pagarla.”, consigliò.
    “Perché, va massaggiata? Non è sufficiente spalmarla?”, chiese lui deglutendo.
    “Assolutamente no. Va massaggiata per almeno mezz’ora. Bisogna che si scaldi con il calore delle mani e che penetri lentamente e in profondità nella pelle.”, disse la ragazza con un sorriso malizioso. “Ci penserà lei dottoressa Brennan, vero? Perché in tal caso potrei dirle quale tecnica utilizzare.”
    “Sì, ci penserò io.”, assicurò con fermezza.
    Booth tossì a quel pensiero. Temperance si fece spiegare il massaggio che avrebbe dato maggiore efficacia alla crema.
    La ragazza posò in un sacchetto le due creme e, prima di porgerlo nelle mani di Booth, si bloccò prendendo da sotto il bancone un piccolo vasetto.
    “Questo è un omaggio per lei dottoressa. È una crema energizzante, le consiglio di metterla prima del massaggio. Come ben sa, fare un buon massaggio è molto stancante. Oltretutto ha un profumo molto gradevole, sono certa che l’apprezzerete.”, disse aggiungendo quel barattolino agli altri due. Loro la guardarono perplessi sentendole usare il plurale.
    “Grazie.”
    “Spero che trarrete benessere dai miei preparati.”, disse accompagnandoli alla porta. “Grazie e buon Natale.”
    “Lo speriamo. Buon Natale anche a lei.”, rispose Temperance.
    “Grazie. Buon Natale.”, disse Booth.
    Li osservò allontanarsi e quando i campanellini della porta smisero di tintinnare la donna tornò verso il bancone continuando a sorridere. Recuperò il cellulare e digitò il numero.
    “Angela?”, disse.
    “Ehi, tutto bene?”, domandò l’amica dall’altra parte del ricevitore.
    “Benissimo. Ho appena conosciuto i tuoi due amici, la dottoressa Brennan e l’agente Booth.”
    “Ah, sono passati allora...”
    “Già e ho capito cosa intendevi riguardo a quei due... spero di aver dato loro le giuste soluzioni.”, disse con una punta di malizia.
    “Che vuoi dire?”, chiese incuriosita Angela.
    “Voglio dire che ho dato in omaggio alla tua amica la crema afrodisiaca e le ho consigliato di metterla prima di massaggiare la crema antinfiammatoria a lui. Non che abbiano bisogno di ulteriore desiderio ma magari di una piccola spinta sì. Sperando funzioni.”
    “Sono certa che funzionerà. Ne sono certa Sara.”
    La proprietaria dell’erboristeria Violet’s Shop sorrise, sapendo perfettamente che alcuni dei suoi preparati potevano essere dei veri elisir d’amore.
    Mai come questa volta l’aveva ritenuto necessario.
    Mai come questa volta il suo istinto aveva visto giusto.


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    Per misato85



    Per _ste_17

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    “Stai scherzando Bones?” disse Booth guardando con la bocca leggermente spalancata i biglietti stretti nella sua mano.
    “Non vedo perché dovrei. Te l’ho detto, non è un vero e proprio regalo... il mio agente mi ha incidentalmente fatto sapere che si sarebbe potuto procurare due biglietti per il Super Bowl ed io ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vederlo.”
    “Piacere? Piacere...” disse lui senza parole, fissando i biglietti di prima fila per il mese successivo che gli avrebbero permesso di seguire l’evento sportivo più importante del paese “Questo... è il miglior regalo che potessi fami, Bones, davvero... non so cosa dire, mi hai lasciato totalmente senza parole” aggiunse, il braccio steso di fronte a sé, mentre continuava a fissare allibito quella sorta di tesoro sceso dal cielo.
    “Puoi portarci Parker” gli disse lei prontamente “E’ meglio chiarire subito che non sono affatto interessata ad accompagnarti. Antropologicamente parlando, questi eventi mediatici sportivi, sebbene interessanti, sono essenzialmente forme modificate di un comportamento di caccia. Osservato biologicamente, il giocatore moderno risulta membro di un gruppo di caccia camuffato. La sua arma mortale si è trasformata in un innocuo pallone e la sua preda è diventata la porta avversaria. Se la sua mira è accurata e segna un goal, assapora il trionfo del cacciatore che uccide la preda.”
    “Una meta, Bones.”
    “Come?” chiese lei con sguardo interrogativo.
    “A football non si segnano goal, ma si fa meta.” Le spiegò lui paziente con un vago sorriso sulle labbra “E sapevo già che non avevi nessuna intenzione di accompagnarmi, non c’era bisogno di farmi una lezione sull’antropologia dello sport per dirmi che non sei interessata. Parker sarà entusiasta. Le tue quotazioni saliranno a vista d’occhio quando glielo dirò.” Brennan non potè impedirsi di sorridere a sua volta.
    “Ho delle quotazioni?” chiese incuriosita.
    Booth voltò la testa verso di lei “Ovvio che le hai, che domande. Probabilmente con questi passerai da mitica a galattica in un battito di ciglia. Hai un modo tutto tuo di tirare dalla tua parte i maschi della famiglia Booth.” Aggiunse con sguardo malizioso.
    Lei fece una smorfia “Non era un tentativo di corruzione Booth.”
    “Anche perché io sono un integerrimo agente dell’FBI, Bones. Non posso essere corrotto” disse giocando con i biglietti che aveva in mano e facendoli battere ritmicamente sul palmo della mano.
    “Davvero?” chiese lei voltandosi a guardarlo con intenzione.
    “Certo Bones. Per chi mi hai preso!” protestò lui “Comunque questi” proseguì usando i due biglietti per indicarla” hanno creato un pericoloso precedente, lo sai, vero? Avevamo detto niente regali di Natale e tu hai infranto la promessa.”
    “Non è un regalo di Natale!” Protestò lei indignata “Mi sembrava di essere stata chiara, è stata un’occasione e l’ho presa al volo. Ma se pensi che io abbia infranto un voto di qualche genere, posso sempre riprendermeli.” Disse lei muovendosi rapidamente e strappandogli i biglietti dalle mani.
    Booth fu altrettanto veloce nell’afferrarla per le spalle e rovesciarla contro il materasso, imprigionandola sotto di lui.
    Lo sguardo dell’uomo era un misto tra lo scherno e l’eccitazione, ormai Brennan era in grado di riconoscerlo e sapeva cosa significasse.
    “I biglietti Bones...” disse con tono minaccioso.
    “Vorresti dire che avresti il coraggio di sovrastarmi fisicamente per due insulsi biglietti?” domandò lei con aria innocente “Non voglio che tu pensi che non rispetto le promesse, se credi che questi significhino che ho infranto il nostro patto, allora è meglio che li riprenda.” Disse puntigliosa.
    “Bones...” il tono era decisamente minaccioso adesso “Non farmelo fare” aggiunse, la bocca piegata in un mezzo sorriso.
    “Non oseresti!” disse lei, tenendo il suo bottino dietro la schiena nel vano tentativo di proteggerlo. Ma nel momento in cui vide quella luce nei suoi occhi comprese che ‘avrebbe osato’ ed in quello stesso momento sentì la mano di lui scivolare sul suo fianco per farle il solletico.
    “No! Booth fermati. Lo sai che non lo sopporto!” disse lei tentando di sgusciare da sotto il corpo di lui che la teneva inchiodata al materasso, gli occhi colmi di una risata repressa nel vano tentativo di non dargli soddisfazione.
    Lui continuò implacabile, senza cedere di un millimetro, nonostante lei si agitasse sotto di lui come un’anguilla nel tentativo di sfuggirgli.
    “Molla l’osso Bones” disse lui, divertito dal suo stesso gioco di parole, mentre la guardava perdere totalmente il controllo e scoppiare in una risata irrefrenabile.
    “Booth... per favore... smettila!” disse lei con il fiato corto.
    “E perché dovrei...la cosa sta appena cominciando a farsi interessante. Più ti agiti e più mi piace.”
    “Sei disgustoso!” lo rimbeccò lei tra le lacrime che ormai le scendevano lungo le guance.
    “Sì, e allora?” rispose lui senza alcun ritegno “Ti arrendi?” le chiese fermandosi per un attimo, la bocca a pochi millimetri dall’orecchio di lei. I loro volti si sfiorarono e lui sentì che le lacrime di lei gli inumidivano una guancia.
    “Non è giusto!” protestò lei. “Non puoi usare la tua superiorità fisica in un simile contesto, è del tutto inappropriato.” E con questo gli diede un morso sulla spalla che lo fece sussultare, ma che ottenne anche il risultato di scrollarselo di dosso. Con una smorfia compiaciuta, la donna capovolse le loro posizioni.
    “Bones! Mi hai morso!” disse lui incredulo, massaggiandosi il segno sulla spalla che già cominciava a diventare di un rosso intenso.
    “Ti avevo detto di smetterla!” gli disse lei sventolandogli i biglietti sotto al naso. “Allora, sei disposto a riaverli, ammettendo che sono una donna assolutamente ragionevole, che ha semplicemente preso al volo un’occasione, senza aver infranto alcun patto?”
    Lui borbottava ancora per il dolore, con la testa in una curiosa posizione, nel vano tentativo di vedere il segno che lei gli aveva lasciato sulla pelle. Brennan gli prese il volto tra le mani.
    “Ho vinto?” gli disse con un largo sorriso costringendolo a guardarla negli occhi.
    “Hai vinto, accidenti a te. Mi rimarrà il segno per settimane!” protestò lui con una smorfia.
    “Puoi sempre restituirmelo” gli propose lei con aria maliziosa e quando le loro bocche si unirono in un bacio appassionato, scordarono entrambi qualsiasi gioco di potere e si persero l’uno sulle labbra dell’altra.


    Per FrancyBB

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    AMORE IN VERSI


    Così diventai Agente speciale
    già dal ritorno delle mie missioni,
    e avvertii un dolor seppur uguale.

    Stava Bones con le sue decisioni:
    esaminava ossa con ardore;
    giudica, vince con cuor da leoni.

    Dice che quando sento il dolore
    mi vien dinanzi tutta la verità.
    E qual conoscitore dell’amore

    vedo da qual loco giunge cecità;
    quella che fa commettere lo sbaglio
    sempre per cagione dell’avidità.

    Ancora negli occhi vedo l’abbaglio
    che mi conduce a ciascun giudizio;
    giurano, piangono, son nello sbaglio

    caduti più volte, nel precipizio
    di quell’orrore che non ha mai fine,
    che mi porta ad un nuovo inizio.

    Cerco migliore vita le mattine,
    non m’inganna l’ampiezza del dolore.
    E fra le persone a me vicine

    una sola è degna di colore:
    con i suoi occhi mi fa vibrare
    quando si volge a me con onore.

    Colora’l cielo come fosse mare
    quando la sera spegne il tramonto
    là dove i due si lascian amare.

    Pensai d’essere inver già pronto
    di viver libero, senza legami,
    ma, solo, dovetti subir l’affronto

    della bufera d’un uomo che brami
    una donna al di là d’una riga
    nonostante solitari proclami.

    Quando decisi di romper la diga
    dovetti pensare di star attento,
    fragil Bones come del grano spiga.

    Intesi che a così gran tormento
    eran condannati tutt’i mortali
    che il cuor sottometton al talento.

    Decisi quindi di ripiegar l’ali
    al tempo freddo ma con mente piena
    a superar del cuor mio tutt’i mali.

    Inabil a trovar pace serena,
    nulla speranza mi conforta mai.
    Solo, odo gridar la mia pena.

    Da lontano giunse chi dai guai
    mi liberò con colpo improvviso,
    amor lo guidò come non seppi mai.

    Entrò al Diner portando’n sorriso
    e recando seco grandi novelle
    d’amore e verità. Condiviso

    ebbe l’incontro con le mani belle
    “tu vuoi saper” disse’l nonno in lotta
    “dell’error che salvò infine quelle

    povere anime che già la rotta
    avevan persa” cuor saggio in pianto
    disse del figlio l’anima corrotta.

    Levò in occhi azzurri il canto
    di uomo, della sua perdizione,
    di vita salvata e di rimpianto.

    Bones lo ascoltò, come l’aquilone
    che vola nel cielo spinto dal vento,
    poggiò la mano come soluzione.

    Così alleviò il triste momento
    pensando al collega e amico
    divenuto uomo prima del tempo.

    Parker venne colpito dal nemico,
    luci e ombre mi mostrò, poi chiese
    di salutare l’amore antico.

    Parker tornò di nuovo e accese
    speranze di vita migliori per me
    quando piccolo le mani protese.

    Infine fu lei a portar la speme
    quando’l capo iniziò a dolere.
    Giurò che l’avremmo vinto insieme

    scordando un figlio da benvolere.
    Più vicino a me la osservai
    per quell’amor ch’era da rivolere.

    Grazie a Cam l’amor le confessai
    un marciapiede fece da cornice,
    aiutato da Sweets lo affrontai.

    Ogni paura d’amor si addice
    a quell’attimo in cui, spaventato,
    il cuore mio già si contraddice.

    Dal suo stupor fui annientato,
    ma fui ardito e coraggioso
    quando da Andrew fui scavalcato.

    “O amica mia” come geloso
    “divampi nel cuore amor d’amare”
    di una sua risposta curioso.

    “Se fosse amor” bella da tremare
    “io vorrei che fosse reale
    come vero osso da misurare.

    Ma negli occhi tuoi ideale
    amor vedo che mi piace capire”
    mentre’l vento l’aria muove leale.

    Cerco giuste parole per colpire
    il fiero cuore, le mani stupende
    e un bacio dalla bocca rapire.

    “Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende
    della tua vera, bella persona
    la vita che mi fu data attende.

    Amor, ch’a nullo amato amar perdona
    mi prese del tuo piacer sì forte,
    come vedi ancor non m’abbandona.

    Amor condusse noi alla sorte:
    Gioia ora ci attende insieme.”
    Queste parole le furon porte

    dal cuore mio con sì tanta speme,
    chinò il viso e lo tenne basso
    fin che le dissi “l’amore non teme.”

    Quando rispose cominciò: “Oh lasso,
    quanti dolci pensier, quanto disio
    se la mia ragione oltrepasso,

    ma la tua speranza ti invidio.”
    Cominciai: “Bones, i tuoi martìri
    mi fanno diventar tristo e pio.

    Dimmi: al tempo di dolci sospiri
    speranza cede il posto al tremor,
    non c’è amor fra i tuoi respiri?

    E Bones a me: “Nessun maggior dolore
    che credere già al tempo felice
    quando s’aspetta persona di valor.

    Ma a conoscer la prima radice
    del tuo amore io aspetto.
    Del mio dirò, come si addice.

    Mentre tu costretto eri a letto
    scrissi di come amore mi strinse,
    soli eravamo, senza sospetto.

    Il sogno più vicini ci sospinse,
    quella lettura d’amor condiviso
    non la dimenticai.” Amor mi vinse

    quando ricordai il disiato riso,
    esser baciato da dolce amante,
    “Bones, da te non vorrei star più diviso.”

    La bocca le baciai tutto tremante.
    Galeotto fu’l sogno e chi lo scrisse:
    quella sera brillò come diamante

    l’amore nostro, come se agisse
    spinto da forze da sempre con noi.
    Le rime per Francesca son affisse,

    spero s’avverino i sogni tuoi.


    Per Cris.Tag

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    CHRISTMAS IS HERE AGAIN


    “Allora? Ti è piaciuto il concerto?”.
    “Certo, Bones. Devo ammettere che Sweets ha avuto un’ottima idea a regalare a tutti i biglietti per questo concerto di Natale. Anche se mi rimbombano ancora un po’ le orecchie”.
    “Ma se in quel teatro c’è un’acustica perfetta!”.
    “Ed infatti ho sentito fin troppo bene. E ho visto bene…”.
    “Cos’hai visto?”
    “Non provare a fare finta di niente. Te l’ho detto, ho visto bene… Ti sei commossa…”.
    “Non è vero”.
    “E’ vero. Poi ti sei voltata verso di me e hai appoggiato la testa sul mio petto”.
    “Parli dell’attimo prima che a tutti gli altri cadessero le mascelle sulla moquette del teatro?”
    Cadessero le mascelle? Il suo linguaggio sta diventando sempre più colloquiale, Dottoressa Brennan”.
    “Me ne rendo conto. E credo che Sweets, Angela, Hodgins e Cam abbiano subito un forte choc. Persino Angela alla fine del concerto ci ha salutati senza chiederci nulla”.
    “Si riprenderanno presto, te lo garantisco. E allora non avremo problemi a dire loro che..”.
    “… che stiamo insieme?”
    “… che stiamo insieme. Posso dire che questa frase mi fa venire voglia di mettermi a saltare su questo letto fino a sfondarlo?”
    Muovendosi sotto le coperte del letto di Booth – del loro letto, per la precisione – Bones chiese candidamente: “Per saltare su questo letto fino a sfondarlo intendi fare sesso selvaggio?
    Booth rise e le passò una mano sul fianco coperto dal tessuto liscio della sottoveste. “In realtà mentre lo dicevo pensavo a salti un po’ più infantili, ma un cambio di programma sarebbe assolutamente ben accetto… anche se ho come il sospetto che tu stia evitando un certo argomento… Non dovresti… trovo bellissimo che tu ti sia commossa sentendo quelle parole e che non abbia potuto fare a meno di abbracciarmi, senza preoccuparti che gli altri potessero vedere. E credimi, sentendo quella canzone, se non mi avessi abbracciato tu l’avrei fatto io”.
    “All that I want is to be here beside you. All that I need is right here in my arms. All that I want is to know that you love me and this will be my finest Christmas time”.
    Mentre lei canticchiava quelle parole, che erano chiaramente dedicate a tutti gli innamorati del mondo, ma che in quel momento erano solo per loro, Booth la strinse tra le braccia finché il canto non fu soffocato contro la canottiera di cotone bianco che indossava.
    “Mmffmm”.
    “Eh?”, chiese lui, allentando un po’ la stretta.
    “Dicevo che dal punto di vista letterario questo testo non…”.
    “Eeeeh… ed è arrivato il momento di saltare sul letto”, la fermò Booth baciandola.
    “E’ arrivato il momento di togliere questa canottiera”, aggiunse lei… “E questi boxer con gli orsetti… sono osceni”.
    “Cos’hanno che non và?”, chiese lui con mirabile faccia tosta.
    Lei allungò le mani per toccare il fondoschiena coperto dalla stoffa.
    “Hai una scritta ricamata sul sedere. Bear… “Be” sulla natica destra. “Ar” sulla natica sinistra”.
    “Arrr”, ruggì lui, affondando la faccia nel collo di lei.
    “C’è chi lo chiama pandorino, sai?”, gli chiese lei mentre lui continuava a distribuirle generosamente baci.
    “Cosa?”
    “Il sedere”, rispose Bones, dando una pacca vigorosa all’oggetto della discussione.
    “Uh… pandorino… molto natalizio…”.
    “E sul pandoro si mette lo zucchero a velo…”.
    “La discussione si sta facendo un po’ pornografica…”, osservò lui ridendo.
    “Bow-chica-wow-wow?”
    “Boom-clicka-mow-mow…”.
    “Wow-clacka-mow-boom-wow”.
    “E questo che vuol dire?”
    “Caccia via gli orsetti da questo letto e te lo spiego…”.


    Per Romi10

    SPOILER (click to view)
    È bello sapere che le cose non sono mai come sembrano.
    Mi ci sono voluti 5 anni per ammettere a me stesso che l’amavo.
    Mi ci sono volute due lunghe conversazioni con altrettanti amici per mettere in chiaro questi sentimenti.
    Mi sono servite due chiacchiere con il miglior chef della città, nonché mio ex psicologo, per far sparire i dubbi che avevo, ma non le paure.
    Mi è servito mio nonno, che mi ha aiutato a capire che devo usare il cuore, perché ho una persona meravigliosa accanto e non posso lasciarmela sfuggire dalle mani solo perché sono un codardo.
    Mi ci sono voluti due secondi, due interminabili secondi, per realizzare che quando guardo i suoi occhi vorrei affogare per sempre in quell’azzurro incantato, e meno di un secondo per decidere di porre fine a quell’indicibile tortura che è starle lontano.
    Così l’ho fatto.
    Ho rischiato.
    E lei come sempre mi ha preceduto.
    Qualche mese prima...
    Anche quella sera la trovai china su dei resti che aspettavano di essere identificati.
    “Ciao Bones!”
    “Ehi Booth, come stai? Non ti ho visto per tutta la settimana!”
    Erano stati giorni lunghissimi, non tanto per il lavoro che mi aveva portato fuori città, quanto per il fatto che non avevo potuto vederla, parlarle, sfiorarla. Era stata una settimana da incubo.
    “Sai, sono dovuto partire per lavoro, niente di che, tutta roba burocratica che mi ha tenuto parecchio occupato. Senti visto che sono appena tornato ora ora, che ne dici di andare a mangiarci qualcosa?”
    “Si, volentieri!” e mi aveva sorriso.
    Più di tutto mi era mancato quel sorriso, non era per tutti, anzi, non era per nessuno, solo per me.
    Era per quel sorriso che mi alzavo felice, per vederlo, per assaporare quella magnifica sensazione di calore che si propagava in ogni cellula del mio corpo quando si rivolgeva a me e a me soltanto.
    E avrei dato la mia stessa vita per fare in modo che non svanisse mai. Non me lo sarei mai perdonato.
    Ce ne stavamo seduti a spiluccare il cibo, nessuno dei due parlava, ma noi comunicavamo in vari modi, eravamo una coppia speciale sotto molti punti di vista.
    Cominciai a raccontarle le mie fatiche burocratiche mentre lei se ne stava li a ridere.
    Come era bella.
    Non ricordavo di aver mai visto creatura più speciale.
    Non mi sovviene come sia andata, oh mio Dio, sto iniziando a pensare in modo elaborato, mi sta influenzando anche nel modo di pensare, ma ad un tratto mi sporsi in avanti sul tavolo, per stirare la schiena, niente di più, e mi ritrovai le sue morbide e calde labbra sulle mie.
    Mi guardò negli occhi e mi diede un altro delicatissimo bacio, ancora più effimero del precedente, ma carico di significato.
    “mi sei mancato!”
    Il bacio mi mise ko, non sapevo neanche se me lo fossi immaginato o cosa.
    Però il sapore leggero che avevo sulle labbra era una prova impressa a fuoco.
    Da allora tutto è cambiato.
    Da allora siamo una coppia.
    Da allora siamo due persone che cercano di spezzare le leggi della fisica insieme.
    Da allora siamo quel miracolo.
    Da quel miracolo e arrivato il regalo di Natale più bello che io potessi mai immaginarmi, nostra figlia, Kate.
    Kate ci ha dimostrato che da un miracolo nascono altri miracoli, e che Natale è sicuramente il periodo più magico e miracoloso dell’anno...

    BUON NATALE…


    Per dr.fran

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    Per reihino83



    Per Chemistry

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    UN REGALO IMPREVISTO

    Fu da una enorme fitta alla spalla che Booth venne svegliato la mattina di natale. Un movimento sbagliato, ed ecco che la sua malandata schiena si era subito prodigata a consegnargli un fantastico regalo.
    Dannazione, aveva passato una delle più belle vigilie di tutta la sua vita, anche se macchiata dall’assenza di Parker. Aveva mangiato, bevuto e trascorso del tempo con le persone alle quali si sentiva più legato.
    L’ultimo caso aveva particolarmente provato tutta la squadra e Booth era rimasto colpito dalla richiesta di Bones di partecipare alla sepoltura della vittima, visto che al mondo aveva solo la madre ed era stato bello vedere al loro fianco anche gli altri squint, come a voler ribadire che il loro lavoro consisteva non solo nel ridare giustizia alla vittima,ma anche nel restituirle quella dignità che troppo spesso per un macabro scherzo del destino veniva loro tolta.
    Quella sera si erano ritrovati a casa di Bones. Un invito fatto inizialmente più per accontentare la richiesta di un padre disperatamente alla ricerca di recuperare momenti perduti, ma che in seguito si era trasformato in una bellissima condivisione fra loro due, gli squint e parte della famiglia di Bones. Avevano persino cantato sotto l’albero. Quest’ultima cosa certo era avvenuta sotto lo sguardo di disapprovazione di Bones, ma persino lei era rimasta colpita dalla canzone che avevano interpretato sua cugina Margaret e Michelle, un incontro di due voci quanto mai insolito, ma decisamente ben riuscito. Decisamente tutt’altra cosa era stato il tentativo suo e di Cam di intonare “Silent Night” , dato che avevano suscitato una serie di fischi da parte degli altri commensali. Insomma era stata una vigilia diversa dal solito e lui ne era più che contento. Vedere Bones così serena durante la serata gli aveva scaldato il cuore come non mai. Amava quella donna con tutto sé stesso e saperla finalmente così aperta stava rafforzando questo sentimento in modo innegabile. Senza contare il fatto durante il momento di silenzio prima di mangiare, mentre si tenevano la mano, Bones gli aveva accarezzato le dita con il pollice. Booth non sapeva se questo suo gesto fosse involontario o meno, ma sta di fatto che non aveva potuto fare a meno di sbirciare per controllare che cosa stesse facendo, dedicandosi decisamente molto poco alla preghiera. L’aveva colta con gli occhi chiusi, presa in chissà quale riflessione ed in quel preciso istante l’aveva trovata più bella che mai. Avrebbe voluto abbracciarla, baciarla e fare altre cose che decisamente poco si addicevano a quella occasione…
    Fu da quelle riflessioni fatte nell’istante in cui ci si trova a metà strada fra il mondo dei sogni e lo stato di veglia, che Booth venne distolto e riportato crudelmente alla realtà. Riusciva a muovere a malapena il braccio sinistro e si alzò a fatica dal letto. Ma doveva assolutamente muoversi. Accidenti, aveva promesso a Bones che l’avrebbe aiutata a riordinare la casa e non poteva assolutamente mancare. Andò lentamente in bagno e riempì la vasca di acqua bollente, sperando che un bel bagno caldo sarebbe bastato ad alleviare il dolore.
    La mezz’ora passata sotto la doccia gli aveva procurato solo un breve sollievo e quando tornò in camera si accorse di essere in ritardo. Imprecò e cercò dei vestiti comodi da mettersi, augurandosi di fare il tutto in tempi più rapidi di quelli di un bradipo. Immancabilmente squillò il telefono, non poteva che essere Bones.
    “Booth, ma dove diavolo ti eri cacciato? E’ più di un quarto d’ora che continuo a chiamare. Lo sai che divento particolarmente nervosa se so che sei a casa e non mi rispondi.” Il tono di Bones era a metà fra lo spaventato e l’arrabbiato.
    “Buon Natale anche a te, Bones. Scusa, ma non ho sentito il telefono. Ho passato l’ultima mezz’ora sotto la doccia. Sperando che l’acqua calda alleviasse il dolore che ho alla spalla.”, rispose Booth nel vano tentativo di calmarla.
    “Dolore, quale dolore? Hai di nuovo male alla schiena, Booth?. No perché se si è ripresentato quel problema, devi subito indossare la cintura lombare e startene fermo a casa. E poi occorrerà contattare il Dottor Marshall per una visita di controllo.”
    “Calmati Bones, non è niente. Solo un leggerissimo dolore alla spalla. Dammi il tempo di vestirmi e sarò da te in un baleno, non ti preoccupare”, cercò di dire Booth alla sua partner sempre più agitata.
    “Booth non fare l’incosciente, non muoverti,….”, gridò Temperance.
    “Bones sono già sulla porta, sto uscendo. Venti minuti e sono lì.”, tagliò corto Booth.
    “Come stai per uscire? Ma se mi ha appena detto che ti devi vestire!”, cercò di ribattere Bones, ma Booth aveva già attaccato il telefono. Doveva sbrigarsi. Prese i vestiti ed iniziò ad indossarli lentamente. Ogni movimento del braccio gli procurava un dolore terribile, ma tenne duro e dopo venti minuti era pronto ad uscire.
    Aveva appena chiuso la porta di casa, ma dovette tornare indietro perché aveva dimenticato le chiavi del Suv. Per cui lasciò la porta socchiusa e si diresse verso il mobiletto in salotto.
    “Booth!”, sentì un urlo alle sue spalle che gli fece fare un bel salto.
    “Accidenti a te, Bones. Mi hai fatto prendere un bello spavento!”
    “Ma che ci fai vestito! Ti ho detto che devi stare immobile”, lo rimproverò Bones.
    “Bones, su non fare tutte queste storie, sto bene. Sono in grande forma!”, le rispose mentre agitava il braccio verso l’alto. Il movimento brusco gli causò un forte dolore con relativa smorfia che non poté dissimulare.
    “Ecco, lo vedi che non è vero?”, disse Temperance. ”Fammi vedere dove ti fa male”, aggiunse mentre si avvicinava a lui per togliergli il giubbotto di pelle.
    “Ehi, Bones faccio da me. Da quando in qua ti piace giocare al dottore?”, disse Booth con un tono a metà fra lo scocciato ed il malizioso.
    Temperance lo guardò con un’espressione birichina, si mise alle spalle di Booth e cominciò a sfilargli delicatamente il giubbotto. Booth provò un brivido dietro alla schiena ed iniziò a temere che si stesse ripresentando l’identica situazione di qualche settimana prima, quando lui, da agente titolare dell’indagine, si era improvvisamente trasformato in prova vivente e Bones aveva dovuto spogliarlo per poter togliere tutte le schegge di ossa e tessuti molli della vittima che si era ritrovato addosso. Allora la situazione era risultata imbarazzante, ma erano al Jeffersonian e Bones stava soltanto facendo il suo lavoro. Stavolta si trovavano da soli, in casa e la sua partner non sembrava stesse manifestando lo stesso distacco professionale dell’altra volta. No, non avrebbe permesso in alcun modo di farsi spogliare di nuovo da lei. Nel frattempo il giubbotto era stato sfilato e Bones si trovava davanti a lui intenta a sbottonargli la camicia.
    No, questo no! Booth cercò di fermarla prendendole le mani. Dio mio, erano morbide e calde. Booth fece fatica a deglutire.
    “Bones ti prego, faccio da me. Ah!”, esclamò Booth.
    “Lo vedi che ti fa male? Booth si tratta di una camicia e poi l’ho già fatto recentemente. Non mi sembra che sia stato così terribile, o no?”, ribatté Temperance con uno strano guizzo negli occhi che lasciò Booth piacevolmente turbato. Intanto i bottoni cedevano uno ad uno al tocco deciso di Bones e la camicia si aprì lasciando intravedere il petto muscoloso. Bones fece scorrere le mani lungo i lembi sfiorandogli leggermente la pelle. Si fermò all’altezza delle spalle e gli sfilò la camicia, facendo attenzione a non fargli troppo male. Durante quest’ultima parte guardò dritto negli occhi Booth il quale iniziò a sudare freddo. “Questa volta non basteranno i Santi, mi toccherà iniziare dai Patriarchi”, pensò fra sé cercando di non perdere il controllo.
    Bones nel frattempo gli aveva sfilato la manica dal braccio sano e cercava lentamente di sfilargli anche l’altra. Ci riuscì dopo poco e Booth si ritrovò a torso nudo di fronte a lei.
    “Mmmh”, esclamò Temperance con un tono decisamente soddisfatto, “adesso mi dici per bene dove ti fa male, eh?”
    “Ok, sì”, rispose Booth con un filo di voce.
    Temperance inizio a far scorrere le mani lungo la schiena del suo partner soffermandosi più volte intorno alla spalla sinistra. Booth ormai era in preda a questo “gioco” della sua parnter a metà fra il sorpreso e l’imbarazzato. Stava cercando di capire fin dove si sarebbe spinta Bones, sperando che non si accorgesse che il suo “cervello più piccolo” stava pericolosamente prendendo il sopravvento.
    “Si tratta di una contrattura, Booth. Nulla di grave. Quello che ti ci vuole ora è un bel massaggio e qualche ora di riposo. Domani sarai come nuovo. Mettiti a letto a pancia in giù che vado a prendere la crema che ho portato da casa.”
    “Bones, adesso stai esagerando. Ma quale massaggio, sto bene, vedi?”, disse Booth cercando di liberarsi dal tocco di Bones, ma il dolore lo paralizzò di nuovo.
    “Niente scuse, adesso facciamo come dico io. Insomma cerca di vedere il lato positivo. Ricevere un massaggio dalla Dottoressa Temperance Brennan non è una cosa che capita ogni giorno e poi sono brava, sai? Ho sempre riscosso molti consensi ”, disse Bones.
    “Ah, e da chi, scusa?”, chiese Booth con un filo di irritazione nella voce.
    “E’ per me saperlo e per te scoprirlo, Booth”, rispose Temperance con tono vittorioso. Booth aveva usato questa espressione in passato e lei non vedeva l’ora di rinfacciargliela. Finalmente aveva trovato l’occasione giusta. Lo spinse verso la camera da letto e lo fece adagiare a pancia in giù.
    Iniziò a massaggiargli la schiena soffermandosi più volte sulla spalla
    “Se vuoi, Booth, ti spiego quello che sto facendo. Quale muscolo è interessato, il movimento che faccio….”, disse Temperance con una voce terribilmente sensuale.
    “Mmh”, fu capace di dire Booth. Era completamente rapito da quei gesti, dal suo profumo, dal calore delle sue mani e dalla voce così profonda. Decise che era meglio stare zitto ed assistere da spettatore a questa partita. Man mano che Bones procedeva con il massaggio, il dolore andava scemando lasciando il posto ad un sollievo che lo fece distendere. Sentiva la voce della sua partner sempre più lontana, il profumo sempre più intenso, il calore sempre più forte….

    Booth si addormentò quasi subito. Temperance continuò ancora un pochino a massaggiargli la spalla insistendo sulla schiena e lungo i fianchi. Quando vide che era profondamente addormentato prese la coperta che si trovava ai piedi dl letto e lo coprì con cura. Si sedette sulla poltrona che stava lì accanto e rimase a guardarlo a lungo. Temperance Brennan aveva deciso che era ora di sperimentare l’amore eterno e trascendente e voleva al più presto parlarne con l’uomo della quale era innamorata e che in quel momento stava dormendo di fronte a lei. La sera prima aveva promesso a sé stessa che lo avrebbe affrontato al più presto e così era stato. Poco male se aveva iniziato il suo dialogo attraverso un massaggio, sapeva che al suo risveglio Booth avrebbe capito e sarebbe stato pronto a sfidare le leggi della fisica insieme a lei.

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    Per allanon9

    SPOILER (click to view)
    Erano le 17 e 30 e lei era in tremendo ritardo, pensò guardando l’orologio,doveva sbrigarsi, Booth sarebbe passato prima di un’ora e lui era sempre puntuale.

    IL NOSTRO REGALO

    Il giorno prima mentre stava analizzando lo scheletro di un soldato della prima guerra mondiale, Angela mi chiese “ Allora, tu e Booth festeggiate domani?”
    “No Angela, cosa dovremmo festeggiare?” le risposi distrattamente
    “Domani sono cinque anni che lavorate insieme”
    “Ah” le dissi avvicinando la telecamera al femore dello scheletro che stavo analizzando.
    “Vuoi dirmi che Booth non ti ha proposto niente, forse vuole farti una sorpresa..”
    “Angela non è un compleanno e lui sa che odio le sorprese. E poi credo che nessuno di noi due abbia un bel ricordo di quel periodo e soprattutto di quel caso” dissi ripensando a come erano andate le cose allora e come il loro rapporto si era sviluppato nel corso degli anni.
    “Tesoro, ma fammi il piacere!”
    “Dimmi. Se posso ti aiuto” le risposi, ma poi alzando lo sguardo mi accorsi che Angela stava per dirmi altro o meglio aveva la faccia rossa e quello sguardo di rimprovero che annunciava tempesta.
    “Allora, ora te lo dirò una volta sola, quindi vedi di concentrarti perché non lo ripeterò più. Credimi tu e Booth dovete festeggiare perché in questi cinque anni voi due ne avete passate tante insieme. E’ come se foste sposati”.
    “Angela, ti prego, quante volte ti devo dire che siamo solo colleghi. In questi anni ognuno di noi ha avuto diverse relazioni.”
    “Sposati forse è eccessivo; ma correggimi se sbaglio : uno, vi vedete o sentite quasi tutti i giorni”
    “Angela è per lavoro”
    “Due,vi cercate quando avete bisogno di aiuto -vedi tu con tuo padre e lui durante l’operazione-“
    “Siamo partner, dobbiamo fidarci e sostenerci a vicenda”
    “Tre,vi siete baciati”
    “Mi avevano ricattata”
    “Quattro, siete andati in terapia insieme”
    “Su ordine del FBI e dopo per aiutare Sweets.”
    “Cinque, lui ti fa dei regali..devo andare avanti Brenn?”
    Questo era vero, non potevo ribattere lui mi aveva fatto dei bellissimi regali in questi anni : jasper-puffo quattrocchi-l’albero di Natale, e tutti quanti avevano avuto per me un grande significato.
    “Angela hai ragione, potrei approfittare di questa circostanza per fargli un regalo anche io. Ci devo pensare.”
    “Ma è facile! Lo inviti a casa tua e organizzi un tuo spogliarello, credimi sarebbe il regalo più bello.”
    Non le risposi neanche. Però mi aveva aiutato, lo avrei invitato da me per mangiare una torta di frutta fatta da me.
    Senza perdere tempo lo chiamai al cellulare.
    “Booth, ciao”
    “Ciao Bones, stavo per chiamarti, cosa c’è?”
    “ Senti potresti passare da me domani sera verso le cinque?” gli chiesi.
    “Si, certo. Anzi no, mi dispiace; ma domani è sabato, fino alle sei ho Parker”
    “Se vuoi possiamo fare dopo le sette?” lo anticipai; ma perché non gli avevo detto di portare anche Parker. Lo sapevo invece, eccome se lo sapevo.
    “Va benissimo, ci vediamo da te alle sette”.

    Avevo appena finito di amalgamare le uova, lo zucchero,il burro che suonò il campanello. Chi poteva essere, pensai andando ad aprire asciugandomi le mani sul grembiule.
    “Booth. Che fai già qui?” gli domandai.
    “Rebecca mi ha chiamato per riportargli prima Parker, perché andavano al cinema e così ho pensato di venire direttamente qui. Ho sbagliato?” mi chiese un po’ imbarazzato.
    “No, entra pure stavo preparando una torta” e gli feci cenno di entrare.
    “Una torta al cioccolato?” mi chiese sorridendo.
    “No, alla frutta”
    “Ma a te non piacciono le torte alla frutta. Allora è per me Bones?”
    Mi piaceva quando mi sorrideva così “ No. Per noi, oggi sono cinque anni che lavoriamo insieme. Volevo farti una sorpresa anche se ormai non lo è più. Si, insomma..” gli risposi guardandolo negli occhi.
    “Beh, allora se è per noi potrei darti una mano, sono bravissimo con le torte.” Mi disse avviandosi verso il bancone della cucina.

    “Booth, l’impasto lo devi girare in senso orario altrimenti le uova si smontano” gli dissi cercando di toglierli il mestolo di mano.
    “Bones lasciami fare, con mio nonno facevamo una torta tutti i sabati” e riuscì a riprendere il controllo del mestolo gettando impasto sul tavolo e sul mio grembiule.
    Di nuovo i nostri occhi si trovarono e non si abbassarono.
    “Io però non sono tuo nonno” gli dissi sorridendo.
    “No, Bones tu sei molto più carina di lui” e con un dito mi accarezzò la guancia, togliendomi un po’ impasto che mi era finito sul viso.
    Guardai il suo dito poi di nuovo i suoi occhi e per la prima volta la mia bocca fu più veloce del mio cervello; gli presi il dito e me lo portai alle labbra. Un brivido mi attraversò tutto il corpo, chiusi gli occhi, volli godermi quel momento il più possibile e quando lo guardai, mi accorsi che anche lui mi desiderava.
    “Adesso vorrei assaggiarla anche io, posso?” mi chiese immergendo il mestolo nella ciotola senza aspettare che gli rispondessi.
    “Mamma mia, è fantastica. Io e te insieme riusciamo sempre a dare il meglio” e girando il mestolo vicino alla mia bocca mi fece assaggiare.
    “Bones, hai un po’ di impasto sulle labbra”
    “Toglimelo” gli risposi e vidi le sue labbra scendere fino a coprire le mie.
    E il mio cuore si fermò. Lui mi passò la lingua sulle labbra, prese le mie mani e se le mise intorno alla vita. Non riuscivo più a pensare, sentivo solo il calore del suo corpo muscoloso e con la mano gli accarezzai la schiena.
    Avevamo fatto il grande salto, come lo chiamava Angela e aveva ragione lei, ne avevano bisogno entrambi. Ma adesso che lo avevo assaggiato non sarei più riuscita a fermarmi e questo lui lo doveva sapere.
    “Booth..io..” non era facile parlare con i suoi baci che mi percorrevano il collo e le labbra
    “Ti voglio” gli dissi iniziando a slacciargli la camicia.
    “Anche io Bones e non hai idea da quanto”.

    The end


    Per vale2875

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    Per Suwya

    SPOILER (click to view)
    Bingo, baby!

    Dando un’occhiata alla sala bingo gremita di gente, Colin Fisher esalò un amaro sospiro.
    Non gli ci sarebbe voluto un secondo sguardo per capire che l’età media dei presenti si aggirava sui 65 anni.
    Si girò verso gli amici che lo accompagnavano, indirizzando loro uno sguardo lugubre e soffermandosi in particolar modo su Lance Sweets, il responsabile dello stato di prostrazione che si sarebbe impadronito di lui di lì a poco, depositandosi giusto sopra gli stati di prostrazione che aveva accumulato fino ad allora nella sua vita, sin da quando era diventato un essere senziente.
    Per la verità sua madre gli assicurava sempre che anche da neonato la sua espressione aveva un che di insofferente e rassegnato al peggio.
    “Avevo detto che sarebbe stato meglio andare in quel locale di karaoke”, si giustificò lo psicologo, alzando le mani in segno di difesa.
    “Per ascoltare ancora una volta Lime in the cocunut?”, chiese Vincent Nigel-Murray.
    “La canta molto bene… il mio Lancelot...”, precisò Daisy Wick, gratificando il proprio fidanzato di un ruggito da leonessa. “Ha una bellissima voce… Sa fare degli acuti splendidi… nei momenti di massimo piacere…”
    “Posso vomitare nel cestino della spazzatura?”, chiese Fisher.
    “Quello è il portaombrelli”, lo avvisò una vecchietta passandogli di lato.
    “Posso vomitare nel portaombrelli?”, rettificò Fisher.
    In quel momento la voce dello speaker richiamò i presenti e li invitò a sedere ai tavoli aspettando che venissero loro distribuite le schede.
    Sweets e Daisy si sfregarono le mani, apparentemente eccitati dall’esperienza estrema che avrebbero vissuto di lì a poco.
    Si avvicinarono ad un tavolo e presero posto, prima che la voce dello speaker tornasse ad avvertirli che il gioco sarebbe iniziato di lì a pochi minuti, appena avessero risolto un piccolo problema ai computer.
    Nel frattempo, alcune ragazze e ragazzi vestiti da Babbo Natale cominciarono a distribuire le schede.
    “Forse voi non sapete che…”.
    A quell’incipit di Vincent, Sweets, Daisy e Fisher assunsero un’espressione di sconforto.
    “… il gioco del bingo nacque in Italia nel 1734… Il re di Napoli Carlo III di Borbone quell’anno stabilì che il gioco del lotto fosse sospeso durante le festività natalizie e il popolo, per non rinunciare a giocare, trasformò il lotto in un gioco casalingo che prese il nome di tombola…”.
    Fisher mise una mano sul braccio del collega per farlo smettere di parlare.
    “Questa notte dovremmo essere in giro a cercare di procreare…”, si lamentò.
    Vincent aggrottò le sopracciglia pensieroso. “Intendi, tra di noi? Non sarebbe possibile. Ti spiego: il concepimento…”
    Fisher ritirò di scatto la mano dal braccio di Vincent. “Credevo che la mia voglia di suicidarmi si fosse ormai stabilizzata ad un livello costante… invece in questo momento ha subito un notevole picco…”
    “Ragazzi”, li interruppe Daisy, che nel frattempo aveva risposto al cellulare. “Era Wendell… ha detto che potreste tenere i cellulari accesi, una volta tanto, e che vi aspetta al Founding Fathers insieme ai suoi amici con le tette. Ha detto così!”
    Gli occhietti di Fisher e Vincent brillarono alla parola… amici…
    “E voi?”, chiese Vincent a Sweets e Daisy, mentre indossava il giubbotto, pronto ad uscire. “Rimanete a giocare a bingo?”
    “No”, rispose Daisy, cogliendo la palla al balzo. Poi si voltò verso Sweets. “Andremo a casa a cantare Lime in the coconut in tutte le diverse tonalità...”
    Uscirono insieme dal bingo, tutti e quattro più sorridenti. Di lì a poco Fisher e Vincent avrebbero conosciuto gli amici di Wendell e le loro tette e Daisy e Sweets avrebbero testato l’estensione vocale di Sweets…
    Bingo baby!

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    Spero di non aver combinato casini :P
    Se ci dovessero essere problemi con i link, fatemelo sapere.

    A voi i commenti ;)


    Edited by omelette73 - 23/12/2009, 07:47
     
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    3 PhDs Squint

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    Grazie mille al mio Secret Santa (che spero non voglia restare segreto :D ) ... il regalo mi piace tanto, ha già trovato un posto speciale nel mio pc! Adesso mi spulcerò ben bene anche i regali degli altri... i lavori grafici sono bellissimi!
     
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  5. dr.fran
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    Sì sì....io ho trovato il mio Secret Santa assolutamente STUPENDOSISSIMO!!!

    Pertanto vorrei abbracciare e regalare un Booth/Hodgins/altro a scelta al mio Secret che vorrei ringraziare di "persona" qualora volesse manifestarsi...

    :lol:

    You made my CHRISTMAS!

    :doh:
     
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  6. Romi10
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    Grazie mille per la splendida fan fiction.
    Grazie di cuore!
     
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  7. lathika
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    Io ringrazio in anticipo il mio Secret Santa, ho scaricato il regalo, ma lo aprirò il 25 mattina. Nel frattempo ho dato una sbirciata agli altri regali che sono fantastici!
    Che dire, we're awesome!!!
     
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  8. omelette73
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    Ringrazio anche io di cuore il mio Secret Santa e, ve lo confesso, sono combattuta tra la curiosità di sapere chi sia e il gusto di mantenere questo alone di mistero su questa bellissima iniziativa!
    Chiunque tu sia, grazie di cuore, "I love my gift!"
     
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  9. Anna86
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    Mille grazie anche da parte mia. :)
     
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  10. vale2875
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    ringrazio il mio Babbo Natale..... spero tu voglia dirmi chi sei....

    Buon Natale
     
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  11. Suwya
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    Bellissimi i miei regali!!! Grazie!!! La oneshot è divertentissima... mi sono sbellicata :D e la firmina :wub: (come vedi l'ho già messa!!) Grazieeeeeeeeeee
     
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  12. Anna86
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    P.S. Se il mio Secret Santa vuole rivelarsi...è ben accetta!!!! :lol:
     
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  13. FrancyBB
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    I love my gift!!! Ma davvero tanto! Spero che il mio santa claus voglia rivelarsi perche devo farle i complimenti a tu per tu per questa meraviglia!
     
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  14. reihino83
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    Wow che bello il mio regalo!!! :lol:
    Grazie di cuore mio Santa!!!
    Manda un cv a Hart Hanson per favore, tu sì che sai come dovrebbero finire gli episodi natalizi!! :clap: :clap: :clap:
    Che bella iniziativa questo Secret Santa!! :D


    PS. spero che il mio caro Santa voglia rivelarsi così mi complimento direttamente con "lui"!! :P

    Edited by reihino83 - 23/12/2009, 10:13
     
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  15. _ste_17
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    Ma che belli tutti quanti!!!

    Adesso voglio solo complimentarmi con l'ideatrice di questa bellissima iniziativa perché penso abbia fatto doppiamente piacere a tutte: almeno per me, preparare il regalo per qualcuno è stato bello quanto riceverlo.

    Più tardi torno per commentare il mio.


    Buon Secret Santa a tutti!!!!
     
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58 replies since 15/11/2009, 11:57   2280 views
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