BUTTERFLY KISS

Angst, NC17, B&B - storyline: termine della 2' stagione

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    hihi...
    Brennnan soddisfatta perchè ha vinto una 'sfida' contro la pearce :lol:

    e hanno le camere con la porta cominicante... :shifty:

    posta prestooo
     
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  2. lotus in dream1927
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    brava brava brava!!!ottima storia fin qui molto in character..continua così!
     
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  3. ciccio-stress
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    CITAZIONE (strawberry85 @ 21/8/2008, 15:55)
    hihi...
    Brennnan soddisfatta perchè ha vinto una 'sfida' contro la pearce :lol:

    e hanno le camere con la porta cominicante... :shifty:

    posta prestooo



    CITAZIONE (lotus in dream1927 @ 21/8/2008, 17:49)
    brava brava brava!!!ottima storia fin qui molto in character..continua così!

    Grazie ad entrambe!
     
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  4. gabryriden24
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    hiihih
    ....

    è inutile che te lo dico...quindi capisicmi :)
    hiihiih
    (POSTAAAAAAAAAAAAA)
     
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  5. ciccio-stress
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    OMG!
    Non ricordavo che fosse passato così tanto tempo dalla data di pubblicazione dell'ultimo capitolo.
    Chiedo scusa, in ginocchio sui ceci!!!

    E comunque, il nuovo capitolo è pronto, spero vi piaccia.
    Attendo commenti di ogni sorta!


    Dimenticavo...
    sono sempre io, ho solo cambiato il nick!
    (grazie ga.riden!!! ^_^ sempre in tempo per un regalo???)






    3. Investigazioni

    L’atmosfera nello studio di Angela era serena e rilassata, Jack era in adorazione della sua futura moglie, e Zack raccontava loro degli aneddoti sugli esperimenti che aveva condotto sui topi, quando ancora era uno studentello alle prime armi. Non si era accorto che i due non lo stavano nemmeno ascoltando, presi com’erano dalla contemplazione reciproca.
    E se Angela lo avesse sentito, l’avrebbe decisamente sbattuto fuori dal suo ufficio inorridita.

    L’ingresso del capo non li riscosse più di quel tanto, sapevano che era molto fiscale e precisa, ma c’erano anche dei momenti in cui sapeva rilassarsi. E dal suo abbigliamento sembrava che avesse intenzione di lasciare il Jeffersonian prima del previsto, quella sera.
    “Mi ha appena telefonato la dottoressa Brennan. Ha detto che ha del materiale per noi e vorrebbe che lo analizzassimo il più in fretta possibile, presumibilmente per … poter essere presente alle vostre nozze, un po’ troppo imminenti.”
    Le parole di Cam risuonarono appena nello studio. Come al solito la sua voce era al tempo stesso vellutata ma autoritaria. E oltretutto sembrava ci fosse un po’ di amarezza.
    Un appuntamento mancato?
    “Come sarebbe a dire? Non stanno ancora tornando? Bren è la mia damigella e deve esserci per forza …” con una velocità impressionante afferrò la cornetta del telefono, schiacciò il tasto per la chiamata rapida e si mise in attesa, con un broncio al posto delle labbra, e la mano libera che si torturava il fianco.

    “Calmati, Angela. Booth mi ha promesso che finiremo in tempo per essere presenti alle vostre nozze, non c’è nessuno pericolo. E poi non me lo perdonerei mai.”
    Sono io che non ti perdonerei mai se mancassi al mio matrimonio, tesoro.”
    “Angela, domani o al massimo dopodomani mi vedrai rientrare al Jeffersonian.”
    Me lo prometti?"
    “Non c’è bisogno che io prometta una cosa che so già che avverrà con certezza matematica, anzi, ora andrò a dire a Booth di prenotare i biglietti aerei per il rientro.”
    Già, a proposito, ricordati di portare a casa anche lui. Se necessario, sparagli e metti le sue chiappe sull’aereo insieme alle tue.
    “Buonanotte Angela.”
    Chiuse la comunicazione e lanciò il telefono sul letto, indecisa se riferire o meno il messaggio a Booth. Sorrise, ma decise di lasciar perdere, in fin dei conti ora aveva solo voglia di buttarsi sotto la doccia per rinfrescarsi. I rumori che giungevano dalla porta comunicante suggerivano che anche Booth si stava già rilassando. Chissà, magari si stava già immaginando con Pearce …

    Profumata e riposata sul letto, stava cercando di seguire con attenzione un documentario sulla cultura Inca. Lo trovò troppo generico per i suoi gusti, e pieno di inesattezze, ma la stanchezza stava prevalendo, e non aveva voglia di arrabbiarsi.
    I rumori che provenivano dalla camera di Booth indicavano che stava parlando al telefono. Parker? Rebecca? O si trattava più semplicemente di lavoro? Forse Pearce?
    Riposare un po’ mi gioverà. Non sono affari miei.

    Era appena entrata fra le braccia di Morfeo, lasciando a metà i suoi pensieri sul perché Booth la lasciasse sempre fuori dalle sue complicazioni sentimentali, quando qualcuno bussò con decisione alla porta della camera … quella comunicante.
    Aprì gli occhi d’improvviso e non fece in tempo a reagire.
    Booth era già entrato.
    “Bones, io ho fame. Vado a prendere qualcosa. Preferenze?” Teneva una mano sulla maniglia della porta, lasciandola aperta per metà. Il suo peso faceva scricchiolare i cardini.
    “La porta era aperta?” Si sedette sul bordo del letto, reattiva.
    “No, l’ho aperta io. Hai fame?” Guardò la porta e la riaccostò dietro di sé, cercando di capire quale fosse il cardine che andava oliato.
    “Perché sei entrato?” Si girò e spense il televisore tramite il telecomando.
    Un documentario sulla vita di un certo Karl Gustav Jung. Senza sapere nemmeno chi fosse, decise che non era il genere.
    “Gesù, Bones … avrei dovuto aspettare un invito scritto? E quando mai mi avresti invitato?” Spostò l’attenzione verso di lei, guardandola negli occhi.
    “Non c’è nessun motivo logico e valido per cui un giorno io possa invitarti ad entrare nella mia camera.” Si alzò e ricambiò lo sguardo, camminando piano verso di lui.
    “Fai l’offesa? Io vado a prendere qualcosa all’angolo, ho visto che c’è una rosticceria cinese aperta. Tu … rivestiti intanto, o prenderai freddo.”
    Uscì direttamente dalla camera di Bones senza darle il tempo di controbattere.

    A volte dimenticava di avere a che fare con una donna … in fin dei conti era solo la sua collega, non c’era nulla di … diverso. Però l’aveva vista stesa sul letto, con i capelli bagnati e una profonda scollatura che mostrava la curva del seno. Si era costretto a parlare per non pensare.

    Già.
    Booth era appena uscito dalla sua stanza e si accorse di essere ancora in accappatoio. Si ricordò di essere uscita dal bagno troppo stanca per rivestirsi. E la tranquillità del luogo, unita al disagio delle giornate precedenti, l’avevano invitata a sdraiarsi sul letto senza nemmeno avere il tempo di razionalizzare la situazione.
    Andò verso la porta comunicante, non c’era traccia né di una chiave, né di una serratura.
    Era solo una porta inutile.
    Sbirciò nella camera di Booth, spinta dalla curiosità e soprattutto dalla sua assenza. Era immersa nella contemplazione di tanto ordine e respirò. Dalla porta socchiusa del bagno giungeva l’aroma familiare del suo dopobarba ...

    Quasi non si accorse che lui era rientrato nella propria camera.
    “Bones! Che ci fai qui!”
    “Eh?” La sua mente stava già pensando a mille e più motivi validi per poter giustificare la sua presenza in una stanza che non era sua: un rumore? Il telefono che squillava? La tv lasciata accesa? Uno studio antropologico sull’ordine maniacale dei militari o ex membri del corpo forestale?
    No, Booth era un ranger, non una guida!
    Il problema è che in quel momento le mancò la voce per poter rispondere. Colta in flagrante, era arrossita senza riuscire a proferire parola.
    “Lascia stare, ho dimenticato i soldi …” afferrò il portafoglio dal tavolo e poi uscì, ma lanciò uno sguardo curioso e malizioso alla sua collega. Avrebbe indagato più tardi, sfruttando le sue migliori tecniche di interrogatorio … nessuna donna avrebbe mai potuto resistergli!
    Brennan deglutì imbarazzata, tornò in camera sua e si rivestì in fretta, prima del suo ritorno.

    “Che ci facevi in camera mia?” Il sorriso era coperto dalle briciole, ma si vedeva benissimo che aveva voglia di giocare un po’ con lei.
    “Niente, Booth”.
    “Cosa vuol dire niente?”
    “Perché tu puoi entrare nella mia camera senza un motivo?” Abbandonò il cartone degli involtini primavera sul tavolo per cercare quello delle verdure al vapore.
    “Sono entrato per chiederti se volevi cenare, tutto qui. Come vedi, un motivo lo avevo.” Si pulì il mento con un tovagliolino di carta, e poi lo appallottolò incurante, per gettarlo in un cartone vuoto.
    Si sentiva rilassato e soddisfatto. Un caso risolto, uno nuovo in arrivo, la cena e il matrimonio fra pochi giorni. Ma soprattutto lei.
    Giocare con Bones era la cosa che più lo metteva a suo agio.
    “Ma non hai bussato.”
    Possibile che lui avesse finito tutto? I suoi occhi trasparenti e grandi cercavano altro cibo, le pupille erano dilatate il minimo indispensabile. Sbirciò fra un cartone e l’altro, incurante del suo compagno che la guardava mentre si muoveva impegnata.

    Booth si mise a contemplarla. Non gli era chiaro perchè a volte osservarla fosse più semplice che parlarle.
    Ormai la conosceva da un paio d'anni, cosa sapeva di lei?
    A volte niente e a volte tutto.
    Poteva metterci tutta la passione di questo mondo anche nel fare una cosa così semplice.
    Le luci sul soffitto quasi si perdevano nei suoi occhi, invidiose di tanta luminosità.

    “Andiamo, Bones, stavi guardando la tv! Non ho fatto niente di male”.
    “Rimane il fatto che sei entrato senza bussare.”
    “Hai bussato quando sei entrata nella mia?”
    “No, perché sapevo che non c’eri”.
    “E perché sei entrata?”
    Trovò quello che cercava e si rimise seduta con la schiena appoggiata allo schienale della sedia. In mezzo a loro c’era il tavolo coperto da un numero imprecisato di scatole decorate da un ideogramma rosso, che stava ad indicare buon appetito, o con più precisione, buona digestione.
    “Stavo controllando la serratura della porta comunicante”.
    “Non c’è serratura.”
    Smise di masticare e deglutì prima di rispondere. Se c’era una cosa che le dava fastidio era sentirlo parlare con in bocca ancora un pezzo di pollo.
    “Appunto! Dobbiamo stabilire delle regole di civile convivenza”.
    “Tipo mettere un fazzoletto bianco alla maniglia se la camera è occupata?”
    “Non capisco. Credo che bussare sia più semplice.”
    “E quante volte lo devo fare, Bones?”

    Il dottor Addy stava analizzando visivamente il primo campione spedito dalla dottoressa Brennan. “L’atlante …” e sospirò, immerso com’era nell’attenta analisi di una parte anatomica solida.
    Solidità e certezze. Per certi aspetti la vita e l’anatomia erano similari. Le ossa non potevano mentire. E aveva deciso che anche la sua vita si sarebbe basata su certezze scientifiche. Come poteva benissimo dimostrare la dottoressa Brennan che, grazie alla scienza, aveva stabilito le cause di molti delitti. Nessuna speculazione, nessuna conclusione affrettata. Solo fatti dimostrabili empiricamente. Gli assunti che sono a base della scienza sono sicuri e non tradiscono le aspettative. Ogni individuo dovrebbe istituire i traguardi che vuole raggiungere così, risparmiandosi gli insuccessi.
    “Puoi essere più specifico, Zack? Per quale motivo ti serve un atlante proprio ora? Devi cercare una città?” La voce di Cam lo riportò al laboratorio.
    “Dottoressa Saroyan, non mi stavo riferendo al libro che raccoglie carte geografiche o illustrazioni attinenti la geografia, ma più semplicemente alla prima vertebra cervicale della colonna vertebrale. Il suo nome richiama l'Atlante mitologico, perché è il supporto della testa, paragonabile ad un globo. L'atlante, assieme all'epistrofeo, forma l'articolazione che connette il cranio alla colonna vertebrale. Atlante ed epistrofeo sono adattati per permettere un maggior grado di mobilità rispetto a quello delle altre vertebre. E’ rilevante notare che …”
    “Dottor Addy, si risparmi le sue osservazioni. Sono un coroner, e so cosa sono l'atlante e e l'epistrofeo.” Tornò a rivolgere la sua attenzione al microscopio. Tutto quello che voleva era solo poter avere un’altra opportunità per la serata mancata. Espirò profondamente dalle narici, appannando i vetrini sotto alla lente.

    “Hai notato qualcosa di particolare?” Era il caso di fare una pausa, la notte sarebbe stata piuttosto lunga. Nessun frammento di materiale organico era rimasto da utilizzare dopo l’incendio, nessuna possibilità di avere del Dna da analizzare. Sperava che almeno Angela avesse più fortuna nell’identificazione della vittima.
    “Solo un frammento incastrato fra le vertebre C1 e C2.”
    “Bene, il dottor Hodgins sarà impaziente di analizzarlo.”

    Il telefono squillò nel bel mezzo di un sogno alquanto strano, ma fu rapida ad afferrare il proprio cellulare che stava vibrando sul comodino, e che rischiava di cadere sulla moquette di quella camera d’albergo.
    “Brennan”
    Spinse il tasto che stava di fianco alla testata del letto e si ritrovò immersa in un’alba improvvisa. L’orologio segnava le sei e tredici.
    Dottoressa Brennan, sono dispiaciuta di doverti svegliare a quest’ora, considerando il fuso orario, ma vorrei condividere con te i risultati di un primo esame sui resti che ci ha spedito.
    “Ok, Cam non preoccuparti per l’ora. Cosa è emerso?”
    Inserì il vivavoce quando vide Booth entrare nella sua camera, in evidente stato confusionale dovuto al sonno, ma con una penna e il suo blocco fra le mani.
    I resti appartengono a due donne afroamericane, Jennifer Kenny e Laura Cochran. Angela è riuscita a risalire alla loro identità grazie alle impronte dentarie. Abbiamo trovato un frammento di lino conficcato fra le prime due vertebre cervicali, scampato in non so quale modo all’incendio della seconda vittima, la Cochran. Il dottor Hodgins ci sta ancora lavorando, ma ha trovato tracce di una sostanza accelerante, per ora non sa dire con specificità di cosa si tratti. Appena avrò altri risultati ti richiamerò”.

    “Booth.”
    “Umh?” Stava finendo di scrivere le informazioni che Cam aveva pronunciato al telefono, prima che il sonno se le mangiasse.
    “Non hai bussato.”
    “Ho bussato, Bones.”
    “Non ho detto che potevi entrare.”

    Tirò le coperte verso di sé e spense la luce. C’erano ancora quindici minuti di sonno, e per una volta voleva concederseli, visto che quella settimana era stata uno schifo.
    “Bones! Come faccio a tornare nella mia camera se non vedo un accidente?”
    “Usa il tuo sesto senso, Booth”.
    “Divertente, Bones. Divertente”. Ritornò nella sua camera a tentoni, ma prima di chiudere la porta riaccese la luce.
    Brennan cacciò la testa sotto le coperte.

    Nessuno avrebbe mai ammesso una sconfitta.
     
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    so ke sn nuova e probabilmente il mio parere nn conta tnt ma sei bravissima mi piace trp questa ff sn curiosa di saxe cm finisce :D :D
     
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    Carini loro :wub: sempre a bisticciare :D



    CITAZIONE (lella1989 @ 7/10/2008, 23:30)
    so ke sn nuova e probabilmente il mio parere nn conta tnt ma sei bravissima mi piace trp questa ff sn curiosa di saxe cm finisce :D :D

    il parere di tutti è benvenuto, immagino anche e soprattuto per le autrici ;)
     
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  8. Romi10
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    Finalmente :) avevo quasi perso le speranze.
    per rientrare nella ff l'ho riletta tutta, e rileggendola mi sono accorta che mi piace molto, e i loro battibecchi in questo capitolo li ho trovati davvero dolci
     
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  9. ciccio-stress
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    CITAZIONE (lella1989 @ 7/10/2008, 23:30)
    so ke sn nuova e probabilmente il mio parere nn conta tnt ma sei bravissima mi piace trp questa ff sn curiosa di saxe cm finisce :D :D

    Ha ragione Xhio, conta ogni singolo parere.
    E sono contenta che ti piaccia!

    CITAZIONE (xhio @ 7/10/2008, 23:33)
    Carini loro :wub: sempre a bisticciare :D

    Già, ma spero di non aver esagerato!


    CITAZIONE (Romi10 @ 8/10/2008, 14:11)
    Finalmente :) avevo quasi perso le speranze.
    per rientrare nella ff l'ho riletta tutta, e rileggendola mi sono accorta che mi piace molto, e i loro battibecchi in questo capitolo li ho trovati davvero dolci

    Ti posso assicurare che mi ero proprio scordata di aver fatto passare così tanto tempo dall'ultimo capitolo!
    Mi fa piacere che abbia apprezzato anche questo nuovo capitolo.
     
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  10. Chemistry
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    Bella davvero. :) Anche io l'ho riletta dall'inizio per gustarmi meglio quest'ultimo capitolo.
    Mi piace come scrivi, dettagliato, scorrevole e piacevole. Il bickering poi fantastico :P

    CITAZIONE
    “Booth.”
    “Umh?” Stava finendo di scrivere le informazioni che Cam aveva pronunciato al telefono, prima che il sonno se le mangiasse.
    “Non hai bussato.”
    “Ho bussato, Bones.”
    “Non ho detto che potevi entrare.”

    CITAZIONE
    “Bones! Come faccio a tornare nella mia camera se non vedo un accidente?”
    “Usa il tuo sesto senso, Booth”.

    :doh: :clap: Attendo con ansia

    PS e attendo con ansia anche per Las Vegas ;)
     
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  11. ciccio-stress
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    Grazie anche a te!

    E per quanto riguarda Las Vegas ... ci sto lavorando!
    Spero di avere presto un nuovo capitolo da condividere con voi.
     
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  12. BoNeS-93
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    Lo speriamo anche noi!!!!!! Capitolo meraviglioso :)
     
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    Squintern

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    grazie x l'ospitalità!! e ovviamente aspetto anke io cn ansia las vegas!!complimenti sei bravissima mi piacciono trp le tue ff :D
     
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    hihi... i battibecchi tra loro due sono sempre spassossi. :lol:

    e anche al jeffersonian..con angela che chiama subito bones perchè la vuole al matrimonio!!

    posta prestoooooo
     
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  15. Romi10
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    CITAZIONE (Cris.Tag @ 8/10/2008, 14:18)
    Ti posso assicurare che mi ero proprio scordata di aver fatto passare così tanto tempo dall'ultimo capitolo!
    Mi fa piacere che abbia apprezzato anche questo nuovo capitolo.

    Quando qualcosa è scritta bene, non posso fare a meno di apprezzare.
    A quando il prossimo?
     
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497 replies since 27/5/2008, 17:15   39215 views
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